Quanto valgono 10 anni?

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Possiamo quantificare 10 anni di progresso nel mondo delle bici sportive? Al di là delle novità palesi, c’è qualcosa che ci è sfuggito?

Forse son domande oziose, cercherò di non rendere tali anche le risposte.

Ho portato la mia Rose X-Lite Team su una delle salite che uso per i test. E’ la mia bici personale, è con me da 9 anni, è stata immessa sul mercato sul finire dell’anno precedente quindi il 10 ci sta.

E’ la prima volta da che ricordi che una bici da corsa resta con me tanto tempo; tranne la Guerciotti in acciaio su misura che però conservai senza usarla, ogni due anni cambiavo bici.

Poi arrivò il blog, i test, il materiale da provare, e piano piano la X-lite ha iniziato a coprirsi di polvere.

La mia ultima uscita degna di nota in sua compagnia risale all’inizio dell’estate 2020, l’anno dopo un danno al cerchio posteriore, bici smontata in attesa di revisione e sostituzione del cerchio, ha finito per rimanere appesa ai sostegni fino a qualche settima fa.

Pulizia, lubrificazione, sostituzione di cavi e guaine, un set di Dura Ace 9000 C24 gommate Good Year Eagle 700×28 per ingentilirne il carattere e via a pedalare.

Su una bici che all’epoca era tra le migliori disponibili, rigida, veloce, leggera; con la ruote Spada Oxygeno gommata da 23 ero a 6kg senza pedali.

Eppure una bici semplice se la guardiamo con gli occhi di oggi.

Si, un attento studio nella disposizione delle fibre, materiale del telaio di eccellente qualità, reggisella Monolink per usare una sella sfinata, geometrie compatte, quote persino classiche se vogliamo.

Un gruppo meccanico 11 velocità, freni a cerchio.

Una bici cattiva, scattante, rigida quando serve, da tenere sempre a passo veloce per godersela, un avantreno rapido come uno stiletto, prestante in salita, mai distrarsi in discesa.

Tecnica nella guida e nella gestione dello sforzo, con lei che ti invita a pestare sempre più forte sui pedali ché appena cali il ritmo si offende, si fa scontrosa, ti rimanda ogni imperfezione della strada, ti affatica le braccia.

Un cavallo di razza che pretende gambe, esperienza e la volontà di non mollare mai: solo così ti ripaga con un carattere emozionante, con sensazioni che chiunque di noi ami la bici sportiva deve provare.

Prima di lei avevo una altra Rose, la Xeon CRS; nel test della X-lite scrissi: “La Xeon Crs è una gran bici, ma l’impostazione più user friendly la penalizza nel confronto diretto, quando sui pedali si spinge davvero. Ripaga con un comfort di marcia difficilmente ravvisabile in una bici così sportiva (non pensate sia un cancello, anzi) ma qui, con questa X-lite Team i tecnici di casa Rose hanno messo su strada una macchina da gara senza compromessi.

La X-lite non ti aiuta ma ti ripaga in abbondanza se la porti al limite.

Allora dove sta la differenza con una top sportiva moderna?

Una bici attuale ti aiuta, tutta.

Non sa essere solo veloce quando pesti forte, precisa nella guida in velocità, stabile e pronta in ogni situazione.

Ti porta su quando sei stanco, si accolla le asperità della strada senza che tu debba disperdere energie, le ruote ti fanno prendere velocità e te la fanno mantenere, l’assetto è meno sacrificato, le braccia lavorano rilassate, non devi essere sempre a tutta per godertela appieno.

Potrebbe sembrare irrilevante nell’ottica di una uscita sportiva, non lo è.

Quanti di noi pedalano tutto il tempo in zona rossa? Non usciamo per una crono di 30 km, usciamo per i 100 km durante i quali incontriamo traffico, mangiamo, allentiamo per prendere la borraccia, troviamo il tratto col vento contro, la strada rovinata, le buche da scansare, la traiettoria da modificare per evitare l’ostacolo e così via.

Tutte situazioni che spezzano il ritmo, ci costringono a rilanciare, ci costano fatica.

Con una top come la X-lite è fatica che paghi, il conto arriva ed è salato se non sei in perfetta forma.

Con una top odierna il conto è assai economico e spesso offre la casa.

Ecco dove sta il progresso: fai più strada, più veloce e con meno fatica.

Anche se pesa di più.

I passi avanti sono stati enormi, se guardo alla cronologia dei miei test posso indicare la svolta intorno al 2019 ma già l’anno prima alcuni costruttori proponevano modelli velocissimi, comodi e adatti a quasi tutti.

Ma non solo le bici, anche i componenti.

Prendiamo le ruote, in assoluto l’elemento più importante nel dare “carattere”.

Sulla X-lite montai da subito due leggerissime Spada Oxygeno, eccellenti ruote da salita a basso profilo.

Ma basta calare un attimo il ritmo, trovare la variazione di pendenza o semplicemente rallentare per bere e devi subito rilanciarle, altrimenti perdi velocità; e tutto questo costa fatica in più.

Poi ti ritrovi tra le mani le Ultegra C36, più pesanti d’accordo ma in salita vai veloce uguale se non più, non avvertono cali, non le devi rilanciare se abbassi il ritmo, ti portano su, ti aiutano, ti fanno mantenere velocità anche se tu ti distrai; e tutto questo è fatica in meno.

Significa bici e componenti che possono essere usati con soddisfazione anche da chi non ha tutto il tempo necessario per allenarsi, più facili da guidare, più semplici da gestire nei momenti di panico, globalmente più sicure senza sacrificare nulla in prestazioni, anzi, a parità di watt vai più forte.

Significa mettere più ciclisti nelle condizioni di godersi una giornata sui pedali.

Così mi piace.

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">Adrianano</cite>

    Molto interessante. Queste considerazioni professionali aiutano a capire meglio tutto ciò che di buono la moderna tecnologia ci ha messo a disposizione . Per me, ad esempio, una moderna bici gravel mi ha fatto definitivamente abbracciare la piega (sono ruote grazie nativo) che prima non riuscivo a pedalare senza rimanere incriccato poi per giorni: e ora sono molto più felice di andare in bici, i miei giri sono molto più vari e il mio raggio di azione si è esteso molto, e il conseguente divertimento.

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