Posso uscire in bici lo stesso? No
Dopo la promulgazione del Decreto della Presidenza del Consiglio in vigore da stamattina, 10 marzo, è tutto un allarmarsi perché non possiamo uscire in bici.
C’è chi dice si, chi no, e ognuno si improvvisa giurista; come si improvvisa sapiente a ogni occasione.
Ma visto che sono 30 anni che vivo tra codici e pandette, forse qualche titolo a parlare l’ho guadagnato.
In coda troverete aggiornamenti via via che da fonti ministeriali arriveranno circolari esplicative.
In questo articolo, successivo nella pubblicazione a quello che state leggendo, trovate il perché dal punto di vista normativo.
ATTENZIONE: VERIFICATE IN CODA ALL’ARTICOLO SE CI SONO AGGIORNAMENTI. I DECRETI SI STANNO SUCCEDENDO RAPIDI COSI’ COME LE CIRCOLARI, QUELLO CHE LA MATTINA E’ FATTIBILE NON LO E’ PIU’ A SERA E VICEVERSA. TENETENE SEMPRE CONTO NELLA LETTURA
Proseguiamo.
I problemi sono due, anzi uno solo: la scarsa conoscenza di cosa sia un provvidemento di legge, sia per chi lo redige che per chi lo subisce.
Un punto in particolare sta facendo fremere i ciclisti, soprattutto quelli che mezza nuvola non lasciano il piumone ma da oggi sembra debbano allenarsi per il Giro.
Cito dal DPCM 9 marzo 2020: “…lo sport e le attività motorie svolte all’aperto sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metro”.
Sintassi a parte, questo periodo lascerebbe aperta l’interpretazione che una pedalata possiamo farla.
Però vedete, le leggi sono scritte (male) dagli uomini e abbiamo in Italia un perverso bisogno di renderle incomprensibili, con rimandi su rimandi.
E quindi ci tocca il rimando ad altro DCPM, quello precedente dell’8 marzo.
Cito di nuovo: “… evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori di cui al presente articolo (ovviamente ora è superato dall’estensione a tutto il territorio nazionale, Ndr), nonché all’interno dei medesimi territori, (attenzione, questo è il punto importante, Ndr) salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità...”.
Combinando le due disposizioni, perché il secondo Decreto amplia e abroga parzialmente quello precendente, ne risulta che ogni spostamento non necessario su tutto il territorio nazionale non è consentito.
Ora dirmi che una uscita in bici è spostamento necessario è una immane cazzata. Scusate, ma ci vuole.
In caso di dubbio interpretativo esistono numerosi strumenti per ovviare alla incomprensione.
L’interpretazione di una norma o provvedimento non è mai, per gli operatori del diritto, “esprimere la propria opinione”. Esistono precise regole, frutto di oltre 2000 anni di evoluzione del diritto. Un arsenale enorme a cui attingere. Quindi quando leggete “interpretazione” dovete sempre intenderla in senso tecnico, non soggettivo.
Quello principe è la ratio legis, ossia perché un dato provvedimento è stato licenziato e quale scopo vuole ottenere.
Poiché qui, lo comprendono tutti, lo scopo è far si che la gente resti a casa, appare lampante che ogni uscita non abbia giustificato motivo sia da ritenersi contraria allo spirito del Decreto.
Quindi, in definitiva: fatevene una ragione, mollate la bici che sarà pure bella e divertente ma non è una ragione di vita e usate buon senso.
Se poi chi scrive le norme conoscesse l’italiano (la lingua) sarebbe meglio; o forse le scrive così perché conosce l’italiano (il cittadino).
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H 10
Aggiungo una nota dopo la pubblicazione, a evitare confusione: qui faccio riferimento a pure uscite di svago. Non vale per i professionisti (è comprovata esigenza lavorativa) né per chi si reca al lavoro in bici (altra comprovata esigenza): insomma, se c’è necessità di spostarsi, va benissimo farlo in bici. Anzi è pure meglio perché si evitano i congestionati mezzi pubblici.
Le zingarate a pedali dovranno aspettare.
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H 10.30
Ulteriore aggiornamento; ed è naturale trattandosi di provvedimento di poche ore fa, malscritto e che quindi sta obbligando gli uffici ministeriali a emanare direttive.
Ammessa l’attività sportiva e/o fisica nei parchi, a patto di mantenere il metro di distanza. Quindi il giro della fontana con la bici lo potete fare.
Se invece amate pedalare per davvero, quindi spostandovi lungo il terriotorio, restano validi i limiti dettati dalla necessità.
Da quello che sto leggendo in giro mi viene una altra riflessione.
Il DCPM è scritto male ma è la routine; a parte i dieci comandamenti, nessuno ha mai saputo scrivere una legge in modo chiaro.
Però, al di là di questo, le persone con un minimo di sale in zucca rispettano i provvedimenti, gli idioti cercano scappatoie. Ognuno decida da che parte stare.
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H 12.15
Resta confermata la possibilità di svolgere attività fisica all’aria aperta purché sia rispettato il limite della distanza.
Resta altresì confermata l’esigenza di limitare gli spostamenti alle effettive necessità, su tutto il territorio nazionale. Quindi l’uso puramemente ludico della bici, anche se potenzialmente classificabile come attività sportiva, deve cedere il passo alla superiore esigenza di tutela della saluta pubblica, da perseguire (anche) con la drastica riduzione degli spostamenti. Tradotto, lasciate la bici a casa per cazzeggiare, usatela (con prudenza) per andare al lavoro.
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H 13
Stante la ovvia impossibilità di stabilire una precisa casistica di ciò che è permesso e cosa no, dal Dipartimento di Pubblica sicurezza si invoca una semplice regola di buonsenso: prima di uscire di casa chiedersi se il motivo è davvero necessario.
Alla luce di una semplice ed elementare osservazione come questa, appare ancor più lampante che una uscita in bici giusto per farsi una sgambata appare del tutto in contrasto con lo spirito normativo.
Mia considerazione: continuare ad aggrapparsi a quella ipotesi dell’attività sportiva all’aperto per giustificare il proprio menefreghesmo è da idioti. Qui sembra che lasciare la bici a casa due settimane sia una tragedia. Mah
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H 15
Ormai da più parti, da ministeri come dalla Polizia di Stato e via via sino alle associazioni di categoria del nostro mondo a pedali, arrivano conferme interpretative in linea con quanto ho scritto stamattina.
Credo a questo punto sia inutile per me star lì a consultare ogni agenzia che mi arriva, la situazione è chiara.
La passeggiata al parco col giretto intorno alla statua del celebre del posto, da soli e non in gruppo, si può fare.
Un vero e proprio giro in bici, spostandosi sul territorio, no: rientra nell’ipotesi si spostamento senza giusrificato motivo.
Quindi, a meno di ulteriori provvedimenti dei prossimi giorni che possono modificare il testo pubblicato in Gazzetta stamattina, chiudo con gli aggiornamenti.
Stavolta non chiudo augurandovi buone pedalate.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Complimenti la tua solita completa esposizione. Aggiungerei solo una osservazione; che per la razio di quello che al momento è lo stato del SSN, meno rischi corriamo meglio è.
Ovviamente, ma forse è superfluo specificarlo, mi riferisco a uscite di svago.
Andare al lavoro in bici non solo è permesso ma consigliato: riduci esposizione negli affollati mezzi pubblici.
Fabio
ok, io lavoro a Modena e abito a 15 km, se voglio fare un giro in bici allora con la mia autocertificazione prendo la bici e vado al lavoro?? Questo è consentito…mi sembra una cagata. Comunque vedrò come fare, perchè ho un lavoro con alto rischio di contagio, che non chiudono, rischio di più tutti i giorni al lavoro che in un’uscita da solo per strade di campagna del mio comune…questo è quello che penso.
Se effettivamente ti stai recando al lavoro si, puoi farlo.
Se dichiari di stare andando al lavoro quando invece non è così, stai commettendo un reato. Che non è andare in bici ma dichiarare il falso all’autorità. Sorvolo che simile comportamento, reato a parte, è eticamente squallido. Ma sono certo lo sai anche tu e non ti avverresti di simili sotterfugi.
Puoi essere o meno d’accordo col Governo, è opinione.
Quelli esposti qui e nel successivo articolo sono i fatti e con questi dobbiamo fare i conti.
Fabio
Grazie per il chiarimento. E’ un pezzo che non posso inforcare la bici, ma questo non cambia il fatto che la domanda me l’ero posta.
Grazie ancora.
grazie mille per il chiarimento. Il contenimento da un punto di vista biologico è la ragionevole e oltremodo necessario. I cinesi stanno rientrando dall’emergenza grazie a un contenimento mai visto prima con un approccio che definirei draconiano (da noi impossibile da farsi). Detto questo se riuscissimo a fare anche un 60% di quanto fatto in oriente forse riusciamo a non intasare le rianimazioni ospedeliere e assicurarci tempo per arrivare alla bella stagione dove l’infezione dovrebbe affievolirsi, ovviamente il rispetto delle regole adesso è cruciale.
grazie per il tuo articolo come sempre molto professionale, ma ……
come dovranno comportarsi le centinaia di atleti professionisti di sport “outdoor” che si devono allenare, quindi lavorare, per 25-30 ore alla settimana ? trasferirsi all estero ?
se io sono operaio o impiegato nessuno mi vieta di recarmi regolarmente al lavoro. e per lo sportivo che si guadagna il pane andando in bici o correndo o sciando ? come la mettiamo ?
complimenti per tutto quello che fai e che scrivi.
sergio
Ciao Sergio, qui parliamo di pedalate per svago. L’attività professionale è altra cosa.
E del resto questo blog è per noi pedalatori per passione, non per professione: è ovvio che scrivo pensando a noi, non ai professionisti.
Fabio
ottimo chiarimento legal!. Aggiungerei unicamente che certamente non posso uscire in bici per diletto e svago ma posso uscire in bici per necessità (fare la spesa, andare in farmacia, pagare le bollette, andare al lavoro….etc. etc.. ad interpredandum)
Ciao Presidè, ho appena aggiunto questo chiarimento in chiusura.
L’avevo dato per scontato, mia sbadataggine.
E ribadisco che per comprovate esigenze, andarci in bici è meglio che in autobus e metropolitana
Fabio
Grazie Fabio
Chiaro ed esaustivo come sempre
Grazie per il chiarimento Fabio, ne prendo atto e farò ciò che è stato consigliato, per il mio e altrui bene. Buona giornata.
Faustino
Grazie Fabio per il chiarimento, lo girerò anche ai miei amici chissà che capiscano.
Quindi se la pedalata è senza pretese esagerate, magari nelle stradine circondate da prati alla periferia della città dove non c’è gente a piedi e si va magari da soli, dove non c’è ombra del virus, dovrebbe essere permesso visto che rientra nella voce “attività all’aria aperta, non in gruppo”. Che ne pensate?
Ricorda di porti una domanda prima di inforcare la bici ” perché lo faccio” e se la risposta è per svago la tua motivazione è in contrasto con lo spirito normativo ( quello di evitare spostamenti ) anche se vai da solo nei boschi.
È un provvedimento restrittivo della libertà individuale necessario e spero sufficente.Se non lo sara ..ci sara la chiusura delle attività lavorative.
Ed in effetti ci sono sempre piu segnalazioni sulla stampa di ciclisti vengono fermati ed invitati a starsene a casa.
Buona giornata ..ora mi preparo ed esco per andare a lavorare in bici in ospedale.
Ciao Lorenzo, grazie per il tuo intervento: sei riuscito lì dove io, malgrado mi stia sgolando da ieri, pare non riesca a farcela.
Fabio
Ciao Lorenzo, credo che la tua frase sia emblematica e da divulgare a tutti i ciclisti.
In questi giorni sarebbe da stampare e attacare al manubrio a monito.
🙂
Si chiama semplicemente appropriatezza; non a caso è un neologismo..in italiano non esiste e word infatti me lo segna in rosso come sbagliato.E’ un concetto di natura anglosassone.
Fare la cosa giusta al momento giusto ..ora è giusto mantenere al minimo gli spostamenti.
Ciao Fabio,
ccome sempre i tuoi articoli sono sempre un piacere da leggere anche quando non trattano di argomenti felici come i test.
Purtroppo ti posso dire che è troppo blando, vivo a Milano, e la gente nno ha minimamente capito nulla della gravità.
Ho dovuto smettere di andare in bici perchè era troppo pericoloso, troppa gente in giro ! I parchi sono pieni di ragazzi, il naviglio lo devi fare a passo d’uomo !
Non bisogna nemmeno pensare se posso uscire, NON USCITE E BASTA !!!!
L’unica cosa che potete fare è pensare a quele rullo comprare ! (Vedi test del buon Fabio per avere spunti utili…)
Parlatene con i vostri figli, nipoti, con tutti: bisogna stare in casa.
Scusate lo sfogo ma vedere così tanta gente in giro mi fa veramente arrabbiare. Io sto andando in ufficio solo perchè come IT stiamo preaprando tutti i pc possibili per permttere alla persone di lavorare da casa.
Uscire è una mancanza di rispetto verso gli altri ed è come insultare tuttli le persone che nella sanità si stanno facendo in 4 per noi.
Massi
Ciao Massi, anche io ho scherzato sull’emergenza; chi mi conosce però sa che scherzo solo sulle cose serie.
Piuttosto, aspetto un tuo commento sull’altro articolo di ieri. Se non ricordo male anche tu hai… 😀
Fabio
Tranquillo, appena mi fermo un attimo lo leggo e commento. Anticipo solo che sono entusiasta della Checkpoint !
Bravo, considerazioni dettate dall’esperienza personale le cerco sempre, lo sai.
Hai questo telaio da tempo, quindi leggi e poi scrivi. Su, tanto siamo tutti a casa, che teniamo da fare? 😀
Fabio
Grazie per l’articolo, per me la cosa è chiara e benchè qui in Austria ancora i provvedimenti non ci siano, arriveranno a giorni pure qui, penso. Qualche settimana (inutile dire che saranno più di due) di rulli in più non faranno male a nessuno. L’unico rammarico sarà per gli eventi sportivi che verranno inevitabilmente cancellati, ma su, ce ne si farà una ragione, il bene di tutti e dei nostri cari sarà ben più importante, no?
TIriamo fuori i libri, i dischi, riscopriamo il piacere di una lettura e godiamoci quel che abbiamo invece di desiderare come sempre quel che magari non godremmo 🙂
Aggiungerei il fatto che il “giro in bici su strada” è sempre esposta all’incidente, alla caduta che, più o meno grave, può richiedere un accesso a un Pronto Soccorso. E non mi pare il caso di aumentare – potenzialmente – la pressione sui poveri reparti ospedalieri ….
Grazie, sono un paio di giorni che io e mio marito cercavamo chiarezza su questo punto. Almeno ora sappiamo che è giusto fare il sacrificio di andare solo sulla ciclette in casa ….. Margaret Kearton