Non facciamo di tutte le e-bike (e ciclisti) un fascio

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Nell’ultimo anno mi sono dedicato a esplorare il mondo della pedalata assistita, per curiosità.

Sono partito da quasi zero, fino a quel momento non ero mai andato oltre brevi prese di contatto.

Ho potuto capire e soprattutto toccare con mano una realtà che mi era ancora aliena; ho potuto capire e non toccare con mano la disastrosa realtà delle bici taroccate.

Quando a me l’assistenza staccava ai canonici 25 km/h mi vedevo, e mi son visto troppo spesso, superare da biciclette dove chi era in sella nemmeno fingeva di pedalare.

Sono illegali, superano i limiti, hanno la levetta acceleratore e così via, ne ho parlato in questo articolo, che ha anche la sua versione video.

Ma non è questo l’argomento di oggi.

Quando collaboravo alla carta stampata, settore moto, mi capitava spesso di rispondere alle lettere dei lettori.

Uno degli argomenti ricorrenti era l’astio verso i motociclisti, visti tutti come pericolosi fracassoni. E giustamente il signore di mezza età che andava a zonzo col suo Bmw R45 si chiedeva perché lui e tanti come lui venissero sempre additati, a prescindere.

Sorvoliamo sul fatto che ora il signore di mezza età e più sono io adesso e quando scrivevo ancora un ragazzetto esuberante, la mia risposta classica era: perché fa più rumore uno che non rispetta le regole che mille che le seguono.

Da questo rumore, reale e figurato, continui inasprimenti delle regole, controlli serrati, limitazioni. Che inevitabilmente sparavano nel mucchio, colpendo per lo più proprio chi era sempre rispettoso delle norme.

Lo stesso sta avvenendo nel mondo delle biciclette a pedalata assistita e della bici in generale.

Il proliferare di bici fuorilegge che sfrecciano anche a 50km/h su strada e nelle ciclabili, non rispettano alcuna norma forti dell’anonimato, non hanno nemmeno i requisiti minimi di sicurezza, gettano cattiva luce su tutto il settore.

Fanno di tutte le e-bike (e di chiunque le usi) un unico fascio.

Con evidente ipocrisia si avvisa la clientela che possono circolare solo in aree chiuse (e nemmeno è sempre vero), proliferano i test di improvvisati che prima magnificano le potenze di motori fuorilegge e poi chiudono col solito avviso che però, ahimé, non sono legali (ma loro ci hanno pedalato su strada…), le aziende produttrici di unità, non tutte per fortuna, mettono in commercio le loro centraline per bypassare i limiti di legge.

Via internet è un attimo ordinare sia bici illegali che tutto ciò che serve per renderle ancora più illegali.

Già viviamo un momento in cui tutti i ciclisti sono mal visti come mai in quasi 40 anni dacché pedalo. Al ministero competente per materia siede un individuo che le prova tutte per limitare l’uso della bici.

Ci rendiamo conto di quanti danni fanno al nostro mondo a pedali questi criminali? Si, criminali, perché usare quelle finte e-bike, di fatto ciclomotori, è illegale.

Lasciamo perdere che sia possibile metterle in regola, non lo fa nessuno.

E allora è solo questione di tempo.

L’incidente clamoroso, la bici che prende fuoco, qualunque cosa possa facilmente balzare agli onori della cronaca e immediatamente partirà la repressione che colpirà tutti, indiscriminatamente.

Non voglio e non mi aspetto un intervento governativo, per come siamo messi sarebbe una cura peggiore del male.

Voglio una presa di coscienza e di posizione da parte delle associazioni di categoria, Ancma in testa, contro i produttori di bici taroccabili e componenti per farlo.

Voglio una presa di coscienza e di posizione delle associazioni di categoria per sanzionare i negozi, anche la grande distribuzione, che si presta alla vendita di bici illegali.

E soprattutto voglio, anzi pretendo, non essere accumunato a questa gente.

Io sono ciclista, anche quando uso una e-bike. Loro no.

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">Filippo</cite>

    Ciao, sono pienamente d’accordo. Ti seguo da tempo e in passato mi avevi dato anche ottimi consigli sulla scelta di una bicicletta. Fortunatamente da circa un anno a questa parte sono riuscito a trasformare la mia passione in lavoro e collaboro con un negozio, proprio di E-bike, quindi sono molto sensibile a ciò di cui parli in questo articolo. Posso linkare l’articolo nel mio IG personale, @filippoecycles? Grazie

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