Io sto con i corridori

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Al Giro d’Italia i corridori chiedono e ottengono la riduzione della tappa per meteo avverso, con trasferimento in bus.

Io sto dalla loro parte, in questo momento sicuramente minoritaria.

Non sembra vero a tanti poter sparare a zero: siete professionisti! Vi pagano milioni! Un secolo fa pedalavano senza assistenza! Non avete voglia di faticare!

Si, tutti bravi a dar sfogo all’invidia.

Ma a qualcuno viene in mente il momento gravissimo che stiamo vivendo?

A qualcuno viene in mente che un banale raffreddore e qualche linea di febbre possono essere scambiati, nelle prime ore, col Covid-19?

A qualcuno viene in mente che questo significa dover bloccare tutto fino all’esito degli esami?

A qualcuno viene in mente che in una grande corsa a tappe il fisico subisce un forte calo delle difese immunitarie dovute allo sforzo?

A qualcuno viene in mente che la vera sciocchezza è stata incaponirsi a disputare il Giro adesso?

Ma no, loro sono professionisti, e pure scarsi perché io quella salita la faccio più veloce! Sono pronti a gridare i leoni da tastiera.

Mi ricordo una tappa nella mia regione di qualche anno fa, arrivo in salita. Una salita a noi molto nota e cara perché dura e insidiosa.

E la pletora di “amatori” che vantava i tempi ottenuti, roba che Contadòr sarebbe dovuto andare a nascondersi.

A chiacchiere son tutti bravi, tutti maestri, tutti professionisti.

La mia opinione vale quanto la tua!

No, se tu non sai niente dell’argomento e l’altro si.

Ma in questo clima, che dura da anni, di odio, rivalsa verso chiunque faccia qualcosa, è ghiotta occasione quella offerta dai ciclisti.

Lo schema è lo stesso usato per attaccare gli scienziati (professoroni), gli specialisti (al soldo delle potenze occulte), gli esperti (tutti raccomandati).

Ora tocca ai ciclisti, troppo deboli per due gocce di pioggia.

No, non è qui il motivo.

C’è la sicurezza, perché lo sport non è l’arena dei gladiatori.

C’è la salute, perché lo sport non è correre stupidi rischi.

Una cosa è incontrare maltempo in una situazione normale, come già successo e affrontato.

Tutt’altra adesso, in un periodo dell’anno particolare, con una pandemia che aggredisce feroce e strutture sanitarie prossime al collasso in molte regioni.

Hanno annullato molte gare, avrebbero dovuto decidere di non organizzare proprio il Giro per il 2020.

Lo hanno fatto, i ciclisti hanno partecipato e stanno partecipando, chi crede non si stiano impegnando non conosce cosa sia la fatica in bicicletta e quindi non sa riconoscerla.

Io oggi sto dalla loro parte.

Buone pedalate, per chi in bici ci va davvero.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Lorenzo</cite>

    Peccato per la pioggia
    Una volta tanto che passava a 100 mt dal mio ufficio e per di più in orario pausa pranzo 🙁

  • <cite class="fn">Francesco</cite>

    “A qualcuno viene in mente che la vera sciocchezza è stata incaponirsi ad organizzare il Giro adesso?”
    Parole sante!
    Ma ormai, in questo mondo dove tutti si credono esperti di tutto, qualsiasi scelta viene criticata (anche pesantemente) dal leone di tastiera di turno.
    Che profonda tristezza…

  • <cite class="fn">vinicio bonometto</cite>

    dicon che però erano senza pullman/camper e i corridori hanno aspettato gli stessi per un bel po’ all’aperto, al freddo

  • <cite class="fn">Giovanni74</cite>

    Di solito il ciclismo lo guardo su Eurosport perchè preferisco Magrini e Gregorio ai cronisti Rai,sopratutto dopo la dipartita del grande Adriano De Zan. Oggi il commento non era ancora partito e mi sono sintonizzato sulla Rai dove stavano intervistando Mauro Vegni che tuonava contro i corridori prima su tutti i Sunweb. Devo dire che sul momento mi sono indignato un pò,però quando hanno mostrato la situazione meteo del tardo mattino ho capito cha tutti i torti non li avevano anzi. Il problema rimane sempre la disinformazione, il voler presentare solo un faccia della medaglia,e qui non posso non dire che Mario Cipollini aveva ragione sia sui commenti parziali e strumentalizzati che sull’opportunità di far disputare il Giro a fine ottobre. Dobbiamo anche ringraziare il cielo che ci ha concesso un ottobre molto mite altrimenti non credo che avrebbero fatto più di 8 tappe.

    • <cite class="fn">Maurizio</cite>

      Concordo….al processo della tappa c’è stata l’intervistatrice che sembrava indemoniata contro tutti quelli che avevano aderito alla protesta,non faceva neanche parlare il rappresentante dei ciclisti.Comunque per me hanno sbagliato i ciclisti,poi cosa ci sia sotto a tutto questo forse non lo sapremo mai.

  • <cite class="fn">morescopiero</cite>

    Concordo che fare paragoni con quello che si faceva una volta non ha nessun senso. E comunque oggi i livelli di tutela per tutte le professioni, per fortuna, sono ben diversi e migliori.
    Quello che comunque non è stato bello è che, ed è stato abbondantemente discusso nel processo alla tappa, gli intervistati ammettessero di non sapere esattamente il perchè e di essersi adeguati ai piu. Nessuno ha motivato le tesi che sostieni nell’articolo.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Sono molti giorni che diversi corridori a mezza voce denunciano le falle del sistema di sicurezza del Giro. Subito riportati al silenzio da organizzazione e team per ovvie ragioni economiche.

      Fabio

  • <cite class="fn">Antonio</cite>

    Si sentono gli stessi discorsi (a c…) della prima tappa del tour, quando avevano fatto quella discesa lentamente, si fa per dire, per l’asfalto viscido. Secondo me non è un problema di ciclismo, personalmente vedo che in tanti sfogano le frustrazioni sulla tastiera, quindi il problema mi sembra assai più ampio. Tornando a bomba secondo me giusto ridurre oggi una tappa di poco significato e inutilmente lunga, spiace per i velocisti. Piuttosto in questa stagione a dir poco “strana” ho notato un’altra cosa: vincono solo i giovani. Gli over 30 (che sono comunque giovani, intendiamoci) non vincono quasi più. Come mai? Perché sono giovani non è una risposta valida…

    • <cite class="fn">Giulio</cite>

      Ooohhj, doveva capitare prima o poi di non essere d’accordo. Io non do addosso ai corridori per odio o invidia. Figuriamoci! Però non capisco che senso abbia uno sciopero contro l’organizzazione del giro. Da quando il mondo è mondo, si sciopera contro i padroni e in questo caso gli organizzatori non sono i padroni cattivi. Anzi.
      Oggi a Morbegno c’erano 13 gradi. Ieri sullo Stelvio 2 eppure ho visto ciclisti fiondarsi con pantaloncini e maglietta corta a 80 km/h a 2700 msl. Ieri non faceva freddo? O magari ieri volevi fare in fretta per guadagnare quei 5 secondi o per non perdere il gruppo buono o perché quello che ti precede in classifica ha scollinato prima di te. O magari tu volevi anche prenderti una giacca dall’ammiraglia ma il tuo ds ti ha ricordato i tuoi “doveri”. Allora la prossima volta, caro ciclista, sciopera contro il tuo ds o contro la tua voglia di vincere. Non contro chi ha fatto i salti mortali per far correre il Giro. E non regge neanche la storia del rischio malattia che può farti saltare il resto della stagione : la vuelta è già cominciata e la Roubaix è stata annullata. Da calendario UCI manca solo una gara, in Cina. Poi tutti in vacanza.

      P. S. Domenica correrò una gara amatoriale. Quelle in cui paghi per partecipare. Sarebbe dovuta svolgersi a maggio ma quest’anno va così. Domenica sono previsti 11 gradi e pioggia. Ma non romperò le palle a nessuno : finirò, spero, la gara, mi farò le mie 5 ore di macchina per tornare a casa e il lunedì andrò al lavoro. E non perché sono un eroe ma perché mi piace pedalare.

      • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

        Giulio, mi spiace se ti sei sentito chiamato in causa. E’ ovvio che parlando di “amatori” non mi riferisco ai veri appassionati come te. Mi conosci da tempo, sai sul punto come la penso.
        Su una cosa da te scritta ho qualche perplessità ” in questo caso gli organizzatori non sono i padroni cattivi”.
        Beh, sono decine gli episodi in cui si è mostrato il contrario, a iniziare dall’agguato di Madonna di Campiglio. E poi basta dare una scorsa alla rassegna stampa, tutta su una unica linea. E se non la segui puoi dimenticare l’accredito…

        Fabio

        • <cite class="fn">giulio troiano</cite>

          Ciao Fabio, nessun problema, non mi sento tirato in ballo. Volevo solo dire la mia. Ieri se non avessi ascoltato mia moglie che mi ha convinto a non posticipare la partenza per la Toscana probabilmente sarei stato tra quelli che hanno aspettato il giro invano a Morbegno. Gli organizzatori hanno avuto le loro colpe in passato ma non ieri. Oggi hanno decapitato una bellissima tappa per venire incontro ai corridori. Ma ieri no. Di solito sono a favore di chi manifesta ; spesso è l’unico mezzo, violenza esclusa, per manifestare il proprio disappunto. Ma ieri proprio la protesta non aveva né capo né coda. In amicizia,

  • <cite class="fn">Giovanni74</cite>

    Ho seguito molte interviste ieri ed anche un bell’intervento su facebook di Cipollini. Credo che il problema alla fine sia stato duplice da un lato una pessima tempistica e modalità di comunicazione della scelta dei corridori,o almeno di alcuni, nei confronti della Direzione. Dall’altro lato la gestione della decisione sopratutto nei confronti di tutti quei tifosi che erano ad aspettare, e dei posti che avevo anche pagato per rientrare nell’itinerario. La cosa che più però mi ha fatto pensare è l’assenza dei capitani, degli uomini carismatici, ammeso che ce ne siano ancora. Io avrei voluto vedere che da Vegni, magari la sera prima fossero andati Sagant, Nibali, Demar, ect ad esporre un eventuale problema ed a trovare la giusta soluzione. Di sicuro alla fine sarà il ciclismo a risentirne. Immagino già qualche battuta sarcastica di amici o parenti che da qui in avanti accompagnerà le notre uscite o gare amatoriali, del tipo, “porta l’ombrellone fosse mai che piova” oppure metti “dondolo e plaid in auto per il dopo gara” ect.
    Stanno scomparendo,ingrigite da questi tempi moderni, le immagini legate alle frasi celebri che svegliavano la nostra fantasia: “Un uomo solo è al comando…” o le celebri strofe di alcune canzoni “Mi rialzo sui pedali, ricomincio la fatica
    /Poi abbraccio i miei gregari, passo in cima alla salita
    /Perché quelli come noi hanno voglia di sognare “.

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