Brooks C67, la Cambium da città

Tempo di lettura: 6 minuti

Nuovo arrivo in casa Brooks, la famiglia Cambium accoglie la C67.

Larga, piano di seduta da ben 200mm, più corta, punta corposa: una sella da ciclismo urbano, muscolare o elettrico che sia, dove pedaliamo a schiena dritta.

O quasi. La casa indica una posizione con schiena a 90°, non sempre ottenibile però. E poi una leggera inclinazione carica meglio l’avantreno offrendo sicurezza e facilità di guida.

Inclinazione moderata, per dislivelli sella/manubrio più importanti ci sono le altre Cambium.

Questa C67 è però la Cambium che mancava. Proprio perché è da usare con una posizione di guida rialzata, mentre con le sorelle a star troppo dritti si perdono le qualità espresse (tranne la C19, che però non ho mai provato).

Una precisazione: parlo di città, uso urban, ma solo per semplicità. Una sella così è studiata per bici con assetto che coincide con quello delle bici tipicamente urbane e per questo indico l’utilizzo cittadino. Nulla vieta di andare a zonzo ovunque. Però, date dimensioni e posizione, io mi sono concentrato sul ciclismo urbano.

Fine della precisazione, andiamo avanti.

Vista da sola, non sulla bici, appare sgraziata. Larga dietro, “naso” importante, più corta (ma poco, la larghezza la fa sembrare in proporzione più tozza), da brutto anatroccolo si trasforma in cigno appena montata sulla bici.

E trasmette tanta comodità solo a vederla. Che poi è quello che pretendiamo da una sella urban, quando pedaliamo in gessato o jeans a seconda se obbligati alla grisaglia o meno.

Perché in città e al lavoro non andiamo col completo tecnico, niente fondello.

Quindi abbiamo bisogno di una sella comoda, ma non solo.

Deve offrire sostegno, non essere scivolosa (mai pedalato coi pantaloni classici?) non assorbire acqua, deve ammortizzare le asperità della strada.

Ne chiediamo tante a una sella urban, forse più che a una sella specifica, sportiva o da off road che sia.

Uno pensa che la sella più è morbida più è comoda.

Sbagliato.

Una sella troppo morbida è comoda i primi 5 minuti, poi diventa uno strazio. Più di una sella che sembra un pezzo di legno.

Riuscire a “trovare” la giusta consistenza, il giusto rapporto tra sostegno ed elasticità, è una bella sfida.

Di progettazione e di materiali.

Con l’arrivo dalla famiglia Cambium in gomma naturale, che all’epoca vissi come tradimento delle mia amate selle in cuoio, Brooks ha centrato in pieno l’obiettivo.

D’accordo, la Cambium tutte sono più pesanti, anche la sibaritica C13 dall’affascinante telaio in fibra di carbonio; che malgrado questo, pesa più di una altra sella con telaio in composito.

Un sovrapprezzo che molti ciclisti pagano volentieri per godere della gran comodità della Cambium. Io sono passato dallo snobbarle, come appena detto vissi il loro arrivo come tradimento alla tradizione, all’amarle incondizionatamente.

Hanno limiti, anche loro. E vanno scelte con cura per goderne appieno, sbagliare modello significa non riuscire ad apprezzarle.

Ma a parte la copertura in tela che col tempo si deteriora (e comunque, versioni All Weather, problema risolto) in anni che testo e uso selle Cambium son sempre tornato a casa felice.

Anche con questa nuova C67, davvero ben fatta.

E infatti andiamo a vedere come è fatta. Brutto il gioco di parole, eh? E vabbé, sono le 5 del mattino mentre scrivo, datemi altri 6 o 7 caffè e ne riparliamo.

Voltiamo pagina.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Alberto</cite>

    Buongiorno Signor Sergio,
    sono al punto che più delle amate tematiche ciclistiche, apprezzo maggiormente lo stile letterario
    e la composizione visuale dell’autore!
    Mi potrebbe rimandare a suoi scritti di altri argomenti?
    Grazie
    Alberto

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Alberto, grazie per l’apprezzamento.
      Scrivevo prima, ora non più e non ho quasi nulla in formato digitale da poterti girare.
      Solo a tema ciclistico un ebook, lo vedi in home page.
      Sorry

      Fabio

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