Michelin Cyclocross Jet

La prova su strada

Tempo di lettura: 5 minuti

La prova su strada.

E’ stato un test faticoso: onestamente non sapevo più che inventarmi per provare ogni possibile situazione in cui avrebbe potuto pedalare il mio ciclista ideale. Ho usato tre bici: la onesta tutto fare PlanetX London Road, la turistica vintage Peugeot Anjou/Passepartout e, malgrado una sua certa ritrosia a farsi coinvolgere, è toccato lavorare anche all’aristocratica Elessar. Che con le gomme giuste ha mostrato di sapersi difendere davvero bene, salti moderati compresi. Tre bici solo apparentemente simili e inoltre volevo verificare la tenuta in frenata; e pedalare con bici a disco, a caliper e a cantilever ha giustificato la scelta.

La prima parte del test si è svolta tutta su asfalto e pavé e sui miei circuiti di prova soliti. Scorrevolezza e tenuta in curva, sia sull’asciutto che sul bagnato, gli aspetti che volevo verificare; insieme al comfort di marcia, che è sempre una bella cosa quando c’è.

Su strada non si avverte alcuna differenza rispetto a una gomma turistica scolpita, la scorrevolezza è ottima. Il fitto battistrada centrale non è per nulla fastidioso (nessuna vibrazione) e il profilo tondeggiante non ha sacrificato né la sveltezza di avantreno, grazie anche alla sezione ridotta, né la fase di inserimento nelle curve veloci. In piano si viaggia comodi e veloci; il profilo che Michelin definisce semi-slick (ed effettivamente la proporzione tra pieni e vuoti nel battistrada rende la definizione esatta) e la bassa pressione di esercizio a cui lavorano consentono di non avvertire limiti nella scorrevolezza e assicurano un ottimo smorzamento delle asperità stradali. Ovviamente in confronto a gomme da turismo avventuroso, non le paragono certo a degli slick da corsa 700×23.

In salita si apprezza il peso ridotto: 335 grammi sono pochi per una gomma da fuori strada, tanto in meno rispetto a gomme propriamente turistiche dove è facile imbattersi in pesi che rasentano il chilo: e parlo di copertoncini top di gamma e ampiamente usati, non certo di roba da supermercato.

In discesa mi sono davvero divertito. Con ognuna delle bici usate, però ammetto che il gusto maggiore l’ho trovato guidando Elessar. Il suo impianto caliper non ha nulla da invidiare agli Avid BB7 della London Road e in più vanta una maggiore modulabilità permettendomi di calibrare al centimetro gli ingressi in curva o strizzare le leve per “tirare la staccata” in prossimità dei tornanti: mai un cedimento della gomma. Nel grip intendo, perché la gomma ovviamente in curva cede; ma è la naturale cedevolezza, quella deformazione sotto carico che consente di mantenere una ampia superfice di appoggio che non è stata inficiata dalla tacchettatura laterale. Curve lente o veloci, a palla o spigolando, tutte affrontate sempre al massimo delle possibilità mie e della bici, come stessi guidando con gomme puramente stradali. La bici che più delle altre ha tratto beneficio da questa gommatura è stata l’inglesina London Road; che è da tempo oltre che la mia bici tuttofare anche quella che si sobbarca la maggior parte del lavoro durante i test di componenti non esclusivamente sportivi (Elessar no, la nobildonna non si abbassa a lavorare; ma vedi te…) e che ho notato ha un telaio che avverte moltissimo le differenze tra le coperture usate e soprattutto tra le varie sezioni.

Poi ho fatto il birichino e ho invertito la gomma posteriore: in effetti, mi sono detto, usandola solo su asfalto a che mi serve il battistrada girato? Qualcosa si guadagna in termini di scorrevolezza, ma molto meno di quanto si possa immaginare; e si perde molto di più in trazione quando poi le ruote lasciano l’asfalto. Di fatto è una pratica inutile (però dovevo provare, giusto?) perché chi guida solo su asfalto allora userà direttamente altre gomme: il bello di queste Michelin Cyclocross Jet è che ci vai ovunque, solo su asfalto sono sprecate.

Su pavé e basolato oltre al buon grip è emersa la comodità. Non è solo la pressione di esercizio bassa ma è come se tutta la gomma fosse “morbidosa”, capace di assorbire le brutture della strada.

Sul bagnato la tenuta è sempre stata rassicurante, a patto di aver rodato le gomme; se troppo nuove risentono della scarsissima tenuta offerta dalle pietre appena bagnate; quindi con gomme nuove e poche gocce bisogna essere assai prudenti. Problema comune a ogni gomma, la prima pioggia è sempre la più infida, il lastricato offre il grip del sapone.

Però siccome io sono un tester molto ligio, ho rodato le gomme e poi approfittato di un altro giorno piovoso per una verifica più completa. Con il copertoncino in forma non ho avuto problemi su asfalto; inoltre, importante perché fornisce il metro della tenuta sul bagnato, non ho avuto problemi nemmeno sul basolato lucido di pioggia. Ovvio, non è come guidare come con l’asciutto, però in queste condizioni mi è capitato di slittare con altri copertoncini garantiti per la pioggia anche solo dando un colpo di pedale più deciso. Quindi l’esame su strada, asciutta o bagnata, alla fine è stato superato a pieni voti. Possiamo andare in fuoristrada.

Nella guida in fuoristrada bisogna fare alcune distinzioni. Elimino subito il fango. Non è un copertoncino studiato per queste condizioni, in gamma Michelin offre una copertura diversa, specifica. Il battistrada è troppo fitto, troppo semi slick per non riempirsi subito diventando un’unica “ciambella” impastata di terra bagnata. Chi necessita di un copertoncino da usare sui campi di ciclocross infangati ricorrerà al Michelin Mud; chi userà questo Cyclocross Jet in gara lo farà solo su terreni asciutti; e chi lo preferirà per un uso turistico/gravel, come quello di questo test, allora se inconterà fango metterà la bici in spalla: e poi voi la riuscite a immaginare Elessar infangata? Quella mi denuncia alla Lega per la protezione delle cromature luccicanti…

I terreni preferiti di questo copertoncino sono i sentieri e gli sterrati, anche moderatamente sabbiosi. Qui riescono a esprimere il meglio che possono offrire in fuoristrada. La ruota posteriore non perde un giro, ovviamente montata secondo il corretto verso di rotolamento. La trazione è sempre ottimale, sia andando forte in piano che alzandosi a rilanciare sulle pendenze più cattive, quando spostandoci col busto in avanti togliamo, di fatto, carico sulla ruota posteriore. E malgrado questa variazione di carico la nostra Cyclocross Jet continua a mordere il terreno. Il comfort di marcia resta molto elevato, un aspetto importante in questo test che ha puntato a scoprire le potenzialità nell’uso turistico.

Se il fondo è più sabbioso la gomma “affonda” bene, lasciando la sua inconfondibile impronta a terra.

L’unica seccatura è quando il terreno è pieno di minuscoli detriti, che finiscono con l’incastrarsi tra le fitte frecce del battistrada.

Però basta ritrovare qualche centinaio di metri di terreno più compatto che saltano via da sole.

La tassellatura laterale non è particolarmente pronunciata; e se questo ha reso la guidabilità ottima su asfalto mi ha imposto prudenza nelle prima curve affrontate in fuoristrada. Invece una volta prese le misure ho scoperto che la velocità può essere ben superiore a quella molto bassa tenuta in questa foto. Dove però andavo piano sia per non farmi “perdere” dal fotografo e sia perché l’uscita era cieca e anche se avevo detto di avvisarmi nel caso stesse sopraggiungendo qualche veicolo, fidarsi è bene ma non fidarsi… Infatti al passaggio precedente avevo beccato un trattore: sarebbe stata la fine del vostro blogger preferito 😳

Se la strada è libera e la visuale in uscita buona allora non ci sono problemi a tenere in curva andature tipiche da asfalto, potendo piegare la bici nella percorrenza esattamente come faremmo in strada. Volendo si può provocare una scodata in uscita, rilanciando: è divertente ma poco efficace, meglio tenersi in assetto.

Qualche bloccaggio in frenata al posteriore arriva, è ovvio: uno sterrato non è che offre chissà che grip. Raramente indesiderato però, a patto di tenere le terga ben piantate a caricare il posteriore. All’anteriore mai incontrato problemi. Gestire invece un bloccaggio desiderato è molto facile, la gomma è sempre assai sincera anche in condizioni di tenuta precarie e non manca mai la percezione di cosa stia succedendo.

Se il fondo è bello compatto si viaggia lisci e veloci come fossimo su strada e, ancora una volta si apprezzano l’ottimo grip e il gran confort. La forcella di Elessar è stata pensata per uso prevalentemente stradale e trasmette i colpi in fuoristrada in maniera più netta di quanto faccia quella in carbonio della London Road; ma la gomma ha fatto da efficace filtro, più di altro copertoncino da fuoristrada che ho usato (sarà oggetto di un futuro articolo), malgrado il rivale fosse in misura 700×35, quindi capace di assorbire meglio grazie alla maggiore sezione.

Sentieri erbosi, come quelli che è facile trovare lungo gli argini di laghi e fiumi, possono essere pedalati senza difficoltà.

Nessun problema di trazione nemmeno nel sottobosco, a patto sia asciutto. Sulle foglie bagnate non c’è gomma che tenga…

Stesso discorso per l’erba bagnata; se in una improvvisa crisi di bucolico romanticismo vi vien voglia di cogliere fiorellini di campo da portare alla vostra amata (a due gambe, non a due ruote…) non fatelo di primo mattino, col prato coperto di rugiada. Si scivola facilmente: meglio aspettare il sole asciughi l’erba o ricorrere a qualche altro stratagemma per farsi perdonare qualunque cosa pensate dobbiate farvi perdonare.

Ho dimenticato qualche altra situazione in cui un ciclista potrebbe ritrovarsi a pedalare? Non penso, quindi andiamo alle conclusioni.

COMMENTS

  • <cite class="fn">alfalunaLorenzo</cite>

    Bel test,
    terro’ in considerazione per un futuro cambio di gomme.
    Dal lato estetico mi spiace che non ci siano con la spalla color para che mi piace tanto 🙂

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Lorenzo, condivido in pieno: una versione nero/para sarebbe proprio indovinata. Chissà, noi lanciamo l’idea… 😀

      Fabio

  • <cite class="fn">Massimiliano Rosati</cite>

    Ciao, ottimo articolo che offre un’analisi completa. Mi chiedevo se possono essere usati per andare in città non solo su strade asfaltate ma anche pavé, ciottolato, lastroni. Secondo te sono leggeri ho sono un pò resistenti al rischio foratura ? Non mi aspetto una resa come i Protek ma vorrei capire se sono troppo leggeri per l’uso che vorrei farne io.

    Grazie
    Massi

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Massimiliano, grazie.
      Per quanto riguarda il tuo quesito posso confermarti che in ambito strettamente urbano si sono rivelate ottime. Infatti io le uso sulla mia London road che è, appunto, la bici per gli spostamenti urbani; e non solo. Temono, come tutte le gomme direi, solo il pavé, quello delle prima pioggia leggera per capirci; una volta che la strada è bagnata poi tengono bene. Pagano poco dazio anche in tema di comfort rispetto a gomme dalla sezione più generosa, diciamo dalle 42 in su, mentre perdono nulla rispetto a delle 35. In più offrono grande maneggevolezza grazie appunto alla sezione ridotta. L’unica accortezza è se si montano parafanghi, anche se da 30 è meglio usare parafanghi da 45mm perché la tassellatura altrimenti potrebbe urtare.

      Fabio

  • <cite class="fn">Massimiliano Rosati</cite>

    Ottimo, era l’idea che m ero fatto leggendo la tua recensione. Sicuramente li acquisterò a breve per montarli sulla bici che ho appena montato per andare al lavoro (grazie anche per gli altri tutorial !).
    Vorrei abbassare affinarla dopo il primo montaggio e abbassare un pò i pesi.

  • <cite class="fn">Massimiliano Rosati</cite>

    Un’altra domanda: che pressione consigli di utilizzare ?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Massimiliano, la pressione di esercizio è soggettiva, pur mantenendosi entro il range min/max previsto dal costruttore. Dipende dal tuo peso, dalla bici e dai percorsi. Il sistema migliore è empirico: si gonfia al max e si scende di 0,2 atm a ogni scalino. Comunque se mi dici il tuo peso ti posso già dare un valore di partenza. Non definitivo, solo di partenza…

      Fabio

  • <cite class="fn">Massimiliano Rosati</cite>

    Sarebbe utile il tuo aiuto. Sono un utilizzatore di MTB ambito in cui conosco la gestione delle pressioni, mentre in ambito Strada sono ignorante. La bici l’ho assemblata partendo dal telaio di una CUBE SL Road Pro dal cui montaggio si differenzia solo dalla forcella: ho optato per non montare una rigida per via del percorso in centro a Milano che è molto vario (asfalto, ciottolato, lastroni, etc..).
    Il peso della bici (compreso portapacchi e borse impermeabili) si aggira intorno ai 15kg mentre il mio peso è circa 85kg.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Massimiliano, non prenderli come valori assoluti ma solo come base di partenza su cui lavorare. Considerati bici e ciclista nonché percorsi parti da 4.6 avanti e 4.8 dietro. Tieni presente che siamo quasi al limite max (5 bar) ma puoi salire di 0,2 se non affronti fuoristrada. Da quei in poi scendi di 0,2 sia vanti che dietro dopo ogni giro e vedrai che trovi in 3 o 4 uscite il set up ottimale. Che comunque non è lontano dalla base di partenza.
      Peso meno di te (al momento 71kg) e mi tengo su 4 avanti e 4,2 dietro; potrei scendere un altro minimo ma ora la bici è in configurazione solo urbana quindi niente fuoristrada e borse cariche con la spesa…
      Manometro affidabile, mi raccomando.

      Fabio

      • <cite class="fn">Massimiliano Rosati</cite>

        Ottimo grazie mille per il suggerimento. Devo fare una prova a pieno carico (nelle borse ci vanno portatile e cambio vestiti).
        Di manometro ne ho uno affidabile e faccio il controllo con uno piccolo digitale, giusto per essere più tranquilli.

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Ciao…una domandina. La sensazione di avere un ‘bozzo’ sulla ruota posteriore quando scendo a velocità maggiore di 20km/h SENZA pedalare é imputabile alla copertura di scarsa qualità che monto (dopo aver escluso mal posizionamento della camera o cerchio deformato) Se pedalo non lo avverto ….

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Adriano, queste è una delle tante cose che via computer è impossibile da decifrare, dovrei salire in sella e controllare la bici.
      In linea di massima il “bozzo” si avverte in corrispondenza della valvola, lì dove cioè la camera è più spessa. Però c’è sempre, non solo se non pedali…
      Un saltello invece può avvenire quando c’è un leggero gioco, minimo, infinitesimale, sul mozzo; che può avere tante origini, dai cuscinetti al QR. In questo caso con la ruota in tiro si annulla per comparire a ruota scarica.
      A volte un raggio mal tensionato. Insomma, come vedi a distanza e senza capire com’è fatto questo “bozzo” mi è praticamente impossibile dare una riposta certa. Sorry.

      Fabio

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Grazie, invece utilissimo come sempre. Ora ho una serie di aspetti da controllare ai quali non avevo minimamente pensato! 🙂

  • <cite class="fn">Antonio</cite>

    Ciao! Domandina: come ti sei trovato con il montaggio del copertone? Lo chiedo perché ho sperimentato copertoni da sterro di questo genere(ma con il cerchietto rigido, non pieghevole) che erano ottimi per caratteristiche nell’utilizzo ma davvero duri da montare, cosa che in caso di forature diventava un disastro… sai com’è: una cosa è far tallonare una gomma ostinata quando sei in comodo nella tua cantina e un’altra quando sei in giro in campagna, magari stanco dalla pedalata….

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Antonio, nessun problema di montaggio. Senza levette, come sempre deve essere fatto e, purtroppo, non tutti fanno. Pizzicando la camera e in definitiva facendo una fatica boia. Basta “massaggiare” il copertoncino in fase di montaggio.
      La tecnica è chiaramente illustrata in questo articolo.

      Fabio

      • <cite class="fn">Antonio</cite>

        Ti ringrazio per la risposta! Riguardo alle levette, anche io monto(e spesso smonto) i copertoni sempre senza usarle, soprattutto sulla mtb e sulla corsa. Quelle di cui parlo erano sulla trekking e lì ho dovuto usare le levette; le gomme erano delle michelin protek cross 700x35c con cerchietto rigido, montate su un cerchio da 16 di canale, probabilmente al limite come misura ma neanche tanto… Gomme che danno sicurezza anche sugli sterri, ma pesano un po’ e sono dannatamente dure da montare….

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao Antonio, effettivamente a volte con alcune gomme un aiuto ci vuole, magari per quegli ultimi 3cm montando una rigida nuova. Piccolo consiglio: la pinza da idraulico, quella regolabile. La usi come fosse la mano che sta tenendo in tensione la gomma mentre l’altra mano “massaggia” ma permette di non farsi male e avere presa. Esiste una pinza apposita in realtà, ma costicchia.

          Fabio

          • <cite class="fn">Antonio</cite>

            Questa della pinza da idraulico non l’avevo mai sentita… proverò! Però è un metodo adatto solo alla cantina… nei miei giri in bici non mi porto certo dietro una pinza da idraulico! 😀 😉 …già dietro mi porto parecchi attrezzi per fronteggiare un po’ di tutto tranne la rottura del telaio… ci manca solo la pinza a pappagallo! 🙂

            • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

              Ciao Antonio, si, intendevo a casa non da portare al seguito. E’ solo per non farsi male le mani.

              Fabio

        • <cite class="fn">Massimiliano Rosati</cite>

          Ciao,
          ho usato anche io lo stesso tipo di copertone con gli stessi problemi di montaggio: alla fine ho scelto quelle recensite dal buon Fabio per via del peso eccessivo delle protek (630gr a gomma sono davvero tanti…). Le ho usate su un percorso cittadino molto misto (pavè, lastroni, etc….) e devo dire che la tenuta è davvero eccellente !

          • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

            Ciao Massimiliano, sono contento che ti sia trovato bene e ancor più contento quando arrivano le vostre conferme. Per me non è facile, il timore di aver sbagliato un giudizio c’è sempre. Su alcune cose sono talmente convinto (per esempio lo stem Redshift) che non esito a consigliarlo e fino ad oggi non uno di voi si è trovato male. Con le gomme (per non dire le selle…) il rischio che un altro ciclista non si trovi bene c’è sempre. A me non interessa favorire una azienda, svolgo i test perché cerco sempre quello che secondo me è meglio per i ciclisti in quel determinato uso. Però metto in conto che posso sbagliare, quindi per me i vostri riscontri sono fondamentali e per questo ti ringrazio per il tuo intervento.

            Fabio

          • <cite class="fn">Antonio</cite>

            Be’, Massimiliano, questo mi conforta … quei copertoni di cui parlavo m’hanno fatto ingrullire, come si dice qui da noi, e iniziavo a pensare d’essere io quello poco buono… meno male che confermi la mia impressione! Questi recensiti qui invece mi piacerebbe provarli…

            • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

              Stamattina ho rimontato queste gomme sulla London road, le avevo tolte per togliermi un ultimo dubbio sulle Continental Speed Ride prima di pubblicare il loro test. Mi sono detto “Mi trovo montando, ora giro breve video e lo inserisco nell’articolo relativo al montaggio dei copertoncini”. Ho lasciato perdere, troppo facile, vengono su in un momento.
              Però l’idea mi è rimasta, del video intendo, e penso userò una gomma sportiva, che è sempre più rognosa. Montata su cerchio compatibile tubeless, ancor più rognoso.

              Fabio

  • <cite class="fn">Massimiliano Rosati</cite>

    Ciao,
    io li ho appena montati e posso dire di non aver avuto nessun problema; sono andati su velocemente e senza fatica anche senza tecnica di “massaggio”.
    Li sto usando da poco (una decina di giorni) ma devo dire che sono pienamente soddisfatto !

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Massimiliano, grazie per la tua testimonianza. Aspetta di rodarli per bene (hanno bisogno di qualche km in più) e non avrai problemi nemmeno col bagnato. Ieri quasi tutta la mattinata sotto la pioggia (stavo conducendo altro test) con la bici su cui al momento girano questi copertoncini e nessun problema di aderenza. Ovvio, è pur sempre bagnato, quindi prudenza; ma con la giusta tara alle condizioni posso dire che la tenuta è sempre stata ottima.

      Fabio

      • <cite class="fn">Massimiliano Rosati</cite>

        Di nulla.
        Concordo con te che il giudizio su un copertone è quanto mai soggettivo molto spesso. Lo vedo molto nel campo MTB in cui ho molta più conoscenza: ci sono gomme considerate fantasistiche ma con le quali io non ho feeling.
        Tornando a parlare di questi copertoni devo aggiungere di non averli ancora testati si sterrato; se non è un problema sotto ci sono le foto dei fondi (oltre al classico asfalto) su cui li sto usano a fondo.

        Massi

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao Massimiliano, per un problema (di cui ignoro la causa) le immagini non si vedevano. Penso di aver risolto, io le vedo ma non sempre ciò che visualizzo io è ciò che vedete tutti…

          Sterrati nessun problema, queste gomme temono solo il fango; la tacchettatura bassa e il disegno del battistrada non sono fatti per terreno pesante, lì servono altre gomme. E del resto Michelin lo dichiara, quindi non è un problema. Il problema è quando una azienda ti dice che una cosa serve a fare quello e quell’altro e invece fa male tutte e due. Come purtroppo mi sta capitando con altra gomma. Però siccome è una sorta di mito, una icona, voglio andarci a fondo e capire se sto sbagliando io, se la gomma ha qualche problema o se sono improvvisamente diventato incapace. Mi prendo il tempo necessario, almeno due mesi, e poi ne riparliamo.

          A proposito di montaggio; mi avete fatto venire la curiosità e ho chiesto oggi la disponibilità delle protek urban (ho detto che in questi mesi volevo dedicarmi di più al settore urbano) e se mamma michelin accetta scopriremo se sono difficili da montare. Non so però se le avrò; so per certo che i test fatti fino ad oggi con gomme francesi sono stati apprezzati per la loro precisione ma so anche che una azienda evita di insistere troppo sulla stessa pubblicazione e lo capisco. Vedremo

          Fabio

  • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

    Detto, fatto. Pubblicato breve video però monto i Michelin Power All season sui cerchi delle Oxy.
    Questo il link al video su YouTube
    Fabio

  • <cite class="fn">alessio michelotti</cite>

    Salve Fabio complimenti per il blog…proprio quello che cercavo. Mi piacciono molto le tue recensioni e specialmente su questi copertoni. Attualmente monto dei kenda da 40 mm che sono un bel mattone da portare, volevo chiederti i Michelin cyclocross a livello antiforatura come sono?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Alessio, non hanno la protezione di gomme turistiche; d’altro canto si avvantaggiano per la loro leggerezza e una scorrevolezza che non fa rimpiangere gomme stradali. Oltre a un livello di comfort altissimo.
      Forature durante il test una sola, ma me la sono andata a cercare passando su un cespuglio di rovi accanto al sentiero, apposta per vedere se bucavo. E infatti ho bucato. Dalla data di pubblicazione del test a oggi ho continuato e continuo a usarle, Michelin me le lasciò e io le sfrutto per le prove in fuoristrada e forature, dopo quell’unica, nessuna.
      Ma alla fine, lo dico sempre, vale poco. C’è chi non buca la stessa gomma per due anni e chi al primo giorno. La bucatura è anche una questione di sfiga…
      Non hanno durata eccezionale, ma è giusto così.

      Fabio

      • <cite class="fn">alessio michelotti</cite>

        Ok grazie mille adesso mi leggo anche le altre recensioni per capire quale copertone è più adatto a me anche se questo mi hanno molto colpito

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Leggi quella dei continental speedride; costano molto meno, campano abbastanza e sono belli ciotti (42) visto i Cyclocross sono solo da 30. Possono essere una valida opzione
          In alto nel menù c’è l’indice dei test, diviso per tipologia. Fai prima

          Fabio

          • <cite class="fn">alessio michelotti</cite>

            Si avevo visto, più che altro cercavo qualcosa fra lo stradale e il fuori strada e non troppo larghi. Con i kenda da 40 mi sembra di tirare un aratro anche se sono belli resistenti ma con l’arrivo della bella stagione cercavo qualcosa di scorrevole per asfalto e sterrato

            • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

              Ciao Alessio, l’avevo immaginato; ma anche per questo ti ho indicato i Conti.
              Dai una occhiata a questo video


              che ho girato tutto con le speedride. Su strada vanno e sono leggere; eh si, vanno vanno… 😀

              Fabio

              • <cite class="fn">alessio michelotti</cite>

                Ok grazie mille ho ancora un po’ di tempo per scegliere e quindi leggerò attentamente e complimenti anche per le bici davvero. Io come prima gravel mi sono preso una Cinelli Zydeco e mi sto trovando bene

              • <cite class="fn">alessio michelotti</cite>

                Ciao Fabio ho letto entrambe le recensioni adesso non so quale scegliere

                • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

                  Ach! E meno male i test servirebbero, nelle mie intenzioni, a chiarirvi le idee.
                  Comunque le Michelin sono più leggere, più scorrevoli e di contro durano meno. Sono comodissime.
                  Le Conti rimediano con la maggior sezione, che permette anche un ottimo appoggio in curva. Scorrono poco meno ma durano assai di più.
                  Questo in estrema sintesi

                  Fabio

      • <cite class="fn">xtanatos</cite>

        Ciao Alessio,
        ti riporto anche la mia esperienza con queste coperture: come già detto da Fabio il discorso foratura è molto legato alla fortuna. Le usate per un paio di mesi senza forare, poi domenica scorsa appena uscito ho bucato.
        Sono scorrevoli e con molto molto confort utilizzando sia su strada che su sterrato.

  • <cite class="fn">obysamkenoby</cite>

    Ciao Fabio,
    ho notato (anche in altri casi) che il grafico del posso consiglia per chi è più di 90 kg di gonfiare a 6 BAR, sulla spalla è segnato max 5… io in questi casi ho sempre seguito le indicazioni presenti sulla spalla, te che consigli?
    È una domanda genetica, non legata a questo copertone particolare.
    Grazie, buona giornata

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Samuele, scusa il ritardo per me inusuale nel rispondere.
      Sempre fare riferimento al fianco della gomma, le indicazioni sui siti e spesso anche nelle istruzioni sono solitamente generiche. Stampate per tutto, non per il modello specifico

      Fabio

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