Se pedalo risparmi anche tu

Tempo di lettura: < 1 minuti

Spostarsi in città in automobile costa alla comunità 16 centesimi al chilometro.

Spostarsi in città in bici fa risparmiare alla comunità 23 centesimi al chilometro.

Dati che emergono da uno studio eseguito dall’Urban Cycling Institute

Io mi sposto in bici, rischiando se non la pelle almeno la salute, e tutta la Nazione ne beneficia.

Onestamente? Questa cosa non mi fa sentire né migliore, né buon samaritano né un eroe.

Questa cosa mi fa solo arrabbiare.

L’Urban Cycling Institute, ente di ricerca universitario che vanta tra i suoi membri personaggi dai brillanti curricula, ha valutato una infinita quantità di parametri.

Non il semplice risparmio di carburante per capirci, ma tutto ciò che non viene “speso o sprecato” usando una automobile. 

Dal tempo perso nel traffico all’occupazione del suolo, dalle emissioni alle spese sanitarie.

Oibò, senza la pletora di dati e ricerche svolte dall’istituto olandese, sono molti anni che la vado raccontando questa cosa che usando la bici ci guadagniamo tutti, pure quelli che non pedalano.

Non perché io sia uno studioso, uno scienziato, un ricercatore: semplice buon senso e qualche lettura specifica per capirci meglio.

Una verità alla portata di chiunque.

La questione diventa più complessa se cambiamo punto d’osservazione, perché a modo loro quei 16 centesimi vanno a costruire ricchezza. Entrano in parte nel famoso PIL, che forse non è proprio strutturato bene.

Per farvi un esempio; quando (molti anni fa) preparai una inchiesta sulle folli spese Anas scoprì che anche quelle manutenzioni sbagliate/pericolose erano conteggiate in questo benedetto PIL. Persino quei lavori che risultarono eseguiti solo per ricavarne tangenti. 

Ma restiamo sulla buona notizia, senza avvitarci in questioni di macroeconomia che fatico a comprendere.

Abbiamo uno studio frutto di menti brillanti che ci pone dinanzi a una verità, una verità che nasce da accurate analisi.

Abbiamo la certificazione provata di quello che noi diciamo da anni.

Abbiamo, ho, la certezza che quasi a nessuno la cosa interesserà.

L’incredibile iniezione di denaro che si appresta a distribuire la Comunità Europea, chiedendo siano investiti anche e soprattutto per una economia green dovrebbe far ben sperare.

Allora perché sono arrabbiato?

Perché, scusate se la dico semplice, l’Urban Cycling Institute ha fatto la scoperta dell’acqua calda.

Non lo dico per sminuire, anzi. Sono felice per queste ricerche perché danno peso, rivestono di autorità quelle che altrimenti sono solo intuizioni.

Ma nemmeno possiamo dire che i ricercatori dell’università olandesi siano partiti dal nulla, pure loro hanno avuto questo “sentore” e l’hanno poi sviluppato con metodo scientifico.

Insomma, è qualcosa che sappiamo da tempo.

Eppure non vedo chiari interventi o progetti messi nero su bianco per seguire questo filone economico.

Una verità sotto gli occhi di tutti, con un corredo di studi e ricerche (ce ne sono tante altre) eppure oltre qualche ciclabile a fini propagandistici fatichiamo ad andare.

Il famoso bonus bici è servito a ben poco.

Al ministero dell’ambiente giacciono dormienti ancora molti milioni di euro destinati alle infrastrutture ciclabili perché i comuni non ne fanno richiesta, temendo di perdere elettori che malvedono una ciclabile capace di sottrarre terreno a parcheggi o transito delle auto.

Noi continuiamo a pedalare su strade colabrodo, in un pericoloso traffico caotico (almeno noi che viviamo nelle grandi città), ci becchiamo smog e pericoli vari senza lamentarci, facciamo risparmiare un sacco di soldi anche a quelli che non pedalano e volete che non mi arrabbi?

Embé.

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">Stefano</cite>

    Purtroppo, e l’hai detto anche tu, se tutti si spostassero in macchina per qualsiasi cosa, anche per attraversare la strada, comprare il giornale, il pane, e tutti cambiassero auto una volta ogni 2 anni, facendo finanziamenti e indebitandosi, per l’economia della nazione sarebbe meglio, un sacco di soldi che girano, IVA, tagliandi, ricambi, gomme, carburante, assicurazione… la bici è eco, fa bene alle persone, all’aria, allo spazio, al silenzio, ma muove meno soldi 🙂

    • <cite class="fn">ANTONIO DANIELE</cite>

      Ma siamo sicuri che se aumenta il PIL aumentano anche il BIL (Benessere Interno Lordo) e la SIL (Salute Interna Lorda) ?!

      • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

        Hai ragione da vendere presidé…

        Che qualcosa non funzioni nel calcolo del Pil, divenuto unico totem di valutazione del benessere, ormai lo stanno dicendo da più parti.
        Mi ricordo che quando molti anni fa usai proprio il Pil per mostrare quanto economicamente ci perdesse uno Stato a causa dei sinistri stradali, mi scontrai con il problema che allo stesso tempo quegli stessi sinistri generassero ricchezza, aumentando il Pil.

        Io son contento quando pubblicano studi come questo del dipartimento olandese.
        Ma non posso fare a meno di chiedermi se basta.
        Ok, la collettività risparmia; però al tempo stesso ci perde. Pensiamo all’enorme flusso di denaro, diretto e indiretto, mosso dall’industria automotive.
        Quindi va bene scrivere poche righe, come ho fatto io, per dare una notizia.
        Il problema non è però di così semplice soluzione. Perché quei soldi risparmiati non vanno nella nostra scatoletta dei risparmi, significano reddito in meno.
        E questo ci porta, inevitabilmente, a ripensare del tutto il sistema di sviluppo economico, affinché questi risparmi trovino sbocco in investimenti produttivi capaci di creare reddito senza distruggere madre terra.
        L’Europa lo ha capito e ha imboccato, più o meno decisa, questa strada.
        L’Italia crede bastino generiche dichiarazioni di principio, come quelle contenute nella bozza del recovery.
        Vedremo.

        Fabio

Commenta anche tu!