Scusate se ogni giorno ci ammazzano

Tempo di lettura: 2 minuti

Chiedo scusa al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, all’Ania, alla Polizia di Stato e alla Federazione Ciclistica italiana se ogni giorno, sulle strade, ammazzano qualche ciclista.

Purtroppo abbiamo questa brutta malattia da cui non riusciamo a guarire: ci piace pedalare. E così ogni giorno a qualunque ora e con qualunque tempo, saltiamo in sella alla nostra amata compagna. Lo facciamo per gusto, senza dubbio. Lo facciamo per amore, anche; amore per lo sport e amore per la nostra madre Terra, perché siamo convinti che col nostro piccolo gesto aiutiamo tutti a vivere meglio.

Lo facciamo a volte per necessità, perché anche noi ciclisti dobbiamo lavorare per vivere e, voi lo sapete, il trasporto pubblico non funziona quasi mai, tante zone non sono nemmeno servite da una metropolitana o autobus e noi a guadagnarci la pagnotta ci andiamo in bicicletta.

Però, lo ammetto, anche se per necessità a noi piace lo stesso: l’ho detto, siamo inguaribili.

Talmente persi nella nostra malattia che stiamo lì a fare opera di proselitismo, cercando di convincere sempre più persone a spostarsi sui pedali.

Gli raccontiamo quanto è bello, ma a volte non basta. Allora gli parliamo degli studi svolti da Organizzazione Mondiale della Sanità e Università di tutto il mondo su quanto faccia bene al fisico (e, aggiungo, alla mente) andare in bicicletta. Meno rischio di malattie cardiovascolari, ictus, infarti. Beh, lo so che è un poco sleale, è come fare terrorismo psicologico: ma del resto se il fine è nobile, che male c’è? Voi di sicuro potete capirmi, anche il vostro fine è nobile.

Con altri tentiamo la carta della salvaguardia del pianeta: tutti si preoccupano dei panda o dei gibboni, ma possibile a nessuno freghi nulla dei milioni di esseri umani che muoiono per smog ogni anno? E così ci presentiamo con le nostre tabelle, sempre prelevate da studi svolti da organismi super partes e di indubbia scienza, parlandogli di Co2, polveri sottili, riscaldamento globale. Il buco dell’ozono no, pare sia fuori moda ormai e noi vogliamo che il nostro pubblico resti attento.

Però anche questo può non bastare. Così ricorriamo al colpo basso: il portafoglio. E si, perché andare in bici fa risparmiare un sacco di soldi. Benzina, bollo, assicurazione, pedaggi, tutto sparito. Non solo: anche il conto del medico e della farmacia si riduce tantissimo.

Ma voi questo lo sapete già, perché ci tenete alla nostra sicurezza.

Ci tenete talmente tanto da avviare una bella campagna di sensibilizzazione per evitare che ci ammazzino ogni giorno sulle strade.

Però, scusate, io sono l’eccezione e con me forse la bici non ha fatto tanto bene alla mente perché non ho capito una cosa.

A vedere il vostro curatissimo video (bella anche la colonna sonora, bravi) sembra che il bersaglio siamo noi. Cioè, non intendo il bersaglio sulla strada, quello lo siamo da sempre: il bersaglio della campagna.

Quindi se, per fare un esempio, la gente va in giro a sparare sul prossimo, voi fate una campagna per sensibilizzare le vittime a schivare proiettili? Scusate, ma proprio non capisco.

Certo, ciclisti mascalzoni ce ne sono, del resto siamo esseri umani come tutti gli altri, né migliori né peggiori: alcuni, forse, solo più magri.

Certo, usare il casco, abbigliamento ad alta visibilità e le luci è qualcosa che sappiamo, facciamo seppur non tutti ma ci diamo dentro per dircelo da soli. Basta sfogliare le pagine di questo diario virtuale per scoprire quante volte ho insistito sull’importanza del casco; oppure chiedere alle aziende che mi forniscono il materiale per i test quanto sia assillante nel chiedere sempre la presenza di elementi riflettenti.

Certo, esistono i grupponi che occupano tutta la corsia e questo non si fa.

Però, forse, chi ha studiato la campagna di sensibilizzazione in bici non ci è mai andato.

Perché d’accordo sfilare in fila indiana: ma così rasenti al limite della careggiata? L’avete mai percorsa in bici una delle nostre strade?

Quelle dove l’asfalto termina con un salto di diversi centimetri e se ci finisci con la ruota sei bello e spacciato?

E avete mai pensato che se cerchiamo di tenerci un poco più al centro è anche per evitare che le auto ci prendano in pieno? Vi sembra strano? Se si, allora vuol dire che in bici non ci siete mai saliti.

Ora vi spiego: lo spazio della corsia quello è, giusto? Io mi tengo rasente al limite (col rischio di ammazzarmi) e così l’auto che arriva da dietro si vede spazio libero, a suo dire, e mi passa via veloce e rasente.

Così o mi sposta, perché sapete, le bici son leggerine e volano via facile, o mi prende.

Allora io scelgo il male minore: mi tengo poco più al centro e obbligo l’automobilista a rallentare e superarmi solo quando le condizioni della strada e del traffico lo permettono.

Mi scuserete se tra pochi secondi di ritardo e una vita risparmiata io scelgo quest’ultima. Soprattutto se la vita è la mia.

E le rotonde? Si lo so, a volte le prendiamo a palla perché altrimenti si spezza il ritmo. Ma farle tutte esterne? L’avete mai imboccata una rotonda in bici? Vediamo se ho studiato: la precedenza è del veicolo che in quel momento sta impegnando la rotonda; giusto?

Ecco, però a noi mica ci considerano veicoli. Anzi, a noi non ci considerano proprio e le auto, i camion, i bus, le moto, gli scooter, e tutti gli altri che volete se vedono una bici la rotonda la imboccano e basta, anche se lì in mezzo ci siamo noi.

E così pure stavolta scegliamo il male minore, ci teniamo più centrali così da avere il margine per la frenata di emergenza o il cambio di traiettoria per evitare ci buttino sotto.

E poi suvvia: ma chi ci va in bici digitando messaggini sullo smartphone? Le mani ci servono sul manubrio, mica siamo automobilisti o conducenti di mezzi pubblici che sembrano gareggiare in questo criminale comportamento.

Io vi ringrazio, da ciclista, per aver deciso di investire denari in una bella campagna di sensibilizzazione.

Però, scusate, non sarebbe più utile insegnare alla gente a non ammazzarci?

Chiudo, se me lo permettete, con un suggerimento per una prossima campagna di sensibilizzazione. Pare che nel Codice della strada anni addietro fu introdotto l’obbligo per i veicoli di fermarsi quando un pedone impegna le strisce pedonali. Obbligo, lo sapete, sempre disatteso.

Che ne dite di sensibilizzare i pedoni a scansare con maestria i veicoli che sfrecciano a tutta velocità sulle strisce?

Buone pedalate, così magari capirete che significa andare in bici.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Bravo Fabio. Condivido ogni parola.

  • <cite class="fn">Michael</cite>

    >E poi suvvia: ma chi ci va in bici digitando messaggini sullo smartphone? Le mani ci servono sul manubrio, mica siamo automobilisti o conducenti di mezzi pubblici che sembrano gareggiare in questo criminale comportamento.

    E invece qua e’ diventata una malattia tra i ragazzini come quello in video. Credo che e’ rivolto a loro. Mi sembra di vedere al meno uno a settimana con cuffiette e telefonino in mani a messaggiare cosi’.

    Un bel articolo e condivido le emozioni. Complimenti come sempre!

    • <cite class="fn">Michael</cite>

      Ah, un altra nota e’ che inutile spiegare che chi va in bici sulle strade ha bisogno di spazio e per legge lo devi dare. La maggioranza di chi sale ogni giorno in macchina e ci sorpassa lo sa. Ma sai cosa mi rispondano tutti? “Allora non dovete esserci sulle strade”.

  • <cite class="fn">Damiano</cite>

    Assolutamente d’accordo. Come sempre, un solo ciclista che non ripetta le regole fa molto più rumore di mille che le seguono. Però lo spot crea un’immagine falsata della realtà e contribuisce a dare forza a discorsi recriminatori e giustificatori da parte di (alcuni, anche qui, ma non così pochi) automobilisti sulla prevalenza delle ragioni dei veicoli a motore rispetto a quelli a trazione umana (vedi bici). In particolare un argomento su cui mi sono scontrato molto spesso e con forza con conoscenti ed amici è quello sul diritto di circolare: è convinzione generale che le auto abbiano un diritto maggiore e prevalente di circolazione. Mi spiego, se due diritti confliggono fra la bici e l’auto (ad esempio sullo spazio in carreggiata stretta) viene naturalemente considerato come prevalente il diritto dell’auto: “ma la bici non è il caso che vada lì”. E se le strade trafficate le evitiamo perchè giustamente poco sicure, ma quelle secondarie più strette è meglio che non le facciamo, che ci resta? E così dicendo, spesso in un crescendo poco costruttivo e di pura contrapposizione.

  • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

    I ciclisti non sono tutti santi, è una cosa che ho sempre detto. Così come ho sempre detto che non sono migliori degli altri.
    Ora che ci siano idioti che tagliano la strada, mandino messaggi col telefonino o usino le ciclabili per occuparle in gruppo e guai se non ti scansi è semplicemente nell’ordine naturale delle cose, un ordine per cui gli idioti stanno pure nel nostro mondo.
    Fortunatamente sono minoranza, questo si.
    Ma qui il punto è altro: pedoni e ciclisti sono universalmente definiti “categoria debole” in qualunque studio svolto sulla sicurezza stradale.
    Questa campagna istituzionale, patrocinata dal Ministero, dall’Ania (che è facile capire da che parte sta) purtroppo dalla federazione ciclistica che pare di bici abbia sempre capito poco e dalla Polizia, unica benemerita (basta vedere come si ammazzano di fatica quelli della polstrada), capovolge la situazione.
    E se passa, anzi si rafforza ancor più, il concetto che la colpa è dei ciclisti, davvero stiamo messi male.
    Piccolo consiglio per chi si sente apostrofare che in bici sulla strada non ci può stare: un vaff###lo ci sta tutto. Non risolve, nel senso che quello è scemo e scemo resta: però aiuta a sentirsi meglio

    Fabio

    • <cite class="fn">Ciclista Sdraiato</cite>

      Anche se m’è capitato l’automobilista che “deve” passare e mi obbliga a spostarmi improvvisamente vicinissimo al bordo del marciapiede dove ci sono buche, rifiuti, tombini mal livellati e/o instabili e pedoni che non guardano dove vanno (giù dal marciapiede, col traffico che c’è!) perché intenti a farsi sfondare le retine e i timpani dal loro smartphone, non m’è ancora capitato il tizio che mi fa scortesemente notare che non dovrei andare per strada in bici; altrimenti gli risponderei che, siccome lui/lei ha un’auto, dovrebbe andare in AUTOSTRADA

      È un “vaffa” più raffinato, riservato ai più stupidi 😉

      • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

        Non credo capirebbero… 😀

        Fabio

      • <cite class="fn">Michael</cite>

        E’ assolutamente controproducente provare a spiegare qualsiasi cosa a chiunque che si trova dal lato opposto. Sei in torto a prescindere e qualsiasi cosa dici verrà usata contro di te e per rafforzare la opinione già creata prima.
        La educazione che come un obbiettivo ha un cambiamento di comportamento può essere fatta solo cambiando la normalità e solo dai attori che hanno autorità per le persone o a chi le stesse persone si associano.
        Sono delle cose banali per chi studia la sociologia.
        Nel nostro caso specifico, lo possono essere solo i famosi calciatori con le belen varie e i produttori di trattori urbani. Noi non ci contiamo niente.
        Sopratutto se ti metti a spiegare a un “amante di guida” in strada mentre sei in bici come comportarsi. Stai confermando per lui che sei uno di “loro” ovvero:
        – “un c***ca**o scemo straccione con sta f***ta bici di m**a in mezzo tra la gente che ha da fare (cit.).

        In 11 anni in moto e 4 in bici ho raccolto un po di stupide esperienze di provare a comunicare con le persone…
        Non perdo la speranza ma con l’età mi e’ venuta la voglia di avere dei mezzi più efficaci.

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Sicuramente; molto difficile se non impossibile.
          Purtroppo anche far capire qualcosa ai ciclisti sembra essere altrettanto difficile. Penso a quelli che ritengono il casco inutile, soprattutto in città; i grupponi che con arroganza passano col rosso per non perdere in ritmo; quelli che credono le ciclabili siano velodromi; chi non monta manco una lucetta da 2 euro la sera o almeno delle bretelle riflettenti e così via.
          Insomma, idioti ce ne sono pure tra le nostre fila e spesso a causa loro paghiamo noi tutti le conseguenze del cattivo occhio con cui siam visti.

          Fabio

          • <cite class="fn">Michael</cite>

            Ecco, purtroppo non dipende a che gruppo si aderisce, con un minimo di deviazione, la probabilità che una singola persona e’ idiota si distribuisce ugualmente tra i gruppi.

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Due dati essenziali che, a questo punto, è necessario ricordare:

    1 – Noi ciclisti siamo in tanti.

    2 – Esiste un ciclismo militante.

    http://www.fiab-onlus.it/critical/cosa.htm

  • <cite class="fn">valentino</cite>

    bravo Fabio, il video l’avevo visto anch’io e come moti ciclisti “veri” mi sono abbastanza indignato. Il problema è sempre il solito, da una parte un’idea di spostamento ecologico, leggero, in silenzio, di integrazione con l’ambiente e di rispetto degli altri, dall’altra il desiderio represso di sopravanzare gli altri con prepotenza, di ostentare non si sa bene cosa, di voler far credere a tutti i costi che l’uomo è più forte della natura e dell’ambiente. Non si spiegherebbero altrimenti certe pubblicità di automobili da fare accapponare la pelle, SUV che sfrecciano nei boschi o in mezzo alle montagne con velocità improponibili (e che però i futuri acquirenti evidentemente apprezzano), gente che sfreccia per le città (altro SUV) solo per il gusto di poter fare in una giornata cento cose tutte insieme. Invece di proporci automobili da 200 cavalli i costruttori automobilistici dovrebbero essere obbligati per Legge a montare sui veicoli sistemi in grado di impedire quello che è successo a Roma qualche settimana fa (una BMW da più di due tonnellate la cui conducente invece di innestare la marcia avanti ha innestato la retromarcia uccidendo una giovane mamma in bicicletta e distruggendo altri veicoli in sosta). Questa contrapposizione diventa doppiamente penalizzante per noi ciclisti. Primo: diamo fastidio sulle strade e secondo: divulghiamo idee rivoluzionarie, di cambiamenti profondi. Apparentemente piccoli, ma in realtà importanti. E poi portiamo buonumore. Non va bene, meglio la nostra automobile come cappotto per il freddo (a Roma, poi…) e come ombrello per la pioggia. Ah, dimenticavo, l’aria condizionata per l’estate !
    Quindi c’è bisogno di tenerci buoni e in una sorta di riserva indiana.
    Un saluto a tutti.

    • <cite class="fn">Michael</cite>

      > solo per il gusto di poter fare in una giornata cento cose tutte insieme
      Correzione: il gusto di credere di poter fare in una giornata cento cose tutte insieme
      Perché non si riesce lo stesso.

      • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

        A me francamente questa storia che le bici elettriche salveranno il mondo mi convince assai poco.
        Anni fa pubblicai una inchiesta su quanto la nostra necessità di computer, smartphone e altri aggeggi elettrici dalla autonomia sempre maggiore stesse degenerando nella guerra del litio. Creando anche una nuova fascia di schiavi, spesso bambini.
        La produzione delle batterie per bici elettriche si muove sulla stessa linea; rischiamo di ritrovarci a fare peggio illudendoci di fare meglio.

        Fabio

        • <cite class="fn">Michael</cite>

          Non volevo tirare dentro le bici elettriche ma la BMW con i loro tunnel.
          Per la elettrica, come sai, ci sono i casi in cui e’ l’unico modo. Banalmente: sono fermo da tre settimane, mi fa male ginocchio. Con una elettrica potevo continuare ad andarci a lavoro. O se non fosse fortunato di poter cambiarsi al arrivo non potrei fare 25+25 5g/settimana per andarci. Con elettrica lo fai senza sudare.
          Ed e’ qua dove dovrebbe entrare un organismo governativo che con una visione piu’ alta e informata riesce a indirizzare lo sviluppo del mercato. E invece? “Metti il casco e vai sulla destra!”

  • <cite class="fn">valentino</cite>

    Riporto qui di seguito l’inizio del Codice della Strada, sono andato a rilleggerlo perché non lo ricordavo bene:

    “Nuovo codice della strada”, decreto legisl. 30 aprile 1992 n. 285 e successive modificazioni.

    TITOLO I – DISPOSIZIONI GENERALI

    Art. 1. Principi generali.

    1. La sicurezza delle persone, nella circolazione stradale, rientra tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato.

    2. La circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli animali sulle strade è regolata dalle norme del presente codice e dai provvedimenti emanati in applicazione di esse, nel rispetto delle normative internazionali e comunitarie in materia. Le norme e i provvedimenti attuativi si ispirano ai principi della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile, perseguendo gli obiettivi: di ridurre i costi economici, sociali ed ambientali derivanti dal traffico veicolare; di migliorare il livello di qualità della vita dei cittadini anche attraverso una razionale utilizzazione del territorio; di migliorare la fluidità della circolazione; di promuovere l’uso dei velocipedi. ”

    Devo dire che la circolazione stradale in generale ha preso una piega ben diversa dalle intenzioni del legislatore…. Sembra che questi primi due commi dell’Art. 1 parlino di una realtà che non ha nulla a che vedere con le nostre strade !

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      …tutti i presenti a questo punto
      fuggirono in ogni direzione
      anche le donne dimostrando
      la differenza fra idea e azione…

      Faber, il Gorilla

      Fabio

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Caro Fabio, non si possono paragonare dispositivi statici come quelli da te citati, con le bici elettriche.

    Lo comprendi, non è vero?

    Per quanto riguarda la produzione di batterie, le conoscenze nel campo della fisica che ne determinano gli sviluppi, sono in continua evoluzione. 🙂

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Caro Luca, lo comprendo e infatti non ho paragonato i dispositivi: ho citato uno degli elementi presenti nelle batterie. Che, oggi, viene usato anche per bici elettriche, all’epoca della mia inchiesta le bici elettriche manco esistevano. Ora si, però.
      E il litio viene ampiamente usato.
      Come il cobalto, e, onestamente, agli 80 bambini deceduti nelle miniere del Congo nel 2016 (rapporto Unicef, che stima in 40mila i bambini sfruttati nelle miniere congolesi, tutte) non è che freghi più di tanto se sono morti per una batteria di smartphone o di una bicicletta.
      Tutto ha un prezzo, bisogna sempre capire quale.
      Questa ventata ecologista per bici ed auto elettriche potrebbe, sul lungo periodo, generare danni che al momento non riusciamo a quantificare ma già possiamo immaginare. Nell’ignoranza di chi credendo di fare del bene in realtà sta dando il suo contributo a peggiorare le cose.

      Fabio

      • <cite class="fn">Guybrush Threepwood</cite>

        Francamente su questo tema, mi trovi perfettamente d’accordo: Sono in tanti a credere all’auto elettrica come unica soluzione possibile a tutti i mali. Il perché è chiaro, dallo scarico non esce nulla (anzi nemmeno c’è) e sono silenziose come un tostapane. Il punto è che la stragrande maggioranza delle persone non valuta l’impatto “totale” che il prodotto ha nel suo intero ciclo di vita, che va dalla costruzione allo smaltimento. E nemmeno ci si preoccupa se la corrente che scorre dalle nostre prese casalinghe a caricarne le batterie, venga prodotta a sua volta con fonti ecologiche o meno; se la corrente di casa mia viene prodotta in centrali a carbone, allora stiamo semplicemente spostando la centrale produttiva dall’auto (il motore termico) a un sito che inquina comunque ma in un altro luogo.Nulla di più! Ciò nonostante l’auto elettrica “in attività” non inquina e questo basta ai più.
        Ma come accenni tu, l’aumento dell’utilizzo del litio sta già riscontrando grosse problematiche per la produzione (e non ci cimentiamo nello smaltimento…) ora che si generano (in larga scala) solo batterie per cellulari (piccole); figuriamoci quando ogni auto avrà la sua…
        Ora, pure la produzione di una bicicletta impatta sull’ambiente, ma lo fa in modo differente, sia per quantità di materiali utilizzati, sia per “semplicità” dei materiali che la compongono, e sopratutto per via dell’incredibile centrale energetica che la fa muovere: l’uomo.
        Questo la rende vincente sotto tutti i campi in quanto una volta prodotta, il suo impatto sull’ambiente si arresta (quasi) e viene compensato dal fatto che di muove “gratis”. Cosa che invece nessuna auto (o bici) elettrica farà mai.

        Daniele

        • <cite class="fn">Michael</cite>

          Vorrei ancora aggiungere, visto che siamo alla ricerca di male minore in ogni caso, che se togliamo il concetto di “auto” che deve poter mantenere velocità di autostrada e introduciamo un limite cittadino di stessi 50 orari ma fissi su veicolo, vedremo la crescita di veicoli ibridi a pedalata assistita capaci a trasportare carichi elevati a distanze corte. Essendo a bassa velocità non richiedano la quantità di materiale di una auto quindi saranno molto più leggeri e compatte. A tre o quattro ruote. Ci sono tanti startup con vari prototipi in giro ma finché abbiamo in testa il contachilometri da bolide quelli rimarranno dei giocatoli.

          • <cite class="fn">Guybrush Threepwood</cite>

            Concordo con te Michael. Purtroppo, ancora per molti, l’auto è uno status symbol oltre (e a volte, solo…) che un utilità. E in quel caso, ogni discorso diventa futile.

            Daniele

          • <cite class="fn">Michael</cite>

            Non voglio perdere la speranza e forse vedo il bicchiere meta pieno, ma conosco tante persone che non desiderano l’auto ma hanno bisogno perché non ci sono alternative senza sacrificare qualcosa e uscire dalla comfort zone.
            Io e la mia famiglia siamo un esempio. Abbiamo bisogno di trasportaci a volte in 4-5 per arrivare ai posti dove non arriva il trasporto pubblico o se arriva non e’ praticabile. 3gg a settimana di solito la macchina rimane parcheggiata e non ci spostiamo in bici o al massimo in moto. Per la spesa settimanale invece si prende l’auto. L’auto e’ a gasolio e non consideriamo ancora l’elettrica perché’ non abbiamo la possibilità di caricarla in condominio e due tre volte a anno facciamo dei percorsi che sfideranno la capacita di batterie.
            E credo che siamo una famiglia molto standard.
            E entrambi i conducenti odiamo (beh, io di piu’) di dover usarla.
            Quindi, se a) ci offrano la struttura e b) ci incitavano a cambiamento, saremmo molto interessati a liberarsi.
            Ovvero, noleggio/car-sharing fatto bene e un mezzo leggero elettrico che non va piu’ di 70 orari per spostarsi in area metropolitana.
            E questo cambiamento non puo partire dalle persone, deve essere venduto esattamente come ci hanno venduto le auto 100 anni fa. Non ci interessa un riscaldamento globale e i orsi polari se adesso piove e devo comprare croccantini per il gatto. Piglio la macchina e vado a Esselunga.

  • <cite class="fn">Andrea</cite>

    Ciao a tutti,
    dal mio punto di vista il problema fondamentale è la mancanza di rispetto per la vita altrui. Io capisco che possa fregare altamente dello smog, dell’inquinamento acustico e affini. Capisco che si possa non comprendere il perché degli adulti si vestano in modo attillato e colorato e escano in strada a ”giocare” con le loro bici. Ciò che non capisco è perché la mia vita debba essere messa continuamente in pericolo da persone distratte ed incoscienti dei danni che possono provocare. Non lo capirò mai.
    Andrea

    • <cite class="fn">Michael</cite>

      >Ciò che non capisco è perché la mia vita debba essere messa continuamente in pericolo da persone distratte ed incoscienti dei danni che possono provocare. Non lo capirò mai.

      Basta chiedergli. Ti rispondano che ti la stai cercando con la tua bicicletta di c***o. Hanno fatto pure un video che lo sottolinea. Metti il casco e levati dalla strada. Se torni sono c***zi. Tuoi.
      Non capisco come non capisci, e’ banale.

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Beh Fabio, e delle condizioni di lavoro di milioni di operai cinesi, che ormai producono quasi tutto quello che utilizziamo noi occidentali, bici comprese, cosa potremmo dire?

    Sono molte le questioni che pesano sulla coscienza dell’occidente…..

    Per essere del tutto coerenti con noi stessi ed i nostri ideali, senza apparire anime belle, dovremmo rinunciare davvero a moltissime cose che ormai sono parte integrante delle nostre vite.

  • <cite class="fn">valentino</cite>

    evidentemente non siamo gli unici a pensare che il video sia una cretinata:
    https://www.bikeitalia.it/2018/02/17/7-associazioni-diffidano-ministero-la-campagna-sulla-sicurezza-dei-ciclisti/

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Ragazzi, io francamente il vostro punto di vista non lo capisco.

    L’attuale parco mondiale di autoveicoli con motore a combustione interna, ammonta a circa 1 miliardo di esemplari.

    Che vogliamo fare, ci teniamo quelli fino a quando non finisce il petrolio e poi andiamo solo a piedi ed in bicicletta?

    Ricaricare completamente la mia batteria Bosch da 400mh costa circa 10 centesimi di euro, siccome sono un ciclista allenato, aggiungendo i pedali e facendo un uso accorto del cambio, percorro anche 100km.

    Qualcuno conosce un mezzo a motore più economico?

    p.s.

    Da 5 anni ho rinunciato a qualunque mezzo con motore a combustione interna: non possiedo una macchina, non possiedo una moto e non possiedo nemmeno un motorino, vediamo un pò chi mi sta dietro.

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Ma qui fate le anime belle che pontificano contro le batterie al litio e poi salite tranquillamente sulle vostre macchine!

  • <cite class="fn">Alex</cite>

    Francamente, perchè mai si dovrebbe risolvere un problema con un altro problema? Come diceva un tale…che di varie cose se ne intendeva, non possiamo risolvere i problemi con la stessa logica che li ha generati. E’ una logica perversa il voler sostituire un mezzo a petrolio con un altro mezzo energivoro, anche se molto meno energivoro. La bicicletta lasciamola così com’è, senza reinventarla, anche se questo crea molti problemi all’ elite dominante (che detiene la proprietà di certi giornaloni di carta…) che vorrebbe un’ umanità sempre dipendente da qualcosa (energia elettrica, batterie…) anche per andare in bicicletta ???

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