Ma quanto mi costi?

Tempo di lettura: 3 minuti

Il ciclismo è diventato uno sport d’élite? Il nostro ciclismo intendo, quello di noi semplici pedalatori della domenica che balziamo in sella appena troviamo il tempo.

Con piglio sportivo, provando a mantenere un certo allenamento ma senza alcuna velleità agonistica. Ecco, pure per noi i costi stanno diventando eccessivi?

Non mi riferisco alle bici, che in alcuni casi hanno raggiunto prezzi di vendita imbarazzanti, ma anche al necessario per pedalare bene e in sicurezza. Mi riferisco a casco, abbigliamento e scarpe.

Ci pensavo ieri mattina, mentre pedalavo sia per prendere le misure dopo una brutta botta alla spalla rimediata la scorsa settimana durante l’ultima uscita dedicata alla recensione delle Michelin Cyclocross Jet (non ho visto una radice, capita…) e sia per testare vari capi di abbigliamento.

Perdendomi nei miei pensieri costeggiando uno dei tanti canali nella zona Pontina mi sono trovato a calcolare che in quel momento avevo quasi 800 euro di roba addosso. Si, detto così lascia perplessi, vero?

Facciamo due conti: casco 200 euro, completo estivo 300 euro (compresi guanti e calzini), scarpe road con suola in carbonio circa 160 euro (e giusto perché molto convenienti…), gli occhiali altri 120 euro (causa clip da vista) e col cappellino aggiungiamo quel paio di banconote che ci portano quasi al limite appena scritto.

Son davvero tanti soldi, e meno male che è estate: pensate in inverno, quando i capi di abbigliamento sono di più…

Non sono un nababbo né ho lo stipendio di un calciatore: tranne il cappellino e gli occhiali tutto quello che indossavo ieri è per i test da pubblicare sul blog. Ma in fin dei conti è un equipaggiamento standard diciamo così, quello che indossiamo o dovremmo indossare sempre. Possiamo risparmiare qualcosa scendendo di gamma, ma non così tanto se teniamo alla buona qualità dell’abbigliamento e alla sicurezza della nostra capoccia.

Quindi dovremmo chiederci se è davvero necessario spendere così tanto, considerando che possiamo avere un solo casco e un solo paio di scarpe ma un secondo completo serve; o almeno serve se usciamo quasi tutti i giorni.

Però nel chiedercelo non dobbiamo commettere l’errore di credere che un capo d’abbigliamento top di gamma sia alla fine uguale nelle prestazioni a uno economico. Detto così sembra ovvio, eppure sono ancora in tanti a pensare che in fin dei conti una maglia e una maglia, van bene tutte. Per niente.

E posso dirlo a ragion veduta perché nell’armadio ho sette completi estivi, che spaziano dal top di gamma a quello del discount, passando per alcuni completi vintage che, a distanza di anni, sono ancora in perfetta forma grazie appunto alla loro eccelsa qualità. Che mi costò uno sproposito all’epoca, ma che a quanto pare si è rivelato un ottimo investimento spalmato in tanti anni che li possiedo e uso. Se qualcuno si starà chiedendo perché ho anche dei capi da primo prezzo, il motivo è legato proprio al fatto che cerco di evitare il pericolo di danneggiare quelli migliori quando ho uscite di prova e posso sporcarli di grasso (spesso per ottimizzare i tempi lavoro per strada modificando il necessario durante i test) oppure stracciarli in una uscita in fuoristrada.

Che sia una bici o un casco o un capo di abbigliamento tecnico, nel ciclismo valgono le regole che la qualità si paga e che questa nel tempo si ripaga. Oltre al fatto che pedaliamo meglio, perché il fondello del pantaloncino da 9,99 euro non sarà mai paragonabile a quello di un pantalone che costa tredici volte tanto. Constatazione ovvia, ma sapeste quante volte mi sono capitati ciclisti che lamentavano problemi con la sella quando in realtà la causa era proprio il pantaloncino: per sentirmi rispondere “Eh vabbè, ma questa sella l’ho pagata 140 euro, non può essere lei la causa”.

A parte che più una sella è sportiva più è scomoda, un buon fondello è più importante pure della sella se su essa passiamo ore. Non è necessario siano tantissime, anche uscite di appena un paio d’ore possono diventare una tortura se non si adeguatamente equipaggiati.

Chiarito questo, non sto affermando che tutti i ciclisti devono accendere un mutuo per equipaggiarsi: ma è necessario che tutti i ciclisti siano adeguatamente informati e possano scegliere in base alle loro esigenze e disponibilità. Nella consapevolezza che non è paragonabile chi si fa le vasche sul lungomare con chi si spara 120 km in 4 ore. E soprattutto nella consapevolezza che la differenza tra un capo economico e uno di media e alta gamma c’è, è reale e non è una invenzione del marketing o un complotto delle aziende per farci spendere di più.

Proviamo a capirci qualcosa. Un casco di buona qualità e capace di garantirci la giusta sicurezza lo troviamo anche a meno di 100 euro. I caschi più costosi, lasciando fuori quelli dotati di sistema Mips, giustificano il superiore esborso con altre ragioni. Materiali, finiture, leggerezza, soluzioni tecniche. C’è sempre un plus di sicurezza, ovvio. Ma nel caso dei caschi il prezzo sale per tanti altri fattori. Per capirci: garantire la stessa robustezza tra un casco da 300g e uno da 200g significa dover investire in materiali e in tecniche costruttive sul casco più leggero. Con quello più pesante basta ricorrere a più materiale. In estrema sintesi, ma è per semplificare.

Quindi col casco effettivamente possiamo ridurre il budget necessario senza sacrificare la sicurezza; solo avremo finiture meno accurate, una verniciatura forse meno brillante, e peso in più. Ma la nostra testa resterà protetta in modo adeguato.

Il discorso cambia con scarpe e abbigliamento.

Nel caso delle scarpe bisogna considerare che da diversi anni si è compreso un importante fattore: la scarpa è più importante del pedale. Di fatto il pedale sta diventando sempre più la semplice superfice su cui scaricare la forza, e più la scarpa è rigida, anzi la suola è rigida, migliore sarà la trasmissione di questa forza. E in più si sta tenendo sempre più in conto il peso della scarpa, perché 100 grammi di differenza possono sembrare poca cosa ma provate a pensare ore a pedalare, alta cadenza e calcolate quante volte dovete muovere quei 100 grammi in più.

Ci sono ciclisti che spendono cifre iperboliche per risparmiare 100 grammi sulla bici e vanno in crisi se le ruote pesano 15 grammi in più del peso dichiarato e poi vanno in giro con la bici carica di aggeggi elettronici vari e con scarpe da mezzo chilo. Il peso, è bene ricordarlo, non si risparmia solo sulla bici. E spesso è ben più economico eliminarlo altrove, lavorando sul superfluo e su accessori e abbigliamento di buona fattura.

Quindi a chi pedala con piglio sportivo mi sento tranquillamente di consigliare una scelta delle scarpe si oculata ma non dettata dal risparmio a tutti i costi. Cercare un buon rapporto qualità prezzo va bene, ma solo dopo aver selezionato la qualità.

Discorso che vale ancor più con l’abbigliamento. Un fondello di qualità non è solo comfort in più: pensate all’attrito mentre frulliamo le zampette e provate a immaginare un pantaloncino malfatto, col fondello che “taglia” l’inguine o il tessuto che si arriccia. Dopo una ora massimo ci dobbiamo fermare.

Una maglia fresca d’estate o che ci mantenga caldi d’inverno ma in ambedue i climi sappia garantire sempre la migliore traspirazione significa non sprecare energie. Perché il nostro organismo le userà per combattere caldo o freddo, e sono energie che se adeguatamente equipaggiati potremo invece sfruttare per pedalare.

Persino i guanti vanno scelti con cura: immaginate un guantino con una cucitura sporgente nella zona di contatto con la piega. Significa avere le mani doloranti dopo massimo un paio d’ore di uscita.

Tutto questo non significa che dobbiamo ricorrere solo alla alta gamma: significa che dobbiamo essere consapevoli che se i nostri obiettivi in bici salgono, se cioè decidiamo di allenarci con costanza uscendo spesso e per molte ore, allora non dovremo procurarci solo una bici adeguata ma tutto il corredo per pedalare dovrà essere conseguente.

Anche se non tutti condividono questa mia impostazione, ho sempre sostenuto che scarpe e abbigliamento giusti e di qualità sono importanti pure nel turismo. Molte ore in sella, spesso col gran caldo e su bici belle cariche. Un abbigliamento fresco, traspirante, che protegga dai raggi UV e con un pantaloncino dal fondello ineccepibile sono per me fondamentali. Così come preferisco sacrificare la praticità della camminata a favore della efficacia pedalando anche per le scarpe da turismo. Però qui spesso qualche compromesso è necessario, perché le scarpe civili pesano e occupano spazio, e su una bici non è che si può caricare tutto come fosse una station wagon.

Dopo tante chiacchiere posso però dirvi una cosa: a me che uno pedali con abbigliamento al top o in bermuda e infradito interessa ben poco.

A me premono due cose: che il ciclista si diverta e che ogni sua scelta sia consapevole. Estremizzando, se il nostro ciclista pedala in infradito perché qualche sedicente esperto gli ha detto che tanto è uguale calzare la ciabatta o uno scarpino allora no, mi arrabbio.

Se il nostro ciclista pedala con la t-shirt modaiola perché qualche sedicente esperto gli ha detto che quella o una maglia tecnica sono la stessa cosa, allora mi arrabbio.

Se il nostro ciclista usa un pantaloncino col fondello ricavato da gommapiuma che non si usa nemmeno per fare gli imballaggi e il nostro sedicente esperto gli ha detto che va bene così, tanto i fondelli dentro sono tutti uguali allora mi vien voglia di prendere a calci il sedicente esperto.

Esagero? Non tanto e basta farsi qualche giretto sui forum per leggerne di anche più assurde.

Chi vuole ciabattasse pure sulla bici, ma lo faccia sapendo che dopo 10 minuti i piedi gli doleranno. Io non impongo mai le scelte: mi interessa solo informare il ciclista, poi deciderà con la sua capoccia. Il mio compito, diciamo così, sia sul blog che nella mia microfficina è fornire tutti gli strumenti che posso perché un ciclista abbia elementi per decidere. Ma la scelta è sempre la sua, mai la mia. Per queste, ad esempio, escono dalla microfficina tante bici che non condivido. Ma piacciono ai loro padroni, quindi va bene così.

Poi ognuno pedali come crede, basta sia felice e non guardi dall’alto in basso il fricchettone o l’emulo dei professionisti.

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">Antonio</cite>

    Le cose belle che dici di tenere un po’ da conto per non rovinarle(anch’io ero un po’ così) be, alla fine le butterai nuove? Usale fino alla fine è goditele. Per il resto, la qualità costa ma non necessariamente, diamo un limite alle spese e usiamo il denaro con buon senso, pensiamo al tempo di vita che abbiamo usato per accumularlo. Quando saremo alla fine, vorremo più tempo e basta. Scusate il tedio e la filosofia spicciola.
    Antonio

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Antonio, nessun pericolo le butterò nuove. Semplicemente perché è tuta roba che uso. Ma sarebbe stupido indossare, per esempio, il completo Campy di alta gamma quando so che nel corso di quella uscita mi troverò a lavorare sulla bici per ottimizzare i tempi di lavorazione di un test.
      Esco quasi ogni giorno, non posso proprio lasciare qualcosa a risposare nell’armadio. Quindi si, le uso e me lo godo, altrimenti non le avrei comprate.

      Fabio

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Da neofita mi è capitato di non capire da subito l’importanza del pantaloncino e prima di conoscere Fabio anche a me uno o più sedicenti esperti mi hanno spiegato con dovizia come fossero tutti uguali e che andava benissimo quello del grande magazzino. Mi sono accorto a mie spese quanto la cosa fosse sbagliata. Così come per le scarpe, ne ho preso un paio economiche perchè da neofita mi sono fatto guidare ora devo stare attento perchè nelle ripartite sono così morbide e poco performanti che non riesco a tirare su il pedale nei tempi che vorrei con tutti i rischi che questo comporta. Consiglio di approfittare dei saldi che fanno i grandi marchi o le occasioni presso gli outlet. Ho preso così i miei attuali pantaloncini Assos e Santini e vi assicuro che la qualità è molto più alta di quanto non immaginate. Anche il casco l’ho preso direttamente dalla ditta attraverso il loro sito col duplice vantaggio di aver ampia scelta e prezzo scontato, nella fattispecie è della ditta tedesca Casco.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, hai colto il punto. A me non importa se il ciclista pedala col completo top di gamma o in costume da bagno. A me interessa che il ciclista SAPPIA come sta pedalando. Deve essere una sua scelta, non dettata da giudizi balordi di autonominati esperti.
      Perché nessuno di noi nasce con la conoscenza di tutto, ed è facile che chi è alle prime armi sia indotto in errore.
      Ed è questo il motivo per cui ho deciso da affrontare anche l’abbigliamento tra i miei test, materiale da cui mi ero tenuto lontano per tanti motivi. Ma leggiucchiando in giro ho letto tante di quelle sciocchezze (i fondelli sono tutti uguali la più gettonata) che mi sono reso conto serviva fare un poco di chiarezza. Anche perché avrete notato che sfrutto i test non solo per recensire quel dato prodotto ma anche per fornire qualche informazione di carattere generale.
      Fra un paio di settimane dovrei essere online col primo test di abbigliamento del blog, ho scelto il Santini Tono per il debutto.
      Poi certo ci sarebbe da discutere se è normale arrivare a spendere certe cifre, ma poco da fare: se vuoi roba di qualità c’è da pagare. L’importante è l’esborso sia commisurato alla qualità.

      Fabio

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Quando ho preso gli Assos con fondello F1 Mille, tra l’altro anche scontati il prezzo non era banale, mi sono sentito criticare da molti amici che definivano sciocca quella spesa. Con quel pantaloncino ho percorso più di 2000 km, nelle condizioni meteo più variegate, dalla primavera all’estate torrida. Vi dico anche un’altra cosa, causa sedicente esperto avevo sbagliato la misura del pantaloncino, mi sono fidato invece di consultare con cura le tabelle della Assos. Ho contattato il servizio clienti che ha ritirato il prodotto, modificato e rinviato senza che io abbia tirato fuori un solo euro se non quello per la spedizione iniziale. Sono stato anche ricontattato per sapere se il pantaloncino calzava bene ed ero rimasto soddisfatto dell’assistenza post vendita. Stessa esperienza positiva con l’ultimo acquisto, questa volta consigliato sul fondello da uno bravo, Fabio, col Santini Bcool con fondello in gel. Anche Santini veramente professionali in tutte le fasi.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Una spesa rapportata alla qualità non è mai una spesa sciocca. Ho appena ricomprato due sdraio per il giardino e ci ho messo non poco per trovarle identiche a quelle che erano defunte. Defunte però dopo 13 anni di servizio in condizioni climatiche particolari. Quindi posso ben dire che alla fine ho risparmiato. Vicino ho messo due spiaggine in plastica, roba da 6 euro. Perché in spiaggia le lascio e se mi durano un mese mi va già bene. Insomma, l’importante, lo ripeto, non è spendere o meno ma farlo nella piena consapevolezza di ciò che si sta facendo. Ho un completo invernale del lidl, 20 euro maglia e pantalone. Acquistato nella piena consapevolezza di quanto sia scarso ma almeno ho qualcosa che si si macchia di grasso o si strappa mi frega poco. Lo uso come capo di abbigliamento da lavoro più che per le uscite. Chi dice sono tutti uguali 99 volte su 100 è solo perché lo vorrebbe lui il completo top…

      Fabio

  • <cite class="fn">obysamkenoby</cite>

    Come al solito le cose vanno bilanciate.
    Come sai io spesso mi approvvigiono da Decathlon, trovo che i loro prodotti abbiano normalmente un buon rapporto qualità/prezzo, soprattutto i loro top di gamma (abbigliamento serie 900, la chiamano ora).
    L’anno scorso comprai un casco stradale (il BTWIN 700, quello da 40€) per me e mio figlio, lo considero un buon casco con delle buone misure di sicurezza ad un prezzo economico e, visto che ho raccattato diverse testimonianza, posso affermare che il suo lavoro (proteggere la testa dai colpi) lo fa egregiamente.
    Questo tanto per dire che i loro prodotti li conosco e spesso li consiglio, quindi quando segue diverge dal semplice concetto di qualità/prezzo.
    Un paio di mesi fa ho acquistato a 75€ un casco MET Stradivarius versione 2016, che di listino va oltre i 200€. Ne sentivo davvero il bisogno? Boh, non saprei dirlo, con il BTWIN mi trovo bene, protegge bene la parte posteriore della testa ed è abbastanza leggero e ventilato, unica nota dolente è la spugnetta sulla fronte dopo poco si inzuppa di sudore (è vero che io sudo tantissimo anche quando è freddo) per poi rilasciarlo quando ci si ferma a temperatura ustione sugli occhi, ma basta togliere il casco e strizzarla quando mi fermo per riempire la borraccia e in larga parte il problema rientra.
    Fatto sta, mi arriva questo (bellissimo) casco con imbottiture interne in gel. Il sistema di ritensione è ottimo, una volta regolato correttamente garantisce che il casco non vada via dalla testa anche con i lacciolini sganciati, ma questo vale anche per il BTWIN (non perché li usi in queste condizioni, ma è una sicurezza in più).
    Ci faccio una prima uscita… Accidenti, dopo due ore è come non averlo, sembra di non sudare. In realtà ho sudato come un disperato come al solito, ma la fattura del casco ha fatto sì che questo non mi infastidisse ne’ in movimento ne’ – momento critico – durante le soste. Ma forse, mi dico, è l’effetto placebo. Altre tre, quattro, cinque uscite, solito risultato. Riprovo il BTWIN e la differenza si sente tutta, principalmente per il difetto descritto e per una calzata leggermente meno comoda.
    Alla fine della fiera, la differenza di prezzo (pieno) ci sta? Si, decisamente. Lo consiglio? Si, ma se uno non può permetterselo (al netto delle offerte) consiglio di non scendere sotto il BTWIN, la testa è una sola e quello svolge già egregiamente il proprio dovere.
    Esempio opposto: L’anno scorso in primavera comprai una maglina estiva della Sportful in offerta, una Gruppetto versione 2015, pagandola meno degli 80€ di listino ma nemmeno troppo (mi sembra intorno ai 45€). Precedentemente avevo usato maglie BTWIN serie 500, le intermedie (o le base, visto che la serie 300 è proprio al limite minimo).
    Risultato: la maglina Sportful è tremenda, non traspira nemmeno pregando in cirillico e dopo un’ora mi trovo zuppo di sudore. L’ho usata anche ieri e non posso che confermare – purtroppo – questa tendenza.
    In compenso le maglie serie 700 del Decathlon (che non regalano, visto che di listino vanno a 50€ circa) sono di qualità eccezionale, anche se esteticamente non sono bellissime. Averle addosso anche per lungo tempo non è un grande problema, di solito si rimane freschi ed asciutti.
    Abbrevio il discorso dei pantaloncini / salopette: Lidl vergognoso, serie 500 Decathlon decente, serie RACE del Nencini (prodotta da Pissei) più o meno allo stesso livello, serie 700 (900) BTWIN decisamente migliore di tutte le precedenti ma la sorpresa è stata una salopette Northwave Dynamic – acquistata anche questa in offerta a 50€ contro gli 80€ che costerebbe – che è un paio di spanne sopra a tutto il resto, non solo per il fondello ma come qualità. Eppure anche il prezzo pieno non è proibitivo (relativamente parlando).
    E della Northwave ho anche comprato una maglia, sempre in offerta, con cui ho ritrovato lo stesso identico comfort delle BTWIN ma con un taglio leggermente più adatto al mio fisico ed un motivo grafico decisamente bello (bello bello bello). In compenso non ha la tasca impermeabile chiusa sul retro, cosa da non sottovalutare in assoluto.
    Potrei andare avanti ma credo che il discorso sia abbastanza chiaro, secondo me la qualità bisogna cercarla ma non bisogna per forza pensare che il grande nome o il grande costo siano delle garanzie in tal senso, a volte il “buono abbastanza” è già abbondante per le nostre esigenze.

    Ah, tutto questo acquistare (con la ricerca di prezzi relativamente bassi) è dovuto al fatto che negli ultimi due anni ho perso più di 20kg, quindi quel che ho comprato all’inizio mi sta tre volte e quel che ho preso scorso tende a ciondolarmi addosso, purtroppo non ho il portafogli infinito…
    Anche secondo me una volta che si ha ben chiaro cosa si desidera da un oggetto conviene spendere quanto possiamo, eventualmente aspettando per raggiungere la cifra, perché l’oggetto di qualità rimarrà nel tempo.

    Ciao
    Samuele

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Samuele, condivido in pieno la tua analisi. Nessuno è obbligato ad acquistare solo top di gamma, i soldi non crescono sugli alberi ed è facile superare cifre imbarazzanti. Ma bisogna essere consapevoli di come si stanno spendendo i propri denari. Il discorso “uno vale l’altro, son tutti uguali” è una colossale sciocchezza. Sostenere, come ho letto in rete, che tra un pantaloncino lidl e un santini non c’è poi chissà che differenza significa fornire un pessimo servizio a chi da neofita cerca di informarsi. Io per primo non uso solo abbigliamento top; soprattutto tra i completi invernali ho capi molto economici, perfetti quando ho il resto ancora umido dopo il lavaggio e devo uscire velocemente per provare un dettaglio. Mai mi sognerei di pretendere e sostenere che sono uguali a quelli “buoni”. Acquistati a pochissimo e nella piena consapevolezza di quanto fossero scarsi in termini assoluti ma perfetti per il ruolo a cui li ho dedicati. Ruolo per il quale non volevo investire cifre importanti.

      Poi certo, dopo subentrano altri paramatri, e negli acquisti c’è da capire se la cifra richiesta è sempre commisurata alla qualità. Spesso non è, generando confusione. Ma serve anche capire che non si possono giudicare con lo stesso metro, per esempio, due caschi dove il primo costa 80 euro e il secondo 200. È ovvio che per il primo posso essere più benevolo su un calo di qualche finitura, mentre dal secondo pretendo l’eccellenza in tutto. E applico lo stesso concetto a qualunque cosa provo, sia una bici o una maglia. Scoprendo che a volte ci sono prodotti che offrono più di quanto chiedono. O forse sono i concorrenti che chiedono più di quanto offrono…

      Chiudo passando velocemente ad altro. Ottimo casco il tuo. La Met sta sfornando da tempo bei prodotti. In queste settimane di caldo infernale sto usando il Manta, e malgrado l’assenza della apertura frontale il comfort è elevatissimo. E pesa un niente. Non vedo l’ora presentino ufficialmente il 30 carbon al prossimo eurobike. Ovviamente mi sono già prenotato per testarlo 😀

      Fabio

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