Guida alla scelta dei pedali; biomeccanica della pedalata

La struttura del piede

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La struttura del piede

Non mi cimento in una analisi medica, ovvio. Solo qualche nozione basilare perché in fin dei conti pure col nostro corpo vale la regola che per capirci qualcosa dobbiamo sapere come è fatto dentro.

E ringrazio subito il Dott. Fabio Toppino, autore di un pregevole scritto sulla biomeccanica, che mi ha gentilmente concesso di saccheggiare i suoi studi.

Siamo frutto di migliaia e migliaia di anni di evoluzione, una macchina perfetta ma sempre perfettibile per adattarsi alle mutate condizioni che si sviluppano nel lunghissimo periodo.

La conquista della posizione eretta è il punto di svolta; e il piede (e tutta la struttura scheletrica) si modifica per questo.

A lui viene chiesto di mantenerci in equilibrio, assorbire gli urti, farci camminare e correre veloci. Ci serve per sopravvivere, andare a caccia, spostarci in cerca di terre migliori.

L’uso dei primi calzari, suole in materiale vegetale o animale per proteggere le piante dei piedi e percorrere così terreni accidentati senza ferirsi.

O proteggersi dal freddo.

Millenni di evoluzione per arrivare al piede come lo conosciamo oggi, forse meno robusto e resistente, sicuramente più duttile perché se dotato di giuste calzature può adattarsi a infiniti ambiti.

Ma struttura generale e funzioni restano invariate: deambulazione e assorbimento e trasmissione dell’energia nella camminata.

Non è possibile “sezionare” una zona del corpo umano perché struttura scheletrica e muscolare sono evolute in simbiosi e per lavorare insieme.

Però qui non è un trattato di anatomia, serve circoscrivere a ciò che in questo momento interessa.

Quindi divido dalla caviglia, il tramite con cui il piede si connette alla struttura ossea, caviglia che ci riguarda perché è importante nella dinamica della pedalata.

Dalla caviglia partono i tre gruppi scheletrici del piede: tarso, metatarso e falangi.

Il tarso che si trova nella parte posteriore del piede è costituito da un gruppo di sette ossa, in modo poco scientifico lo definiamo tallone indicandone l’insieme.

Il metatarso lo troviamo al centro, gruppo di cinque ossa che collega tarso e falangi.

Le falangi, nella zona anteriore, che sono in pratica le ossa delle dita dei piedi.

Non è che le ossa sono tenute insieme con le puntine da disegno, la fitta rete di muscoli, legamenti e tendini è fondamentale.

Ai nostri fini quello che ci interessa è il legamento arcuato, perché è quello che permette al piede di muoversi come facciamo oggi, al nostro stadio evolutivo.

Cioè secondo cinque movimenti fondamentali, che si combinano tra loro.

I movimenti sono: adduzione, abduzione, inversione, eversione, dorsiflessione e plantiflessione.

Facendola semplice e anche un poco maccheronica, significa che il piede si avvicina o si allontana dalla zona mediana del corpo; la pianta del piede è sollevata a guardare la linea mediana del corpo; la pianta del piede guarda verso l’esterno; la punta del piede è sollevata verso l’alto o abbassata, rispetto al piano sagittale (quello che divide il corpo umano e serve a darci i riferimenti.

Quello che a noi interessa non è il singolo movimento, altrimenti non l’avrei tirata via veloce, ma la loro combinazione.

Ossia la pronazione e la supinazione. Perché sono rilevanti nella biomeccanica della pedalata.

La pronazione è il simbiotico movimento composto da abduzione, eversione e dorsiflessione. Semplificando, è il movimento del piede in avanti quando camminiamo, tallone che poggia e punta in alto.

La supinazione è il simbiotico movimento composto da adduzione, inversione e flessione plantare. Semplificando, è il movimento del piede dietro quando camminiamo, con la punta che poggia e il tallone sollevato dal terreno.

Per chi corre a piedi sono concetti conosciuti e la loro valutazione è fondamentale per garantire la migliore azione, senza incorrere in problemi.

Per noi pedalatori è importante ma l’approccio è diverso, e questo spiega perché qui mi sono limitato a una leggera infarinatura. 

Approfondiamo invece la biomeccanica della pedalata, per noi più importante.

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