[Officina] Da manubrio flat a piega da corsa; parte prima

Tempo di lettura: 5 minuti

Una delle modifiche più richieste è la sostituzione del manubrio flat con la piega da corsa. Perché è più comoda, offre maggiori posizioni ed è bella.

Prima di proseguire la lettura devo precisare una cosa. Questo articolo, con gli altri che seguono sullo stesso argomento, è del 2014. Al momento in cui lo sto revisionando per eliminare alcuni problemi di impaginazione, siamo nel 2021. Con il fenomeno gravel prepotentemente esploso.

Le gravel sono bici solo apparentemente nuove: di nuovo c’è il nome, non il modo di vivere questo ciclismo.

Ciò non toglie che adesso, cioè nel 2021, la scelta è vastissima. Tanto da rendere inutile e addirittura antieconomico compiere i lavori che leggiamo in questo e negli altri articoli. Sono stato persino tentato dal cancellarli.

Poi ci ho ripensato, alla fine spunti interessanti ci sono; e magari qualcuno ha in casa pezzi da riciclare, abbattendo i costi.

Torniamo al testo originale.   

In Italia è abbastanza difficile reperire in negozio biciclette di impostazione turistica con piega da corsa, modelli che invece da decenni sono assai apprezzati in Europa e Stati Uniti. Ultimamente qualche produttore nostrano (o almeno con il marchio sul telaio…) ha proposto qualcosa ma se si vuole una bici turistica in senso lato con piega da corsa o ci si rivolge ai negozi esteri o si modifica quella che abbiamo.

E non è detto che questa seconda opzione sia un ripiego, anzi. Certo, il rischio concreto è spendere di più ma con l’indubbio vantaggio di ogni personalizzazione: la bici la facciamo come piace a noi, e non mi sembra poco.

Il mercato ciclistico nazionale è molto settoriale, accetta poco le “ibridazioni”; qui da noi se si vede una piega da corsa allora la bici “è” da corsa. Che resta ai miei occhi sempre l’espressione più affascinante del ciclismo, ma da pedalatore sportivo ne riconosco pure tutti i limiti e con gli anni ho imparato ad apprezzare un ciclismo diverso, con ritmi più blandi, senza ansia da prestazione e godendomi molte ore in sella, inversamente proporzionali ai chilometri percorsi…

La mia Elessar è figlia di questa filosofia e sin dall’inizio del suo (lungo) progetto l’unico punto fermo era che avrebbe montato la piega da corsa. Nemmeno il materiale del telaio era deciso, in bilico tra acciaio e titanio ma a quest’ultimo rinunciai per gli alti costi: la piega da corsa no, tanto che potrei dire che invece che a un telaio intorno cui comporre la mia bici pensavo a cosa avrei potuto attaccare a una piega…

Spesso al momento dell’acquisto della bicicletta la piega è esclusa perché a lei si associa anche la posizione da corsa, che sulle prime (ma spesso anche sulle seconde, terze ecc…) è scomoda a causa del dislivello sella manubrio, accentuato soprattutto in presa bassa e in ogni caso una bici da corsa richiede una postura che deve essere allenata come e più delle gambe, complici anche le geometrie compatte delle bici sportive.

Ma è un falso problema, basta lavorare su altezza del cannotto forcella, attacco manubrio più o meno angolato e forma della piega (che non è unica, ne esistono molte versioni) e il dislivello sella manubrio si annulla o quasi, anche perché questa è modifica che operiamo su bici con telai turistici o da fuoristrada leggero, quindi con geometrie decisamente più confortevoli.

Non che avere il manubrio più in basso della sella sia scomodo, spesso è vero il contrario. Però senza eccessi: non siamo atleti professionisti, abbiamo più di qualche primavera sulle spalle, ci alleniamo con poca costanza e in fin dei conti la bici vogliamo godercela, non soffrire.

Nella immagine in basso è possibile notare la differenza di assetto tra le mie due bici preferite: la sportiva pura Rose Xeon Crs ed Elessar.

In sella ci sono sempre io, ma il posizionamento è diverso (con un ulteriore innalzamento dei comandi di Elessar operato da poco a causa del violento riacutizzarsi di alcuni miei problemi fisici) perché diverso è il modo in cui vivo le due bici. E questo dovrebbe anche farci riflettere sul falso mito del posizionamento unico e millimetrico…

Escluse le bici da corsa e quelle da turismo e randonné già belle e pronte con piega da corsa, quali sono allora le bici che tendiamo a modificare? Io tutte quelle che usano il manubrio flat tranne il cancello che uso in città; persone più sagge di me si limitano a bici da trekking o turismo acquistate con manubrio dritto, ottimi e sempre validi telai da Mtb in acciaio o i recenti telai per le 29r (e ne vengono fuori bici davvero belle) e più raramente bici fitness, dove di solito i ciclisti preferiscono passare direttamente a una bici da corsa pura.

E’ la modifica in assoluto più richiesta in microfficina, che mi ha consentito nel tempo di confrontarmi con tutti gli aspetti di questa personalizzazione, non difficile ma l’intoppo arriva se prima non si pianifica con esattezza ogni passaggio.

Non basta smontare un manubrio e montarne un altro: dobbiamo tener presenti una serie di parametri tutti più o meno importanti a seconda di cosa vogliamo conservare della attuale bicicletta. Significa dover valutare la misura del tubo (detto anche cannotto) della forcella, il tipo di attacco manubrio, il sistema frenante, la lunghezza dell’orizzontale del telaio, il numero di velocità della trasmissione, l’altezza del tubo sterzo e così via.

Questo perché dobbiamo trovare i comandi cambio compatibili, lo stesso per quelli freno, calcolare come la piega influenzerà la posizione di guida e nel caso correggere con attacchi manubrio diversi o l’innalzamento dell’assetto in sella, la geometria della piega che dovrà essere la più adatta alle mutate quote: insomma, se si vuole un lavoro ben fatto non basta prendere due leve freno, una coppia di comandi cambio tipo bar end (la configurazione oggettivamente più semplice), una piega e montare il tutto.

Poi al solito molto dipende dalle pretese di ciascuno. Io che le ho sempre piuttosto alte cerco il miglior risultato ottenibile, che non significa per forza la sostituzione di tutto con componenti al top ma un attento studio di tutte le variabili.

Lo scopo di questi articoli, perché l’argomento sarà diviso in più pubblicazioni, è proprio quello di elencare tutte queste variabili e proporre soluzioni per ovviare ai problemi che standard e misure diverse creano durante i lavori.

Per fare un esempio ecco le diverse configurazioni della mia Trek Multitrack 750, una bici da trekking ante litteram con un ottimo telaio in acciaio e ruote da 700; operazioni semplificate dal fatto che la bici montava di primo equipaggiamento freni cantilever che, come vedremo, sono compatibili con le leve corsa.
Qui nella versione originale.

Una prima modifica per verificare l’assetto, fatta usando un attacco manubrio regolabile per forcella filettata da 1″, piega vecchio stile, una coppia di leve freno Shimano Exage e i curiosi comandi cambio Suntour Butterfly con l’indicizzazione escludibile.

Una seconda modifica ha visto l’installazione di una moderna piega compact su un attacco manubrio per forcella non filettata, montato grazie ad un apposito adattatore. Leve freno e comandi cambio sono rimasti inalterati. Sono state però aggiunte le leve freno supplementari.

Una terza modifica è stata più radicale, con la sostituzione dell’intero gruppo trasmissione e quindi il passaggio a comandi cambio integrati.

L’ultima evoluzione della Trek prima di essere smontata e conservata ha visto il ritorno a un attacco manubrio tradizionale che sorregge una piega da fuoristrada, una coppia di leve freno semplici a cavi interni e due levette cambio non indicizzate montate in posizione bar end seppure non lo siano.

Come avete visto le possibilità sono molteplici e quelle presentate sono solo una minima parte delle combinazioni ottenibili.

Ci sono però alcuni punti fermi, qualunque sia la soluzione cercata.

La piega dovrà essere della stessa misura dell’attacco manubrio che si intende conservare o acquistare.

Se la forcella è del tipo filettato e si vuole usare un attacco manubrio per forcella non filettata ci vorrà un adattatore; il procedimento inverso non è possibile.

Se si vogliono usare comandi integrati tipo corsa dovranno avere lo stesso numero di velocità della trasmissione ed essere con questa compatibile; non basta cioè montare leve a 9v su una trasmissione 9v ma dovremo valutare con la massima attenzione che quelle leve possano gestire cambio e deragliatore. Stesso discorso per qualunque comando cambio indicizzato.

Se la bici in origine monta freni a disco idraulici la modifica diventa molto più complessa; non impossibile, ma costosa.

Se la bici monta freni V-brake questi mal si conciliano con le leve freno tipo corsa; anche qui la modifica è possibile ma per ottenere un buon risultato è necessario spendere qualcosa in più.

Se la bici monta freni a disco meccanici bisogna assicurarsi che non siano un tipo specifico con tiraggio cavo da Mtb, ossia coincidente con quello dei V-brake perché anche qui il risultato non sarà dei migliori. L’impianto funzionerà meglio di un V-brake associato a leve corsa, ma comunque la risposta della leva sarà poco “comunicativa” con una prima parte di corsa praticamente a vuoto.

Iniziamo dalla forcella, in particolare ci serve sapere misura se è del tipo filettato o no. Sono dati che influenzano la scelta dell’attacco manubrio e quindi se è necessario qualche modifica o meno.

La misura può essere da 1″ o da 1″ e 1/8 e il tubo può essere filettato o no. Questi due fattori possono essere combinati tra loro ma la maggioranza delle forcelle montate è:
a. Da 1″ filettata
b. Da 1″ e 1/8 non filettata.

Meno diffusa quella da 1″ non filettata e quasi del tutto scomparsa dal mercato quella da 1″ e 1/8 filettata. Dal mondo mountain abbiamo quella da 1,5″ non filettata e sia dalla strada che dal fuoristrada abbiamo serie sterzo differenziate, con la parte inferiore di misura maggiore rispetto alla superiore. Ma siccome questo della “parte bassa” è un dato che non ci serve per la nostra modifica è inutile trattarne.

Il diverso sistema con cui l’attacco manubrio si innesta sul tubo forcella è determinato dalla presenza o meno della filettatura; la dimensione stabilirà solo la misura della parte da rendere solidale al tubo.

Nelle immagini in basso la forcella della Surly Karate Monkey Ops inserita nel tubo sterzo e con il lungo cannotto privo di filettatura ancora da tagliare; affianco un dettaglio della filettatura della forcella della mia Trek.

Nel caso di forcelle non filettate l’attacco manubrio avrà la forma di quelli della foto in basso a sinistra; se la forcella è filettata sarà come quello affianco.

Se intendiamo conservare l’attacco manubrio montato al momento sulla nostra bici l’unico dato che ci serve conoscere è il diametro del collarino che trattiene il manubrio in modo da scegliere la piega giusta.

Nel caso di attacchi manubrio per forcelle non filettate è abbastanza semplice perché il 99% delle biciclette in circolazione usano solo due misure: 25,4 e 31,8mm.
In basso è possibile apprezzare le differenti dimensioni.

Se l’attacco manubrio è invece del tipo per forcelle filettate la cosa è un (poco) più complicata perché nel corso degli anni si sono alternati molti standard e seppure differiscono tra loro spesso per meno di 1mm se la misura non è quella giusta il serraggio sarà imperfetto o impossibile.

Misurare il diametro del collarino non ha senso, è in posizione “di riposo” e quindi ricaveremmo un dato sbagliato. Meglio e più semplice misurare con un calibro il diametro del manubrio dritto originale nella zona di attacco. Che sarà con buona probabilità 25,4mm ma non è detto soprattutto se la bici è anziana o francese visto che i nostri cugini d’oltrealpe, è noto, si dilettavano a usare dimensioni tutte loro…

Pieghe da corsa con attacco da 31,8 (detto Oversize, OS per comodità) ne esistono a iosa; molto meno ampia la scelta nella misura inferiore, soprattutto di pieghe a geometria compact (la migliore da usare in questo tipo di personalizzazione perché consente un montaggio delle leve freno più alto di molte pieghe anatomiche: ma approfondiremo più avanti) motivo per cui io consiglio spesso la sostituzione dell’attacco manubrio con uno adatto a pieghe OS.
Tra l’altro operando questa personalizzazione capita spesso che la sostituzione dell’attacco si rende necessaria per compensare il naturale allungamento nella posizione di guida che l’installazione di una piega da corsa determina. Quindi, dovendo in ogni caso sostituire, meglio abbracciare lo standard più diffuso.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Daniele</cite>

    Si, effettivamente ora è più semplice e più chiaro.

    • <cite class="fn">elessar bicycle</cite>

      Ciao Daniele, si, diciamolo francamente: la prima versione pubblicata era indigeribile…
      Questa e, credo, anche la seconda parte, invece scorrono meglio e non ci si perde in mille nozioni.
      La terza parte che verrà, sui comandi cambio e la piega, chiuderà la “saga” e alla fine potremo tirare le somme se saranno una serie di articoli realmente utili.
      Finché non li scrivo non lo so come verranno 🙂

      Fabio

  • <cite class="fn">anto sanfilippo</cite>

    Ciao Fabio,nell’articolo parli di prolunga sulla quale innestare il piantone allo scopo di alzare il manubrio, cercando bei vari siti e-commerce ho trovato solo adattatori e non sono riuscito a reperire tale utilissimo componente che mi permetterebbe di stare comodo mantenendo quasi inalterata la linea della bicicletta.
    Potresti suggerirmi qualche link?
    Ti ringrazio sin da ora per tutti i consigli utilissimi che ho trovato sul blog!
    Con stima e ammirazione anto

  • <cite class="fn">Bici da corsa</cite>

    Bellissima guida e soprattutto semplice grazie alle tante immagini! Grazie, corro subito a leggere la seconda parte 🙂

  • <cite class="fn">sonia</cite>

    Ho un dubbio Fabio. Ho una forcella filettata 1″ e una pipetta da 100mm con piega Reach 80 Drop 130.
    Inserisco l’adattatore e scelgo una piega compact clamp 31.8 e R 70 e D 125; per l’attacco che misura scegglierò?
    Un’attacco da 100mm 90 mm, 80mm, 79mm, … ?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Sonia, la lunghezza dell’attacco manubrio deve essere valutata tenendo conto delle tue misure antropometriche, orizzontale virtuale della bici ed elasticità della schiena.
      Posto che già sia tutto giusto, la leggera diminuzione di R e D non comporta necessità di modifiche nelle quote, quindi puoi usare una 100. Se invece vuoi cogliere l’occasione del cambio per modificare l’assetto in maniera più incisiva, senza dati precisi è impossibile stabilire cosa sarebbe meglio per te.

      Fabio

      • <cite class="fn">busbusbb</cite>

        capito.
        Ti ringrazio della sollecitudine.
        sonia

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao Sonia, forse a causa dell’indirizzo mail che usi i tuoi commenti sono interpretati come spam dal sistema. In futuro, se vorrai, sarebbe meglio usarne uno differente, altrimenti il software che gestisce la sicurezza le potrebbe cancellare prima che mi accorga io che sono finite in spam.
          Scusa la seccatura, ma alle 9 del mattino già sono state bloccate 455 mail di spam; solo quelle “dubbie” come la tua (cioè non è sicuro siano spam) finiscono in una cartella separata e posso vederle. Altrimenti sono cancellate in automatico dal sistema.

          Fabio

  • <cite class="fn">Andrea</cite>

    Buongiorno..essendo la prima volta che commento questo splendido blog non posso che farti i complimenti.
    La mia domanda è: ho la sfortuna di avere una forcella filetatta da 1” con diametro interno da 21 mm; non riesco a trovare un adattatore da filetatta ad a-head per questo diametro (il più stretto che si trova è il 22.2 mm). Che tu sappia esiste?? O i 21 mm sono una misura talmente poco utilizzata che non producono adattatori per questo diametro??

    grazie anticipatamente

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Andrea, 21 mm non se ne trovano.
      Però è semplice rimediare, basta tornire uno da 22,2.
      E’ un tubo quasi pieno, solo foro centrale a misura di vite per expander, c’è materiale a sufficienza. Però serve un tornitore attento, deve essere preciso al decimo di millimetro.

      Fabio

      • <cite class="fn">Andrea</cite>

        Anch’io avevo pensato di far aumentare l’alesaggio del cilindro. Forse a sto punto conviene cambiare la forcella per intero, magari con una già direttamente non filettata pronta per l’attacco a-head.

        grazie mille per il chiarimento

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao Andrea, forse mi sono spiegato male.
          Nulla da aumentare, ma far tornire un adattatore da 22,2 sino al diametro inferiore a te necessario.
          Cambiare la forcella non è una cattiva idea a patto trovarne una con geometrie giuste e questo può risultare più difficile. Si fa prima a farsela fare, un buon telaista ti chiederà un centinaio di euro verniciatura esclusa. Ma è opzione da prendere in considerazione se la bici ha sue peculiarità per cui valga la spesa.

          Fabio

          • <cite class="fn">Andrea</cite>

            Bhe è vero.. In effetti è più semplice portare un adattatore a 21 mm che fresare internamente la forcella fino a portarla a 22.2mm. Sono un po’ perplesso sulla difficoltà di fare questo lavoro sull’expander… Ma si può provare.

            Grazie ancora

            • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

              Ciao Andrea, se sei fortunato riesci a riciclare quello del tuo attacco; se sei fortunato…
              Altrimenti tornirlo è semplice, però serve dargli le fresature per il grip.
              Comununqe, pescando tra gli appunti dell’officina ho visto che anni fa questa operazione la feci, quindi è fattibile.
              Ma sono passati 16 anni, e chi si ricorda più come ne uscimmo…

              Fabio

  • <cite class="fn">marco</cite>

    Ciao, sapreste darmi un’idea di quanto possa costare l’operazione di cambio manubrio?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Marco, senza sapere che cosa serve in base a come è montata la bici è impossibile dare una cifra.
      Comandi STi o bar end, freni si o no, attacco manubrio forse ecc, ma se non mi dai notizie ulteriori non posso darti una risposta

      Fabio

    • <cite class="fn">Andrea</cite>

      Concordo con quanto detto da Fabio. L’eventuale adattatore da filettata a non filettata (nel caso volessi abbandonare la pipa) e l’attacco manubrio di per se sono spese molto contenute ( con circa 20€ ti prendi il tutto). Ma poi appunto bisogna capire che tipologia di leve cambio – freno vuoi montare. Io sto facendo questa operazione e ho visto che una delle spese maggiori saranno i comandi STi.
      Ti consiglio di leggerti bene quello che è stato magnificamente scritto nelle varie parti, e capire appunto di cosa avrai bisogno.

  • <cite class="fn">Andrea</cite>

    Buongiorno, seguo con molto interesse il suo sito, ho una domanda:
    avendo una vecchia bici in acciaio con forcella da 1″ filettata, è possibile sostituire la forcella con una non filettata? cambiando ovviamente anche la serie sterzo.
    I diametri interni del tubo sterzo, dove alloggiano i cuscinetti, sono gli stessi sia per serie sterzo filettate che non?
    Ho intenzione di allestire un telaio in acciaio vintage per farne una bici da cicloturismo (o gravel a dir si voglia), volevo però montare una forcella non filettata per aumentare la solidità dell’insieme e per montare pieghe manubrio moderne.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Andrea, il diametro del tubo sterzo per forcelle da 1″ resta identico, sia che si monti una filettata o una non filettata.
      Ma attenzione: forcelle non filettate da 1″ sono rare e rare anche le serie sterzo a misura.
      Non confondere con le forcelle non filettate da 1″ e 1/8, quelle più moderne cioè, che non possono essere installate su telai predisposti per forcelle da 1″ (il contrario è possibile).

      Fabio

      • <cite class="fn">Andrea</cite>

        Ciao, ti ringrazio per la risposta.
        Quindi se volessi avere una piena compatibilità meglio lasciare la forcella filettata ed eventualmente utilizzare l’adattatore per i moderni attacchi manubrio?

        Andrea

  • <cite class="fn">Antonio</cite>

    Riprendendo l’inizio di questo articolo penso che in Italia ora si sia decisamente più orientati su parecchie tipologie di bici verso la piega da corsa.
    È corretto?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Antonio, è corretto.
      Ma devi guardare alla data di pubblicazione, 7 anni fa la situazione era molto diversa.
      Infatti adesso non consiglio di spendere soldi in queste modifiche e suggerisco di prendere una gravel bella e fatta, ce ne sono per tutte le tasche.

      Fabio

  • <cite class="fn">Francesca</cite>

    ciao a tutti… domandone… ho una mtb con forcella da 1 1 /4 filettata rigida, vorrei cambiarla con forcella ammortizzata… non si trovano piu’ da 1 1/4 cosi dovrei adattarci quelle da 1 1/8… potete aiutarmi con le parti di ricambio?? quella vecchia ha la serie sterzo esterna con cuscinetti ingabbiati… HELP HELP
    grazie a tutti in anticipo….

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