[Test] Mousse Barbieri Anaconda per gravel
Come sono fatte Anaconda e Carbonaria
Come sono fatte Anaconda e Carbonaria
In questo paragrafo vedremo le mousse Anaconda e Anaconda 3.0, conosceremo le valvole Carbonaria e daremo una occhiata al nastro per cerchi tubeless Gorilla Tape.
Purtroppo non avremo i video, non adesso.
Un problema diciamo così domestico, col cedimento di alcune assi del solaio a pochi centimetri dalla mia (nuova…) officina/set fotografico mi hanno obbligato a rapido sgombero per sicurezza. Ho iniziato a sistemare ma i lavori di consolidamento inizieranno a metà settembre, nel frattempo mi era impossibile ricreare un altro set. Anche per semplici foto mi sono dovuto adattare, sembra essere tornati agli albori del blog..
In ogni caso per il montaggio delle mousse Anaconda potete fare riferimento ai video ufficiali proposti da Barbieri, che più in basso pubblico.
La fanno sembrare facile ma posso assicurarvi che effettivamente lo è.
Manca sul canale Barbieri un video su posa nastro Gorilla e valvola Carbonaria, di fatto un kit tubeless completo. Era sul mio notes, farò il possibile per girarlo appena riavrò piena disponibilità della mia officina.
Ora basta chiacchiere, conosciamo la mousse Anaconda.
Una ciambella da 30mm di diametro, in materiale abbastanza cedevole; a corredo un set di valvole Carbonaria, lunghezza 35mm.
Che io sappia, ma non ho trovato smentite sul sito, le Anaconda hanno solo valvole in questa misura come primo equipaggiamento.
Non è cioè possibile selezionare una lunghezza differente in fase d’acquisto; col risultato che se corte, serve acquistarne altre.
Stessa forma e confezione per le Anaconda 3.0, anche qui con valvole da 35mm Carbonaria comprese.
Come detto, la mousse Anaconda si presenta come una sorta di “spugna” molto compatta, comprimibile al tatto.
In dettaglio.
Ben diversa la consistenza delle Anaconda 3.0, un vero e proprio tubo di gomma, densa, dura, poco comprimibile e pesante il doppio: 200 grammi contro i 100 della Anaconda. In basso un confronto visivo.
Come detto, di serie abbiamo le valvole Carbonaria; valvole che mostro in dettaglio più avanti.
La fascia in cartoncino che serve a creare la confezione riporta alcune informazioni base e una efficace illustrazione, che chiarisce più di mille parole a cosa serve installare una mousse…
Poche foto, lo so. Ma credetemi, nel caos scatenatosi il giorno dopo l’arrivo del materiale anche scattare queste poche immagini non è stato semplice.
Per farmi perdonare vi evito il disturbo di cercare i video sul montaggio, vi propongo qui quelle ufficiali di Barbieri, certo che l’azienda non se ne risentirà. E comunque è solo un prestito, appena possibile girerò i miei.
Ora facciamo conoscenza con le valvole Carbonaria; al plurale non perché ne servono due ma perché Barbieri le propone in quattro differenti lunghezza: 35, 45, 55 e 65 mm.
Sulla confezione tutte le informazioni necessarie; e uno pensa, ok, ma sono valvole, che c’è da sapere?
Beh, qualcosina di sfizioso c’è, come vedremo fra poco.
Oltre al fatto che, come suggerisce il nome, il tubo della valvola è in composito.
Ma non sono i pochi grammi in meno di questa soluzione ad aver suscitato la mia curiosità.
Piuttosto ho apprezzato molto l’ottima dotazione di serie, capace di coprire ogni canale cerchio, e quel simpatico e strano tappo.
In dettaglio abbiamo le due valvole, ovviamente smontabili; un core valvola di riserva; due coppie di basi di foggia differente per adattarsi ai cerchi, due ghiere di chiusura con forma particolare, studiata per offrire presa senza l’ausilio di attrezzi e infine la coppia di cappucci la cui strana foggia è figlia dell’idea di ricavare su di loro l’incavo per montare/smontare il core valvola.
In dettaglio la foggia delle basi di chiusura.
La valvola Carbonaria è stata rinnovata (anche) per adattarsi alle mousse.
A stringere la valvola al cerchio provvede una ghiera con asole di presa, così da non rendersi necessario alcun utensile.
Sono robuste e facili da azionare, “schiacciano” bene la guarnizione scongiurando perdite d’aria.
E poi arriviamo al simpaticissimo fantasmino nero, un Darth Vader in miniatura: il tappo valvola.
L’apertura superiore è sagomata per smontare la valvola e poter inserire il lattice.
E non c’è pericolo di perderla, è sempre lì disponibile…
Devo riconoscere che Barbieri non è nuova a questi semplici e assai utili dettagli; mi ricordo il piacere che provai nel trovare sempre l’utensile smonta valvola ben riposto in apposita sede della loro pompa AirThank.
Per uno abituato a smarrire sempre i piccoli ferri di cavallo che siam soliti usare, è una gran comodità.
Ultime note per il nastro Gorilla Tape.
Disponibile in molte differenti larghezze è una sorta di nastro sigillante multiuso, nel senso che è adatto a sigillare un cerchio tubeless ma, vi assicuro, sigilla qualunque cosa.
Ed è talmente tenace che si rivela superiore a molti nastri nati solo per la bici.
Io non l’ho usato ancora, ho preferito lasciare il nastro originale sui cerchi scelti per gestire questo test.
Per meglio dire, non ho usato ancora questo in foto, ma il Gorilla tape è mia vecchia conoscenza e lo uso spesso. Per la sua tenacia, certamente; ma anche perché è tra i più semplici da applicare.
Sottile e capace di conformarsi subito al profilo interno del canale.
Me lo sono lasciato da parte in previsione di un articolo/video dedicato a lui e alla Carbonaria.
Che insieme costituiscono un vero e proprio kit tubeless, seppure incompleto.
Si, perché poi serve il sigillante.
E vedremo infatti pure lui.
Non stavolta però, come vi ho detto ho problemi logistici e li risolverò alle porte dell’autunno, se la stima sui tempi dei lavori al solaio è attendibile.
Ora possiamo pedalare con le mousse.
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Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Ciao, uso attualmente una mousse di azienda concorrente che dichiara peso di soli 47g…ma questi della Barbieri pesano veramente fino a 200g a ruota?? mi sembra una esagerazione, che non si può non notare nella guida… il dato è corretto?
Ciao Guido, i pesi variano a seconda della dimensione; quelli riportati sono quelli rilevati per le versioni in prova; anche se credo che le 2.0 siano ormai fuori listino.
Fabio
Grazie per il test. Anche se un po’ datato, mi è servito comunque per iniziare a valutare se usare o meno le mousse.
La domanda che le vorrei porre è questa:
Leggo che, montando la mousse, si utilizza una pressione di almeno 0.7 più bassa.
Ma questa è una prerogativa e condizione sine qua non per l’utilizzo di questi prodotti oppure una eventuale scelta dell’utilizzatore? Cioè, per assurdo, potrei anche mantenere le pressioni tradizionali?
Uso la bici per andare al lavoro e il percorso che ho scelto per evitarmi problemi di traffico (tanto e veloce) è di 20/22 km; metà in bosco e sterrato e metà asfalto. Per quest’ultimo motivo, gonfio i Pirelli Cinturato tubeless (M ant e H post) a circa a 4.0, forse un pelo di più: mi da l’illusione di scorrere un pelo meglio sull’asfalto. Forse a discapito della resistenza sui fondi rotti e boschivi.
Sto valutando le mousse per allontanare ancor di più da me il rischio forature. Non tanto perché non saprei come gestirle… ne faccio più una questione di “gestione rapida” del contrattempo, che su una tratta di oltre 20 km potrebbe tradursi in un ritardo nell’arrivo in ufficio. Cosa che vorrei evitare…
Il lattice sino ad oggi mi ha aiutato, ho i vermicelli… alla peggio, una camera d’aria demergenza e pezze per quest’ultima. Ma forse una mousse potrebbe diventare la madre di tutte le soluzioni 🙂
…Forse, neh…
Cosa ne pensa? Se necessario per la risposta, posso fornire informazioni tecniche più precise. Grazie per l’attenzione.
Paolo
Ciao Paolo, la mousse non serve a evitare le forature quanto a impedire lo stallonamento/schiacciamento della gomma.
Viste le tue esigenze ti consiglio una buona fascia antiforatura, semplice da applicare, abbinata a camere in tpu resistenti.
Vero che l’uso tubeless offre migliore guidabilità, alla quale però già rinunci usando una pressione superiore (anche l’aver scelto due gomme così diverse non aiuta, la M su asfalto non ha ottima scorrevolezza, giustamente) ma se la tua necessità è limitare al massimo l’eventuale ritardo, allora può essere la soluzione migliore.
Montare la mousse solo per evitare forature serve a poco, a meno che non valuti per te comunque comodo arrivare in ufficio e poi riparare la gomma dopo.
Fabio