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Si riaccende la macchina del blog

E’ il momento di riavviare il blog con i suoi consueti ritmi.
Non che questi mesi sia stato fermo, ho lavorato tantissimo ma dietro le quinte.
A fine ottobre, con l’esplodere dell’emergenza sanitaria e gli ospedali in affanno decisi di fermare le uscite in bici. Che nel mio caso significa fermare i test, perché 99 pedalate su 100 sono per raccogliere dati utili alle recensioni.
Ai primi di novembre Giove pluvio pensò bene di piazzarsi in pianta stabile alle falde del Vesuvio (e ancora non sloggia), quindi mi sembrò il momento giusto per avviare tutte quelle modifiche che avevo in mente e mai tempo per realizzarle.
La più importante e faticosa è stata la creazione della nuova officina, un lavoro che mi ha impegnato per molte settimane. Soprattutto a causa della decisione di utilizzare una stanza in casa (per comodità, è vero, ma anche per sicurezza: lasciare migliaia di euro di materiale e bici in un box esterno non mi faceva stare tranquillo), che ha significato prima dover sistemare una ala diversa altrimenti non avrei potuto fare mio quel locale.
Nel frattempo è partita la revisione degli articoli, quelli pubblicati nei primi anni di vita del blog (quando girava su piattaforma free) hanno immagini indecenti; e poi dopo tanto tempo sono cambiati gli standard, ne sono arrivati di nuovi e una rinfrescata alla sezione Officina è diventata necessaria.
Revisione che terminerà fra mesi, poco alla volta li rivedrò tutti. Poco alla volta…
La nuova officina, come vi ho già raccontato, non è luogo costruito per lavorare sulle bici ma per avere un pratico, e piacevole, set per foto e video da riversare nei futuri articoli.
E questo mi ha portato alle ulteriori novità.
La prima preventivata, la seconda no.
Ossia l’acquisto della nuova attrezzatura fotografica (luci, fotocamera e microfono direzionale) e un nuovo laptop.
Il laptop non era proprio in lista ma visto che due settimane fa il mio si è sfasciato volando dalla scrivania (non mi ero accorto che il cavo di alimentazione era attorno la mia caviglia), l’acquisto è stato necessario.
Le luci non so ancora usarle con cognizione e ho chiesto aiuto a un fotografo per un rapido corso istruttivo.
Dopo due giorni sono riuscito a capire come si accende la nuova macchina fotografica, si attiva l’obiettivo collassabile e si avvia la registrazione di un video. I settaggi restano per me mistero insondabile ma ci sto lavorando.
L’acquisto che più mi rallegra è il microfono direzionale.
Un breve test: efficacissimo. Vero che marca e modello sono una garanzia ma non mi aspettavo una resa così eccellente.
Tutti i rumori di fondo annullati. E sono rumori forti e molesti.
Abito in centro città, uno stretto vicolo ai confini della polis greca. Secondo piano, alto perché è un palazzo antico, ma comunque è come avere i passanti in casa. Ogni auto, scooter, pedone lo senti uguale, tanto che a volte mi sposto per non essere investito.
E poi ci sono i negozi.
E poi c’è il forno.
E poi c’è la panettiera.
E poi c’è la signora Rita.
Mi chiedete perché nei miei (pochi) video non c’è audio ma solo musica.
Bene, voi provate a registrare un video col microfono che raccoglie un dialogo a distanza tra la signora Rita (vera custode del vicolo, nulla sfugge al suo sguardo dalla postazione di vedetta sul balcone) e Nunzia, la panettiera.
“Nunziaaaaaaaaaaaaaaaa, è asciuta a palatella?”, urlato a decibel che sovrastano anche il passaggio di un 747 a volo radente.
“No amò (amore, gergale, non indica un affetto intimo ma amicizia e rispetto, nda), ‘na mezz’ora”.
Dopo dieci minuti.
“Nunziaaaaaaaaaaaaaaaa, è asciuta a palatella?”, che io mi chiedo ma se ti ha detto mezz’ora lo vuoi guardare l’orologio?
” E no amò, t’agg’ ritt mezz’ora, è ampress. Te chiamm io”
Ah ok, allora almeno 20 minuti di tregua li tengo.
E no! Cinque minuti cinque e la signora Rita riattacca.
“Giuvinò – rivolto ad ignaro giovanotto di passaggio – cortesemente, me verit’ se è asciuta a palatella?”
“Signò, arò aggia verè?”, domanda, giustamente, l’ignaro passante.
“Ma cumm’è – rimprovera pronta la signora Rita – aret e te, nun o vir o ppane?”, e qui devo dare ragione alla signora Rita quando aggiunge “sti guaglion e mò, rormon (i ragazzi attuali non sono svegli, nda)”.
Qui Nunzia, giustificata, un poco si risente; l’incursione dell’estraneo nel suo dominio su mandato della signora Rita è una mancanza di rispetto alla precisione nella gestione della clientela.
Ecco quindi Nunzia riuscire dal negozio “E no amò, se ti ho detto che ti chiamo io, te chiamm’ io, mica so ‘nsallanuta (sbadata, nda), a primma palatella che esce dal forno è a toia (tua, nda)”.
Uno pensa, bene, la situazione si è normalizzata, mi servono giusto tre minuti, posso partire con la registrazione.
Regolo la macchina, provo la posa, do l’avvio e…
“Amòòòòòòòòòòòòò, acala o panaro, è asciuta a palatella (cala il paniere, è stata sfornata la palatella, nda)”
Echecca######!!!!!! Avevi detto mezz’ora, non 15 minuti!
E questo è solo uno dei tanti e continui intermezzi che mi accompagnano mentre sono al lavoro. Infatti uso le cuffie, metto musica e mi isolo.
Ora capite perché non metto audio nei video? Comunque, pare che questo microfono riesca ad averla vinta anche sulla signora Rita.
Spero.
Torniamo a noi; se tutto procederà secondo calendario, dai primi di marzo arriveranno online i test.
Buone pedalate
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Vuoi mettere però avere la panetteria artigianale sotto casa…
Mmmmmmm… che profumino!!!!
Daniele
Fantastico lo stralcio di conversazione, qualche volta usa un microfono normale e faccela sentire questa vita del vicolo 🙂
Ma che è la “palatella” ?
Una forma di pane napoletano; suvvia, era facile… 😀 😀
Fabio
ahahaha! Ma che belli questi intermeyyi in napoletano! Serve una nuova sezione dedicata a usi, costumi e colore locale 😀
Prima o poi devo venire a Napoli, mi manca il vedere questa città.
Devi fare una mini guida per cicloturisti e turisti autosfigadotati