Pensa e ripensa…

Tempo di lettura: 3 minuti

… e alla fine ho scelto che configurazione Shimano GRX testare: 2x10V.

Già dalla prima lettura del comunicato stampa era lui quello che aveva acceso il mio interesse; insieme alle leve freno supplementari a funzionamento idraulico.

Poi nelle periodiche riunioni col ristretto gruppo di ciclisti coi quali mi confronto per stabilire cosa può interessare, tutti a ripetermi: ” Ma no, 10 velocità non si usano più, nessuno le vuole, gli altri fanno i gruppi a 12, la gente vuole sognare la bici top, devi dargli questo, ci manca pure che torni a parlare di quanto è comoda la tripla…”.

E io mi ero lasciato convincere; poi al solito ho deciso di testa mia.

Perché sono convinto che questo GRX 2x10V sia erroneamente ritenuta la configurazione da snobbare, in un mondo di ciclisti che vivono di classifiche improbabili e leggende metropolitane.

Sempre trovato irritante questo vizio di giudicare, di classificare in entry level e top di gamma, additando i componenti alla base del listino come robaccia.

E’ un entry level, non funziona! Concionano i leoni da tastiera. 

Giusto per restare in casa Shimano, sapete qual’è il mio cambio preferito? Il Sis 5/7 velocità. Una pulita, una registrata e pure dopo 30 anni quello è lì, lavora e non rompe l’anima. Un pezzo da pochi spiccioli, e solo una azienda che punta alla assoluta qualità può permettersi di avere roba simile. 

In un catalogo che spazia appunto dal SIS economicissimo (credo al momento il suo erede sia nella serie Tourney) al Dura Ace a gestione elettronica. 

Mi sono studiato a lungo le caratteristiche dello Shimano GRX, in tutte le sue configurazioni. Studio che ho messo a frutto in questo articolo.

Volevo capire quale fosse più interessante, tutti è improponibile testarli, troppe versioni.

Giusto per riassumere: due versioni a 11v con doppia corona, di cui una Di2; due versioni a 11v monocorona di cui una Di2; una versione 10v con doppia corona. Ognuna abbinale a una bella scelta di pignoni, di fatto hai infinite possibilità.

Da subito ho escluso la Di2, mono o doppia che fosse perché l’elettronico, di cui apprezzo i numerevoli pregi, mal si concilia con la mia idea di come allestire una gravel perfetta per le zingarate a pedali tenendo d’occhio i costi.

Ho escluso anche il monocorona, più o meno per le stesse ragioni.

Restavano sul piatto della bilancia le versioni con doppia a funzionamento meccanico.

E per diverso tempo, dopo la riunione di cui ho detto, ho ritenuto preferibile la 2x11v, con comandi serie 800 perché sfruttano una tecnologia alla pompa che, sulla carta, dovrebbe darmi quella prontezza di risposta che spesso cerco nella guida in fuoristrada.

Insomma, una configurazione di alto livello, con diverse cose interessanti perché oltre la frenata c’è il discorso dei 17 denti tra le corone (48-31), la foggia dei comandi e tant’altro.

Però; però sempre mi ronzava nella mente quel 10v, con quasi tutto dei fratelli di gamma e con un ventaglio di possibili personalizzazioni a basso costo quasi sterminato.

Sono tornato con la memoria ai tanti anni passati a costruire bici che ora chiameremmo gravel e all’epoca tutti mi dicevano non avrebbero mai avuto futuro; assemblate con telai da ciclocross o trekking in acciaio, cercando di far funzionare quello che c’era, commistioni tra componenti stradali e Mtb, esperimenti, adattamenti, soluzioni creative per risolvere la linea catena.

E il Grx a 10 velocità me lo guardavo a catalogo e pensavo “l’avessi avuto tra le mani 20 anni fà…”

Poi lo sapete, sono un fastidioso snob.

Se tutti bistrattano una bici o un marchio, io voglio provare; credo di essere l’unico che a poca distanza ha recensito una gran dama fatta a mano e una signorina della grande distribuzione.

Presto ugual cura e attenzione che stia lì a lavorare su un lussuoso Di2 o uno specchietto da manubrio.

Già, il Di2. Credo che le settimane passate a lavorarci abbiamo avuto una parte importante nel dirigere la mia scelta, nell’indirizzarmi su questo GRX a 10 velocità.

Volevo e voglio qualcosa di ben fatto, facile da usare e mantenere, perfetto per le personalizzazioni, dal costo più contenuto possibile senza rinunciare a una sola stilla di qualità.

L’altro giorno, pubblicato l’articolo su come misurare la catena, mi ha colpito un commento “…finalmente articoli per il popolo”.

L’ho tenuto lì alcuni giorni senza rispondere perché non sapevo come rispondere.

Mi interrogavo, io che ho creato questo blog per offrire un punto di riferimento e un ambiente sereno a tutti quei ciclisti, secondo me maggioranza ma silenziosa, che pensano a godersi la bici, gli piace ogni tanto curarla e far da se ma non la vivono come una religione, un totem inviolabile a cui sacrificare ogni cosa: non è che sto abbandonando la via scelta? 

Io non voglio essere né patinato né, me ne scampi qualunque divinità, un influencer. 

Io voglio essere solo ciò che sono: un appassionato che si diverte a impugnare gli attrezzi e battere i ditini sulla tastiera. 

E poi, diciamoci la verità, se non lo porto sotto i riflettori io questo GRX 10v non lo fa nessuno; io non inseguo click, non scrivo per le statistiche di visita. Avere traffico per me è solo moneta di scambio con le aziende per poter offrire a voi argomenti che vi possono interessare. 

Ma se devo scegliere tra qualcosa che, sì, genera traffico però così, per curiosità; e qualcosa che interesserà meno persone però davvero alla ricerca di quella informazione, io scelgo questa seconda opzione.

Ricordo sempre quando scrissi un articolo su una operazione particolare, componente raro: “Fabio, servirà a 10 persone ma a quei 10 gli salvi la bici”.

Credo, sono convinto, che poter offrire un approfondito esame di questa configurazione a 10 velocità, cercando non solo di scoprirne le caratteristiche ma esplorando le possibilità di allestimento, sia più interessante per tanti pedalatori appassionati.

Ciclisti preparati, persone per cui la bici non è il trofeo da sfoggiare ma strumento di felicità, da vivere e non venerare.

Seguirò lo schema che state intravedendo con l’Ultegra Di2, cioè divisione in articoli brevi che partiranno con la presentazione, avanzeranno con l’assemblaggio e regolazione, chiuderanno con la prova su strada.

Con un percorso più breve, sia perché l’attuazione meccanica non impone approfondimenti e sia perché posso sfruttare molto del lavoro già pubblicato o da pubblicare.

Anche qui ho deciso di abbinare un set di ruote, scegliendo le Shimano RS 370. Non leggerissime ma con cerchi tubeless, canale largo, freno a disco. Peccato solo che il perno passante non sia convertibile in QR. Ah dimenticavo: costo irrisorio.

Mi piacerebbe anche esplorare nuove strade, ho una mezza idea che la guarnitura, malgrado la diversa linea catena, possa lavorare con altri componenti della casa. Ma qui non so se riuscirò, servirebbe avere un plus di materiale che potrebbe non giustificare la richiesta.

Che telaio userò? Non lo so con certezza.

Al momento l’Holdsworth Mystique è impegnato con l’Ultegra. E se non finisco non posso avviare altro.

Non mi entusiasma questa zucca, quel grosso tubone obliquo proprio non riesco a farmelo piacere.

Riconosco però che per una bici da test è stata validissima scelta. Monti di tutto, in foto spicca e qualunque componente risalta bene. Utilissimo per gli articoli officina.

Però se risano il profondo deficit del blog, bilancio in rosso che più rosso non si può, forse una mezza idea su un altro telaio ce l’ho.

Vedremo.

Non so nemmeno dirvi quando avremo online il GRX 10v.

Il maltempo mi ha fermato, ho una decina di articoli pronti ma non pubblicabili causa mancanza di foto; e quella già la grafica di questo blog è triste, pubblicare recensioni senza foto è deprimente.

Appena la pioggia darà tregua, pare che sino a fine mese andrà avanti coi diluvi, partirò per la canonica trasferta dedicata alle immagini.

E così poter poi smontare la Mystique per farle accogliere il GRX, se nel frattempo non sono riuscito a procurami altro telaio.

Io pianifico, organizzo, stilo calendari e dopo anni ancora credo che li rispetterò. Non imparo mai, lo so…

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">Antonio Daniele</cite>

    Bene Fabio, concordo pienamente con questa tua filosofia della bicicletta che definirei propriamente “Teoria della Ragion Pura della bicicletta” e rimango in attesa di leggere la tua “Teoria della Ragion Pratica della bicicletta”. Buon lavoro.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Presidè (per me resti presidente a vita) mi fai sempre migliore di quel che sono…
      Diciamo che questo blog vive in bilico, ché se scrivessi bipolare sarebbe più veritiero ma suona male, tra l’officina di un semplice appassionato e il rigore che ho sempre tenuto dal mio primo articolo pubblicato. E c’era il muro ancora in piedi all’epoca…
      Cerco la “notizia” ma non la inseguo; provo a dare una mano ai ciclisti ma non sempre posso.
      E alla fine ne vien fuori questo strano posto, spero però sempre rilassante per voi. Lontano dalle guerre dei forum, accurato come spesso non è in rete.
      Ma da qui a citare Kant, quello esce dalla tomba e mi prende a calci, presidè, su… 😀

      Fabio

  • <cite class="fn">luigi italiano</cite>

    vai con il 10vel che pur essendo comunque caro va benissimo e non sbaglia un colpo. Ci sarebbe poi da capire e approfondire se una leva grx e’ compatibile con un cambio posteriore Tiagra e se una leva tiagra e’ compatibile con un cambio posteriore grx ma capisco che tutto non si puo’ chiedere ma almeno che sia da indizio sulfronte prezzi poiche’ sembra che il tiagra idraulico costi meno del grx idraulico quindi se ambedue i cambi posteriori gestiscono senza appendini e cose strane una cassetta da 42 denti ( gia’ montata e testata su cambio tiagra gabbia lunga ) ci sarebbe solo da capire dove si troverebbero eventuali migliorie tecniche/meccaniche e/o idrauliche….per poi decidere ….tenchiu

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luigi, mi spiace deluderti ma prove fuori specifiche non ne farò. Sarebbe scorretto nei confronti vostri e dell’azienda: in pratica vi impedirei di accedere alla garanzia dicendovi di andare oltre quanto previsto.
      Inoltre c’è una bella differenza tra far salire la catena sino al 42 e cambiare bene…

      Tra Tiagra e GRX ci sono molte differenze oltre la rapportatura; dalla linea catena che ben si sposa con gomme larghe (e telai), al cambio a tecnologia rx all’ergonomia delle leve. Viste in foto si nota poco, ma se le metti vicino noti l’ergonomia tutta diversa.
      Sto studiando come costruire un supporto per eseguire un raffronto fotografico, un poco di pazienza e vedremo tutto ciò che serve sapere.
      Ma sempre senza travalicare le specifiche della casa.

      Fabio

  • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

    Apprezzo molto la scelta del gruppo GRX 2×10, anche se solo per curiosità visto che non ho in programma upgrade a breve. Ma avere un’idea di dove shimano sta andando è interessante, e i componenti “entry level” (so che ti piace molto questa definizione) sono quelli che in generale si adattano di più all’uso che ne farei…
    Per quanto riguarda la linea catena: è davvero un vantaggio aumentarla? Da fonti autorevoli non dovrebbero esserci grossi problemi con trasmissioni standard fino a gomme (o parafanghi) di 55-60 mm, dimensioni ancora lontane dalla stragrande maggioranza delle bici allroad, anche se ovviamente ogni telaio fa storia a sè. O dici che shimano si porta avanti, prevendendo che si arrivi a breve ad installare copertoni di tali dimensioni su larga scala? Un paio di esemplari ci sono già, mi pare, e hanno trasmissioni 1x.
    Non mi ricordo più dove volevo andare a parare… Intanto buona fortuna con il meteo 🙂

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Paolo, in realtà il discorso linea catena io lo semplifico citando le gomme, che è vantaggio tangibile, chiunque lo vede.
      Ma c’è da tener presente come nel frattempo la battuta forcellini è aumentata, mentre tutto il resto è uguale (telai disco PP, intendo) e probabilmente Shimano ha preso la palla al balzo del GRX per introdurre questa modifica; qualcosa che prima o poi troveremo anche con altri, ormai poco da fare, i dischi saranno sempre più diffusi.

      Colgo l’occasione per una altra cosa, però non mi ricordo se me lo chiedesti proprio tu o tuo omonimo; il reggisella ammortizzato Redshift è in arrivo. Stanno iniziando a spedire prima a chi ha aderito alla campagna kickstater, ma mi ha scritto l’azienda ieri per dirmi che “sfileranno” via un esemplare per farmelo avere quanto prima, seppure con embargo per la pubblicazione del test sino a gennaio. Pratica usuale quella degli embargo, almeno per chi sta da questa parte del monitor.
      Aggiungo: ogni pubblicità che gira sui social proveniente da terzi, ossia non da redshift direttamente, che lo da in pronta consegna è una truffa,come già avuto modo di comunicare a chi mi ha contattato in privato.
      Fare riferimento sempre e solo all’azienda, a cui chiederò,come fatto con lo stem, uno sconto per i lettori.

      Fabio

      ps; userò anche la tua piega per i comandi grx…

      • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

        Grazie della risposta, tendo a dimenticare/ignorare un tot di innovazioni che non mi interessano, ma che ovviamente vanno considerati da chi i componenti li produce.
        Il reggisella non era una mia domanda, con le nuove gomme 650b x 48 non saprei che farmene (boom)
        E quindi hai già tutto il 2020 pieno per i test, sembra 😀
        Buon divertimento con lo sgorbio.

  • <cite class="fn">Giovanni74</cite>

    Forse dico una cosa impopolare ma è realtà dei fatti. Nessuno di noi appassionati è immune dal fascino del top di gamma, questo valeva 50 anni fà come adesso. A chi non piacerebbe sfoderare l’ultimo gioiello di questa o quella casa o presentarsi con qualcosa fatta artigianalmente solo per noi magari in nobile lega. Però il nostro non è un concorso di bellezza ma uno sport durissimo che non fà sconti, quindi alla fine l’unica cosa che conta sono le gambe. Proprio loro, se vogliamo dargli voce, sono le prime che ci ringrazierebbero se dotassimo la nostra bici di un pacco pignoni che non presenta salti iperbolici, il famoso un “dente alla volta”. Quanti di voi non sono incappati, magari nel desiderio di stare a ruote, nel problema che scendendo di un pignone si pedalava troppo agili se si saliva di uno diventava troppo duro,col risultato che quello davanti se ne andava. I cambi a 9 o 10 o nel caso Campagnolo 11 (12-25), sono i soli a permetterci di poter avere una progressione ben equilibrata in basso. Sopratutto se come nel mio caso l’unica cosa che assomiglia ad una montagna sono i cavalcavia. Magari sarò anche io pò retrò,ma c’è poche trasmissione, che possono competere con la disponibilità di gamma di velocità che dava un cambio 3×8. Tra l’altro costruito in maniera molto raffinata. C’è anche da riconoscere una cosa, la corsa ad aumentare la gamma di velocità o diminuiere la dimensione delle corone, è anche figlia del fatto che, sacrificio si ma fino ad un certo punto. L’appassionato di oggi, nell’ottica del caos della vita moderna, vuole godersi la sua bicicletta, riducendo ove possibile il grande impegno che comporta, e proprio il voler venire incontro a questo desiderio che ha spinto le case costruttrici a fornire ausili per poter affrontare percorsi che altrimenti pochi si potrebbe permettersi.
    Giovanni

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, da ciclista condivido in toto il tuo pensiero.
      Da pennivendolo…pure.

      Certo, sono consapevole che scegliere il di2, magari monocorona che tanto va di moda, mi avrebbe garantito più audience.
      Però, l’ho detto nel post, io non scrivo per le statistiche di visita, scrivo per i ciclisti.
      Che, ne sono certo, non troveranno che gli racconterà questo GRX a 10 velocità.
      Perché “la concorrenza” batte sulle versioni top, chiamiamole così.
      Lo capisco ma io ho un vantaggio: col blog non ci devo campare. Anzi, non lo avessi avrei più soldi sul conto e mi godrei le mie bici, invece di investire tanto tempo e denari e uscire solo per testare qualcosa.
      Non dovendoci campare posso bellamente fregarmene delle statistiche e dei social e fare ciò che credo sia nell’interesse dei ciclisti.
      Magari una fetta minore, ma sicuramente preparata e appassionata come i vostri interventi e mail mi confermano ogni giorno.
      Il mio unico rammarico è la lentezza con cui pubblico, vorrei essere online con almeno due articoli a settimana: un test e un articolo officina ma è impossibile.
      Vabbè, anche se a rilento, l’importante è creare articoli piacevoli.

      Fabio

    • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

      Sono un po’ perplesso da questo intervento… pur condividendone buona parte, ci sono un paio di cose che mi fanno storcere il naso. Premetto che probabilmente viviamo il ciclismo in maniera diversa, se non opposta, almeno a sensazione – e che per me i cavalcavia sono l’unica cosa che assomiglia alla pianura 😀
      Però non vedo niente di male nell’appassionato che “vuole godersi la sua bicicletta, riducendo dove possibile il grande impegno che comporta”. Se stiamo parlando di agonismo è un conto, altrimenti per me ogni persona in più che inforca una bici, quando, come, e dove vuole, è comunque un fatto positivo. Che lo faccia a cavallo di una bici d’epoca, di una ebike o dell’ultimo ritrovato della teNNologia moderna, finché rispetta gli altri e il codice della strada, che problema c’è? Se uno vuole arrivare in cima ad un passo con le proprie forze, non vedo perché debba sentirsi sminuito da altri che affrontano la stessa salita con un qualche tipo di ausilio… rovinano forse il panorama? Meglio una ebike che una moto rumorosa, per quanto mi riguarda 🙂
      E visto che l’unica cosa che conta sono le gambe, io apprezzerei moltissimo dei rapporti che mi permettano di salvarle sulle rampe in doppia cifra, e che tanto del 50×11 non me ne farò mai nulla. Ma ognuno ha le proprie lamentele personalizzate, se no che gusto c’è?

      • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

        Ciao Paolo, conosco Giovanni da tempo e credo che sia solo una questione di interpretazione dovuta al mezzo che impedisce spesso di trasmettere il senso delle proprie parole.
        Non c’è “condanna”, qui alla fine tutti la pensiamo allo stesso modo: ognuno libero di godersi la bici come meglio crede.
        Piuttosto, mi permetto di interpretare lo scritto di Giovanni, tutto si innesta su un argomento di cui abbiamo spesso parlato, anche qui sul blog; e cioè il fatto che se aggiungi pignoni sei alla moda, sei uno buono; se aggiungi una corona sei un demente.
        Questo nella vulgata diffusissima su forum e gruppi social

        Se poi manco io ci ho capito niente e vabbè, fossi intelligente non terrei ‘stò blog… 😀

        Fabio

  • <cite class="fn">Giovanni74</cite>

    Ciao Paolo, scusami forse non mi sono espresso bene. Il mio discorso non era mirato contro chi usa li ausili, ma come spesso le stesse case non li rendano veramente fruibili. Pur di dotare in maniera antisonante la bicicletta di quante più velocità possibile, di pignoni sempre più grandiesempre più piccoli,spesso se ne va a rendere difficoltoso proprio l’uso. Passare da un pignone ad un altro con salti anche di 4 denti non è una cosa proprio piacevole. Volevo scriverlo sopra, ma poi l’intervento diventava lungo. Sempre da amatore, se abitassi come te in un pòsto di montagna,cercherei anche io qualcosa che mi aiuti a salire. Magari, vorrei un gruppo pignoni che non mi presenti come scelta 11 o 12 o 13, che me ne faccio nulla, vedrei ben il 29 o il 30 il 32 ect. Trovare però un gruppo composto razionalmente nei rapporti in base all’uso amatoriale diventa sempre più arduo. Rimanendo nel tema dieci veloctà, potrebbe essere un’ottima scelta se chi li costruisse li facesse partire magari dal 15 o dal 17, abbinato ad una bella guarnitura 50-34, posso salire quasi ovunque anche se non sono in piena forma e magari non riesco ad affrontare allenamenti settimanali. Quindi Paolo condivido il tuo punto di vista,purtroppo però credo, che le case per contenere i costi o seguire le mode,stiano creando standard un pòtroppo generici,buoni per tutto ma che alla fine scontentano un pò tutti.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Sorry, ma intervengo per una precisazione: GRX è gruppo da gravel, non da strada.
      Serve agilità non per scalare il Mortirolo ma per non mettersi bici in spalla quando il terreno è cedevole e se hai rapporti duri la ruota gira a vuoto, troppa spinta. Con il 34 avanti e 32 dietro succede spesso…
      In questo utilizzo ben vengano la guarnitura 46-36 e pacco pignoni compatibile con cambio fino a 36 finale.
      Shimano mi ha inviato un 11-30, io per completezza ho deciso di acquistare un 11-36 proprio per avere la recensione più completa possibile. Anche dal punto di vista tecnico, vedere come se la cava il cambio a gestire cassetta così ampia.

      Fabio

  • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

    Grazie per le risposte.
    Evidentemente non ho capito la chiusa del primo intervento, ma ad una prima (e seconda e terza, mi sono sforzato) lettura suonava proprio male. Felice di essermi sbagliato.
    Concordo in toto con l’opinione sulle scelte poco “intelligenti” di rapporti e trasmissioni disponibili sul mercato, soprattutto sullo standard che si trova montato sulle bici nuove nel 90% dei casi.
    Personalmente apprezzo i rapporti inferiori all’1:1 anche su asfalto, anche se non strettamente necessari: posso pedalare agile quanto voglio e salvare la gamba sulle lunghe distanze, o trascinarmi senza troppa agonia sull’ultima inevitabile salita per tornare a casa a prescindere da quanto sono cotto 🙂
    Datemi una trasmissione 3×8 o 3×9 ben fatta, una corona piccolina davanti e intervalli ragionevoli tra i pignoni…

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    …non dimentichiamo le trasmissioni da mtb con le quali si sale ovunque (e se lo faccio io a 62 anni lo fa chiunque proprio!).

    • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

      Infatti l’idea sarebbe quella di pasticciare un po’ per far funzionare i comandi da strada con una tripla da turismo/mtb 🙂
      Ma non ho ancora trovato un modo soddisfacente…

  • <cite class="fn">Giovanni74</cite>

    Se le case lasciassero la possibilità di assemblarsi il gruppo pignoni come uno desidera come si faceva un tempo ognuno di noi troverebbe la soluzione più adatta. Invece oggi li mettono insieme a gruppi da tre e volenti o nolenti ci tocca accontentarsi della via di mezzo. Come giustamente ha detto Paolo, nel 90% dei casi,alla fine dobbiamo essere noi ad adeguarci alla trasmissione e non il contrario.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ricordate sempre: la gamma rapporti non è fatta per accontentare tutti ma per scontentarne il meno possibile.
      Amen
      Torno nel loculo

      Fabio

      • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

        Certo, ma tu ci fornisci questo bell’angolino dove venire a lamentarci, oltretutto in compagnia di altra gente dalle idee impopolari e controcorrente (ma ovviamente diverse)… come trattenersi? 😀

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