Merita una possibilità…

La povera zucca Raun meritava una seconda possibilità…
Riassumo, per i nuovi lettori.
Un paio di anni fà testai la London Road e al momento di restituirla chiesi invece di acquistarla.
Non perché mi fossi innamorato di questa bici, che ha tanti pregi ma non quello di coinvolgerti più di tanto.
No, mi resi conto che la sua estrema poliedricità, la capacità di adattarsi a molti usi, dalla guida sportiva a quella in (moderato ma non tanto) fuoristrada e all’occorrenza sapersi trasformare in una valida commuter urbana ne facevano la candidata ideale ad accompagnarmi nei più svariati test.
Accetta svariati montaggi, i cavi esterni riducono i tempi di “trasformazione”, ha passaggio gomme ampio, occhielli per accessori e soprattutto una ciclistica “neutra”, capace cioè di assecondare le esigenze più disparate.
Non l’ho mai amata, confesso.
La trovo una ottima bici, non lo nego. E chiunque di voi dopo averne letto il test ha deciso l’acquisto non è rimasto deluso.
Ma per me non fu invece un acquisto passionale: solo dovere, la necessità di una bici che si sobbarcasse il lavoro del blog, con la categoria dei test chi iniziava a farsi corposa. Un po quello che è successo con la Holdsworth Mystique, telaio preso per poter svolgere vari articoli e con cui non ho mai veramente legato.
Ho usato la London Road moltissimo, anche fuori dai test. L’ho sottoposta a ogni sevizia, ultima infliggerle un improbabile arancione per capire se è un colore utile all’impaginazione degli articoli.
Già al momento di ribattezzarla Raun in officina avevo da alcuni mesi tutto il necessario per trasformarla con manubrio riser. Sapevo che si stava avvicinando il momento di pensionarla, a limitarla l’arrivo dei nuovi standard per mozzi e pinze freno, stava perdendo la sua ragione di essere con me.
Però mi dispiaceva abbandonarla, una sera pensai a questa trasformazione “inversa”, avevo già quasi tutto, mi mancavano solo i comandi cambio. Che arrivarono poco dopo.
Il tutto a prendere polvere sugli scaffali, sia perché non avevo tempo e sia perché sino ad agosto mi è servita per chiudere tanti test.
Poi provando a mettere ordine in officina son saltati fuori tutti i componenti, tranne il manubrio che vattelapesca in questi anni a chi l’avrò dato. Avevo un ordine in partenza di materiale necessario a gestire i prossimi articoli, l’ho inserito al volo. Sbagliando, riser da 30 e non 60 come preferisco. Vabbè, sarà stata la zucca che si stava vendicando…
Un paio d’ore di lavoro per una trasformazione semplice.
Ho scelto di montare un impianto freni idraulico, smontando dalla bici il suo meccanico tutto intero, coi comandi ancora connessi alla piega. Profittando che i tubi/guaine freno corrono esterne, passare da una all’altra sono tre minuti. Altri due per ricollegare cambio e deragliatore e se necessario la zucca riavrà la sua piega.
Avevo anche valutato di scriverne qualcosa per la sezione Officina ma è lavoro così semplice che c’è poco da dire; e tutto quello che serve sapere c’è già sul blog.
Ho aggiunto portapacchi, parafanghi e impianto luci a dinamo, ripescando l’efficientissima Velogical che l’azienda mi lasciò dopo il test.
In ottica utilizzo urbano ho ritrovato anche il reggisella ammortizzato Ergotec e la sella Respiro di Selle Royal.
Non poteva mancare uno stem Redshift Shock Stop (da 100 in luogo del 90 che uso con la piega), ed è la prima volta che lo uso con manubrio dritto ed elastomeri di conseguenza.
Gomme Michelin Urban 700×35 a completare l’allestimento.
Già, ma perché? Io in città mi sposto con la Peugeot, a che mi serve questa zucca così conciata?
Beh, avevo diverse opzioni. Potevo venderla, da carogna. Potevo donarle un dorato esilio nel mio rifugio estivo, usandola quando vado. E lo avrei fatto se solo fosse come prima, quando da marzo a ottobre sfruttavo quasi ogni fine settimana per evadere. La mia Guerciotti da corsa stava lì infatti, me la godevo tantissimo.
Ma adesso che se va bene ci vado a luglio e richiudo a settembre sarebbe stato solo abbandonarla.
E così eccola trasformata in previsione di futuri test urban, dove poter fornire dati con un assetto diverso potrebbe rivelarsi utile. Per esempio una sella, dove l’appoggio cambia usando la piega o il riser.
Una seconda possibilità.
O semplicemente non c’è un perché: mi andava, l’ho fatto e per me va bene così.
Sono solo biciclette, mica roba seria.
Buone pedalate.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Ma certamente!! Go Raun, go!
Quella già era brutta prima, ora poi…
Vabbè, succede…
Fabio
Mi sembra di cogliere una (mica tanto) velata citazione al “sono solo canzonette” di un tuo illustre concittadino 🙂
Comunque se devo dirla tutta, a me quell’arancione piace più del nero originale… ma io ho gusti strani… 🙂
Ciao Ernesto, citazione non voluta ma il senso si, è quello.
Son solo biciclette, non prendiamole troppo seriamente; perché molti confondono il mio rigore nell’informare (questo si lo prendo seriamente) con un presunto fanatismo per le bici. Per nulla, alla fine pedalare è un gioco e se al momento mi trovo 9 bici è solo per poter gestire il blog, di tante ne farei volentieri a meno.
Fabio
Bellissimo articolo! Come sempre, del resto
Complimenti!
E se togliessi la piega a Gitana?
Ciao Lorenzo, potresti non trovarti a tuo agio.
E’ bici su misura con geometrie per la piega. Dovresti lavorare su altezza manubrio (usando un riser da 50/60mm) e lunghezza attacco, salendo di almeno 20/30 mm rispetto all’attuale.
Poi c’è spesa per comandi cambio e leve freno (e io non mi ricordo come è montata), quindi acquistare tutto solo per scoprire come ti trovi potrebbe essere oneroso. Comunque, tecnicamente è fattibile.
Fabio
Ciao Fabio, era un idea in effetti un po campata in aria. Non mi sono mai trovato a mio agio al 100%con la piega problema mio senz’altro
Gitana è montata Sram con la 48
Buone pedalate
Oibò, se alla fine non riesci ad andarci d’accordo, tanto vale provare.
Ho cercato le immagini, non ricordavo come era montata.
Per la modifica ti servono comandi cambio, due leve freno, attacco manubrio più lungo, manopole e manubrio.
Oltre cavi e guaine.
Siamo sui 120/130 euro circa
La scelta più difficile è proprio il manubrio, ma se alla fine ti decidi, io sono qui per studiare insieme.
Fabio
Il portapacchi sembra carino e leggero, qual è? Grazie 🙂
Ciao Ettore, è un Ergotec
Fabio
Ottimo, grazie! Pensavo di montarlo su una Triban. È l’unica bici seria che ho, ma ho visto che la uso sia per fare un po’ di sport, che per fare scampagnate con amici, dove quindi bisogna portarsi dietro un po’ di cose per picnic o per coprirsi quando si sta fermi e fa freddo, e lo zaino in spalla mi da fastidio. Ma vorrei qualcosa che posso tenere sempre montato, anche quando sto più leggero per correre un po’. Secondo te va bene? Grazie 🙂
Ciao Ettore, se per va bene intendi che è possibile montarlo, si, va bene.
Fabio
Ok, grazie! Sì intendevo se ci sta, visto che non trovo le misure, e che ci può essere qualche problema per via dei freni a disco… poi esteticamente mi sembra che vada bene dalle foto! Grazie, a presto, Ettore