La storia non si fa con i “se”
La storia non si fa con i se e con i ma: si fa con le azioni.
Oggi Vincenzo Nibali ha scritto una delle più belle pagine della storia del ciclismo. Si, potremmo dire che se Kruijswijk non fosse caduto le cose sarebbero state diverse. Però è successo. Potremmo dire che se Chaves non fosse andato in crisi (di fame?) le cose sarebbero state diverse. Però è successo. Potremmo dire che se nei primi giorni Nibali non avesse sbagliato tante volte scelte tattiche e i momenti per attaccare le cose sarebbero state diverse. Però è successo.
Un se però ci sta tutto: SE Nibali non avesse la squadra che ha e soprattutto un grande compagno come Scarponi le cose, sono certo, sarebbero state diverse.
Sul podio di questo Giro d’Italia il gradino più alto sarà di Nibali. Ma dovrebbero allargare la pedana per contenere tutti i suoi compagni e ci vorrebbe un gradino speciale per il grande scalatore marchigiano.
Onore a un altro grande: l’olandese Kruijswijk. Caduto, rialzato, lottato con una bici che non andava, risalito in sella oggi con una (micro) frattura a una costola.
E onore a Vincenzo Nibali, che mentre scrivo queste poche righe ha aperto l’intervista ringraziando la squadra e Scarponi a cui, parole sue, “dovrebbero fare una statua”.
La storia non si fa con i se: la fanno questi uomini con le loro azioni.
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Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Ultimi giorni del Giro palpitanti.Dalla cronoscalata al trionfo a Torino c’è tutto il ciclismo e un giro che mi ha fatto scoprire nuovi campioni. Onore a tutti i partecipanti , un po’ meno a quei velocisti che hanno voluto salvare la gamba senza nemmeno provare a fare qualche salitella (momento nero per le ruote veloci italiana, ci vuole una rifondazione)
Ciao Francesco, hai perfettamente ragione. Soprattutto per la figuraccia di chi, con nessuna professionalità, annuncia in anticipo che appena la strade sale se ne torna a casa.
Fabio
no so se sia stato più bello vedere le gambe di Nibali che, finalmente, giravano a dovere, sentire i suoi ringraziamenti a Scarponi e alla squadra, vedere la mamma di Chaves abbracciarlo un secondo dopo la sconfitta (mancata vittoria forse meglio) del figlio, o ascoltare le intervista al piccolo (?!?) Esteban che commentava la sua prestazione!!
Mamma mia che WE!
E’ stato tutto bellissimo Luca, e non lo dico da tifoso di questo o quel ciclista, anche se non ho mai nascosto la mia preferenza per Nibali, da quando lo vidi traghettare Basso al Giro del 2010. L’abbraccio della famiglia Chaves l’ho visto dopo, mentre accadeva scrivevo qui sul blog ed è stata una altra pagina di bellissimo sport. Come il sorrisone di Chaves ieri. Hanno vinto in tanti in questo Giro, mi piace.
Fabio
L’abbraccio con i genitori di Chaves significa che molti atleti sonon prima di tutto ‘atleti del cuore’ e questo è la parte migliore di ogni sport.
Ciao Adriano, al di là della retorica e senza tacere dei tanti problemi che affliggono questo sport, soprattutto a livello amatoriale (e sapere che non è l’unico, anzi, pare dalle ultime statistiche che nell’atletica siano messi pure peggio) resta il gesto della famiglia Chaves uno dei più belli chi si siano mai visti. Assuefatti dalle cronache che ci raccontano di devastazioni, ferimenti e in alcuni casi omicidio tra opposte tifoserie, quel sincero abbraccio ti riconcilia col mondo.
Noi ci siamo emozionati per l’impresa di Nibali, ma sono sicuro che sarebbe successo con qualunque ciclista, senza distinzione di bandiera. Non ho mai sostenuto una diversità o presunta superiorità dei ciclisti, anzi ho sempre scritto il contrario. Però forse si, in qualcosa siamo diversi se non migliori.
Fabio