Ergotec Swell X-70, Riser bar 30 e Frisco 2 silicone

Considerazioni finali

Tempo di lettura: 7 minuti

Considerazioni finali

Sono pienamente soddisfatto delle scelte fatte, maturate dopo alcuni mesi di prove eseguite con altri componenti in modo da arrivare alla selezione dei prodotti Ergotec che rispondesse al meglio allo scopo di questo articolo.

Che è, giova ribadirlo, non limitarsi a conoscere i prodotti soggetti a recensione ma aiutare i ciclisti nel comprendere le necessità e i problemi da risolvere.

Io sono profondamente innamorato della piega, lo sapete. La impugno da quando avevo 12 anni e mai ho voluto qualcosa di diverso.

Ma questo è il classico caso dove le mie preferenze contano nulla, le necessità di informazione hanno il sopravvento.

Si, perché quando i vostri quesiti iniziano a diventare ricorrenti allora capisco che un articolo può essere d’aiuto. A voi e pure a me perché mi snellisce la posta 😀

Il fenomeno gravel ha spinto tanti all’acquisto. Io credevo che sarebbero stati gli stradisti ad abbracciare entusiasti questa nuova e vecchia filosofia del vivere la bici.

Sbagliavo. Sono molto più gli amanti delle ruote grasse, affascinati da velocità ben superiori rispetto a una Mtb su terreni non troppo tormentati.

Che però, dopo qualche mese magari, si sono accorti che la piega non è tra le loro corde e mi hanno chiesto come modificare la bici per montare un manubrio dritto.

A cui si aggiungono i tanti che hanno ripescato una vecchia sportiva per trasformarla in confortevole commuter.

E se dal punto di vista tecnico la conversione è assai semplice, esistono a poco comandi dedicati e leve freno semplici da montare senza dover impazzire con le compatibilità e la questione disco meccanico/idraulico, le geometrie di una sportiva o semi sportiva si scontrano con un comodo assetto in sella una volta montato un manubrio flat.

Se infatti passando da manubrio dritto a piega il problema è che ce la si trova distante e quindi basta uno stem più corto perché poi avere tutto più alto fa comodo, viceversa una sportiva ha sempre lo sterzo più basso. E spesso la forcella tagliata al limite della serie sterzo.

Si genera così un carico anomalo su polsi e braccia oltre a una innaturale posizione del collo, arcuato e infossato nelle spalle.   

Così quella che nasce come modifica alla ricerca di maggior comfort si capovolge in uno strazio a stare in bici.

Non va bene, la bici deve essere sempre un piacere. 

E deve essere anche gradevole alla vista. Prolunghe e attacchi regolabili, diciamolo, non è che aiutino…

A meno che non si sceglie l’attacco manubrio Ergotec Swell X 70 che, lo vediamo, ha una estetica aggressiva e mai pesante.

La foggia a X del corpo stem dona leggerezza visiva, le lavorazioni accurate con l’andamento complesso delle sue curve e rientranze mi è piaciuto molto.

Come molto mi son piaciuti i 50 mm di “prolunga integrata”, che ben si camuffano con la linea sterzo, e la precisione meccanica della regolazione.

Regolazione che è molto semplice. Servono non più di 20 minuti per trovare l’assetto ideale.

La strategia più vantaggiosa è partire da zero, tenere cioè l’attacco in piano, parallelo al suolo. Che in realtà sarebbe negativo perché c’è l’angolo tubo sterzo ma ci siamo capiti.

Ruotare il manubrio di conseguenza senza curarsi delle manopole, se ne usiamo come le Frisco, che regoleremo dopo.

Un poco di su e giù in ciclabile, meglio se in pianura per non falsare con la salita (dove tendiamo a spostare il busto in avanti), due confronti cambiando di una tacca alla volta e si risolve la giusta inclinazione.

A questo punto si regola l’angolo del manubrio e abbiamo fatto.

Se optiamo per manopole con appoggio posteriore come le Frisco niente paura: qui basta meno di un minuto.

E’ sufficiente allentare un poco le brugole, quanto basta perché ruotino forzando un poco ma non tanto da potersi sfilare.

In sella, pedalata rilassata, le mani troveranno l’appoggio in modo naturale orientando le manopole. Sosta, stretta alle brugole ed è fatta.

Attenzione però: la parte posteriore del palmo deve sfiorare non premere sulla penisola di appoggio. Altrimenti invece di scaricare modifica solo il punto in cui scarica, senza disperdere pressione per capirci.

Una volta regolato il tutto monteremo in sella e ci sembrerà che quella bici è stata costruita intorno a noi.

Basta davvero poco e a costi tutto sommato contenuti.

Che lo stem lo abbia apprezzato molto si è capito.

E molto ho apprezzaro le manopole Frisco. Forzandomi a usarle senza guanti, per non avere filtri. 

Sono ergonomicamente perfette, una volta regolate. Questa in foto non è proprio la regolazione ottimale ma in questo test ho dovuto compensare la ridotta mobilità dei gomiti in seguito a un mio recente sinistro.

Sono morbide ma mai cedevoli.

Assorbono benissimo smorzando i colpi.

Hanno gip eccellente.

Le prolunghe sono discrete, sufficienti in ambito cittadino e nel fuoriporta leggero. Affrontando la salita dura le si vorrebbe più pronunciate ma queste manopole non sono destinate a bici/ciclismo più specialistico. A catalogo Ergotec non manca la scelta.

Nelle foto la bici è con manubrio prima del taglio, troppo largo per me in versione full. Esigenze sui tempi di lavorazione e soprattutto la necessità di tenere le braccia più distese a causa del recente infortunio mi hanno fatto posticipare il taglio.        

L’importante però è che la scelta di un manubrio da Mtb riser è stata quella giusta per questo tipo di modifica.

Ho fatto un confronto con una altra London Road a manubrio dritto, lo scopino per capirci, e con attacco manubrio non regolabile, il suo originale. Un abisso, bici scomodissima e capace di stancare subito le braccia.

Quindi in definitiva. 

Conta alzare lo sterzo e l’attacco manubrio Ergotec SWell X 70 si è rivelato vincente. Disponibile in lunghezza 100 nominale (nel senso che poi essendo inclinabile la distanza varia) è il compromesso ideale tra le varie esigenze. Con struttura non a X  del corpo ma classica, a tubo cioè, a catalogo al momento in cui scrivo c’è lo Swell-R 70, disponibile in lunghezze 80/100/120/140: quindi copre vasta scelta.

Trovare la sua inclinazione migliore per noi non richiede grandi sforzi, basta inseguire la naturalezza in sella e dopo aver raffrontato due o tre inclinazioni diverse si capisce subito quella giusta per noi.

L’attacco alla forcella è solido, abbraccia bene e basta ricordarsi l’acquisto dal ferramenta di una brugola più lunga di quella montata di serie sulla nostra bici per regolare la compressione della serie sterzo.

Mi è piaciuto l’optional del frontalino con attacco integrato per action cam e molto la leggerezza estetica di quello sdoppiato di serie.

 

L’ergonomia del manubrio Riser bar 30 è indovinata, con la leggera inclinazione della estremità che permette la naturale distensione delle braccia.

Nel mio caso ho scelto il riser da 30 mm, per quote mie. Ma non dimentichiamo la possibilità di avere riser 50 o 70, seppure quest’ultimo potrebbe risultare eccessivo. O potrebbe risultare ottimo con attacco manubrio regolabile ma privo di prolunga, presente a catalogo Ergotec.

Ottimo il livello di comfort offerto dalle manopole, a patto di dargli la giusta inclinazione. Che è facilissima da trovare, quindi…  

La bici sta girando con altri due componenti Ergotec: il reggisella ammortizzato a parallelogramma PM 705N e una coppia di pedali urban che quando ci poggi le zampette sembra di stare calzando le pantafole tanto è ampia la superficie di appoggio; e con un simpatico accorgimento per mantenere il piede nella corretta posizione di pedalata.

Ma di questo leggeremo la prossima volta; per ora, al solito, buone pedalate.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Roberto Turri</cite>

    Grazie per l’articolo. Sono passato attraverso tutti i punti citati (attacco regolabile, riser bar, sella ammortizzata) per adattare le bici di mia moglie con importante discopatia e adesso può tranquillamente stare un sella 12 ore senza problemi. Ovviamente ne rimette l’estetica della bici rispetto l’originale, ampiamente ripagata dal sorriso ritrovato della ciclista.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Roberto, hai ragione sull’estetica perché comunque perde fascino, anche cercando componenti più aggraziati (e comunque ora che ho manubrio tagliato e potuto abbassarlo un poco rispetto alle immagini pubblicate perché le mie braccia stanno guarendo va assai meglio).
      Hai ancor più ragione a dire che conta più il sorriso di tua moglie, pedalare deve essere un piacere, sempre, altrimenti non ne vale la pena

      Fabio

  • <cite class="fn">alfaluna</cite>

    Ciao Fabio,
    non nascondo che non sono mai riuscito a trovare i giusto feeling con la piega di “Gitana” e questa modifica un pò mi stuzzica.
    Ovviamente andrebbero rivisti i comandi freni e cambio/deragliatore (ora monto Sraam Apex) cosa sarebbe compatibile come componentistica?
    A livello di costi nasometricamente di quanto si parla? vero che ho appena rifatto nastratura della piega dopo un bel ruzzolone 🙁

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Lorenzo, dal punto di vista meccanico basta prendere due comandi sram per manubrio flat, quelli che ho usato io (Rival, in orgine con la piega, ma lavorano con ogni gruppo Sram 2×11) e per i freni hai l’imbarazzo della scelta.Puoi prendere due idraulici da mtb (scusa,non ricordo se hai i dischi o no) oppure due leve meccaniche per caliper se hai freni a cerchio. Sehai dischi meccanici lo stesso, bastano due leve freno ma spesso conviene passare al tutto idraulico. Unica seccatura se hai cavi interni, passare poi da una configurazione all’altra significa tubi, spine e olive nuove ogni volta.
      Comunque, non subito ché sto parecchio impicciato, scriverò di come eseguire la modifica sotto l’aspetto tecnico.
      Per i costi del materiale Ergotec visto qui, tra manopole, manubrio e attacco siamo poco sopra i 100 euro scovando le offerte online.

      Fabio

      • <cite class="fn">alfaluna</cite>

        Grazie Fabio pronto e gentilissimo come sempre.
        Proverò ad insistere ancora con la piega e tengo questa modifica nel cassetto 😉

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