Piega XLC compact HB-R05

Tempo di lettura: 3 minuti

Conoscete la mia preferenza per la piega da corsa, che monto da sempre e su qualunque tipo di bici. Anni fa, prima dell’esplosione del fenomeno gravel, in molti casi era mio puro esercizio di stile: perché se metti una piega a una Mtb non la trasformi in una stradale, resta una Mtb. Diverso su telai da turismo o, si direbbe adesso, trekking: lì un senso la piega lo aveva, erano bici da godersi su strada e anche nel moderato fuoristrada. La scelta però quando facevo questi lavori era limitata, la compact ancora di là a venire, se parlavi di oversize ti riferivi a una taglia molto abbondante di vestiario e soprattutto il profilo era davvero scomodo, costringendoti a posizioni assurde dei comandi. Mi chiedo spesso come abbiamo fatto a pedalarci per anni.

La piega ha quattro posizioni fondamentali per la mani, più altre libere interpretazioni: in sintesi abbiamo la presa alta, ossia quella sulla parte dritta del manubrio; la presa sui comandi, da intendersi quando poggiamo o afferriamo i cuscinetti copricomandi; la presa bassa, quella che ci porta ad avere le mani immediatamente dietro le leve freno e la presa finale, nella parte terminale della piega. Però posso dire che ogni zona di un manubrio da corsa è sfruttabile. Nel corso dei decenni son cambiate le quote e le curvature, ma il concetto di base è rimasto inalterato. Segno che di meglio non c’è. Ma io sono di parte…

Non uso quasi mai la presa alta, non la amo. Uso invece tantissimo quella sui comandi, sia in piano che in salita; non dovrei dirlo: anche in discesa. Pratica che sconsiglio, il controllo sull’avantreno peggiora, la forza che si può esercitare sulle leve freno è limitata e si ha un generale scompenso nella guida. Questo scendendo veloci, se ci si gode il panorama non ci sono controindicazioni. In definitiva diciamo che tre quarti se non di più del mio tempo in sella lo passo con le mani a carezzare i copricomandi. Per questo iniziai a montarli alti già anni addietro, ne guadagna il comfort. Poi arrivarono le compact ma soprattutto da qualche anno i valori di reach e drop vanno sempre più riducendosi: soprattutto il reach. Ok, cos’è il reach? E’ la distanza che passa tra la linea mediana della parte dritta del manubrio e il centro della zona dove si installano i comandi, nel suo punto massimo. Complicato detto così, proviamo con un disegno.

Minore il reach minore la distanza che ci separa dal nostro appoggio sui comandi; ed è un dato importante da conoscere al momento di valutare l’assetto. Per esempio: stiamo lì a stabilire orizzontale e attacco manubrio, poi non badiamo al reach della piega, ne prendiamo una con distanza 12cm e ci ritroviamo allungatissimi. E subito messaggi sui forum, visite a improvvisati santoni della posizione, crisi nervose perché ci fa male tutto e accipinchia il telaio è sbagliato! No, è sbagliata la piega, non abbiamo calcolato l’intera distanza compresa di reach.

Io mi trovo bene in assetto turistico/cittadino con un reach intorno ai 70/75 massimo 80mm; su bici da corsa posso spingermi poco oltre e comunque molto dipende dai comandi che userò. Ma al di là delle mie preferenze personali resta innegabile che un reach ridotto favorisce chi ama pedalare in presa sui comandi: sia sulle ammiraglie sportive che sulle bici da diporto. Ed è ottima cosa anche sulle gravel.

Le pieghe costicchiano, quindi mi sono messo alla ricerca di un modello in alluminio, escludendo il carbonio per il prezzo, avesse reach e drop contenuti quanto il prezzo finale, presentasse un buon sweep (la caratteristica forma a rientrare della parte dritta) e un flare minimo (il tendere verso l’esterno della parte terminale) trovando tutto questo nella piega XLC versione HB-R05. Che in misura 42 c/c ha reach e drop rispettivamente di 69 e 130mm, un sweep di 6° e un flare, non indicato ma da me rilevato, di soli 2°. Il tutto in 300g di peso.

Vediamola meglio in dettaglio. Nelle immagini in basso è possibile apprezzare la ridotta misura del reach, la forma tondeggiante ma non sacrificata della zona dietro i comandi, la buona estensione in lunghezza dei terminali (utili per chi predilige comandi bar-end) e la loro limitata apertura verso l’esterno, senza eccessi. Come si nota, la zona di attacco è oversize, ossia da 31,8mm.

Il flare di 2° porta questa 42c/c a diventare una 43,2 nella parte finale.

Nella vista dall’alto è meglio apprezzabile lo sweep.

Non mancano i riferimenti grafici per posizionare i comandi e un incavo nella curvatura interna per il passaggio delle guaine; solo all’interno, nella zona posteriore è assente.

Il prezzo contenuto non è a discapito della qualità ma qualcosa sull’estetica bisognava cedere: logo, generico richiamo alla famiglia di prodotti e un minimo di riferimenti per la centratura/inclinazione in zona di attacco. Null’altro.

Ma è sempre difficile valutare una piega quando è nuda, non si ha netto che effetto farà una volta montati i comandi e nastrata. Provvedo subito.

Come già indicato, lo spazio per le mani dietro i comandi non è sacrificato; posizionando le leve alla massima altezza disponibile queste non si allontanano troppo, pregiudicando la presa per chi ha mani piccole. Anche se ho chiuso il nastro prima della zona solita, prima cioè che iniziasse la sezione maggiore perché volevo lasciarmi spazio per l’alloggiamento del satellite di comando del casco Lumos, il logo è quasi completamente sparito alla vista. O hanno calcolato male o al produttore interessa poco far sapere che la piega è sua.

Non particolarmente estesa e profonda la zona di incavo per le guaine che comunque svolge il suo compito, evitando fastidiose sporgenze. La zona dietro i comandi è piana e abbastanza estesa, comoda per chi è solito sfruttare questo tipo di impugnatura; e si può notare meglio la curvatura verso l’interno, ottima soluzione per non stressare i polsi quando si pedala in presa alta. Per completezza sullo spessore complessivo una volta nastrato informo che sotto il nastro è applicato anche il Noene Grip Bike, di cui potete leggere una recensione in questo articolo. Il leggero rialzo che vedete nella parte finale dei cuscinetti comandi è causato dalla palpebra che non trova più l’innesto sul supporto, coperto dalla nastratura a incrocio.

Moderata l’apertura verso l’esterno ma sufficiente a non generare anche qui inutile stress per i polsi, che non lavorano angolati.

Come avrete notato la bici usata per provare questa piega è la Planet X London Road, diventata la mia tuttofare dopo avermi convinto durante il lungo test a cui l’ho sottoposta.

Bici e piega sono andate subito d’accordo; perché uso un assetto raccolto, corto per capirci, e perché grazie al moderato dislivello con la sella il basso reach mi ha consentito di trovare l’ottimale posizione dei comandi. Se durante la pedalata sportiva con la bici da corsa pedalo al 75% del tempo in presa sui comandi, nei trasferimenti urbani e a zonzo la percentuale sale al 90%. Restano fuori solo le discese più veloci e alcuni tratti che percorro in presa alta, ma solo perché indosso la borsa messenger e rialzare la schiena mi è più pratico.

In ogni utilizzo e in ogni presa non ho riscontrato problemi; si avverte la sua rigidità perché in questo caso vale, una volta tanto, il discorso che la fibra di carbonio disperde meglio. Ma a mitigare il tutto provvede il Grip Bike; in futuro a dare manforte arriverà anche su questa bici il Redshift ShockStop.

In presa sui comandi quindi massimo comfort; in presa alta e finale la comodità resta elevata, grazie a sweep e flare che non impongono fastidiose rotazioni o angoli innaturali ai polsi. In presa bassa, diversamente da come accade con molte altre compact (perché le compact non sono tutte uguali…) le leve freno restano perfettamente raggiungibili anche per chi, come me, ha mani piccole. Per darvi una idea, la mia taglia di guanti è 8/8,5 a seconda del produttore.

Dove montare questa piega? Su qualunque bici ci pare. Ma con una preferenza verso le touring e le gravel, dove risulta davvero perfetta. Il drop appena più ampio di altre compact la rende comoda su bici con dislivello sella/manubrio non ampio. Su una sportiva pura molto dipende da come si pedala, perché fare i conti che il reach basso, che sfruttiamo per avere una comoda posizione in presa sui comandi, significa anche una posizione più rialzata della schiena, mortificante la penetrazione aerodinamica. Ovviamente il discorso ha senso per chi inforca la bici da corsa pensando al gesto atletico, non per chi preferisce pedalare senza troppi affanni.

Il prezzo è più che giusto, sia per qualità costruttiva che per materiale usato; magari una grafica appena più accennata e qualche riferimento in più in zona di attacco per velocizzare il montaggio avrebbero fatto piacere. Ma lo dico per scrivere qualcosa nella colonna dei difetti, in realtà va bene così. In definitiva con pochi denari ci si porta a casa una piega comoda, ben fatta, adatta a tutti quelli che amano pedalare in presa sui comandi, non disdegnano però né presa alta né quella finale e hanno difficoltà con altre compact a raggiungere le leve freno. Serve altro? 😀

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COMMENTS

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Ottimo articolo: presentando il prodotto aiuta a districarsi nella “troppa offerta” di accessori per i non specialisti e, in più e graditissimo, un ripasso sulla nomenclatura che spesso confonde (reach, prese, drop, flare, ecc.)
    🙂

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Adriano, è vero che i miei articoli sono sempre più lunghi di quanto la fretta del web impone; ma sono, come giustamente osservi, anche un modo per ripassare alcuni concetti che spesso sfuggono. Uno legge “flare 6°” e sta lì a chiedersi che roba è. Molti lo sanno, tutti no, però io seguo sempre il saggio insegnamento della mia professoressa del ginnasio “Fabiolino, quando ti interrogo fai conto che io non so proprio niente dell’argomento”.
      Certo, a volte sfioro, o supero, il confine della pedanteria. Sempre meglio scrivere una cosa in più che in meno 😀 😀

      Fabio

  • <cite class="fn">Lorenzo</cite>

    Domanda da bestia…..
    secondo te mi sarebbe più comoda della Richey modello Comp Evomax che attualmente monto su Gitana?
    Mi spiego meglio, guadagno in comodità avendo mani piccole? mi si avvicina un pelino la piega (il che non mi dispiacerebbe)?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Lorenzo, siamo lì come valori. Nel tuo caso, temo, a crearti problemi è stata la fretta di tagliare la forcella. Io ti suggerì all’epoca di andare per gradi, partendo da un dislivello sella manubrio minimo se non nullo e abituare piano la schiena e le braccia, allenando anche la posizione. Sono ragionevolmente sicuro che nel tuo caso il problema risiede nello scarso allenamento, sia in bici che alla posizione per te nuova, che ti porta a pedalare con braccia tese e a scaricare molto sulle mani.
      Per la distanza leve invece i valori tra questa XLC e la Ritchey sono quasi identici, quindi per te cambia nulla. Provato a regolare la distanza con l’apposito sistema di Sram? Le Apex, se non ricordo male, lo hanno.

      Fabio

  • <cite class="fn">Lorenzo</cite>

    Grazie Fabio,
    si regolate le leve quasi al max.
    Continuerò ad allenarmi 🙂

  • <cite class="fn">Andrea B.</cite>

    Grazie come sempre per l’esaustivo articolo. Dovrei scegliere un nuovo manubrio per la mia bdc. Prediligo l’assetto non troppo sportivo anche su questa bici pur possedendo anche una cicloturistica. Il problema attualmente sta nell ‘eccessiva distanza delle leve shimano 105 rispetto alla curva manubrio, costringendomi soprattutto in inverno con guanti più spessi, ad avere delle difficoltà ad afferrare le leve. La bici da cicloturismo non presenta questo problema avendo il manubrio una curvatura bassa meno accentuata. Potrebbe questo manubrio risolvere questo problema considerando che anch’io prediligo poggiare le mani spesso nelle curve superiori delle leve?
    Grazie.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Andrea, per risponderti dovrei sapere prima che piega usi, così da poter raffrontare quote e disegno e capire se e dove miglioreresti la situazione. Puoi mandarmi modello e una foto presi di lato della piega montata all’indirizzo mail del blog

      Fabio

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