Brooks C13 All Weather

Come è fatta

Tempo di lettura: 8 minuti

Come è fatta   

Non solo la sostituzione del cuoio con la gomma naturale: la C13 si presenta con il telaio in modernissima fibra di carbonio.

Che abbatte il peso ma chi sceglie una Brooks raramente si preoccupa della bilancia.

Se però dovessi ridurre il tutto ai (molti) grammi in meno non le renderei giustizia: è sicuramente uno dei telai più belli che abbia mai visto.

Fotografarlo è stato uno spasso e fonte di continue prove, perché da qualunque angolazione lo si guardi trasmette perfezione nelle forme e nella finitura.

La mia “zona” preferita è la elegantissima S che spicca posteriormente.

Ma andiamo per gradi partendo dal fattore forma.

Il “taglio” è fuor di dubbio sportivo; declinato in salsa Brooks, quindi non abbiamo (per fortuna…) quegli strapuntini da fachiro che secondo alcuni dovrebbero essere sinonimo di sella racing.

C’è tanta comodità, come evidenziano la zona posteriore con abbondante seduta e quella mediana che è bella corposa.

Non manca il caratteristico “naso” tondeggiante, che è un poco il tratto distintivo di queste selle.

Le misure complessive sono 275mm di lunghezza e 55mm di altezza.

La larghezza ve la indico a parte: 145mm.

Perché? Perché la C13 è offerta in tre differenti ampiezze: 132, 145 e 158mm. Tutte e tre le varianti condividono le altre dimensioni.

Varia ovviamente il peso; vi riporto quello da me rilevato per questo modello pieno AW da 145mm: 290g.

Qualcosa si risparmia ancora ricorrendo alle Carved, la 132mm è ovviamente la più leggera.

Però sarebbe un errore inseguire solo i grammi in meno: ogni larghezza è studiata per un determinato appoggio, quindi ognuno scelga il suo basandosi sulle proprie quote.

Come ogni Cambium abbiamo anche differenti rivestimenti.

La All Weather ne sfrutta uno particolarmente riuscito: uno strato di nylon fittamente bugnato che offre giusto attrito, non assorbe acqua e grazie alle sue naturali proprietà è correttamente traspirante.

Non è, come qualcuno ha frettolosamente descritto, una semplice lavorazione superficiale.

C’è un vero e proprio foglio e qui possiamo notare bene il segno di giunzione.

Quattro rivetti assicurano lo scafo al telaio nella zona posteriore, un quinto è sulla punta.

Non manca il classico rivetto con l’indicazione di serie e modello.

Scafo che sappiamo essere in gomma naturale vulcanizzata.

 

Per i più distratti provvede una scritta a ricordarglielo.

Bello e purtroppo nascosto lo stemma in rilievo sotto lo scafo.

Scafo che ha un suo spessore, consistenza diciamo così. Che ben lungi dall’appesantirne la linea le dona una sensazione di solidità e al tempo stesso lascia presagire il gran comfort di guida di cui è capace.

 

Non mi dilungo oltre sulla parte superiore, ne parlai abbondantemente durante il test della C15 AW e materiali e finitura sono identici. Tranne che in quel test esaminai la carved.

Fremo per passare al pezzo forte: il telaio in fibra di carbonio.

Ok, uno dirà: che sarà mai? Decine di selle hanno il telaio in composito, una più, una meno…

In parte è vero, ho anche io nella mia “dotazione personale” selle con telaio in fibra di carbonio.

Ma, credetemi, trovarne uno così bello è difficile.

La forma, quelle due sinuose curvature nella zona posteriore, la trama a vista e, consentitemelo, i cangianti riflessi creati dalla resina a seconda di come è colpita dalla luce ne fanno una vera opera d’arte.

Raramente mi era capito di imbattermi in manufatti dove forma e sostanza, disegno e necessità tecniche sapessero sposarsi così bene.

Si è capito che quelle due S sono la mia zona preferite. Fotografarle giocando con angolazioni e luce è stato uno spasso. Alla fine ho contato oltre 300 scatti, che ovviamente non vi propongo tutti, variando inquadratura e direzione e fonte luminosa.

Non è vezzo estetico la sensuale curvatura: permette di ottenere rigidità e robustezza senza appesantire la linea, fornendo una perfetta continuazione tra i binari e l’arco posteriore di sostegno.

E in più è bella, ma proprio bella…

Fosse per me, già solo questa parte varrebbe la spesa. Ma c’è di più e lasciamo un momento da parte le mie preferenze e osserviamo in dettaglio tutto il telaio.

L’anteriore è costituito da una ampia cuspide arrotondata che reca la sede di alloggiamento della vite torx associata al rivetto superiore.

E’ spessa, manifesta subito tutta la sua robustezza.

Da qui partono i binari a sezione ovale, altro segno distintivo di questa Brooks C13.

Segno distintivo che impone attenzione nella scelta del reggisella; oltre che avere morsetto adatto ai binari in composito deve poter accogliere quelli ovali da 9mm. Sono più di quanti si creda, meno di quanti si vorrebbe.

Del resto la C13 è sella esclusiva, nessuno la monterebbe su un reggisella da battaglia.

L’unico vero peccato è che segnare la lucida finitura superficiale dei binari è pericolo concreto. Sono quelle cose che seppure invisibili, tanto c’è il morsetto sopra, fanno soffrire il ciclista pieno di fisime che è in me…

Non ci sono grafiche a fornire riferimenti per lo scorrimento dei binari ed è meglio così. Non credo avrei tollerato linee e numeri a sporcare la pulizia del disegno.

In linea di massima la superficie utile è lunga circa 6cm, da cui detrarre la dimensione del morsetto reggisella.

Quindi diciamo che un paio di centimetri liberi per trovare il corretto arretramento ci sono.

I binari proseguono la loro corsa trasformandosi in sinuose…ehm, scusate, non le nomino più. Una altra foto me la concedete? Ma si.

Un arco di perfette proporzioni chiude la parte finale.

Quattro viti Torx si abbinano ai rivetti superiori.

Anche qui, sia per la trama a vista che per la forma curva, si creano bellissimi riflessi quando la luce colpisce.

Ed è un peccato che non possa goderne visto dove è collocata.

Infine una piccola targhetta con scritta in argento ci ricorda che è una Brooks.

Volevo scrivere “anche se non è in cuoio, è una Brooks”. No, la serie Cambium è ormai una pietra miliare, si è presto trasformata in classico malgrado siano pochi anni che è sul mercato.

Brooks sarà sempre sinonimo di selle in cuoio; ma è bene che faccia l’abitudine a questi modelli in gomma naturale, sono Brooks con identico blasone.

In questa vista posteriore notiamo grande pulizia nella linea. Cosa manca? Bravi, le asole per la borsa. Altre Cambium le hanno, qui nulla.

E meno male dico io; suvvia, voi avreste appesantito questo profilo solo per attaccarci una borsa? Io no.

E nemmeno mi viene voglia di applicarne una standard, con cinturino in velcro da far passare intorno ai binari. Piuttosto la finta borraccia o le tasche della maglia: no, non ruscirei a coprire quelle curve…

Ach!, ci sono ricascato. Vabbè.

Ora sappiamo come è fatta, non vi ho nascosto che la trovo bellissima. Sarà altrettanto efficace?

Scopriamolo col test su strada.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Damiano</cite>

    Ottima recensione come sempre. Io alla fine sulla mia bici da bikepacking/monstercross ho montato la C15 AE carved, complice fortemente il tuo articolo di recensione. Molto soddisfatto per tutte le qualità che hai sottolineato (resistenza, comodità, qualità dei materiali, etc). Personalmente sceglierei di nuovo la C15 rispetto alla C13 per poter agganciare borse e morsetti ai binari. Il carbonio (se capisco bene i limiti progettuali) può facilmente essere progettato per resistere in maniera ottimale ad un certo tipo di compressioni/flessioni/impatti; ma, sempre se capisco bene, sarà più suscettibile in caso di sollecitazioni in direzioni non previste, corretto?
    Ecco, se dovessi montare una nuova sella sulla mia Vetta, questa forse sarebbe molto, molto interessante (se non per il prezzo 🙂 )

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Damiano, tutto corretto. Anche se c’è da aggiungere che in certi casi (pr esempio forcelle da gravel, componenti sottoposti a stress particolari) vengono surdimensionati e quindi si annulla ogni debolezza. Tranne lo schiacciamento, ovviamente.
      Il prezzo è alto come valore ma non credo sia alto in rapporto alla sella.
      Quella della mia bdc costa di più, come tante altre sella con telaio in carbonio.
      Comunque è fuor di dubbio che la C13 è più una scelta emozionale, una sua esclusività o fascino, che reale esigenza. La C15 va più che bene e costa la metà.
      Però che dirti, a me quelle due curve del telaio mi sono proprio piaciute…

      Fabio

  • <cite class="fn">Stefano</cite>

    Ciao Fabio, la consiglieresti a un ciclista vicino al quintale?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Stefano, l’azienda non specifica limiti di peso o io non sono riuscito a trovare alcuna indicazione.
      Comunque se ti preoccupa il telaio in carbonio puoi stare tranquillo perché è materiale robustissimo.
      Data la sua struttura è più soggetto ad altri impedimenti, per esempio il serraggio del morsetto reggisella.
      In ogni caso in mancanza di una indicazione ufficiale di solito vuol dire che entro certi limiti va bene.

      Fabio

  • <cite class="fn">Giovanni Bonazzi</cite>

    Ciao Fabio, complice la tua prova è un prezzo scontatissimo di in negozio online ho comprato una c13 con rivestimento in cotone.
    Non so se posso utilizzare il reggisella originale della specialized chisel 2019 che possiedo utilizzando un adattatore o se devo comprarne uno apposito.
    Ho letto nell’articolo che deve essere adatto a un diametro da 9 mm ovale, Ti chiedo su quale reggisella lo hai montato oltre a quello particolare della Rose?
    Grazie mille
    Giovanni

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, per praticità ho preferito usare sempre lo stesso reggisella, un Ritchey in carbonio a cui ho applicato il ricambio specifico della casa per rail in carbonio. Sfruttando uno shim visto il diverso diametro dei tubi reggisella dei due telai usati.
      Posso uscire con una bici alla volta mi spiegò un amico nel vederne tante per casa, faccio prima a sfilare un reggisella che a spostarla da una bici all’altra.

      Fabio

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Non finirò mai di ringraziare per questo test. Da quando lo lessi (non nel senso del cane) era la mia ultima alternativa alla ricerca di selle per la bici da strada. Sulla mtb pochissimi problemi ma, sulla bici da strada, un fastidio continuo è una durata bassa in sella. Ho provato altre due selle qui testate, e hanno sempre corrisposto alle caratteristiche evidenziate. Questa prometteva molto. Dopo quasi un anno e 3500km ho trovato (in verità con la C17) il paradiso del lato b, il piacere di andare in bici da strada e un rinnovato entusiasmo per i lunghi tour. Addirittura fino a 25-30km neanche necessito di fondello!
    Ero confidente, ma non certissimo di trovarmi così bene come speravo. Che dire? Grazie per avermi rimesso in sella sulla bici da strada e avermi fatto scoprire un altro modo (oltre alla mtb) di pedalare. Evviva!

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Adriano, più che me dovresti ringraziare mamma Brooks ahahahahahaha
      Scherzi a parte, sono io che ringrazio te, questi interventi sono molto importanti.
      Io coi test cerco nei limiti delle mie capacità, di evidenziare le caratteristiche di un prodotto in modo voi possiate trovare ciò che vi serve.
      Ma avere dopo il vostro raffronto è fondamentale, io per forza di cose non posso testare per un anno e ricevere le vostre impressioni è importantissimo.

      Fabio

Commenta anche tu!