Non sono contro le e-bike
Mai stato contro le e-bike, anzi.
Negli ultimi mesi sempre più spesso mi arrivano messaggi in cui mi chiedono perché non le tratto, non ne parlo qui sul blog e soprattutto se mi sono “antipatiche”.
Nulla di tutto questo.
Non ne parlo qui sul blog perché è un settore molto tecnico di cui conosco solo i principi fondamentali, non ho una conoscenza tale da permettermi di sviscerarne ogni dettaglio come invece posso fare con bici da strada o touring o gravel, aprirmi a questo settore richiederebbe un fortissimo investimento.
E vi assicuro non mi sono antipatiche.
Trovo le bici a pedalata assistita una gran bella cosa per tanti aspetti.
Il più importante è la praticità nell’uso urbano, come mezzo di trasporto. Chi risiede in città collinari sa cosa significa doversi sobbarcare alcune salite per andare al lavoro, senza possibilità di cambiarsi una volta arrivato.
Io già con il caldo di aprile ho grosse difficoltà a spostarmi in bici per andare in Tribunale, ho messo a punto una infinita serie di strategie per non arrivare indecente.
Stesso problema per chi deve raggiungere un luogo di lavoro o svolgere commissioni a una distanza tale che la bici muscolare può diventare un problema.
Si, un problema, perché una larga fetta di utenza di bici a pedalata assistita per uso esclusivamente urbano non è ciclista appassionato.
Però sempre meglio una e-bike in più sulle strade e una automobile in meno che viceversa.
E forse c’è un altro bonus, significherebbe avere una persona abituata all’auto che sperimenta quanto si è vulnerabili in bici; e avrà nuova consapevolezza una volta tornato su quattro ruote.
Ma, mi rendo conto, finché ci limitiamo a questo segmento siamo più o meno tutti d’accordo.
Il discorso cambia se guardiamo alle e-bike più specialistiche, da strada o fuoristrada.
E qui partono le tifoserie, le guerre.
Addirittura un tizio mi disse che secondo lui quelli che usano le E-mtb non meritano di andare in bici, figuriamoci chiamarli ciclisti.
Non per me.
Sempre sostenuto che ognuno debba vivere come meglio crede, a patto di non voler sopraffare il prossimo. Insomma, se tu sei contento a fare una certa cosa a me va benissimo, il fatto che quella stessa cosa non desti in me alcun interesse o mi annoi significa nulla. Basta che qualunque cosa ti piaccia fare nella vita non vada a danno di altri.
Concetto che se riportato nel mondo a pedali si traduce nel mio solito “ognuno pedali come crede, l’importante è che sia felice”.
Sono personalmente molto favorevole alle E-mtb.
Penso alla famigliola in vacanza in montagna che decide di ammirare il paesaggio dalla vetta: non riescono a salire con bici muscolare, usano la pedalata assistita. Meglio che inerpicarsi con un distruttivo 4×4.
Penso al ciclista che non ha tempo per allenarsi come vorrebbe, con quel motorino riceve l’aiuto per raggiungere luoghi altrimenti preclusi.
Obiezione solita: che gusto c’è?
Il suo, la mia risposta.
Perché vale quanto ho detto sopra, ognuno libero di pedalare come crede.
Faccio un esempio. A me piace molto la montagna ma non sono uno scalatore. Prendo l’ovovia (con la giusta ansia…) e raggiungo la cima, godendomi la bellezza da lassù.
Un alpinista ammirerà il paesaggio dalla stessa vetta ma con emozioni diverse. Per lui la bellezza sta nell’arrampicata, la cima è solo il pretesto.
Riportando ancora una volta nel mondo a pedali, è la stessa soddisfazione che proviamo noi appassionati nel vincere quella salita impossibile. Il nostro gusto non è lo stare lassù, al passo: il nostro gusto è la fatica per arrivarci, ci godiamo ogni metro di strada. Infatti una volta su restiamo sempre poco tempo fermi, l’appagamento ce lo ha dato la fatica per arrivare.
Ora che ci siano persone che vogliono godersi una montagna senza appassionarsi alla fatica non la vedo né una scorciatoia comoda né un imbroglio.
C’è chi ama la piscina per fare la cozza attaccato al bordo (io) e chi entra in acqua solo per farsi 100 vasche.
A ognuno il suo piacere.
Sempre restando nel mondo off road, a parte che gestire una E-mtb non è semplice come si crede, tantissimi pedalatori muscolari, appassionati, la usano. Per i più svariati motivi, e non per questo mi sogno di bollarli come truffatori.
Adesso stanno arrivando le gravel a pedalata assistita, ancora un volta una ulteriore possibilità per chi non può o non vuole sobbarcarsi tutta la fatica.
Certo, per noi appassionati è proprio la fatica il vero gusto, ma con ciò? Dobbiamo star qui a dare patenti di nobiltà ciclistica?
Quelli non meritano di essere chiamati ciclisti perché imbrogliano? Ma imbrogliano chi?
Io non mi sento truffato o danneggiato da una e-bike che mi passa in velocità mentre arranco lingua a terra salendo col mio passo.
Mi sentirei truffato o, peggio, danneggiato, se per ipotesi per un qualunque motivo quella strada venisse chiusa alle bici muscolari per far transitare solo le e-bike. Ma è una ipotesi surreale, chi pedala assistito nulla toglie a chi pedala muscolare.
Sono infastidito, questo lo riconosco, dai fenomeni che sfrecciano in ciclabile con le e-bike truccate. Sono pericolosi. Ma la colpa non è mai del mezzo, solo di chi lo usa. Un imbecille sarà tale qualunque cosa guidi, come dimostrano i tanti che usano le ciclabili urbane per allenarsi in gruppo…
Non mi diverte usare una E-bike come fosse la mia bici da corsa, mi piace la fatica sui pedali. A me piace, questo non significa debba piacere ad altri né soprattutto io debba imporre questo mio piacere agli altri. Come quelli che hanno le loro certezze e chi la pensa diversamente allora capisce nulla. No, io non sono così.
Ognuno ha diritto di vivere come crede a patto non danneggi gli altri.
La vera truffa, che purtroppo c’è stata e forse c’è ancora, è di quelli che si presentano alla linea di partenza col motorino nascosto nella scatola movimento.
Ecco, loro si che barano. Né più né meno come quelli che prima di partire fanno incetta di farmaci dopanti.
Qui non mi si può rivoltare contro il mio “che ognuno pedali come crede” perché c’è una effettiva lesione della liberta altrui: quella di gareggiare ad armi pari e nel rispetto delle regole.
In definitiva no, non sono contro le e-bike come non sono contro i freni a disco o a cerchio, l’acciaio o il carbonio, la ruota a basso o alto profilo, il mono o la doppia corona e così via. Le diatribe non mi interessano.
Non parlo mai su queste pagine di bici a pedalata assistita perché non ho sufficiente competenza, non mi interessa acquisirla perché non è settore che voglio approfondire sul blog , non è un tipo di bici facile da gestire per i test, servirebbe un investimento logistico molto oltre le mie possibilità. Servirebbe avere in casa almeno 3/4 E-bike di vario genere e allestimento per poter lavorare a recensioni decenti, con una spesa non affrontabile.
Non ritengo i pedalatori assistiti dei truffatori, indegni di essere definiti ciclisti come, purtroppo, fa qualcuno.
Trovo le e-bike una valida soluzione alla mobilità urbana.
Ho solo qualche remora per il loro essere realmente green. Sono mesi che studio l’impatto ambientale della corsa alla mobilità elettrica, sia dal punto vista ecologico che geopolitico.
Se le implicazioni goepolitiche mi sono chiare, quelle tecniche assai meno. Per comprendere a fondo serve avere una conoscenza scientifica che non ho, quindi molti aspetti mi sono poco chiari, gli studi che ho letto danno per scontato che certi concetti siano patrimonio del lettore. E’ anche giusto, sono pubblicazioni specialistiche.
Vero però che il focus è sulle auto elettriche, quindi batterie diverse e ben più grandi, con problemi nella costruzione (reperimento materie prime) e smaltimento assai superiori a quelli delle batterie per bici.
Da tempo vorrei scriverne ma, lo sapete, finché non ho piena padronanza di un argomento evito di parlare a sproposito.
Perdonate se vi ho rubato tempo con le mie chiacchiere, ma spero così di aver dato una risposta chiara a tutti quelli che mi contattano sull’argomento, evitandomi una risposta singola ogni volta.
Buone pedalate, come vi pare
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Ho notato che con la “scusa” della batteria la bici (elettrica) assume dimensioni spropositate. E conseguente peso. Mi pare un mercato malato quello che impone una bici suv-izzata tanto la pedalata è assistita. Ovviamente non tutte le e bike son così. Ma quelle più “commerciali” mi pare prendano questa via.
Beh, c’è da tener conto della coppia espressa che impone scelte progettuali. Ma qui poi si entra nel campo tecnico che, come evidente, non è scopo di questo mio scritto.
Io non pedalerei mai su una mini fat bike elettrica, proprio non mi piace. Ma se a qualcuno piace, l’importante è che sia contento lui. In estrema sintesi.
Fabio
Ciao abio.
Fai bene a non evventurarti nella giungla indotta da questa specifica tipologia di bici con le moticazioni che hai adotto: anche se in realtà nel breve articolo lo hai già fatto.
Per esempio relativamente alla necessità di non arrivare in un luogo esageratamente sudati: non so se noti che tutti gli e-biker sono esageratamente vestiti tutto l’anno.
Per esempio considerando che spesso possono arrivare dove non arriverebbero: non so se noti ma tutti corrono con il pignone più piccolo con una cassetta posteriore che va dagli 11 ai 12 pignoni.
Relativamente alla sostenibilità ambientale di tali mezzi, ma anche delle auto a batterie al momento è solo che business.
Non abbiamo energia e parliamo di considerare nuovamente la costruzione di centrali nucleari: sono forse ecosostenibili?
Da tecnicaccio elettrotecnico mi sono interessato e letto studi di quella che dovrebbe essere o dovrebbe diventare la rete di distribuzione elettrica quando auto, e quindi anche bici, diovessero utilizzare solo energia elettrica: niente di tutto quello che abbiamo o possiamo concepire oggi. Con realizzazione di nuovi elettrodotti e tutto quello che ciò comporta.
E’ pur vero che dobbiamo cercare delle alternative all’attuale situazione.
non per fare polemica ma solo per confermare quello che hai scritto in apertura: l’analisi di tali argomenti è di una complessità non banale.
l’unica certezza che abbiamo è che solo la pedalata tradizionale, per necessità di mobilità o per necessità sportiva, può definirsi ecosostenibile.
Ciao Piero, sulla questione green si/no prima o poi vorrei scriverne. Ma prima ho bisogno di capirci qualcosa.
L’impressione per ora è che la soluzione potrebbe rivelarsi nel lungo periodo peggiore del male; o, alla meglio, sostanzialmente analoga ma spostando gli stessi problemi su altri territori e popolazioni.
Certo, una soluzione serve comunque, così non possiamo andare avanti. Però che non sia un passo indietro…
fabio
Mi sembra che siamo allineati Fabio
Si vede proprio che sei un avvocato, righe e righe per scusarsi di una colpa che non si ha.
Io avrei scritto semplicemente:
.
🙂
Beh, in realtà perché non ne scrivo l’ho sintetizzato in poche righe, il resto del discorso è per ribadire che ognuno pedali come vuole, senza che altri attribuiscano patenti das ciclista.
Però hai ragione, sono avvocato, quindi anzitutto non devo far capire cosa sto dicendo, solo farlo sembrare bello.
Fabio
Concordo la filosofia. Semmai il problema delle e-bike è la relativa pesantezza/trasportabilità e la manutenzione del motore elettrico e relativa componentistica, insomma una muscolare con i video di Fabio e un po’ di manualità te la sistemi da solo, una elettrica mica tanto, ma del resto chi prende un e-bike non penso sia interessato a passare ore in garage per il gusto di farsi le cose da sé….sul fatto del green per quel che riguarda le emissioni di particolato fine, il famigerato pm10, ecc. sostituire i motori endotermici con gli elettrici quasi annulla totalmente il problema e per le nostre città asfittiche sarebbe un toccasana, per la Co2 e gli altri gas climalteranti invece tutto dipende come viene prodotta l’energia elettrica, poi occorre vedere gli impatti della produzione e dello smaltimento delle batterie …. problema complesso….insomma non tutto è verde come appare. Un caro saluto
Si max ma anche qui, come detto poco fa, si entra nel campo di valutazioni tecniche che non sono lo scopo di questa mia chiacchierata. Hanno limiti e pregi, hai ragione, e certo non sono semplici. Però anche molte muscolari sono complicate fidati…
Fabio
“Addirittura un tizio mi disse che secondo lui quelli che usano le E-mtb non meritano di andare in bici, figuriamoci chiamarli ciclisti”
Parole sante. Stessa cosa per coloro che hanno scelto di usare lo scooterone anche se (come il sottoscritto) ha usato moto da strada fin dai suoi 16 anni. Ora… sarà perchè il traffico non è più quello di quaranta anni fa… sarà perchè ho già una certa e preferisco la comodità, mi dicono che i “motociclisti” sono tutt’altra cosa, come se io non avessi una esperienza di vita in sella a moto di grossa cilindrata. Io sono un ciclista di seconda serie (se così si può dire) perchè uso la bici per girare in città e perchè mi piace pedalare senza troppi sforzi senza fare tutti i giorni decine di km in sella alla mia mtb senza essere invidioso delle e-bike che tutte le volte mi sverniciano e con i tuoi consigli e i tuoi articoli molto ben descritti mi sono permesso di trasformare la mia “Elessar” di qualche decina di anni fa in una bici totalmente diversa e ne sono enormemente orgoglioso! Grazie per i consigli preziosi che dispensi tutte le volte che fai un articolo nuovo. Colgo l’occasione, visto che tra poco è Natale, di farti i miei migliori Auguri di Buone Feste.