Lettera aperta al Senato contro l’approvazione del Codice della strada

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La riforma del Codice della Strada attende l’approvazione del Senato dopo aver incassato quella della Camera.

Riforma è una parola grossa, diciamo che il ministro competente per materia ma al solito non della materia ha voluto piccole ma pericolose modifiche che nascoste dalla propaganda di sanzioni più elevate celano di fatto un via libera alla velocità, all’impossibilità concreta di attuare Zone 30 e un colpo alla mobilità dolce.

Ne ho parlato già in questo articolo.

E se non fidate del vostro giornalaio, potete dare una occhiata al contributo della inflessibile Milena Gabanelli.

Vista la maggioranza numerica della compagine di governo (minuscolo), l’approvazione al Senato sarebbe dovuta avvenire in tempi brevi.

Non so se perché si voglia dare ascolto alle innumerevoli argomentazioni contro o se siamo al cospetto di solo calcolo elettorale, con le Europee alle porte non c’è interesse per il partito di maggioranza relativa a che un suo alleato si appunti una spendibile medaglia strizzando l’occhio ai distruttori di autovelox e nemici delle regole, sta di fatto che il provvedimento è ancora lì, fermo.

Tra le tante associazioni di categoria che in questi mesi si sono attivate c’è anche Io rispetto il ciclista.

Questo il testo integrale della loro lettera aperta.

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Ass. Io rispetto il Ciclista – paola.gianotti81@gmail.com

Senatrici e Senatori della Repubblica

OGGETTO: Mettiamo in pausa l’approvazione del nuovo Codice della strada

Egregie Senatrici, Egregi Senatori

siamo Paola Gianotti, detentrice di 4 Guinness World Record, tra cui l’essere diventata la donna più veloce ad aver fatto il giro del mondo in bici, speaker motivazionale e attivista ambientale, e Marco Cavorso, papà di Tommaso, che a 14 anni mentre si allenava in bici è morto sul colpo, travolto da un automobilista che ha fatto un sorpasso su linea continua.

La presente è per sottoporre alla sua attenzione l’eventuale approvazione del nuovo Codice della strada per come oggi è stato scritto: il nuovo Codice della strada, infatti, non prende sufficientemente in considerazione le norme che devono tutelare la sicurezza degli automobilisti, dei ciclisti e dei pedoni, e oggi questa mancanza di tutela e sicurezza sulle strade uccide 3.159 italiani all’anno (ultimi dati Istat aggiornati nell’anno 2022).

È una strage ignorata a cui nessuno pone attenzione, ma che ha un impatto enorme sulla società per le famiglie, per la sanità, per l’economia.

In breve, riepiloghiamo i dati principali di incidentalità nel 2022 (fonte Istat):

  • 165.889 numero incidenti
  • 223.475 numero dei feriti
  • 3.159 numero vittime della strada (una media di 9 persone al giorno)
  • 485 numero vittime pedoni
  • 205 numero vittime ciclisti
  • 833 numero vittime sotto i 34 anni di età
  • 18 miliardi costo sulla società degli incidenti stradali

 

Le principali cause di morte sulla strada derivano da:

  • eccesso di velocità
  • distrazione alla guida
  • mancanza di rispetto della precedenza

 

Queste tre categorie rappresentano il 38,1% dei casi (dati Istat).

I 5 più gravi problemi del nuovo Codice della strada sono:

 

  • aumento dei limiti di velocità
  • attacco alle Ztl e alle aree pedonali
  • meno controlli e molto più difficili
  • attacco alla mobilità sostenibile e alle biciclette
  • meno autonomia ai comuni e alle città

METTIAMO IN PAUSA il nuovo Codice della strada e riscriviamolo anche in un’ottica di maggiore sicurezza per far sì che sulle strade italiane non vengano uccise 3.159 persone all’anno.

La ringraziamo per l’attenzione e ci auguriamo che Lei, che ha il potere di decidere sulla vita di tanti italiani, possa prendere la decisione più giusta in merito.

Per il rispetto della vita dei nostri figli e delle future generazioni.

Grazie per l’attenzione che darà a questo messaggio.

Un cordiale saluto,

Paola Gianotti e Marco Cavorso

Associazione Io Rispetto Il Ciclista

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Mie considerazioni.

Servono manifestazioni, proteste, lettere, convegni? No.

Il motivo è semplice: questo stravolgimento del Codice della Strada non serve a garantire sicurezza, checché ne dica Salvini.

Come tutti i suoi provvedimenti (e non solo i suoi…) lo scopo è guadagnare consenso. Ma c’è una regola fondamentale nella competizione elettorale: il tuo avversario è il tuo collega di partito o coalizione, mai quello della parte opposta.

Significa che, soprattutto con le elezioni europee a sistema proporzionale, ogni singolo partito cerca di togliere voti al collega di coalizione. Tutti sanno già che chi si sposta in bici, chi promuove la lotta ai cambiamenti climatici, vuole le Zone 30, chiede di ridurre emissioni ed auto in circolazione e così via non vota certo per i partiti che bollano i manifestanti “gretini”, li considerano radical chic debosciati in contrapposizione a che “vuole lavorare” (come recita Salvini ogni volta che si parla di ciclabili e Zone 30) e quindi non appetibili elettoralmente.

Così inizia la competizione tutta interna, col partito di maggioranza relativa in evidente crisi di identità, perché una cosa è urlare contro dall’opposizione, tutt’altra fare i conti con la realtà di governo; ed ecco avanzare provvedimenti che parlano alla pancia, a chi non ama regole e leggi. Via i velox, via gli abusi edilizi, via le tasse.

Italia e Ungheria sono state le uniche due Nazioni europee che pochi giorni fa hanno votato contro una direttiva che impone per le nuove costruzioni pubbliche la creazione di parcheggi per le bici.

Per questo sono ormai disilluso sulla reale efficacia di queste manifestazioni. Io che sono cresciuto a pane e cortei, che ho iniziato la mia carriera di giornalista proprio occupandomi di sicurezza stradale, ho pubblicato inchieste riprese da tutti i media, ora mi dico che alla fine ci parliamo tra noi, senza riuscire a sfondare il soffitto di cristallo.

Tra noi già lo sappiamo: dobbiamo convincere gli altri. Difficile ma voglio ancora sperare non impossibile.

Buone pedalate

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