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[Test] Kask Valegro
Le conclusioni
Le conclusioni
Potrà sembrarvi strano, ma recensire i prodotti di alta gamma è facile rispetto ad altri più economici ma richiede più tempo.
Quando hai tra le mani il top hai ben poco da verificare, ottieni subito il massimo punteggio in ogni ambito.
Di fatto, dopo una settimana hai la scheda di valutazione pronta, devi solo buttar giù l’articolo.
Però la scorri e ti rendi conto che non hai trovato un solo punto debole, un minima crepa; e nasce il dubbio: avessi tralasciato qualcosa?
Così ricominci daccapo, col rischio di andare avanti giorni e giorni girando in tondo.
Speravo che almeno l’assenza dei divider mi avrebbe dato qualche noia, io sempre così attento alla calzata precisa, perché un casco perfettamente saldo in testa è un casco sicuro. E invece nisba, sulla mia testa sono perfetti.
Rileggendo le note ho solo lodi per il Kask Valegro, più che un test mi sembra di aver scritto uno spot.
Ma posso farci nulla: sapevo avrei trovato l’eccellenza, ora che l’ho tra le mani gestirla è problema mio.
Ho battuto molto su leggerezza e ventilazione perché erano le caratteristiche che cercavo durante la selezione per la sequenza di test di caschi sportivi.
Volevo un modello che fosse il meglio in questi aspetti.
Però sintetizzare il Valegro a un casco leggero e ventilato è riduttivo.
Si, molto leggero; si, molto ben areato.
Ma c’è di più.
C’è una qualità globale che percepisci da subito, appena lo prendi tra le mani.
L’anello inferiore della calotta è perfetto, nella colorazione antracite matt in prova si mimetizza completamente e conferisce inusitata eleganza.
Il cinturino è un dettaglio che mostra cura costruttiva degna di un atelier di moda.
La finitura interna delle imbottiture lo stesso, prodotto sartoriale.
Voi capite che con tanta bella roba tra le mani è difficile non farsi coinvolgere, soprattutto io che sono un amante delle cose fatte bene.
E il Valegro è fatto bene, fatto ancora meglio quando lo indossi.
Comodissimo, con tante regolazioni è impossibile non trovare la corretta calzata.
Non c’è pressione, il casco è perfettamente saldo, non si sposta.
Il contatto tra epidermide e cinturino è piacevole, bastano pochi giorni d’uso e perde la minima rigidità iniziale assumendo il nostro contorno.
Entra tanta aria anche a bassa velocità ed esce veloce, con un ricambio continuo e rapido.
Non c’è una sola zona del capo che non sia investita dal vento.
Assorbe pochissima umidità e quel poco asciuga in un momento, anche da fermi.
Visibilità eccellente in ogni posizione, anche sdraiati sul manubrio non devi piegare il collo in modo innaturale.
Leggerezza tale che sei costretto a sincerarti di averlo indossato.
Per quanti sforzi faccia, non c’è un solo punto che migliorerei.
Nemmeno il prezzo al pubblico, soprattutto se valuto quello reale, quello cioè che ricavo da una ricerca in rete tra i più noti store; un prezzo sempre inferiore a quello di listino.
Ma anche a prezzo pieno fatico a non trovare un eccellente rapporto qualità prezzo.
Tanta tecnologia, materiali nobili, studi in galleria del vento hanno un costo, pienamente giustificato.
E niente, punti deboli non ne trovo…
Vi lascio i link e, al solito, vi auguro buone pedalate; una volta tanto col sorriso…
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Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Bel casco!
Quindi se non ho capito male, il protocollo WG11 si basa nel ridurre gli impatti rotazionale sul casco, il linea con quanto previsto dai caschi che adottano Mips, ma senza farne uso? Notevole!
Daniele