La guida definitiva…

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…alle guide definitive…

E già, ormai è quotidiano imbatterci nella guida definitiva a qualcosa.

La guida definitiva al gravel, quella definitiva per non forare, quella definitiva per ogni guasto meccanico, quella definitiva per allenarsi e via così.

Non è un problema (ché di problema si tratta) che riguarda solo il nostro mondo a pedali.

Che sia fotografia, utensili per il bricolage, smartphone, apparecchi elettronici di ogni tipo o qualunque cosa vi venga in mente potete essere certi che oggi qualcuno ha pubblicato una guida definitiva. Anzi più di una.

Che saranno vecchie già domani.

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Per chi volesse, queste stesse considerazioni sono anche in video.

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Non so dalle parti vostre ma qui da me, all’ombra del Vesuvio, ci ripetiamo che “di definitivo c’è solo la morte”. Che è pure un modo per dirsi di guardare al futuro con ottimismo.

Non posso parlare per gli altri settori ma di sicuro nel ciclismo di definitivo c’è nulla.

Magari le cose non cambiano da un giorno all’altro ma da una stagione all’altra sicuramente si.

E allora perché questo voler classificare “definitiva” ogni guida, articolo, consiglio che arriva online? Per acchiappare click, ovvio.

Legittimo, chi ha fatto della propria pubblicazione una fonte di reddito ha questa impellente necessità.

Miope, chi grida continuamente al definitivo finisce per sminuirlo, come nella favola di Esopo col pastore che gridava sempre “al lupo, al lupo!”.

Io lo leggo come segno di una certa difficoltà.

Perché vedete, ho scritto del mercato bici in crisi ma attenzione: tutto il settore è in flessione. Che non durerà ma questo è altro discorso.

Però bisogna distinguere, sezionare per comprendere cosa sta succedendo.

Anche se sembrano passati anni, la tempesta Covid ha lasciato danni e continua a produrne; e non parlo dei danni sanitari.

Il settore bici nei mesi più bui della pandemia ha conosciuto un incremento fortissimo della domanda, a cui non ha corrisposto l’offerta. Ma la domanda non è stata solo di bene e servizi: anche di informazione.

Tutti noi che scriviamo di bici in quei mesi abbiamo visto impennare gli accessi, la peggiore performance era un aumento del 300%.

E come avvenuto in tanti settori, questo aumento della domanda ha indotto moltissimi a inserirsi nel settore con la propria offerta.

Un fenomeno globale, pensiamo al turismo interno con il suo boom favorito dalla contingenze (non si poteva andare all’estero o era difficile/costoso) e che invece quest’anno ha pagato una netta flessione. Flessione soprattutto se paragonata ai numeri degli anni Covid, chiamiamoli così per comodità.

Un esempio eclatante l’ho sotto gli occhi con la mia città. Tra esplosione del turismo interno, moda social e traino dello scudetto, la scorsa primavera-estate trovare un buco per dormire era impossibile e quelli disponibili avevano prezzi sei volte superiori se non non più.

Vista la pacchia già a inizio estate sono partiti centinaia e centinaia di cantieri (in buona parte abusivi) perché chiunque avesse un appartamento libero, una stanza, un box persino, lo ha trasformato in casa vacanza.

E ora malgrado i flussi turistici siano comunque importanti, i numeri non sono quelli pre e post scudetto, quindi al massimo i neo imprenditori riescono a piazzare una notte nel fine settimana, a volte due e comunque a prezzi decisamente bassi.

E’ in atto una bolla, che scoppierà. E i primi a pagarne le conseguenze saranno quelli in regola, che dovranno cedere dinanzi alla concorrenza degli abusivi visto che questi ultimi non hanno adempimenti e spese ulteriori, nonché tassazione.

Ecco cosa succede a basare le proprie aspettative su analisi solo del breve periodo, se mai analisi c’è.

Grosso modo sta succedendo lo stesso nel nostro settore lato media.

Gli attori sono aumentati, la domanda non è la stessa di prima, l’eccesso di informazione a tutti i costi allontana ancor più invece di avvicinare.

Con in più una differenza rispetto ad altri settori usati qui come esempio: la rete non opera alcuna selezione naturale in base alla qualità dei contenuti.

Significa che i media capaci di produrre informazione di qualità stanno vedendo ridurre gli accessi a favore di chi straparla senza alcuna cognizione tecnica. Come gli abusivi delle case vacanze.

Già, perché produrre contenuti ha un costo, richiede impegno e risorse. Costi che chi si siede alla scrivania e dice quattro sciocchezze a favore di camera non deve sostenere.

Dinanzi a questa situazione ci sono due scelte: continuare per la propria strada contando sul tempo come alleato oppure inseguire i farfalloni sulla loro stessa strada.

E così arriviamo alle guide definitive che di definitivo (e di guida…) hanno nulla, durano lo spazio di qualche giorno, nell’immediato catturano click ma nel lungo periodo fanno perdere credibilità.

A meno di non creare una guida definitiva al giorno sperando che il lupo non arrivi mai…

Buone pedalate

ps: so che entrano in gioco anche altri fattori quando c’è di mezzo la rete, a iniziare dalle necessità di essere sempre presenti altrimenti l’algoritmo e chi per lui ti molla, ma è solo uno degli aspetti e non quello oggetto di questo breve post.

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