Targa, assicurazione, casco e frecce obbligatori…

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…eppure non sono (molto) preoccupato.

Per chi se lo fosse perso, riassumo.

L’altro giorno il ministro Salvini durante un question time alla Camera ha annunciato, per l’ennesima volta, che intende riformare il Codice della Strada introducendo l’obbligo di casco, targa, assicurazione e frecce per monopattini elettrici e bici. In nome della sicurezza.

E sempre in nome della sicurezza ha dichiarato di voler uniformare i velox (di fatto annullandoli) e aumentare i limiti di velocità in autostrada.

Ma come detto, non mi sento preoccupato. Ne scrissi già qualche mese fa, concludendo che quando il ministro dichiara che sta lavorando, basta questo a rasserenarmi.

Un simile provvedimento darebbe un colpo mortale a un settore che muove una decina di miliardi di euro l’anno, oltre tre solo nei comparti industriale e commerciale. Poi c’è l’indotto, il turismo, le tante attività collegate. Insomma, sappiamo tutti che il mondo a pedali è negli ultimi anni diventato un formidabile volano economico. 

Persino il presidente di Confindustria, che la sera delle ultime elezioni politiche sprizzava gioia da tutti i pori, si è reso conto che si tratta di annunci pericolosi.

L’ Ancma ha giustamente preso posizione, la stampa economica ha pubblicato due righe, quella più generalista manco quelle, alla fine non sono il solo a non prendere sul serio il ministro.

Al di là del puro dato economico, gli obblighi annunciati presentano una tale quantità di impedimenti tecnici e pratici che la loro fattibilità è utopica.

E poi come si fa con gli stranieri che visitano il nostro Paese in bici? Con l’Italia unica nazione al mondo a prevedere una tale sfilza di obblighi, ci troveremmo ad avere sul nostro territorio bici e ciclisti fuorilegge? Li respingiamo alla frontiera?

Insomma, è come il ponte sullo Stretto: si crea la società, ci si buttano dentro una barcata di soldi, si finge di far qualcosa, si fa nulla, la propaganda è il solo risultato.

Però anche se non preoccupato, stavolta un timore c’è.

Bisogna guardare al quadro generale, con le elezioni europee del prossimo anno e le direttive su cui si stanno muovendo i partiti di destra ed estrema destra in Europa.

In politica il tuo avversario non è il partito all’opposizione ma quello a te vicino: in questo momento Salvini sa che non gli sarà perdonata l’ennesima debacle, serve riportare il suo partito a percentuali accettabili. Se non sopravanzare la Meloni, almeno ridurre il distacco.

Sa anche che andare contro i ciclisti, le bici, i monopattini è argomento che tira tra i suoi fans, basta leggere i commenti sui social, e questo gli potrebbe garantire qualche voto in più.

Osserva con attenzione l’estrema destra europea che ha deciso di presentarsi alle prossime elezioni europee identificando l’ambientalismo come nemico comune. Basta guardare le ultime dichiarazione della le Pen, che ha pubblicamente scaricato la Meloni in favore di Salvini, e le farneticazioni complottiste degli spagnoli di Vox.

Sparare a zero su bici e ciclisti, minacciare leggi restrittive che, oggettivamente, se approvate mettono sulla strada decine e decine di imprese significa mettere anche in crisi la sua principale alleata di governo, che fatica a stemperare l’attivismo mediatico del ministro.

Nel momento in cui la presidente del consiglio sarà obbligata a bloccare questa sciocchezza del suo ministro, non certo per amore del ciclismo ma perché ci saranno enormi pressioni dell’industria italiana ed europea, nonché della UE visto che finanzia l’Italia per politiche green nella mobilità e certo gli obblighi annunciati vanno in direzione opposta, Salvini avrà facile bersaglio per accusarla, sperando di rosicchiarle voti.

Allora perché ho comunque qualche timore? Perché il personaggio sa che questi mesi che ci separano delle elezioni europee sono per lui vitali; in passato non ha esitato, ogni volta che ha potuto, a proporre interventi legislativi dannosi per l’Italia ma ottimi per accrescere il consenso personale (seppure all’epoca aveva una maggioranza in Parlamento di scappati di casa, disposti a tutto pur non riandare ad elezioni e un presidente del consiglio capace di ogni trasformismo) e potrebbe riprovarci.

Potendo contare, o sperando di contare, sul fatto che gli alleati di governo non vogliono farsi scavalcare lasciandolo a intestarsi vittorie e con una opposizione frammentata, dove i due partiti maggiori hanno deciso di affidare le loro direzioni a personaggi privi di qualunque reale strategia; privi anche di qualunque idea.

Il reale pericolo è che qualche obbligo di quelli annunciati finisca nel calderone dell’ennesimo provvedimento che seguirà l’iter della fiducia per l’approvazione, e lì la maggioranza sarebbe spalle al muro, non potendo votare contro se stessa.

Il timore allora è che nella lotta tutta interna alla maggioranza ad andarci di mezzo saremo noi. 

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">Stefano</cite>

    Potrà sembrare impossibile o difficile da attuare, ma l’assicurazione obbligatoria per sciare l’hanno introdotta. Con un’app e pochi click ti assicuri per 1gg, regali 3 euro ad una assicurazione che ha già stabilito che in caso di scontro tra due sciatori, la responsabilità sarà sempre 50% e 50%. Se vuoi ti assicuri per tutta la stagione. Lo potrebbero fare anche per i ciclisti. Gli italiani farebbero quella annuale; lo straniero, quando varca il confine, con l’app si assicura per i giorni che trascorrerà in Italia, così come quando al confine con l’Austria o la Slovenia, ti fermi 10 metri dopo il confine e compri la vignetta che ti dà accesso alle autostrade del paese. Il ciclista straniero può anche assicurarsi giorno per giorno, come chi scia. Non sono certo questi i limiti.

    Se dovessero introdurre l’assicurazione per andare in bici, all’inizio ci sarebbero moltissime resistenze, qualcuno giurerà che andrà a piedi tutta la vita, ma poi quella domenica di sole primaverile farà un’eccezione, si assicurerà solo per quel giorno, poi ci un’altra occasione, e poi diventerà la normalità. Io sarei uno di quelli, resisterei qualche settimana e poi cederei.

    L’industria della bici avrebbe un rallentamento per… 1 mese? 2 mesi? E poi tutto tornerebbe come prima. Le piste da sci lo scorso inverno erano intasate come sempre, nessuno ha rinunciato a sciare per quel balzello di 3 euro. Uno skipass giornaliero a Campiglio è arrivato a 70 euro (qualche anno fa era a 50). Tra spendere 70 e 73 cosa cambia?

    Se non metteranno l’assicurazione sulla bici sarà solo perché qualche sondaggio dirà che il consenso elettorale è in calo. Tutto dipende da quanto le assicurazioni sono disposte a pagare.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Stefano, se rileggi con più attenzione quello che hai scritto ti renderai conto che il parallelo non calza.
      Uno a sciare ci va una settimana l’anno, forse due. In bici la gente ci va tutto l’anno.
      Assicurazione giornaliera a 3 euro al giorno? Oltre 1000 l’anno.
      Ok, allora facciamola annuale, che una volta obbligatoria significa con tariffe che salgono. Ottimistico 300 euro?
      Ora guardiamo al mondo reale della bici, non l’esigua minoranza che siamo noi appassionati.
      Perché l’industria del ciclismo non crea il suo fatturato con le specialissime da migliaia di euro. Solo in Italia girano milioni di bici che non superano i 200 euro.
      E i bambini? Un genitore mette la prima volta il pupo in sella, con le rotelline, ha preso una bici da bambino spendendo 100 euro e la ritiene già una cifra esagerata, ne spende tre volte tanto di assicurazione? Piuttosto quel bambino non godrà mai di una bici…
      Quindi riflettici, no, non tornerebbe tutto come prima dopo 2 mesi.
      Il nostro mondo a pedali non è composto solo da persone che comprano bici da 10000 euro. Le migliaia di bici vendute ogni anno e cha fanno girare l’economia di tutto il comparto non sono quelle e i ciclisti che le comprano, le portano dal meccanico, acquistano accessori, non sono tutti con la disponibilità della settimana bianca a madonna di campiglio. Con le loro bici economiche tengono in piedi tutta la baracca. Se distruggiamo queste fondamenta, crolla tutto il mercato.

      Fabio

      • <cite class="fn">Stefano</cite>

        Il parallelo con lo sci era per dire con quanta facilità ci si può assicurare, veramente con l’app fatta apposta per lo sci ci si assicura, in pochi minuti, tant’è che io lo faccio che sono già sulla cabinovia che mi porta sulla prima pista.

        3 euro al giorno x la bici non sono tanti, è un prezzo per uso occasionale, x lo straniero che passa 10 giorni in Italia.

        Gli altri farebbero tutti quella annuale o stagionale, ma basterebbero 80-90 euro l’anno. Se lo moltiplichi per tutti quelli che la farebbero, le assicurazioni avrebbero introiti molto ingenti. Il prezzo non c’entra niente con i risarcimenti, deve essere quel tanto che le persone sarebbero disposte a pagare pur di non rinunciare alla bici. Una tassa, ma che finisce nelle tasche dei privati. Tanto lo scopo è solo questo, fare un regalo alle assicurazioni.

        Comunque ho visto che c’è già l’altro articolo 🙂

  • <cite class="fn">Max</cite>

    …..sarebbe quasi ora di andarsene da questo paese….sempre più ignorante, burocratico, cavilloso, ipocrita, senza più senso e buon senso, con la classe politica tra le peggiori della galassia ….e pensare che una volta si stava così bene in Italia…
    Ciao Sergio

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