[Test] Shimano MT 601
Come sono fatte
Come sono fatte
Subito le caratteristiche salienti per queste Shimano MT 601, scelte nella misura 29″ per la recensione; esistono anche da 27,5.
Cerchio in alluminio asimmetrico, canale 25 (25C), 24 raggi J-bend a doppio rinforzo con incrocio in seconda (per ambedue le ruote), attacco disco Centerlock, mozzi a cuscinetti sigillati, corpetto ruota libera Micro Spline, perno passante e battuta 110×15 all’anteriore, 148×12 al posteriore, ossia Boost tutte e due. C’è anche la versione non Boost, con anteriore 100×15 e posteriore 142×12.
Boost e no Boost, che significa? Mentre preparavo la scaletta di questa recensione (e di quella prossima sulla guarnitura XT) avevo inserito un box per spiegare sinteticamente cosa fosse la tecnologia Boost.
Mio atavico errore questo inserire informazioni una dentro l’altra, una matrioska che pregiudica la fruibilità.
Per questo ho preferito preparare una breve scheda, con annesso video, che potete consultare a questo link.
Risolto il Boost, andiamo a conoscere in dettaglio i mozzi.
Ambedue con attacco rotore a tecnologia Centerlock, riconosciamo infatti la classica lavorazione a cremagliera.
Notazione di servizio: l’anteriore è asse 110×15, quindi per il rotore si usa ghiera con gli ingaggi esterni, quella da avvitare con la stessa chiave della calotta movimento centrale per capirci.
Per la scelta dei cuscinetti, su questi mozzi Shimano opta per quelli sigillati. In basso ho rimosso il parapolvere per poterli mostrare.
Una decisione che condivido, benché sia risaputo la mia personale preferenza è per i mozzi con tecnologia a coni e sfere. Però visti destinazione d’uso e fascia di prezzo di queste Shimano MT 601, mi sembra la scelta giusta.
Il corpetto ruota libera è del tipo Micro Spline. Possiamo riconoscere il “dente” più largo che serve al corretto allineamento.
Una evoluzione del classico corpetto HG, quello a cui siamo abituati da anni; evoluzione nata dall’esigenza di rispondere a due necessità: alloggiamento per i piccoli pignoni a 10 denti, assicurare la migliore distribuzione delle forze sul corpetto. Che è in alluminio, molto leggero.
Per raggiungere l’obiettivo abbiamo 23 canali, o dentini di presa se preferite; ma soprattutto abbiamo l’ingegnoso sistema di ritenzione del piccolo pignone a 10 denti: che non troverà il suo alloggiamento sul corpetto bensì sfrutta appositi inviti ricavati nel pignone da 12 denti che a sua volta è fissato al corpetto tramite ghiera.
Ghiera che quindi chiude il sistema ma non agisce direttamente sul pignone più piccino.
Era necessario? Beh, per alloggiare un pacco pignoni 12v con pignone così piccolo si, era necessario.
Poteva Shimano trovare un accordo con la concorrenza e decidere uno standard comune, come già avviene per i corpetti fino a 11v compatibili Shimano/Sram? Beh, ci sono differenze tecniche tra le due tecnologie, quella Sram XD e questa Shimano Micro Spline e ogni azienda è sempre “gelosa” delle proprie capacità.
In ogni caso, ho smesso da tempo di chiedermi perché differenziare, preferendo scoprire se una cosa funziona bene e basta.
Non ho smesso di essere perseguitato dalla sfortuna con le apparecchiature elettroniche e similari. La scheda di memoria con le foto del pacco pignoni 12v e i dettagli del sistema di chiusura del pignone a 10 denti è rovinata. Era sulla scrivania, c’è caduto il caffè sopra. Ovviamente prima che copiassi su pc il contenuto. La bici che montava quel pacco pignoni, la Trek Procaliber recensita qualche settimana fa, ancor più ovviamente era appena stata consegnata al corriere per il ritorno in azienda.
E così sopperisco saccheggiando il materiale ufficiale Shimano, con un video che io nemmeno nei miei sogni più lussuriosi riuscirei a creare. Ho uno strano concetto della lussuria, d’accordo.
Vabbè, questo il video. Prestate attenzione alla parte finale, l’innesto del pignone più piccino.
Ora passiamo al cerchio, che è asimmetrico.
Sui vantaggi di questa soluzione c’è un mio articolo pubblicato sul blog, a questo link.
Cerchio Tubeless, consegnato già nastrato.
Lavorazione hook, con uncino di presa per tallonamento delle gomme tubeless.
Non mancano le valvole, anch’esse per tubeless.
Peso rilevato: 950 grammi l’anteriore, 1.260 la posteriore, con nastro e valvole montate.
Fin qui la presentazione statica, ruote ancora ferme. Quindi ci sta una piccola notazione estetica.
Mi piace molto il disegno complessivo della ruota, il cerchio asimmetrico dona sportività. Avrei invece osato di più sul disegno del mozzo, Shimano ha in gamma ruote dal costo basso che non rinunciano a qualche finezza anche sotto questo aspetto. Si è scelta la via della massima robustezza delle flange e dei raggi, che mi vede d’accordo. Però non si vive di sola tecnica…
E ora a frullare le zampette.
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Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.