[Test] Kask Valegro

Tempo di lettura: 7 minuti

Recensione di un casco sportivo, leggero, ventilato e con tanta tecnologia: è il Kask Valegro, sviluppato in collaborazione col team Ineos, che si avvale della certificazione WG11 e racchiude più di una soluzione sfiziosa.

Sui caschi, anzi sull’uso del casco, sapete come la penso: serve, punto.

Che sia quello della prova del momento o un qualunque altro modello, anche non recensito, l’importante è che provenga da azienda affidabile e sia sicuro.

Non basta una semplice omologazione, altrimenti non avremmo alcuna differenza tra un casco ben fatto e quello in offerta a 15 euro (14,99 di solito…) presso la grande distribuzione.

Vero, sono omologati entrambi, altrimenti il più economico non potrebbe essere messo in vendita. Ma da qui a sostenere che sono identici, ce ne corre.

Soprattutto in considerazione del fatto che le aziende di chiara fama stabiliscono dei loro protocolli di test, vanno ben oltre la semplice omologazione, studiano soluzioni e materiali innovativi.

Aumenta la sicurezza, aumenta il comfort: aumenta anche il prezzo ma seppure la mia non sia una gran testa, ci sono affezionato e cerco di proteggerla al meglio.

Abbiamo conosciuto da poco, solo per restare nel settore sportivo stradale, la nuova versione del Met Rivale, con Mips; oggi è il turno del Kask Valegro WG11 (che d’ora in avanti chiamerò solo Valegro), fra qualche settimana leggeremo del Bontrager Starvos WaveCel.

Ognuno selezionato per un motivo; col Met c’era la curiosità di capire come avessero rinnovato il best seller della casa; col Kask capire quanto efficace sia stata la progettazione della ventilazione e come si sia riuscito a contenere così tanto il peso, col Bontrager la presenza del WaveCel e quanto e se possa essere invasivo una volta indossato.

Con tutti e tre questi caschi, malgrado la chiara destinazione stradale, ho pedalato e pedalerò anche in fuoristrada, declinato in salsa gravel.

Il Met è già chiuso e pubblicato, il Kask lo state leggendo ora, il Bontrager arriverà a breve.

Ma la mia non vuole essere una classifica, una comparativa, cosa del resto mai faccio qui, sul blog.

Sono tre caschi eccellenti ma diversi tra loro, ognuno con propria personalità.

Però uno strappo alla regola devo farlo, perché su un punto il Kask Valegro ha collezionato il maggior punteggio sulle mie schede, non solo rispetto ai caschi già citati ma a qualunque casco recensito: la ventilazione. Eccellente.

Usarlo durante giornate che hanno visto impennarsi le temperature è stato un piacere.

Non andiamo però troppo avanti, prima dobbiamo scoprire come è fatto il Kask Valegro.

Vi rubo solo pochi altri secondi, perché proprio mentre componevo questo articolo c’è stato il prestigioso riconoscimento per l’azienda Kask con il premio 100 Eccellenze Italiane.

Un premio patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Ministero dello Sviluppo Economico, che va ad aggiungersi ad altri prestigiosi riconoscimenti internazionali ottenuti dall’azienda bergamasca, tra cui spiccano IF Design Award, ISPO Award, Red Dot Design Award e Eurobike Award. 

Fondata nel 2004 per iniziativa di Angelo Gotti che, dopo una ventennale esperienza nella produzione di caschi, decide di dare vita a una azienda che sviluppasse prodotti sicuri ma, allo stesso tempo, in grado di colpire per unicità del proprio design. Da allora KASK è diventata una realtà internazionale nello sviluppo, progettazione e produzione di caschi di alta qualità in numerosi settori: dal ciclismo allo sci passando per l’equitazione, fino a diventare un player di riferimento nel comparto del work and safety. 

La particolarità di KASK sta nell’intera progettazione e produzione ‘made in Italy’, una scelta che garantisce la qualità di un prodotto come il casco che fa della sicurezza la ragione d’essere: «Poter controllare l’intera filiera di produzione in ogni sua fase di lavorazione è una condizione essenziale per offrire un prodotto di qualità che sappia realmente proteggere chi lo sceglie per fare sport o per lavorare in quota» sottolinea Diego Zambon, General Manager dell’azienda.

Sviluppatasi nella sede di Chiuduno, in provincia di Bergamo, oggi KASK conta su uno staff composto da 75 addetti e due filiali in nord America e in Australia, a cui si aggiunge la distribuzione in 70 paesi in tutto il mondo. Con un fatturato consolidato superiore a 53 milioni di euro nel 2020, l’azienda ha segnato oltre il 92% di export.

Ed è proprio grazie a questi valori che KASK è entrata all’interno del volume 100 Eccellenze Italiane, un prodotto editoriale esclusivo e di pregio che rilegge i valori, i codici e l’ispirazione del ‘made in Italy’ raccontandone le peculiarità dell’ingegno in vari settori di azione.

A ritirare il premio durante la cerimonia di consegna avvenuta in Campidoglio, Ylenia Battistello, Mktg Director di Kask: «Gli organizzatori del premio hanno riconosciuto alla nostra azienda il merito di aver contribuito allo sviluppo socioeconomico del Paese in ambiti dove l’Italia da sempre vanta eccellenze, come la produzione di articoli sportivi, non limitandoci a saper fare un buon prodotto, ma innovando ed elevando gli standard di qualità, dalla performance del casco al design unico e innovativo». 

Dopo quest’ultima notazione, passiamo a scoprire il Kask Valegro.


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COMMENTS

  • <cite class="fn">Guybrush Threepwood</cite>

    Bel casco!
    Quindi se non ho capito male, il protocollo WG11 si basa nel ridurre gli impatti rotazionale sul casco, il linea con quanto previsto dai caschi che adottano Mips, ma senza farne uso? Notevole!
    Daniele

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