[Test] Met Intercity Mips
La prova su strada
La prova su strada
Questa recensione nasce non solo per la mia fissazione per i caschi ma anche perché mi trovo o mi trovavo (non so, dipende da quando pubblicherò questo test…) alle prese con la recensione di una e-bike, la Trek FX+ 2.
Mi sembrava buona cosa unire, creare un filo conduttore con la recensione di una bici a pedalata assistita che è novità assoluta per questo blog.
Comunque, quali che siano i miei motivi e di cui a voi giustamente importa nulla, avere una e-bike disponibile è stato ottimo per condurre al meglio questo test del Met Intercity Mips.
Partiamo dalla calzata.
Dalla mia prima recensione di un casco Met, credo siano passati almeno sei anni, ho sempre avuto un feeling particolare con la calzata dei loro caschi.
Li trovo comodissimi, tutti quelli che ho testato: e questo Intercity Mips non fa eccezione.
Trovare subito la migliore calzata è un attimo, il sistema Met Safe-T Heta si lascia regolare immediatamente, il casco è ben saldo in testa senza mai essere costrittivo.
Suppongo di averlo già detto in altre recensioni ma preferisco ripetermi, ché è prerogativa dell’età matura: se male indossato anche il miglior casco del mondo servirà a nulla.
Quindi niente caschi appena poggiati o, peggio, ruotati all’indietro a mo’ di berrettino. Significa pedalare a capo scoperto.
Ribadito l’ovvio, ché pure questa è prerogativa dell’età matura, la sensazione di sicurezza offerta dal Met Intercity Mips è assai elevata.
Non è suggestione, è la calotta estesa, con la zona anteriore a coprire completamente fronte e tempie a rimandare l’immediata sicurezza offerta. Ancor più della estensione della calotta alla nuca, che comunque senti ben avvolta.
Non è una novità per me, testando altri caschi omologati NTA8776 ho avuto lo stesso effetto; però qui appare “amplificato”, non so spiegarmi il motivo, posso solo registrarlo.
Come non è una novità per me il cinturino a fibbia magnetica Fidlock, lo apprezzai nel test del Met Grancorso, lo ritrovo qui in tutta la sua praticità.
Facilissimo agganciare, lo governi con una mano sola, nessuna difficoltà indossando guanti invernali. Bene accetta la fascia a protezione della clip, il sistema magnetico ha questi due gusci che amano riunirsi velocemente senza curarsi della barba che potrebbero incontrare nel loro percorso e la fascia elimina ogni pericoloso aggancio.
Preciso il sistema di regolazione, di ottima fattura i divider a scorrimento. Per molti anni Met ha usato quelli a clip, li ho sempre apprezzati; ora credo non siano più presenti ma devo dire che la qualità di questi presenti sull’Intercity non fa rimpiangere l’assenza.
L’imbottitura interna è piacevole, morbida, vellutata sulla pelle e sulla mia fronte socratica; bell’idea il piccolo ma efficace supplemento posto nella zona posteriore.
La possibilità di far scorrere la fascia posteriore rende agevole l’uso per chi è solito legare i capelli.
La rotellina di regolazione è grande a sufficienza per essere adoperata anche coi guanti, non tanto grande da recare fastidio.
Indossato il casco, possiamo partire, a visiera alzata per adesso.
Il sistema di ventilazione è da casco sportivo più che urbano, almeno per come siamo abituati.
La quantità d’aria in ingresso è notevole, la visiera sollevata copre solo in minima parte il flusso; anzi, al salire della velocità sembra addirittura convogliarlo.
Considerando come naturale destinazione d’uso le e-bike, con le quali in teoria non si suda (nella pratica la situazione è un poco diversa ma ne parleremo a suo tempo) tanta ventilazione può apparire addirittura eccessiva.
Così non è, a parte la necessità di un sottocasco nei mesi invernali.
E’ piacevolissimo nelle prime giornate di calda primavera, che alla fine è arrivata, sentirsi lambire la testa da questi flussi che tengono freschi e mai sono fastidiosi.
Condensa nemmeno a parlarne, pedalando in salita e senza assistenza, a indicare la veloce uscita dell’aria calda.
Inutile dire che ho apprezzato la presenza della retina anti insetto, mia vecchia fissazione perché la quasi totalità dei caschi sportivi non la monta, non solo in casa Met ma anche altre aziende. E ho sempre obiettato che l’ape arrabbiata non fa differenza tra casco cittadino e casco sportivo, lei trova la fessura, si infila. E fa male, ma proprio male…
Pedalando in e-bike a velocità codice, ossia tenendomi sul filo dei 25 km/h del limite dell’assistenza, non ho mai avuto la necessità di abbassare la visiera.
Con temperature più rigide e a velocità superiori, ovviamente nel mio caso in discesa (embè…) ne ho apprezzato la grande protezione. Sia dal vento che dai fastidiosi nugoli di insetti tipici di questa stagione.
E in caso di pioggia è stata provvidenziale, l’acqua scorre veloce, occhiali salvi e perfetta visione sempre assicurata.
Non ha scatti di regolazione, di fatto la si usa o tutto su o tutto giù, il sistema di ritenzione alla calotta offre il necessario attrito affinché non cali come una ghigliottina al primo dosso affrontato con eccessiva baldanza.
La visione è chiarissima, benché curva e lievemente bombata non distorce assolutamente la visuale.
Come detto nel paragrafo precedente, non ho trovato nella sezione accessori del sito Met Helmets una visiera scura o fumé (col Grancorso le proposero, comodissime) e sarebbe un utile aggiornamento per questo Intercity.
Io sono obbligato agli occhiali, quindi poco mi cambia, anche quelli da sole sono con lenti graduate. O forse proprio perché obbligato agli occhiali da vista non doverli cambiare in presenza di luce intensa potrebbe essere un plus.
Quali che siano le mie necessità, tra taglio basso a fronte e tempie e visiera completa, indossare il Met Intercity Mips ti fa sentire molto l’effetto casco da moto. Insomma, vendono dei demi jet che sono meno protettivi…
La stabilità sullo sconnesso come in presenza di vento forte è perfetta, il casco non si muove di mezzo millimetro.
In presenza di forte vento laterale pedalando a visiera abbassata senti una leggera turbolenza filtrare nello spazio, ampio, tra visiera e volto. Ma deve essere vento molto forte, quando l’ho avvertito il rilevamento meteo mi dava 20 nodi, pure andare dritti era complicato.
Pedalando a forte velocità a visiera alzata, nel mio caso sempre in discesa ovviamente, non c’è alcun effetto vela. Questo perché una volta sollevata la visiera resta molto spazio tra questa e la calotta, e infatti nemmeno le prese di ventilazione risultano ostruite.
E poi c’è la luce.
Simile e diversa da quella che ho avuto tra le mani in altre recensioni, si è dimostrata di assoluta efficacia.
La visibilità non ha pecche, in modalità strobo cattura l’occhio anche di giorno, l’attacco magnetico è tenace e non c’è pericolo scappi via.
La linea curva la rende visibile anche lateralmente e questo è sempre un bene.
La presenza del sensore crepuscolare è una di quelle tali comodità che, dipendesse da me, lo renderei obbligatorio per legge…
L’autonomia è ragionevole, soprattutto in modalità a intermittenza.
Anche le circa due ore e mezza rilevate a modalità fissa sono un buon valore, considerando l’uso urbano del casco.
La si sarebbe potuta aumentare aggiungendo una funzione, ossia luce fissa a bassa luminosità. Che ci renderebbe ugualmente ben visibili di notte, vi assicuro che fa una luce enorme e sembra sovradimensionata per la pedalata in notturna.
Unico appunto: molto elegante il design a filo con la calotta grazie all’incavo a lei destinato nella calotta; però proprio questa posizione incassata rende meno agevole agire sul pulsante di accensione, posto in alto.
La costruzione con striscia di ben 25 led, mi rendo conto, impedisce di collocare il pulsante di accensione sulla plastica frontale (come avviene con altra luce Met, che però non monta sull’Intercity) ma in ogni caso il fastidio è relativo.
L’attacco magnetico permette di staccare la luce anche a casco indossato, accendere e poi ricollocare la luce che troverà da sola la propria sede, grazie appunto al magnete.
E’ disponibile anche come ricambio, è data compatibile con molti modelli della casa.
Vi elenco, ricavando dal sito: Allroad, Allroad Mips, Estro Mips, Intercity Mips, Rivale Mips, Veleno, Veleno Mips, Urbex Mips, Vinci Mips.
Però immagino si tratti calotte modificate all’uopo rispetto alle versioni che ho recensito io.
Le foto, come detto, non permettono di apprezzare in pieno l’efficacia di questa luce, provo col video in basso.
Ultima nota prima di andare alle conclusioni. La scheda sul sito indica (alla data in cui scrivo). Propendo per la prima ipotesi.
Aggiungo una notazione successiva alla pubblicazione: era solo un errore di compilazione della scheda, è stato corretto.
Bene, anche questa è fatta, andiamo a tirare le somme.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.