Stress test(er)
L’altro giorno è passato un amico per una rapida revisione alla bici e gli è caduto l’occhio su un pacco da poco consegnato. Incuriosito ha dato una sbirciata scoprendo alcuni degli accessori che dovrò testare. Ovviamente gli ho imposto il silenzio oppure avrei saggiato in quanto tempo un flex polverizza un telaio in fibra di carbonio 😀
Apre le confezioni e mi fa “Ah, che fortuna che hai, ti mandano un sacco di cose carine”.
Beh, vista da questa altra parte è fortuna fino a un certo punto. E’ vero che è divertente poter giocare a costo quasi zero con un sacco di roba sfiziosa; e dico costo quasi zero non perché pago il materiale ma perché i test, almeno per come li svolgo io, hanno comunque per me un costo.
Ma è anche vero che poi alla prova pratica di divertimento te ne resta poco. Non puoi salire in sella e goderti spensierato una pedalata. Devi star lì a verificare, provare, comparare, ripetere le manovre più volte per saggiare la omogeneità di risposta, rispettare un preciso protocollo, immaginarti ogni possibile ciclista e ogni sua possibile esigenza: insomma, a tutto pensi tranne che a rilassarti.
Poi tocca alle foto; pulisci la bici o il componente, monta il fondale o cerca una ambientazione adatta, scatta, scarica sul pc, verifica cosa va bene e cosa no, cavolo quella foto in anteprima sulla macchina sembrava perfetta e invece non lo è, esci di nuovo macchina fotografica in borsa, sperando di fare in tempo prima che cambi troppo la luce: no accidenti! Si è scaricata la batteria e quella di riserva l’ho dimenticata a casa!
Sto cercando di imparare meglio a girare qualche filmato. Anche qui il problema dello sfondo, poi devi tagliare le parti inutili, trovare una colonna sonora, rimontare il filmato o unire vari filmati, verificare che la musica segua almeno un poco le scene per scoprire alla fine che quella scelta non puoi usarla per non incorrere nella violazione dei diritti d’autore.
Poi sono bravissimo a complicarmi la vita; quando mi capita un prodotto della cui bontà sono assolutamente convinto dopo averlo testato in ogni possibile situazione, cerco di favorire qualche ciclista contrattando uno sconto con il produttore o cercando di avere quel componente o bici a un prezzo di favore, sempre per girarla a qualche ciclista interessato e farlo contento. A me entra in tasca nulla, ci rimetto solo tempo e guadagno una gran quantità di seccature.
Ma questo blog nacque anche per essere di aiuto e quindi credo sia nella sua filosofia agire così.
Però c’è sempre chi immagina io abbia chissà che oscuro tornaconto e questo è molto fastidioso; ancor più fastidioso chi insiste con me per uno sconto ancora superiore, frasi tipo “digli che o me lo mette a tanto oppure niente”; i più fastidiosi quelli che pretendono per loro diritto divino che io gli giri i prodotti in prova alla cifra che intendono loro (siamo arrivati all’assurdo di definire scorretta una azienda per non avergli venduto una bici che ho provato, quindi per rimediare doveva offrire una cospicua riduzione sul nuovo), oppure esigono io contatti qualche produttore di cui ho già pubblicato un test per avere un iperbolico sconto “chiamalo dai, tanto sappiamo come vanno queste cose…”.
Sappiamo cosa? Come vanno quali cose? Ma qualcuno davvero crede che io trattenga per me il materiale in prova oppure abbia un canale privilegiato o, peggio ancora, abbia un interesse economico nella faccenda? Ma scherziamo?
Spiego. Il primo approccio per i test avviene in due modi: o mi contatta un ufficio stampa di qualche azienda o contatto io loro. Nel primo caso è tutto più semplice, se ti cercano è perché hanno già svolto le loro ricerche. Nel secondo caso la procedura è più lunga. Specifico solo chi sono, qual è il blog e cosa mi interessa provare, dichiarandomi pronto a rispondere a ogni domanda e fornire le statistiche di visita del blog e chiudendo con la chiara specificazione che al termine del test il materiale sarà restituito, come potrebbe confermare chi a tempo perso mi ha spiato la posta per mesi.
In alcuni casi la restituzione è impossibile (pensiamo al casco Lumos, che te ne fai di un casco usato?) o antieconomica perché il componente si è comunque segnato e sarebbe inutile da girare ad altre testate, quindi il produttore pagherebbe una seconda spedizione per qualcosa che non potrà riutilizzare.
Che me ne faccio? Boh, lo tengo per me, lo regalo, resta su uno scaffale in attesa di una bici, lo presto ad altri ciclisti per farglielo provare in vista di un acquisto. Cosa ci guadagno? Zero in termini economici.
Perché io nei test ho a cuore solo l’interesse dei lettori; non delle case, non di un ritorno economico per me. E’ questo che fa la differenza, ed è per questo che se scrivo che il tale oggetto è ottimo lo è e basta, non sto spingendo la vendita.
Sono già pentito di aver chiesto uno sconto per amici e lettori fedeli del blog per l’acquisto dell’attacco ammortizzato che ho provato. C’è chi ha aderito entusiasta, chi si è fatto due conti e malgrado lo sconto ha rinunciato aspettando tempi migliori e chi si è lamentato con me sino alla noia per le alte spese doganali. Come se dipendessero da me o dal produttore e non dallo Stato; cosa dovrei fare, accollarmele io? O il produttore che già in pratica mi offre un prezzo prossimo a quello per i distributori malgrado il modesto ordine? Messaggi, mail, telefonate, chi vuole una cosa, chi una altra, chi si lamenta di questo o di quello. Tutto tempo che perdo, perché non posso scrivere “dedico”: tempo perso è, tempo perso rimane. Infatti ho mollato e mi spiace per chi era contento ma non ho energie da dedicare alle fisime di ognuno. Forse otterrò un codice sconto da usare sul sito in fase di acquisto, ma giusto per non deludere chi ci sperava.
Si lo so, ero partito per spiegare e nello scrivere mi sono lasciato andare a uno sfogo tutto sommato inutile.
Vabbè, chiudiamo con qualche anticipazione allora. Sono in arrivo alcuni oggetti simpatici, tra cui uno strano cavalletto da applicare al pedale e luci a led integrate (ma removibili) sui QR, secondo me una bella soluzione per le bici sportive. Forse un intrigante portapacchi dedicato alle bici da corsa.
Sempre per mantenere un occhio alla sicurezza dovrebbe arrivare, ma non so dirvi i tempi, una giacca riflettente.
Ancora qualche centinaio di chilometri e chiuderò la prova della London Road, ho avuto problemi a un ginocchio e mi sono dovuto fermare. Ho avuto conferma per la gamma Michelin Power, ma anche qui non posso darvi una tempistica precisa, non è come quando ordini in negozio: tu paghi e spediscono, spediscono quando possono. E poi una bici da corsa, quasi sicuramente coi dischi.
Si ok, lo confesso: è stressante, ma è pure divertente 😀
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Non è un paese per persone di cuore che abbiamo l’altruismo fra le loro qualità umane, altrimenti non saremmo nella situazione in cui siamo. E’ pur vero che non si può negare la propria natura e che bisogna anche dare l’esempio altrimenti non cambierà mai nulla, ma in questo caso è necessaria un’attenta selezione. Ma credo che questo lo sai già 🙂
Un vecchio adagio diceva pressapoco “non far del bene se non sopporti l’ingratitudine”.
A parte le battute alcune cose che hai esposto sono incredibili !
Vai avanti così…….sei più che corretto con noi lettori del blog ed è giusto che anche tu chiedi correttezza e rispetto per quello che fai
Si Lorenzo, però a volte davvero ci vuole troppa pazienza…
Fabio
Vai a far del bene… 😀
A proposito di dischi: la tua Rose ha un impianto tradizionale, perché hai fatto questa scelta? Non mi sembri prigioniero della “tradizione”, ma avrai avuto senz’altro buoni motivi. Chiedo perché stavo sondando qualche modello, i dischi non mi dispiacerebbero, ci sarebbe forse meno manutenzione cioè meno bisogno di tenere pulite le piste frenanti, togliere le scaglie d’alluminio sui pattini (ipotizzo, magari coi dischi è peggio), ma magari meno scelta nella componentistica…però…boh 🙂
Da quando ho sentito di camere d’aria scoppiare m’è venuta un minimo di paranoia e quando la velocità comincia a superare i 50 già il pensiero comincia a farsi presente
Ciao Andrea, quante bici girano ogni giorno? Quante camere scoppiano? Ecco, già questo la dice lunga su quanto il fenomeno sia episodico e non legato ai freni quanto piuttosto a un errore di montaggio/pressione/condizioni particolarissime.
Qui e là sul blog ho spesso fatto cenno alla mia attuale contrarietà ai dischi sulle bici da corsa. Sintetizzo i motivi: la frenata non dipende solo dall’impianto ma anche dall’impronta a terra della gomma (nonchè la sua tenuta) e dal telaio. Gomme larghe e forcelle ammortizzate consentono ai dischi di dispiegare appieno la loro efficacia. Gomme strette e forcelle rigide molto meno, e infatti il rapporto di torchio degli impianti stradali è inferiore a quello degli impianti mtb. Fino a qualche mese fa gli spazi di frenata tra un buon impianto caliper, ben montato e regolato e installato su un buon telaio, e un impianto a disco sono stati sostanzialmente analoghi; però i dischi, anzi le bici con freno disco, pesano molto di più e per me il peso sulla bdc è un parametro importante. A nulla vale sul piano pratico la questione del bagnato perché vorrei sapere quanti ciclisti scendono le apli a 80 km/h sotto un diluvio…
I produttori stanno rimediando installando gomme più larghe e i produttori di pneumatici stanno presentando coperture con maggior grip in frenata. Resta il gap del peso superiore. Mi sembra quindi che le condizioni inizino a farsi mature per un test più approfondito, tanto volenti o nolenti i dischi diverranno lo standard.
Fabio
Sì, hai ragione, i motivi possono essere molti, magari anche un componente difettoso.
Mi sa che saremo tutti fregati quando i pro avranno la possibilità di montarli liberamente, allora il mercato sarà invaso e ci chiederemo come facevamo a frenare prima (casco docet) 🙂
Dirò la verità, ho provato un po’ una Infinito CV coi dischi tempo fa, ma il percorso era troppo piatto per giudicarli. Al discorso del peso onestamente non avevo pensato. Se devo spendere mille euro di ruote per risparmiare peso che magari poi mi ritrovo da un’altra parte…
Bravo, ottima riflessione. Ci sveniamo sulle sportive per togliere grammi e poi ci sveniamo ancora per comprare quelle coi dischi che pesano di più?
Io non sono un fanatico della leggerezza a tutti i costi, infatti la mia Elessar, anzi LE MIE Elessar non hanno mai avuto la ricerca della leggerezza tra le priorità.
Sulle bici da corsa invece gli do importanza e valuto cosa riesco a ottenere in base alle mie finanze, perché come sai le bici si vendono a peso ma al contrario: più ne togli, più paghi.
Il discorso sicurezza è ancora relativo, gli impianti a disco non potranno offrire tutte le loro potenzialità finché non avremo gomme e telai capaci di gestire quella potenza frenante. Per cui coi caliper al momento freni uguale. Poi certo, se uno mi dice che coi dischi ha frenato meglio e alla mia domanda su che freni caliper usava mi risponde “I Bianchi reparto corsa”, allora non c’è partita. Io mi riferisco sempre a caliper buoni, ben montati, ben regolati e che lavorano su cerchi di qualità.
Comunque l’occasione di allargare il mercato coi dischi è troppo ghiotta e quando saranno approvati definitivamente dall’UCI come giustamente dici, staremo tutti lì a chiederci perché per anni ci hanno negato questo prodigio…
Fabio
…..luci a led integrate (ma removibili) sui QR
qui son proprio curioso
Ah si, sono uno spasso, carinissime. Ci sono sia anteriore (singola) che posteriore (singola o doppia) ma dovrai aspettare qualche settimana per vederle sul blog.
Fabio
Includeli nella lista dei regali natalizi….. si sa mai che qualcuno me li regali 🙂
No Lorenzo, non te li regala nessuno 😀
Scherzi a parte, non li includerò. Si tratta di un componente tecnico, e in quanto tale sarà recensito. L’articolo sui regali di Natale non prevede alcunché di tecnico, anche se un oggetto che ho inserito lo produce Park tool è solo un apribottiglie…
Fabio