Mobilità sostenibile? Non mi faccio illusioni
In questi giorni dedicati alle varie ipotesi di ripartenza, ed evito per amor patrio di dirvi cosa ne penso, si è fatto gran parlare dell’importanza di favorire l’uso della bicicletta.
Sarebbe una semplice questione di logica, senza voler tirare in ballo passione o amore per la bici.
Sarebbe semplicemente risolvere in modo intelligente il problema che da lunedì prossimo esploderà, sperando non sia il solo, ossia: come possiamo ovviare alle restrizioni per i trasporti pubblici?
Metropolitane e autobus sono insufficienti nei giorni normali, figuriamoci adesso che dovranno limitare la capienza per rispettare la distanza di sicurezza. Del tutto inutile in luogo chiuso e angusto, ma tant’è, facciamocene una ragione e restiamo sul pezzo.
Non sono uno di quelli che guarda sempre all’estero per cercare modelli virtuosi; mi limito a osservare cosa accade per essere informato.
E ho notato che in UK, anzi negli store online inglesi che di solito consulto, sono quasi del tutto sparite le offerte sulle bici. Qualcosa c’è ma sono offerte civetta. Oppure, pratica per nulla insolita, viene proposta in offerta una tale bici con sconto in percentuale dopo però averne alzato il prezzo. Alla fine la paghi uguale se non più di quando non è in offerta, chiamiamola così.
Che c’entra con la nostra mobilità? C’entra, perché l’assenza di promozioni risponde a una legge di mercato. E visto che in questo momento il mercato di bici in UK tira forte, ecco sparire le promozioni.
Tira forte perché la gente compra la bici per spostarsi, per andare al lavoro o fare la spesa.
Perché hanno capito che è un mezzo di trasporto sicuro; almeno rispetto al virus, per il traffico lasciamo perdere.
Da noi tante chiacchiere.
Prima l’ipotesi di un contributo di 200 euro per l’acquisto di una bici, ma per chi risiede in un comune con almeno 60.000 abitanti.
Perché? Il pendolare che abita nel piccolo paese e va a lavorare in fabbrica o ufficio a 10km di distanza è brutto, sporco e cattivo?
Posso dirvi con sincerità come bollo la questione del limite della popolazione? Una cazzata. Scusate, ma quando ci vuole…
Potremmo discutere di quanto 200 euro siano effettivamente congrui, secondo me no. Una bici appena decente, cioè sicura, costa circa il doppio o il triplo (bisogna considerare che per gli spostamenti servono anche alcuni accessori, dalle luci ai parafanghi al portapacchi: parliamo di mobilità, non di passione) e di questi tempi ogni spesa va pianificata con cura.
Un incentivo ben più sostanzioso (e soprattutto senza obbligo per il negoziante di anticiparlo in attesa di rimborso dallo Stato: già i negozi sono con l’acqua alla gola…), un programma tipo il Bike to Work, anche lui di origine anglosassone (ma in vigore da anni) sarebbero ben più proficui se lo scopo è mettere la gente su una bici e non in autobus, treno o auto.
Ma non mi faccio illusioni e non tanto per il contributo, se mai ci sarà, quanto per l’altra uscita (proposta? Idea? Pensiero? Ma no, uscita va bene): aprire le corsie dedicate alle bici anche ai veicoli a motore, a due o tre ruote.
Ma siamo scemi?
Già sappiamo quanto siano pericolose le ebike modificate che sfrecciano a 40km/h in ciclabile mentre noi pedaliamo per andare al lavoro e vogliamo aprire a scooter e moto?
Vogliamo farci agganciare dalla prima BMW GS con borse annesse che passa nella nostra risicata corsia?
Ma dico, avete presente quanto è larga quella nave a motore e quanto è stretta una ciclabile?
Da percorso protetto, perché tale dovrebbe essere quello dedicato alle bici, a percorso sicuro per l’ospedale?
Come sempre, rilevo che ogni Governo, quale che sia il suo colore, non ha alcuna cognizione di cosa sia la mobilità in bici. E lo dico per i nostalgici di quello che per un anno ci ha abboffato con feste e sagre: gli esponenti del suo partito sono quelli che in assoluto hanno collezionato il maggior numero di esternazioni contro le bici e si oppongono ovunque alle ciclabili. Perché, per loro, chi si sposta in bici o è uno sfaccendato o un comunista.
L’attuale compagine a parole si è dichiarata a favore; nei fatti invece…
Sia chiaro: sono pensieri (oibò, pensieri forse è troppo: chiacchiere in libertà), non provvedimenti, quelli appena raccontati.
Ma se questo è lo spirito allora, effettivamente, meglio non farsi illusioni.
Buone pedalate, quando si potrà.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Non conosco la situazione dei vari negozi online inglesi, ma PlanetX da marzo, applica il cambio alla pari tra euro-sterlina. Come sconto mi sembra ottimo.
Si, ma le bici che prima costavano 1000 ora costano 1200…
Fabio
Gli aumenti, risalgono a prima del cambio favorevole e rimarranno anche dopo che lo sconto finirà.
Per aggiungere ai pensieri
Milano dice la sua dopo belli disegni e grande parole
https://www.comune.milano.it/documents/20126/78875953/OrdinanzaSindacoN21del30042020.pdf/580922d8-e9c2-a3e7-6b15-d009a7ed2ee8?t=1588260211739
¯\_(ツ)_/¯
Grazie Fabio!
Grazie Fabio.
Mi trovo ancora una volta a condividere pienamente il tuo pensiero, le tue riflessioni e anche i tuoi timori. Veramente, pur evitando le solite critiche populiste perche ora meno che mai servono, mi chiedo la razio di certe decisioni: A volte temo, ma forse è solo un intimo tentativo di giustificare l’ingiustificabile, che siano prese su basi e info di cui noi non disponiamo. Non comprendo e non giustifico, ma comunque continuo a sperare.
Un abbraccio
Pierluigi
Ma io invece qui Bologna avevo capito l’opposto e cioé che per favorire ora l’uso delle bici avrebbero chiuso alcune strade alle auto per permettere il passaggio di più bici. Ho registrato mentalmente questa proposta non avendo però molta fiducia che si arriverà a ció. Probabilmente è però molto più credibile l’altra intenzione che è quella di espandere i percorsi ciclabili e velocizzare l’esecuzione dei lavori. Tra questi lavori anche la terminazione in anticipo della pista del sole che aspetto con impazienza.
Ciao Edorardo, che ci siano o ci saranno realtà comunali è auspicabile.
Ma io parlo delle esternazioni del ministro
Fabio
Bologna…….che fortuna…..ci sono nato , ma ora vivo a Roma e mi sposto con una bici (cancello) che ho modificato con cambio al mozzo e contropedale……..per le salite non è ideale ma mi spinge l’idea della meccanica nel mozzo
Condivido il tuo pensiero, però pensiamo positivo:…se son rose fioriranno, anche 200€ di contributo (se ci sarà) vanno come incentivo per l’acquisto di una qualsiasi bici, da quella da 400€ a quella di 4000€
Ciao Fabio,
l’idea del contributo da 200 euro per incentivare l’uso della bici è una stupidaggine. In questo momento ci si aspetta un maggior uso dell’auto a causa della riduzione del numero di posti nei mezzi pubbllci.
Questo fenomeno va corretto con una contemporanea riduzione della domanda di trasporto (a cui si risponde imponendo lo smart working a tutti coloro che possono utilizzare questa modalità e con la chiusura delle scuole, per un totale di almeno 10 milioni di persone in meno) ed un aumento della frequenza delle corse e numero di mezzi in circolazione.
Se la prima misura correttiva, la riduzione della necessità di trasporto, è presente già nei dpcm, della seconda non vi è menzione. In proposito, conosco solo l’ordinanza della Regione Campania, che attiva i mezzi del trasporto pubblico al 60% della loro capacità, cosa che lascia qualche perplessità circa la possibilità di servire l’effettiva domanda in seguito alla riduzione del numero dei posti.
Questa premessa serve a descrivere lo scenario con cui deve misurarsi l’azione del Governo.
Occorre però domandarsi perché molte persone, pur volendo, non usano la bici: hanno paura di immettersi nel traffico!
E non hanno tutti i torti, sia perché in molta parte del territorio non vi sono percorsi protetti idonei a dare la sicurezza necessaria a chi si muove sulle due ruote, sia perché, è inutile nasconderlo, la sicurezza sulle strade per i ciclisti è fortemente influenzata da una cultura in cui la convivenza tra i diversi utenti della strada è sempre difficile e poco serena, anzi, spesso, diventa uno dei luoghi dove lo stress trova modo di esprimersi tirando fuori il peggio dalle persone.
Non sarà la disponibilità di un maggior numero di bici in garage ad incentivarne l’uso, ma la possibilità di garantire maggior sicurezza a chi dovesse decidere di usare questo mezzo in aree a maggior densità di traffico.
I soldi dei contributo, in questo momento, li utilizzerei per creare percorsi ciclabili e potenziare il sistema del trasporto pubblico (cose che resteranno anche dopo dell’emergenza), perché, creando un’infrastruttura con un maggior livello intrinseco di sicurezza, comodità e convenienza nasce la domanda di trasporto, altrimenti, il rischio è che anche questi saranno soldi sprecati per bici che resteranno nei garage ad arrugginire.
Come non condividere anche questa riflessione. Ci sono però altre variabili che complicano l’utilizzo della bike come mezzo di trasporto e solo la reale raggiungibilità del posto di lavoro. Molte persone, e io sono stato far quelle, devono quotidianamente percorrere decine e decine di km per andare al lavoro. Questo come risultato della concentrazione, sopratutto per gli uffici, e il contenimento dei costi.