Schwalbe Century

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Lo Schwalbe Century è quello che possiamo tranquillamente definire un classico. Riprende il disegno dei copertoncini di una volta col suo battistrada simil nido d’ape, il profilo squadrato e le versioni in crema/nero, la tradizionale nera, una particolare grigio/nero e una moderna seppure improbabile versione bianco/verde. Le scritte sui fianchi rimandano al secolo scorso grazie alla tecnica del Billboard in rilievo. Tutto reinterpretato in chiave moderna, quindi fascia rifrangente, rinforzo per la dinamo e protezione dalle forature. Solo per ruote da 700 e solo tre le larghezze disponibili: 28, 35 e 50mm. Il prezzo non è elevato ma molto varia da versione scelta e venditore che la offre; io ho trovato una forbice assai ampia, con prezzi compresi tra i 10 e i 28 euro. Mistero. Comunque nella maggior parte dei casi abbiamo un prezzo medio di 16 euro. Non molto per un copertoncino blasonato, da usare in città e con un look retrò che rimanda alla nostra infanzia. Peccato che però alla prova dei fatti, anzi su strada, abbia mantenuto molto meno di ciò che promette. Andiamo per ordine e seguiamo il solito schema partendo dalla presentazione statica.

Le scritte laterali che indicano il nome e riportano le notazioni tecniche costituiscono un valido elemento estetico, grazie alla particolare lavorazione in rilievo. Dovrebbe esistere una versione in cui il nome è in bianco, che gli conferisce maggiore risalto; ma a me è arrivata tutta nera. La prima dicitura che incontriamo è quella dedicata a marca e modello.

Se ingrandite l’immagine a tutto schermo potrete notare la fascia fittamente zigrinata che corre lungo tutta la circonferenza interna, appena sopra il tallone: è quella dove dovrà lavorare la dinamo a ruota.

Il modello in prova è un 700×35, come attesta la scritta sempre in rilievo Billboard sul fianco.

Come da tradizione Schwalbe non mancano le altre unità di misura.

Doppia indicazione anche per la pressione di esercizio, compresa tra i 4 e i 6 bar.

Fascia riflettente a tutto vantaggio della sicurezza; che è importante ma io non l’ho mai amata. Comunque volendo è abbastanza semplice rimuoverla, però io non ho detto niente…

Battistrada dal disegno vintage, con la larga striscia centrale piena e poi il disegno quasi a nido d’ape; quasi perché gli esagoni non sono con tutti i lati uguali.

Battistrada dalla notevole altezza e che termina bruscamente sul fianco, con un pronunciato spigolo; che insieme al profilo squadrato determina di fatto la guidabilità di queste gomme.

Certo, fascia rifrangente a parte, una volta montate fanno una bella figura. Viste di lato e di tre quarti sembrano quasi aggressive. Quasi.

 

E una volta montate, meglio risaltano il profilo squadrato, praticamente piatto su tutta la zona di contatto col suolo, e il netto spigolo laterale.

                                                             

                                                              

Che come ho detto sopra sono gli elementi che determinano il carattere di questa gomma. Che non è una gomma sportiva e sarebbe ingiusto quindi chiederle prestazioni che non può offrire. Ma è anche vero che pure una gomma turistica/urbana non dovrebbe mortificare più di tanto il comportamento di una bici.

Finché pedaliamo tranquilli su una bici tipo “R”, strade dritte, libere e con asfalto di buona qualità, rigorosamente asciutto, abbiamo il copertoncino che fa per noi. Anche una trekking con forte vocazione urbana, sempre asfalto buono e asciutto, può trovarsi a suo agio con questo copertoncino.

Ma se abbiamo una bici di impostazione più sportiva, se ci serve un avantreno svelto per districarci nel traffico caotico e tra i pedoni col naso nello smartphone, l’asfalto non è buono, è bagnato, peggio ancora percorriamo pavé e basolato tipico dei centri storici, peggio del peggio quel pavé e quel basolato sono bagnati, allora abbiamo sbagliato del tutto la scelta del copertoncino.

La guidabilità risente troppo del profilo piatto: è bastato passare da queste Century alle Kenda K830 che avete visto qui sul blog per godermi appieno le ottime qualità dell’avantreno della PlanetX London Road, la bici usata per provare sia le une che le altre.

I repentini cambi di direzione tipici della marcia urbana, per capirci la manovra frenata/sterzata/colpo di pedale/sterzata contraria, che è quella che siamo costretti a svolgere in un battito di ciglia per evitare il tipo troppo concentrato a chattare col telefono per dare importanza a una cosa banale come guardare prima di attraversare, con queste Century richiede una infinità di tempo. Parlo sempre di tempo riferito alla guida della bici, dove le manovre sono praticamente istantanee.

Oppure avete presente quegli slalom stretti e perfetti che affrontiamo spesso in velocità dribblando auto, pedoni, scooter, famiglie in scooter, famiglie con cane in scooter, cane senza scooter, buche/voragini/dossi stradali, furgone delle consegne, furgone delle consegne che apre il portellone per la consegna, furgone delle consegne che sbaglia indirizzo di consegna e svolta/si pianta all’improvviso, tassita imbufalito, tassita represso, tassista che odia le bici, automobilista generico, automobilista represso, automobilista che odia le bici, automobilista che parla al telefono, automobilista che legge il giornale e così via elencando gli infiniti ostacoli che incontriamo ogni giorno per strada? Bene, il decimo di secondo nelle manovre di emergenza in questi casi fa la differenza tra restare in piedi o cadere. Qui il decimo lo perdiamo, pure qualcosa in più e per una copertura a chiara vocazione urbana è un limite. A meno che per vocazione urbana non si intendano solo le ciclabili Nord-europee. Ma siccome siamo in Italia dove, a parte le eccezioni del Trentino-Alto Adige e qualche zona in Veneto e Friuli, il resto ha solo parodie di ciclabili, allora con questo devo fare i conti e questo metro di giudizio usare.

Comunque alla fine possiamo anche interpretare il tutto come le fisime di un puntiglioso all’eccesso come me. Perché il profilo piatto garantisce buona tenuta sull’asfalto asciutto, ampia impronta a terra per gestire la frenata e quello spigolo che tanto mi ha infastidito cede abbastanza sotto il peso; molti potrebbero nemmeno avvertirlo. Non dico l’eccellenza ma una sufficienza piena queste gomme potrebbero meritarla. Se non ci fosse un altro problema: il bagnato, ancora peggio l’umido.

Su asfalto bagnato ma buono il comportamento resta neutro, sicuro e ampiamente gestibile, basta prestare la normale attenzione che sempre ci vuole in questi casi, soprattutto nella gestione della frenata. Ma l’asfalto cittadino non è mai buono, anzi. E nelle città abbiamo il pavé, quello dei piccoli cubetti di porfido, e il basolato, quello di ampi lastroni in pietra lavica o calcarea. Su cui, riconosco, poche gomme cantano vittoria. Però qui la situazione è imbarazzante. Se la superfice è asciutta si viaggia ma attenzione alle pieghe con piglio sportivo; se è molto bagnato meglio mettere un rapporto leggero, da salita, e prestare la massima attenzione; se è umido allora è come pedalare sulle uova e basta alzarsi sui pedali con un rapporto appena decente che la ruota posteriore slitta sotto la spinta della forza impressa dalla pedalata. Anche quella modesta del sottoscritto. Insomma, qui proprio non ci siamo.

Il peso è altra nota dolente; vero che le Schwalbe da turismo e urbane non hanno mai brillato sotto questo aspetto e molto dipende dal basso Tpi (che però ho sempre detto è un vantaggio su gomme touring) e alla protezione antiforatura (che però qui è di grado tre, quindi media perché la scala e sino a sette) ma 780 grammi in misura 700×35 sono abbastanza. Peso da me rilevato su una media di dieci misurazioni, come mio solito. Ne risente lo spunto che, sappiamo, nella guida cittadina conta assai più di scorrevolezza e velocità. Scorrevolezza e velocità di cui è inutile parlare, sia perché poco rilevanti e sia perché non è questo che si chiede a una gomma cittadina e finirei col peggiorare un quadro già abbastanza disastroso.

Insomma, in definitiva queste gomme conquistano una piena bocciatura alla fine del mio test. Sono io che ho chiesto loro troppo? Non credo. In fin dei conti ho pedalato in ambito urbano con quella che è presentata dal produttore come una gomma per uso urbano e moderato turismo. Nemmeno il prezzo di acquisto piuttosto contenuto riesce a giustificare una tale delusione. Allo stesso prezzo, ma anche a cifre inferiori, abbiamo coperture urban/touring che si sono dimostrate assai più valide in tutte le situazioni che ho affrontato con queste Century. Sapete che nei miei test cerco sempre di focalizzarmi sull’uso specifico cui è indirizzato un prodotto e scoprire se in quell’uso funziona bene, tenuto conto anche del prezzo richiesto. Mai mi sognerei di scrivere, per esempio, che un copertoncino da corsa slick è pessimo perché non tiene col fango. Ok, ho estremizzato ma abbiamo capito il concetto. Qui ho due possibilità: o non ho capito niente io, né di questa gomma né di bici e ciclismo in generale, oppure la Schwalbe è venuta fuori con un prodotto decisamente sottotono rispetto all’ottimo standard cui ci ha abituato. Io stesso ho usato con enorme soddisfazione molte loro coperture, riscontrando sempre ottima tenuta e grande confidenza nella guida. Qui mi sono mancate la tenuta tranne con asfalto asciutto e buono e la confidenza è stata proprio scarsa. Peccato perché il disegno carino, le scritte in rilievo e la presenza delle versione crema/nero ne fanno un ottimo candidato per bici classiche. Ma l’estetica da sola non basta, le gomme sono troppo importanti per farsi guidare solo dall’aspetto. Serve potersi fidare, in frenata, in piega, sul bagnato: purtroppo questa fiducia mi è mancata.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Andrea</cite>

    Ciao a tutti,
    questo test mi rincuora, stavo per acquistarle nella stessa misura in test. Al loro posto ho acquistato delle Vittoria Randonneur Adventure. Premettendo la mia scarsa esperienza in fatto di pneumatici per il ciclismo, sia perché sono sempre andato al risparmio sia perché mi sono trovato nella condizione di sostituirne al massimo un paio di volte, credo che sia realmente difficile per un principiante scegliere correttamente lo pneumatico adatto alle proprie esigenze. Spesso si cerca la scorrevolezza identificandola nella riduzione di sezione dello pneumatico, sicuramente questo parzialmente è vero, ma la differenza di scorrevolezza che ho notato passando da una sezione di 45 mm a una di 35 mm per me è irrilevante, sicuramente ho guadagnato in agilità, ma la spalla dello pneumatico è più bassa dunque la marcia è un po’ meno confortevole. Tutto sommato per il costo sostenuto e le prestazioni mi ritengo soddisfatto e tu Fabio, cosa pensi degli pneumatici Vittoria per quanto riguarda la categoria urban-touring?
    Saluti.
    Andrea

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Andrea, questo test rincuora te, dubito lo farà col produttore. Ma tant’è, il mio obbligo è verso i lettori, sempre.
      Uso, anzi usavo Vittoria su quasi tutte le mie bici ma la gamma sportiva. Eccellente. Una delusione invece le Randonneur. Sulle Adventure non posso fornire pareri, mai usate.
      Purtroppo poco da fare, trovare una gomma che costi poco e sia anche performante è impossibile. Ma capisco che non tutti sono disposti ad affrontare la spesa per un set di Pasela o di Fairweather. Eppure credimi, sono soldi spesi bene.

      Fabio

      • <cite class="fn">Andrea</cite>

        Comincio a capire che vale la pena spendere in questo senso soprattutto perché quando si comincia ad utilizzare la bici più di frequente, con le condizioni più disparate e aumentando i Km percorsi, si sente l’esigenza di avere qualcosa in più, ma questo discorso può essere esteso all’abbigliamento e agli accessori in generale. Da studente mantenuto/lavoratore occasionale probabilmente continuerò a cercare il risparmio ancora per qualche anno, con la consapevolezza che c’è di meglio!
        Saluti.
        Andrea

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Beh si, è vero; però è anche vero che più che il singolo componente conta l’insieme. Mi spiego: se uno ha due ruote pessime non è che montando il copertoncino ultralight migliora poi chissà quanto. Spesso il giusto amalgama riesce lì dove un singolo cambio di componente poco può fare.
          Fai bene a cercare il risparmio, sono stato studente anche io e nemmeno ora posso certo scialacquare; per fortuna c’è la rete. Per esempio ho trovato ieri delle pasela non pt a 15 sterline. Mica male se ci pensi. Certo, poi c’è la spedizione ma in ogni caso cercando tra offerte e promozioni si riesce a ottenere qualità a buon prezzo. Vale la pena perdere un poco di tempo.

          Fabio

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