La solita tempesta in un bicchier d’acqua…

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Salvini smentisce Salvini.

Dopo aver dichiarato in un question time alla Camera di voler introdurre l’obbligo di targa, frecce, assicurazione e casco per monopattini e bici, in una intervista a un quotidiano amico dichiara che lui alle bici non ci ha mai pensato.

Non è la prima volta e non sarà l’ultima che il ministro dichiara una cosa e il giorno dopo la smentisce. 

Disturba chi ha senso delle Istituzioni che la smentita di ciò che ha detto alla Camera sia affidata a un quotidiano, come se il Parlamento fosse un bar sport qualunque dove spararle a casaccio.

Che non sia stata una allucinazione collettiva lo dimostrano i video dell’intervento in cui il ministro, e ricordo ancora siamo alla Camera, cita le bici. Nonché le pronte reazioni delle associazioni di categoria, Ancma in testa. 

Le parole hanno un peso, non si usano a sproposito e ruolo e luogo imporrebbero rispetto.

A scorrere i social del ministro vien fuori che questa sortita non ha ricevuto l’ovazione che l’autore si aspettava.

Del resto la colazione di governo è attuale maggioranza di chi si è recato a votare, probabilmente non del Paese ma comunque rappresentativa di una ampia fascia della popolazione.

Giusto supporre quindi che molti elettori di Salvini vadano in bici e la sua dichiarazione alla Camera, che assume rilievo proprio per il luogo in cui è stata pronunciata, differenza che sfugge ai più, ministro compreso, non è stata gradita.

Resta l’astio per i monopattini elettrici, contro cui son soliti scagliarsi anche tanti possessori di bici.

Ma anche qui alla fine è probabile tutto si sgonfierà o sarà fortemente ridimensionato.

Sempre snobbando i canali istituzionali, ossia quelli del ministero di cui è a capo, il ministro a mezzo social e stampa amica fa sapere che “sono alla studio”, “ci sarà un dibattito parlamentare”, ” sentiremo le associazioni di categoria” e via così.

Che più o meno possiamo tradurre con un “l’ho detta a casaccio, ma tanto prima di fare qualcosa ci vorrà tempo, vedremo…”.

Esattamente come il Ponte sullo Stretto, dove è stato creato il classico contenitore vuoto, buono per lanciare slogan.

Però gli slogan sono pericolosi; e un ministro prima di parlare dovrebbe pensare. E sapere che la Camera non è la sagra di paese.

Ieri dicevo di non essere preoccupato, solo di avere qualche timore. Timori dovuti a un possibile ritorno “pubblicitario” delle parole del ministro, ritorno che insegue nella competizione interna alla coalizione di governo in vista delle elezioni Europee.

Ecco, in questo caso possiamo essere certi che se attaccare le bici gli desse certezza di prender voti, non esiterebbe.

Non è il solo a seguire questa pratica, abbiamo visto crisi di governo per conquistare un paio di like, quindi il ministro è in buona compagnia.

Resta però la nulla attenzione di stampa, anche di settore, e opinione pubblica, sull’operato di questo ministero che ha competenza anche sulla infrastrutture ciclabili il cui finanziamento, stanziato da precedenti governi, è stato azzerato al primo giorno di insediamento.

Il governo, qualunque governo, va incalzato su quello che fa, soprattutto su quello che non fa. Che quello attuale non sia certo amico delle bici e della mobilità dolce in generale non è mistero, non è pregiudizio ideologico: è dimostrato dai fatti. Anzi, da ciò che non viene fatto.

Buone pedalate   

COMMENTS

  • <cite class="fn">Stefano</cite>

    Si è meritato persino un articolo piuttosto derisorio su road.cc
    https://road.cc/content/news/italian-deputy-pm-backpedals-draconian-laws-cyclists-301797

    P.S: “colazione di governo” è un typo decisamente divertente 🙂

  • <cite class="fn">Franco</cite>

    il personaggio lo conosciamo, non merita la mia attenzione. Tornando a ieri, anche se su casco e assicurazione posso essere d’accordo inidipendentemente dalle conseguenze commerciali ed economiche per il settore, prima di aggiungere regole, preoccuoiamoci di far rispettare quelle che ci sono. Frecce: il ministro ne faccia rispettare l’uso a tutti quei veicoli per i quali il Codice della Strada le prevede e lo stesso faccia con noi ciclisti quando manchiamo di segnalare la svolta. Il CS ci dice come si fa. Non abbiamo bisogno di un altro giochino elettronico che per dimensioni, non potrà avere una visibilità adeguata (così come d’altra parte gli ultimi led di diffuse utilitarie). Ho già contravvenuto al mio primo statement … Buona bici

    • <cite class="fn">Stefano</cite>

      Beh, allora sarebbe bello anche se qualcuno cominciasse a fermare le ebike truccate, quelle che ti sfrecciano sulle ciclabili a 50 all’ora in salita senza pedalare. Le sanzioni ci sono, e pure pesanti, ma nessuno fa niente. O anche questo rischia di danneggiare un settore in crescita?

      • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

        Esatto, le ebike taroccate danneggiano un settore in crescita, per questo esistono sanzioni e confisca, introdotte dal precedente Governo. Chiedere che le forze di polizia eseguano controlli e facciano rispettare la legge è doveroso, indispensabile direi.
        Perché, hai letto qualcosa di diverso qui?

        Fabio

        • <cite class="fn">Stefano</cite>

          Assolutamente no, mi limito a constatare la totale mancanza di controlli per cui ognuno alla fine fa quello che gli pare, come peraltro è la norma in questo disgraziato paese.
          Ti faccio però una domanda: siamo sicuri che le bike taroccate danneggino il settore nella sua globalità?
          Voglio dire, quanti di quelli che comprano le ebike lo fanno perchè sanno di poterle usare come un ciclomotore senza pagare bollo e assicurazione, e se non potessero farlo non le comprerebbero?

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