[Test] Freni a disco meccanici Tektro MD-C510

Come è fatta

Tempo di lettura: 3 minuti

Come è fatta

Le pinze Tektro MD-C510 a comando meccanico hanno standard di fissaggio Flat Mount, singolo pistoncino mobile, possono gestire dischi da 140 fino a 180 (con appositi adattatori di montaggio) e rotori da 1,8mm di spessore.

La struttura è molto semplice.

Sul lato esterno, quello a vista, abbiamo la camma che gestisce il singolo pistoncino mobile che, a sua volta, è governata dal cavo fissato con vite e dado quadro, coppia consigliata 6-8 Nm

Questa appena vista è pinza posteriore, con staffa (da acquistare a parte) per montaggio con rotori da 160.

Il montaggio con rotore da 140 non richiede alcuna staffa.

Prestate sempre attenzione alla dimensione del fodero del carro, la sua altezza lì dove c’è la sede per la pinza.

Altezze diverse richiedono viti di fissaggio di lunghezza diversa.

Qui vi propongo lo schema.

Il meccanismo della camma prevede una guarnizione in gomma per evitare ad acqua e sporco di penetrare.

Sul lato opposto, quello interno, abbiamo la grossa vite di regolazione della distanza del pistoncino fisso.

Il principio di funzionamento è noto, quindi mi limito al riassunto.

Tirando il cavo la camma spinge il pistoncino mobile contro il rotore; sfruttando la naturale flessione di quest’ultimo, lo porterà a battuta contro il pistoncino fisso e in questo modo avremo le pastiglie a mordere il disco.

La pinza anteriore è fornita con staffa di montaggio, adatta sia a rotori da 160 che da 140; basta variarne il verso.

Su nessuna pinza la sede di fermo guaina è provvista di filettatura, quindi non è possibile montare un registro di tensione. O si agisce di volta in volta sulla camma, tirando via via il cavo; oppure si installa un registro a guaina, come quelli che si usano per cambio e deragliatore sui telai a cavi interni. Ovviamente specifico per freni perché la dimensione della guaina è diversa, diametro maggiore rispetto alla trasmissione.

Le pastiglie sono tenute in sede da una piccola brugola; non c’è coppiglia di sicurezza in metallo, solo un semplice o-ring dalla dubbia tenuta, sia sulla vite che nel tempo.

Pastiglie di serie in resina.

Bene, una veloce presentazione perché, effettivamente, non abbiamo un concentrato di tecnologia tale da giustificare la mia (solita) esposizione.

Semplicità costruttiva in linea col prezzo d’acquisto molto contenuto, quindi su questo non muovo critiche.

Su questo, perché alla prova dei fatti, anzi alla prova su strada, beh, qualcosina da (ri)dire c’è.

Saltiamo in sella.


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COMMENTS

  • <cite class="fn">morescopiero</cite>

    Fra i meccanici per me i BB7 sono il top. Peccato che non li facciano flat

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Piero, malgrado i loro anni i BB7 restano tra i migliori. E aggiungo malgrado siano a pistoncino singolo.
      I Trp Spyre per un periodo li hanno sopravanzati, poi qualcosa è cambiato, secondo me la composizione nella mescola delle pastiglie, e le prestazioni ne hanno risentito. Però con due pastiglie buone, sono davvero ottimi.
      Vorrei provare, difficoltà di approvvigionamento a parte, i nuovi shimano flat.
      Perché alla fine il problema è nel montaggio, ci fossero i BB7 FM ok, ma in mancanza serve trovare una valida alternativa per chi, motivi non importano, vuole i meccanici. E questi Tektro sono improponibili…

      Fabio

      • <cite class="fn">Franci79</cite>

        Sulla mia Fuji Tread 1.7 (una Gravel) del 2016 avevo i Tektro MD-C400 e relativi dischi Tektro , sostanzialmente uguali a quelli in prova . Cambiati per tre motivi :
        1)Scarsissima efficacia frenante
        2)Non tenevano le regolazioni ;dopo un giro ti trovavi con i freni da regolare ancora.
        3) Dischi di serie Tektro che si piegavano, rendendo inutili le regolazioni del punto 2
        Appena ho potuto li ho cambiati con BB7,anche perchè hanno una caratteristica , hanno la doppia regolazione.
        Tektro fa buoni prodotti ma la fascia così bassa è senza un senso.
        Francesco

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Hai fatto bene.
          Come ho detto, di fatto non li ho nemmeno potuti realmente testare, troppo scarsi.
          Succede.

          Fabio

  • <cite class="fn">Stefano Storoni</cite>

    Visto l’interesse che ancora c’è per le pinze a comando meccanico (io stesso sono allergico agli impianti idraulici) mi permetto modestamente di suggerire di prendere in considerazione i Juin Tech, disponibili con attacco flat in due versioni, a doppio o quadruplo pistoncino. Sono di tipo ibrido come i Trp Hyrd ma con pinze molto più piccole (e aggiungerei più gradevoli esteticamente). Li uso da tempo (i Gtf) e nonostante i miei quasi 100kg la frenata è addirittura sovrabbondante (non è difficile bloccare le ruote), sforzo alla leva contenuto e potenza ben modulabile. Purtroppo visto il modello di commercializzazione dubito che sia facile averne un paio in prova, anche perchè il prezzo non è proprio di 10 euro…

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Grazie per il suggerimento, li conosco, sono ottimi.
      Non prevedo un test non per il costo (qui sul blog ci sono recensioni per decine di migliaia di euro) ma “a causa del” costo. L’idea era valutare una opzione economica, ma onestamente non pensavo di scendere così tanto…

      Fabio

  • <cite class="fn">Patrizio</cite>

    Grazie del test. La bici di un amico monta questi freni, e lui scende spesso a freni costantemente mezzo tirati. Mi chiedevo come facesse, se io scendessi tirando di continuo i freni la bici si inchioderebbe. Pensavo di non aver afferrato la tecnica. Ora ho capito di piu’.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Patrizio, mi piace la tua ironia, quel “non aver afferrato la tecnica” è oltremodo elegante.
      Consiglia al tuo amico un repentino cambio di impianto.

      Fabio

  • <cite class="fn">pyron83</cite>

    L’esperienza (negativa) avuta con questi Tektro meccanici, mi ricorda quella avuta con gli Hayes MX5 che erano presenti di base sulla mia MTB ST520. Mi facevano seriamente rimpiangere i V-brake della mia vecchia mtb in acciaio del ’92 (unico settore in cui si comportavano meglio, era il bagnato estremo… ma mancava cmq la materia prima, cioè la potenza frenante).
    Quando sono passato agli entry-level idraulici MT200 di Shimano, mi sono subito domandato perché non lo avessi fatto prima.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Io invece continuo a chiedermi perché ho passato mesi per provare a chiudere questo test…

      Fabio

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