Fai da te?

Tempo di lettura: 2 minuti

Sono alle battute finali nella stesura degli articoli su montaggio e regolazione del gruppo Shimano Ultegra R8070 Di2.

Manca poco, ho accumulato ritardo per la indisponibilità di alcuni elementi necessari a completare il lavoro e ho dovuto attendere.

Sto revisionando gli articoli, ho investito tempo e risorse per migliorare il risultato finale, soprattutto la parte fotografica dove, è noto, sono carente.

E sto rileggendo tutto perché la decisione di proporre brevi schede su più “puntate” è uno stile per me inusuale, cambiano cifra di scrittura e impostazione e voglio essere sicuro che tutto scorra fluido prima di pubblicare.

Alla fine credo sarà giudicato un buon lavoro; chiaro, preciso, realmente in grado di mettere chiunque, anche il più inesperto, nella condizione di far da se e farlo bene.

Eppure…

Eppure più passa il tempo più divento avversario del fai da te.

Affermazione contraddittoria, detta da uno che ha pubblicato quasi centotrenta articoli per illustrare molte operazioni possibili sulla bici.

Ma se scendiamo in dettaglio, scopriamo che in realtà è dal primo momento che ho dichiarato la mia contrarietà al far da soli.

Perché è l’approccio mentale di troppi ciclisti al fai da te che è sbagliato; ed è lui che sin dall’inizio ho cercato di combattere.

Curare la propria bici, assemblarla partendo dal telaio non è una facile scorciatoia per risparmiare: ché a volerlo far bene si spende in attrezzi ben più che in manodopera qualificata.

No, curare o assemblare la propria bici è un gesto d’amore.

Deve essere fatto con passione, cognizione ed esperienza.

La prima o ce l’hai dentro o non ce l’hai.

L’ultima te la crei solo impugnando gli attrezzi, non se ne esce.

Ma la cognizione, la conoscenza di ciò che dovresti fare e come è troppo spesso irrisolta, considerata una perdita di tempo.

Si guarda una figura, a volte manco quella, non la si comprende e via a smontare e montare, provocando danni anche seri.

Non funziona così.

La prima e fondamentale operazione di chiunque voglia cimentarsi in un lavoro sulla propria bici è studiare a fondo l’argomento.

Ormai la rete mette a disposizione una pletora di documenti tecnici, ci sono siti (pochi) che offrono spiegazioni dettagliate, altri (troppi) che non hanno alcuna cura dei contenuti, l’importante è generare traffico e che importa se le informazioni son tutte sbagliate. 

E poi ci sono i forum, una volta preziosa fonte di informazione perché frutto di esperienza diretta; ormai inutili perché luoghi dove la gente le spara a casaccio e se provi a fornire la spiegazione corretta è subito un assalto a contestare. Così, tanto per occupare il tempo.

Spesso vi ho raccontato la mia stima per i meccanici seri e il mio disappunto quando se ne sminuisce la capacità “son 5 minuti, che ci vuole!”

Beh, sapete come la penso: quei 5 minuti a te sembrano nulla ma sono frutto di anni di esperienza; e se era così facile perché tu in una settimana non ne sei venuto a capo?

Dedicare il proprio tempo alla cura della bici è bellissimo.

Pedalare su una bici costruita con le proprie mani è una esperienza che qualunque appassionato dovrebbe provare.

Pensare che far da soli è solo comoda scorciatoia per risparmiare denari, senza studiare, informarsi e avere l’intelligenza di comprendere che se una cosa non l’hai mai fatta è bene chiedere consiglio a chi ne sa più di te è l’esatto opposto della passione, dell’amore per la propria bici.

Da un lato “spingo” verso il fai da te, pubblicando articoli che dettagliano le operazioni spiegandole in maniera comprensibile a tutti.

Dall’altro lo sconsiglio, sempre, a chi si approccia al fai da te con presunzione e ignoranza.

Tutti possiamo sbagliare un passaggio, succede. Una disattenzione, un attrezzo che cade nel momento cruciale, una svista.

Non pensate errori non ne faccia pure io; solo non ve li racconto…

Ma una cosa è sbagliare per inesperienza, tutt’altra sbagliare per supponenza.

Giorni addietro su queste pagine mi sono interrogato sull’uso che un ciclista fa delle informazioni che pubblico, chiedendomi sino a che punto dovessi ritenermi responsabile se poi sbaglia l’esecuzione di un lavoro.

E concludendo che se le mie informazioni sono correte, problemi suoi se si annoia a leggere.

Brutale ma è così.

Curate la vostra bici, costruitela se avete voglia.

Fatelo con amore, però.

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">Damiano</cite>

    Periodicamente ti sorgono questi dubbi sulla paura di portare “fuori strada” i ciclisti. Fossi in te non mi preoccuperei all’infinito (un poco sì ed è giusto): i caveat li ripeti e fai bene. Poi, specialmente per le operazioni più delicate e che richiedono più tempo ed accortezza, la mia impressione è che chi non è nelle condizioni di fare un buon lavoro (come hai detto qui sopra) si arrenderà e porterà dal meccanico. Giustamente, mi premetto di aggiungere. Invece per chi (come il sottoscritto 🙂 ) ha voglia e tempo di imprare a mettere le mani, i tuoi articoli si riveleranno una preziosa miniera di informazioni.
    Insomma, un database per gli utenti esperti, non per tutti, ma sommamente utile!

  • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

    Da sempre ho il pallino per le cose tecniche, e da quando ho iniziato ad andare in bici regolarmente non lascio passare un mese senza mettere mano alle due ruote, iniziando dall’ordinaria manutenzione e passando alla modifica di varie parti. Che sia per necessità o per sfizio, per me è parte del gioco. Poi la capacità manuale è inversamente proporzionale alla passione, per cui spesso certe idee rimangono tali (e spesso sarebbe meglio così… 😀 ) o devo delegare parte del lavoro: l’ultimo esempio sono un paio di ruote. Volevo dei cerchi 650b con la dinamo al mozzo, per cui ho riciclato delle parti che già avevo e ho imbastito le ruote per conto mio, ma non volendo/potendo investire negli attrezzi necessari per le fasi successive (e non fidandomi troppo della mia capacità) ho lasciato fare la centratura ad un’officina. Ma almeno posso testimoniare come la raggiatura di una ruota sia più difficile da descrivere che da fare 🙂
    Se non altro i tuoi articoli sono ottimi spunti, ed è facile rendersi conto se le proprie capacità e l’attrezzatura a disposizione sono all’altezza del compito. E se qualcosa non è chiaro, spesso c’è un altro articolo in proposito da consultare. Poi uno si regola di conseguenza, o almeno dovrebbe…

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Tutto sensato, e applicabile ad infiniti altri settori della vita (anche il lavoro che ci da reddito, se volete). Pertanto non posso che ritrovarmi con le parole scritte e considerarle, cosa strana in questo perido….estremamente ragionevoli! Detto questo, sperimentare sulla bici rimane sempre e comunque un hobby e non un intervento di neurochirurgia. Questa affermazione non vuole sminuire le capacità del buon meccanico di fronte al neurochirurgo, tutt’altro. Un buon meccanico é un professionista con anni di esperienza sulle spalle e, in molti casi un CV di spessore. Solo che se il non-professionista (finto esperto) smanettone quando sbaglia sulla propria bici crea un danno alla propria pecunia, fa il piangina con moglie, padre, madre, zii etc. ect. Va per un po di tempo a piedi e alla fine ricompra o fa riparare il mezzo. Se il neurochirurgo sbaglia……..
    Questo concetto l’avevo già scritto in passato, oggi mi sento di richiamarlo semplicemente per suggerire a tuti i praticanti del “fai da te” estremo di mettere un pochino di leggerezza nel proprio hobby. Quel pizzico di leggerezza che rende la vita più semplice…..alle volte…

    Ciao

  • <cite class="fn">Giovanni74</cite>

    Fabio, non credo sia il caso tu ti faccia ancora domande sull’uso che deriva da ciò che scrivi. Tu hai pubblicato in maniera chiara e precisa i passi relativi ad un argomento, lo hai fatto con dovizia mettendo in luce i problemi e le raccomandazioni, poi se uno per pressapocchismo o supponenza sbaglia non è certo da imputare a te. Riguardo al fai da te io penso che sta diventando più un’esigenza che solo un atto d’amore o un tentativo di risparmiare. I meccanici diventano sempre più merce rara soppiantati dai “si vende”,quindi se devo portare la mia bicicletta,espressione dell’amore che ho per questo sport e devo riprenderla peggio di come stava prima,preferisco provare io.Magari sbaglieròla prima o la seconda volta ma la terza andrà, l’importante è a mio avviso la preparazione precendente l’intervento. Bisogna fare una sorta di scaletta. Innanzitutto capire il problema o l’esigenza, approfondire la conoscenza del proprio mezzo o la poblematica riscontrata, documentarsi, guardare magari dei video o articoli chiarificatori e poi agire. Campagnolo, come Shimano o Sram,pubblicano tutte le dispense necessarie ad operazioni come la taratura del cambio,il montaggio dei loro particolari,gli strumenti necessari ect. I produttori di parti di ricambio,come ad esempio una forcella,e sopratutto come nel caso di Ritckey, allega abbondante documentazione tecnica per permetterti di fare il lavoro a perfetta regola. Sta solo a noi poi farlo a perfetta regola d’arte e per farlo ci vuole solo tanto, ma tanto amore.

  • <cite class="fn">Alfredo Garofalo</cite>

    Sono perfettamente d’accordo con quello che dici. Il fai da te non è risparmioso, anzi.
    Ho recentemente assemblato una bici per mia figlia e, pur recuperando molti pezzi usando quelli che ho sostituito sulla mia mtb (aargh!!!, si proprio mtb), ho speso di più che a prenderla nuova. Un esempio? Le ruote, che ci vuole? Cerchi, raggi, mozzi, nippli… sì, ma di che misura i cerchi? E i raggi? I mozzi sono compatibili? Sane ore a fare calcoli e a documentarmi.
    Ma ho risparmiato rispetto a prenderle già assemblate. Nemmeno, perché ho speso di più per un buon centraruote e per il tensiometro che per il resto della ruota.
    Però mi sono divertito un mondo e inoltre la faccia di mia figlia di fronte alla “sua” nuova bicicletta “unica al mondo” non ha uguali.
    Certo ci vuole anche umiltà. Avrei potuto verniciare il telaio, ma bisogna riconoscere quando un lavoro è meglio farlo fare ad un professionista, e così è stato.
    Quindi il fai da te se è fatto per conoscere e divertirsi ben venga. Ma se è fatto per risparmiare, probabilmente il vero risparmio è lasciar perdere.
    Da ex aeromodellista posso dire che ho imparato sul volo più costruendo che pilotando, ma questa è un’altra storia.
    P.S. senza i tuoi video probabilmente starei ancora infilando raggi nel mozzo, quindi prosegui così, grazie!

Commenta anche tu!