Pensavo peggio…

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Dopo la pubblicazione del mio articolo di ieri mi aspettavo cancellazioni dalla mailing list e più di un attacco.

Invece una sola persona ha disdetto l’iscrizione (non so chi, io vedo solo il numero) compensato da molte nuove iscrizioni.

E non ho commenti in coda di moderazione, che tra l’altro non censuro tranne nel caso siano attacchi ad altri lettori del blog, mentre ho diverse mail di complimenti.

Accolgo anche con favore la presenza oggi su alcuni quotidiani di editoriali dello stesso tenore, a indicare che ho colto nel segno.

E poi manco era difficile, è la prima campagna elettorale che ricordo in cui la bici è oggetto del contendere.

Che alcuni argomenti siano “ripresi” da altri è nell’ordine delle cose, non ho mai preteso l’esclusiva o la citazione, sono in questo mondo da ragazzino e ne accetto le regole.

E’ successo anche l’altro giorno, quando ho ripreso la notizia dell’aggressione al ciclista, citando fonte e firma dell’articolo, come trovo corretto.

Solo una volta mi infastidì trovare una mia inchiesta ricopiata pari pari su un altro settimanale, ma più che altro perché quell’articolo mi costò non poche notti insonni in ricerche e verifiche. Insomma, un lavoraccio, secca quando poi qualcuno ti copia e basta.

Ieri ho toccato un nervo scoperto, so benissimo che moltissimi utilizzatori di biciclette nel segreto dell’urna il proprio voto lo danno esattamente a quelle forze politiche contro cui mi sono schierato.

E se parlare dell’aggressione al ciclista, che comunque nasce in quel clima d’odio che ho stigmatizzato il giorno dopo, bene o male mette tutti d’accordo, l’essermi apertamente schierato mi ha esposto a potenziali “guerre”. Virtuali, ma seccanti.

Non è successo e non perché l’articolo sia passato inosservato, anzi.

Mi piace pensare che non sia successo perché chi lo ha letto ne ha compreso il significato.

Non un attacco immotivato o da tifoso a una parte politica ma la semplice cronaca di una situazione di fatto.

Una situazione potenzialmente pericolosa, perché oggi l’obiettivo è il ciclista, serve colpirlo in queste settimane di campagna elettorale dove i sondaggi mostrano i candidati vicini nelle percentuali ma soprattutto mostrano una elevata percentuale di indecisi.

Tirarli dalla propria parte addossando a un nemico le colpe dei loro problemi è, purtroppo, nell’ordine delle cose.

Ma è una strategia pericolosa. Oggi il ciclista, tutti i giorni l’immigrato, domani chissà.

E non per un chiaro motivo, non perché la categoria bersaglio del momento abbia effettive colpe: no, miope strategia elettorale per il mezzo punto percentuale in più.

In ogni caso sono contento che nessuno abbia frainteso le mie parole.

E se qualcuno è in dissenso e ha preferito non esprimerlo, ricordo che può farlo liberamente.

La moderazione nei commenti è solo con funzione antispam, di cui da mesi sono vittima malgrado le ampie misure di sicurezza.

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">morescopiero</cite>

    Buon segno. Vuol dire che hai iscritte persone serie, che sanno leggere e che magari anche se non d’accordo, sono educate. Continua cosi

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Piero, mi piace pensare che almeno in una cosa sono riuscito con questo blog: creare un ambiente sereno, lontanissimo dalle battaglie quotidiane che si scatenano in rete.

      Fabio

  • <cite class="fn">Fabrizio Saponaro</cite>

    Sono d’accordo con te sul fatto che la cultura, la riflessione, il ragionamento e il cercare di capire a fondo certo fenomeni siano solo di una certa parte politica e non certamente patrimonio di chi guarda programmi come grande fratello e simili. Scommetto che gli spettatori dei programmi spazzatura sono possessori di suv in attesa di investire i ciclisti che occupano la destra della carreggiata su un cavalcavia stretto….bravo Fabio!

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