Michelin Protek Urban

La prova su strada

Tempo di lettura: 10 minuti

La prova su strada

Due le bici utilizzate in questo test: la sempre pronta PlanetX London Road e la mia Peugeot Anjou nella sua veste, non più tanto nuova, di Passepartout.

Telaio in alluminio, forcella in carbonio e freno a disco per la prima, una commuter tuttofare che in questi mesi mi ha accompagnato in tantissimi test. Acciaio e freni cantilever per la seconda, una bici che adesso chiameremo Gravel e che, malgrado i suoi anni, è tutt’ora assai competitiva su strada e in fuoristrada leggero rispetto alle moderne sorelle. Anzi, è superiore a tante bici che stanno proponendo adesso…

Soliti circuiti miei di prova, quindi asfalto, pavé, sentieri battuti, salite impervie e pedalabili, discese veloci e tecniche, asciutto, pioggia e l’infido umido del primo mattino, quello che luccica il selciato e scivoli solo a guardarlo. Bici scarica e con borse piene delle provviste per due settimane, perché sono gomme Urban e io la spesa al supermercato vado a farla in bicicletta.

Quando ho avvisato l’ufficio stampa Michelin che le gomme per il test mi erano state consegnate, avevo, con somma imprudenza, assicurato sarei stato online in tempi più brevi del solito “Sono gomme da città, ci metterò poco, mica devo farci chissà quante prove”. Mai parlare prima del tempo…

Anche perché a complicarmi la vita ci ho voluto aggiungere il plus del test in doppia misura, quindi tutte le prove moltiplicate per due. Che intelligentone, eh?

E la prima cosa che ho dovuto raddoppiare è stato il rodaggio: a gomma nuova le prestazioni non sono ottimali e servono alcune ore sui pedali per togliere la patina superficiale e iniziare a farle rendere al meglio delle loro possibilità.

Possibilità che da subito mi sono sembrate alte, quindi, anche per coincidenze meteo, sono partito immdiatamente col bagnato. Pioggia leggera, quella che dopo tante settimane di siccità crea una patina scivolosa mischiandosi con lo sporco della strada, e quindi la più insidiosa: test superato in modo brillante. Certo, ci vuole comunque prudenza perché non è come viaggiare sull’asciutto, ma la tenuta è stata perfetta, senza sbavature improvvise: ogni manovra deve essere dolce come sempre sul bagnato, però ho trovato quasi la stessa grande comunicativa offerta dalle gomme sportive della casa. Quando il grip offerto dalla strada è scarso e aleatorio sapere cosa sta facendo il copertoncino è fondamentale per guidare sereni. Concentrati ovviamente, ma sereni perché non hai da temere perdite di aderenza senza preavviso. Se la gomma sta per alzare bandiera bianca te ne accorgi e ti regoli di conseguenza, soprattutto in frenata.

Questo su asfalto; sul pavé e il basolato la cosa è stata più complicata ma in tanti anni non ho mai trovato un copertoncino che su questa pavimentazione particolare quando è bagnata non andasse in crisi. Di fatto la superfice stradale ha il grip del sapone. Però, pur con tutti i limiti che una situazione estrema come questa comporta, sempre il buon feeling che si è instaurato mi ha permesso di andare via tranquillo.

Con l’aumentare della pioggia è migliorato anche il grip, sia su asfalto che sul pavé. Perché una strada abbondantemente bagnata offrirà sempre una presa migliore di una umida e lucente e le Protek Urban hanno potuto così far valere l’ottima mescola.

Come era lecito aspettarsi le 700×35 hanno trasmesso più fiducia. Attenzione: non maggiore tenuta, quella è stata analoga e di alto livello per ambedue le misure. Però quando hai più gomma a terra, soprattutto piegando la bici in curva, senti più appoggio e vai più veloce.

Ovviamente il discorso vale in discesa, perché in salita più di tanto non vado e nemmeno in pianura devo dire…

Con pioggia battente mi sono lanciato sulle discese dei miei circuiti di prova e ho potuto frenare e curvare, sempre con la dovuta dolcezza come sempre si deve fare sul bagnato, in assoluta sicurezza. I risultati migliori, comprensibile, con l’inglesina frenata a disco. Perché i dischi temono assai meno il bagnato e ho potuto così sfruttare l’ampia impronta a terra della versione più grassa. Ma non da meno sono state le più sottili; solo in alcuni tornanti ho dovuto limitare il passo rispetto alla sorella maggiore.

Sempre sfruttando le discese e sempre sotto la pioggia la direzionalità non è mai mancata, senza alcuna differenza tra una misura e l’altra.

Quindi, tirando le somme, posso dire che sia umido che bagnato e sia asfalto che pavé non si sono rivelati un problema. Ottimo grip, ottima comunicativa e un profilo regolare: a loro il merito delle ottime prestazioni. In vantaggio in queste situazioni si è trovata sempre la 700×35: non tanto per una intrinseca maggior tenuta, i segnali sono identici: hai più gomma, più superfice di appoggio in curva. E’ geometria, poco da discutere.

Però il bagnato, seppure probante per capire una gomma, resta una situazione piuttosto al limite per la naturale destinazione d’uso di questo copertoncino. Anzi, per meglio dire, una situazione in cui, in linea teorica, non dovremmo trovarci per assai tempo. Non è come essere in viaggio, dove se piove tutto il giorno tu tutto il giorno pedali sotto la pioggia. Urban si chiamano, è la città: tragitti brevi e alla peggio ci si rifugia in un bar. Insomma, sapere che pioggia e umido non sono un problema è bello e interessante, ma poco probabile che il ciclista tipo interessato a queste gomme passerà ore sul bagnato. Promosse a pieni voti d’accordo, però immagino che la maggior parte della loro vita questi copertoncini la passeranno con l’asciutto e soprattutto sulle pessime pavimentazioni delle nostre città.

E qui è necessario fermarsi un momento, perché il ciclismo urbano non si declina allo stesso modo a ogni latitudine. Come ho detto molte volte, una cosa è pedalare in una cittadina di provincia della Bassa, tutt’altro affrontare il caos della Capitale o della città dove vivo, col Vesuvio che riposa sornione. Si spera.

Asfalto quasi mai e se c’è è pessimo e butterato manco fossimo in zona di guerra; pavé a iosa, zone più o meno ampie dove semplicemente sono spariti i sanpietrini, cunette e dossi in rapida sequenza manco che su un campo da motocross e infide rotaie che ti obbligano a scegliere se rischiare il passaggio o proseguire sul basolato che spesso è sprofondato di diversi centimetri.

Cosa chiedo allora a una gomma capace di accompagnarmi in questo inferno cittadino? Che non molli mai, qualunque sia il materiale con hanno (mal) lastricato la sede stradale. Che abbia un eccellente grip in frenata, perché essere costretti a inchiodare per evitare di essere stesi dalla famiglia (madre, padre e un imprecisato numero di pargoli) che litiga sullo scooter è frequente; che offra tanto comfort, perché pedalare su strade così rovinate, e che peggiorano ogni giorno per la totale mancanza di manutenzione, è davvero dura e ogni aiuto è necessario; che non pesi uno sproposito perché in città lo spunto è fondamentale e una gomma che ti zavorra non va bene; che scorra bene, perché già pedalare vuole la sua dose di fatica e sudore, non ho voglia di aggiungerne altra per muovere le gomme; che non si buchi ogni due e tre, perché la poca manutenzione non riguarda solo le strade ma anche la loro pulizia e, soprattutto la mattina presto, attraversare le zone della movida notturna significa pedalare su un tappeto di cocci di bottiglia (ma a questi giovani moderni gli pesa tanto usare i bidoni per la raccolta?) e più che copertoncini spesso aneli i cingoli.

Hanno le Michelin Protek Urban risposto a tutte le mie richieste? Vi dico la verità: a parità di tutte le altre ottime caratteristiche, 200 grammi in meno e avrei eletto la 700×35 gomma dell’anno. Per ora deve accontentarsi di aver scalzato le sorelle della casa Cyclocross dalla London Road, in virtù della loro quasi assoluta imperforabilità in normali condizioni di utilizzo. Posto che si possano definire le mie condizioni di utilizzo “normali”…

Quindi condizioni di asciutto, partiamo con gli immancabili pavé e basolato, perché le pavimentazioni peggiori e assai frequenti nelle nostre città.

Quanto di buono mostrato sul bagnato ha trovato ampia conferma sull’asciutto. Dopo adeguato periodo di rodaggio e trovata la giusta pressione di esercizio in base al proprio peso tutto fila via liscio. Ma attenzione: rodaggio e pressione giusta, altrimenti la gomma scivola e se si eccede coi Bar diventa pure assai scomoda. Più evidente con la 700×35 che la 700×28 un errore di gonfiaggio perché, è fisiologico, la gomma più larga è più confortevole e subito avverti le differenze.

La tenuta è sempre stata di ottimo livello così come il grip in frenata. Più avvertibile coi dischi che ovviamente hanno più mordente dei cantilever Weinmann coi loro quasi quarant’anni. Non solo il grip: su strade martoriate è emerso ancor più l’alto livello di comfort di queste Protek Urban e anche qui in vantaggio la misura superiore, che lavora a pressione più bassa e ha un maggior volume d’aria. Ma assai bene si comporta la misura inferiore, perché il basso Tpi, cioè gomma in più, aiuta a smorzare con efficacia.

Però per capire meglio l’aderenza io ho bisogno delle discese, perché in salita sono lento e in pianura pure. E tra le discese dei miei circuiti di prova ne ho aggiunta una non troppo ripida ma tutta in pavé molto rovinato, perché è una situazione che in città si verifica e perché le bici usate, grazie anche ad alcuni aggiornamenti tecnici, mi permettono un buon passo.

Il passo è stato veloce, molto più veloce di quanto credessi: non è solo la sensazione di sicurezza trasmessa dal grip sincero a farti pedalare senza problemi. La capacità di smorzare, sempre con un vantaggio per la 35 rispetto alla 28, e l’ottima comunicativa mi hanno permesso una velocità di discesa abbastanza vicina a quella che avrei avuto su asfalto. Con la London Road, dotata dell’attacco manubrio Redshift ShockStop senza il quale le velleità sarebbero smorzate, mentre con la Peugeot ho dovuto comunque darmi una regolata. Però tenendomi in postura a sfiorare la sella per evitare dolorosi contraccolpi (è pur sempre un telaio rigido) le botte che arrivavano al manubrio erano ben diluite dalla morbidezza della copertura.

Su asfalto buono, che ogni tanto esiste, mi sono divertito. Il profilo molto regolare e la buona cedevolezza della carcassa permettono una condotta di guida molto prossima a quella di una sportiva pura. Potendo però contare sul supporto psicologico e non solo, di tanta impronta a terra. Diversamente che da quando ho affrontato le stesse discese col bagnato, pedalando su asciutto ho trovato la 700×28 più performante. Sveltissima, molto scorrevole, permette traiettorie rotonde senza sbavature se la curva è veloce e ampia e al tempo stesso non rifiuta staccate assassine con ingressi spigolati nei tornanti. I cambi di direzioni li digerisci in un lampo e immediata la correzione di un errore di traiettoria. La superiore leggerezza si fa sentire nei rilanci fuori dalle curve e l’unico frangente in cui ho preferito la misura 700×35 è stato nei curvoni molto veloci e molto ampi, quelli dove sei praticamente a tutta. Anche qui vince la geometria, hai una superiore area di appoggio e siccome la gomma dialoga sempre con te, la sicurezza che infonde ti invoglia a spingere.

Eccellente per tutte e due le misure il grip in frenata: puoi strizzare forte le leve e il bloccaggio arriva solo se desiderato, avanzando o alzandosi per scaricare del peso il posteriore.

Queste stesse discese che uso per i test ovviamente le percorro in senso inverso per ricavare dati sul comportamento in salita. Dove la velocità (mia) è modesta e quindi mi servono non per rilevare la tenuta ma quanto influenza il peso.

Su pendenze pedalabili avverti la differenza di peso rispetto a coperture in analoga misura ma più sportive mentre tra le due sorelle Protek Urban in prova non è che ci fai caso più di tanto. Merito dell’ottima scorrevolezza e alla fine i 120 grammi di differenza tra le due misure non creano difficoltà salendo con una gomma o con l’altra. Quando le pendenze iniziano a far male e pure la mosca che ti si poggia sulla spalla ti pesa come un macigno allora quell’etto e spiccioli di differenza lo senti tutto e sembra pure di più. Preferenza per la 700×28 in questo caso, senza dubbio alcuno.

Ma, confesso, ero indeciso se inserire le salite carogne in questo test. Sempre mi frulla per la testa questa vocazione urbana e mi chiedevo: non è che poi alla fine il ciclista carica la bici in metropolitana piuttosto che sorbirsi tutta questa fatica?

Però via via che uscivo, alternando le bici e le due misure, scoprivo sempre un’anima sportiva in queste gomme. Non la sportività di un copertoncino corsaiolo, il peso è quello che è ma è pure l’unico handicap rispetto a un racing puro. Anche la scorrevolezza è inferiore, lo senti se pedali con le Michelin Power All Season per restare in un parallelo con un prodotto della stessa azienda.

E qui si accesa la mia lampadina della comprensione, di solito fulminata: mentre pedalavo stavo paragonando queste Urban a gomme sportive e non, come sarebbe stato naturale, ad altri copertoncini urbani o turistici. Così mi sono ritrovato a percorrere strade e a cercare ritmi che nel ciclismo prettamente urbano tendi a evitare o perlomeno a ridimensionare perché, teoricamente, dovresti essere in sella in abiti civili e non puoi presentarti al lavoro con scarpini e completo sportivo. Credo.

Dal punto di vista strettamente metodologico di un test è un errore: quando provi tendi naturalmente a paragonare con altri prodotti ma devono essere sempre analoghi per struttura e destinazione d’uso. Il fatto che invece mi sia trovato spesso e ricevere sensazioni di coperture più sportive mi ha portato a paralleli forse incongrui ma tant’è: peso a parte e una certa scorrevolezza in meno non siamo poi così lontani da prodotti sportivi.

Merito del grip, senza dubbio; merito però dell’ottimo feeling, lo stesso che avevo trovato provando la gamma Michelin Power. E quando un copertoncino ti trasmette sicurezza e la chiara percezione del lavoro svolto pedali a un ritmo e con una velocità (sempre in discesa, of course…) che di urbano hanno ben poco.

Una comunicativa che deriva dalla mescola, decisamente a punto, dal profilo quanto mai indovinato, e dalla precisa deformazione della carcassa in curva. Mescola ottima in ogni frangente, già ampiamente ribadito. Il profilo è tondeggiante e non piatto come spesso avviene con copertura da città e questo permette sveltezza di manovra e lineari discese in piega. La carcassa morbida smorza ma non cede, tiene sempre una impronta costante senza scalini e te ne accorgi entrando forte nei tornanti a freni ancora tirati o quando, distrazione, errore o manovra di emergenza che sia, sei costretto a modificare la traiettoria in un attimo.

Velocità di manovra molto elevata anche con la versione da 35, anche se la differenza con la più sottile da 28 in questo caso è più evidente.

Non mi sono fatto mancare una prova con la bici carica; non in assetto da viaggio ma alla fine i chili sono chili e se invece dell’abbigliamento e dell’attrezzatura da campeggio nelle borse ci metto le provviste del supermercato cambia poco, i copertoncini mica capiscono la differenza 😀

L’idea era nata, questa di caricarci la spesa, perché trovo naturale usare la bici in città anche per queste commissioni. Magari non tutti sono soliti farlo, ma qualcuno si. Io sempre: e comunque il mio compito è sempre raccogliere quanti più dati è possibile.

Una gomma da città di solito gioca la carta della morbidezza e la bici perde in guidabilità quando si eccede col peso aggiuntivo. Non in questo caso, dove malgrado il gran comfort di marcia, dovuto immagino alla ottima flessibilità della mescola e al rinforzo in aramide (che ha una sua intrinseca elasticità) la gomma ha mostrato di cedere quel tanto che è naturale mantenendo sempre una ottima direzionalità. Però è bene dargli quello 0,2/0,3 di pressione in più se sul posteriore aggiungiamo i quasi 20 kg di peso in più.

E questo mi porta a una ulteriore considerazione: non è che la città alla fine gli va stretta a queste Protek Urban? Potrebbero essere una valida alternativa a gomme da viaggio? Per il consumo non so, sapete non è test che eseguo, richiede troppo tempo. Per il comportamento sotto carico sicuramente si, così come per la protezione dalle forature.

Infatti il test sulla protezione dalle forature è filato via senza problemi. Ne ho già fatto cenno rispondendo ai vostri commenti nel test delle Schwalbe Marathon Plus. Per provare l’efficacia dei vari sistemi antiforatura proposto dalle aziende ho scelto una soluzione pratica ed efficace: percorro il mattino presto le strade della movida serale. Un tappeto interminabile di bottiglie e cocci. Che da cittadino trovo sia una vergogna; da tester mi viene comodo perché non devo sbattermi a spargere io puntine da disegno, chiodi e frammenti di vetro e poi ripulire il tutto dopo molti passaggi, come facevo prima. Non per strada, me ne andavo in un parco scegliendo un punto isolato e poco battuto, non pensate male…

Da quando ho introdotto questo sistema e comunque da quando me le invento tutte per saggiare la resistenza alle forature dei copertoncini che provo per il blog solo due gomme hanno attraversato indenni il mio avanti e indietro su questa terra di nessuno: le Marathon Plus e queste Protek Urban. Un risultato notevole, assai più interessante se si pensa che le Schwalbe hanno ben 5mm di protezione in caucciù (che contribuisce a innalzarne il peso oltre misura e, alla fine, incide troppo sulla godibilità) mentre le Michelin hanno solo il loro singolo millimetro di fibre aramidiche. Protezione assai più leggera, ugualmente efficace (ho rimosso una quantità infinita di schegge di vetro una volta a casa) e che immagino contribuisca a rendere questa gomma più leggera e con una carcassa non tanto rigida da rendere la bici scomoda o difficile da guidare sullo sconnesso.

E’ probabile che la classica puntina da disegno, coi suoi 5/6 millimetri di acuminato stiletto, alla fine la gomma la perforerà, mentre copertoncini con fascia di protezione da 5mm, come appunto gli Schwalbe ma anche i Protek Max della casa francese (che pesano assai di più degli Urban) passeranno indenni.

Ma, mi sono sempre chiesto: su strada aperta al traffico è più probabile passare sopra dei vetri rotti o sopra queste mitologiche puntine da disegno? Un cartolaio matto, un architetto con poco senso civico, un ufficio che converte le lavagnette in sughero per gli avvisi con quelle magnetiche e butta tutto dalla finestra?  Scusate, ma voi avete mai trovato questa benedetta puntina da disegno nella gomma? Io in molte decine di anni che pedalo, mai.

E vabbè.

Test su strada chiuso con successo: andiamo alle conclusioni.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Samuele Gaggioli</cite>

    Gran bella recensione, grazie.
    Io ho sempre usato gomme Michelin, sia sulla macchina che sull’auto che, adesso, sulle bici, e mi sembra che negli ultimi tempi stiano tirando fuori delle cose eccelse in continuazione.
    Solo un appunto sulle puntine da disegno: le ha trovate il CT Cassani durante un giro con i suoi amici… roba da criminali 🙁 Meno male erano in salita e non è successo niente.

    Ciao

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Samuele, hai ragione: Michelin sta proponendo negli ultimi tempi ottimi copertoncini, per tutti gli usi. Io ormai sto usando quasi solo i loro (facessero una cyclocross jet nero/para e pure Elessar ne sarebbe dotata…) e al momento questi Urban sono rimasti sulla London road, penso li terrò su nei prossimi mesi.
      Puntine da disegno: lì sono state messe apposta e poi non prendete alla lettera ogni frase: bisogna pure spezzare il tono ogni tanto 😀 😀

      Fabio

      • <cite class="fn">Samuele Gaggioli</cite>

        Non l’avevo presa alla lettera, solo che effettivamente a pensarci le probabilità di forare per una puntina sono in sé insignificanti rispetto allo schifo che troviamo per strada grazie alla maleducazione e per l’appunto ho giusto letto ieri di Cassani e mi è venuto spontaneo portarlo come esempio di inciviltà nell’ambito della sicurezza stradale a te (ma anche a me e penso buona parte di noi) tanto cara.
        Ecco, da una frase messa lì a batttuta è venuta fuori una cosa deprimente 😀

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Già, triste davvero.
          Che poi, profetico direi, la parte delle puntine l’avevo scritta la scorsa settimana…

          Fabio

  • <cite class="fn">Andrea</cite>

    Ciao Fabio,
    grazie per i test che proponi, sempre attuali e variegati. Ti faccio una domanda: che differenza c’è tra i Protek Urban e i Protek in termini di destinazione d’uso?
    Parlando d’altro, ogni volta in cui leggo un tuo articolo in merito agli pneumatici mi convinco che utilizzo delle pressioni assurde. Io peso circa 60 kg e non è raro che gonfi a 6 bar nella convinzione di rendere la bici più scorrevole. La sensazione di maggiore scorrevolezza è indubbiamente positiva, ma il comfort è fortemente penalizzato e tenendo conto che, lungo i
    miei percorsi abituali le strade sono pessime e che in più in questo periodo dell’anno praticamente esco sempre con il buio (centro tutte le buche) , allora tale parametro diventa per me fondamentale. A questo punto ti chiedo, come determino la pressione ottimale?Come mi regolo nella scelta allo scopo di evitare forature e non penalizzare la godibilità lungo percorsi sconnessi?
    Ciao.
    Andrea

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Andrea, ti ringrazio. Coi miei test cerco di aiutare chi usa la bici ogni giorno, sia per allenarsi che per diporto e pendolarismo. Insomma, chi vive sui pedali e ogni occasione è buona per saltare in sella 😀

      Sui Protek posso solo dirti quello che si rileva “sulla carta” non avendoli mai provati. Si rivolgono a chi affronta spesso umido e pioggia, quindi mescola e battistrada sono differenti da questi protek Urban, mentre la protezione antiforatura è uguale.
      Di più non posso dirti, è mio costume dare pareri su ciò che ho toccato con mano e i Protek appunto non li ho testati.

      Fabio

      • <cite class="fn">Andrea</cite>

        Ciao Fabio, questi Protek mi incuriosiscono da un po’, gli urban con quel canale centrale danno la classica idea dello pneumatico da bagnato nel senso più generale, non rimanendo strettamente in campo ciclistico. In più ho visto dal vivo gli Energy che mi hanno colpito, sono molto meno scolpiti.

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao Andrea, la tenuta sul bagnato di questi Urban è eccellente; a patto di averli rodati, vogliono i loro chilometri. Non tantissimi, ma un centinaio si.

          Pressione: non so che modello è, comunque coi tuoi 60 kg e un range 3,5/6 oltre i 4,5 non dovresti spingerti. Sull’anteriore puoi fermarti a 4,3.
          Viaggiare a 6 bar col tuo poco peso è eccessivo e controproducente.

          Fabio

          • <cite class="fn">Andrea</cite>

            Ciao Fabio, ho provato a girare con queste pressioni, devo dire che ho riscoperto un certo piacere di guida, saltello molto meno sulla sella! Una componente psicologica però mi dice che la bici non è altrettanto scorrevole! Solite convinzioni mentali!
            Grazie per il consiglio!
            Andrea

            • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

              Può essere, non conscendo bici e gomma specifica (hai solo detto 35mm)sono andato di rapido calcolo, senza correttivi. Molto influiscono carcassa e mescola, ma puoi arrivarci da solo: parti dalla più alta, scendi prima di 0,5 bar alla volta (mantenendo una differenza di 0,2/0,3 tra anteriore e posteriore) e poi di soli 0,2 bar alla volta. Vedrai che in 4/5 uscite trovi la giusta pressione in base anche alla gomma che usi.

              Fabio

          • <cite class="fn">Andrea</cite>

            Ciao Fabio, le gomme sono delle vittoria Vittoria Adventure su un’ibrida in alluminio, una scott sportster, tra l’altro gli estremi dell’intervallo di pressione dovrebbero essere 4-6 bar. Per questo ho gonfiato posteriore a 5 anteriore intorno ai 4,8 ed ho avvertito dei benefici soprattutto in termini di godibilità generale. In ogni caso più che altro sottolineavo il fatto che le convizioni mentali che ci accompagnano a volte non ci fanno rendere conto delle differenze tra una configurazione e l’altra. Questo da molto più valore al tuo lavoro perchè non è scontato riuscire ad avere un approccio ai test che sia privo di pregiudizi.
            Andrea

            • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

              Hai perfettamente ragione: in bici la nostra capoccia, nel bene e nel male, conta più della zampette… 😀

              Fabio

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Scusami Andrea, non mi ero accorto che la seconda parte non era online.
      Pressione: 6 bar su cosa? Perché non è questione di bar ma di gomma, sua sezione, range di pressione min e max e poi da lì capire se i tuoi 6 bar sono corretti o meno.
      Senza questi dati non ho idea di quale potrebbe essere la tua pressione di esercizio ideale

      Fabio

      • <cite class="fn">Andrea</cite>

        Ciao Fabio, hai ragione, sono stato impreciso, la sezione dello pneumatico è 35 mm, i 6 bar coincidono con la massima pressione di esercizio la minima dovrebbe essere 3,5 bar.
        Ciao.
        Andrea

  • <cite class="fn">pistaciclabile</cite>

    Bella recensione su gomme interessanti e, ad occhio, adatte alle mie necessità e al tipo di giri su strada che faccio io(cicloturismo tranquillo di una mattinata, fuori porta, asfalto e qualche tratto di strada bianca, strade buone, tipo Chianti, maggiore attenzione a comodità e sicurezza più che alla leggerezza e alla performance sportiva). Al momento, se non è un giro da MTB, la bici che uso per questi giri è la bianchi spillo che hai visto nei commenti in un altro post, che monta dei Vittoria Randonneur 700×35 con protezione antiforatura; hanno un disegno molto simile a quello dei copertoncini da te descritti nell’articolo, e anche caratteristiche che ritrovo simili a leggere la recensione. Forse i miei sono un po’ più pesanti ma mi riservo di controllare. Avevo provato in passato i Protek Cross Max Della Michelin( te ne avevo già parlato), ma mi sono trovato male per la difficoltà di montaggio(a proposito del montaggio cosa dici? Tutto facile?), per una eccessiva rigidità a pressioni neanche tanto alte e, nell’ultimo periodo, per la propensione a pizzicare, temo dovuta all’eccessivo strato di protezione antiforatura che alla lunga deve aver creato problemi di schiacciamento della spalla, o qualcosa di simile; un problema del genere ho letto che è stato verificato anche per altri copertoni con protezioni spesse, da gente che fa cicloturismo a lunga percorrenza… credo, dopo aver controllato cerchio, raggi e copertone più volte senza riscontrare problemi, che sia dipeso proprio da quello.
    Questi che recensisci invece mi paiono più equilibrati sulla carta e, se sono simili ai vittoria randonneur, credo di capire il tuo entusiasmo. Appena finirò le randonneur, ci faccio un pensierino…

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Antonio, non sono simili ai Randonneur (che ho usato e che conosco) ma meglio, molto meglio…

      Fabio

  • <cite class="fn">Sal Penso</cite>

    Ciao Fabio, bella ed esauriente recensione, MAAA… dovendo scegliere fra le Pasela PT (cmq quasi introvabili) e queste Protek Urban ???
    Devo cambiare i copertoni della mia Cinelli Gazzetta della Strada per un uso misto cittadino/turistico (lasciando perdere questioni estetiche)
    ciao, Salvatore

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Salvatore, non sono copertoncini equiparabili. Il Pasela è più leggero e scorrevole ma dura meno e ha protezione antiforatura meno efficace; l’Urban pesa di più, è rigido e non pieghevole, scorre poco meno ma ha protezione antiforatura più efficace. Che poi è questa che fa la differenza nella resa dinamica, perché incide su carcassa, peso ecc.
      Se l’uso è più sbarazzino ti direi Pasela senza remore.

      Fabio

  • <cite class="fn">Sal Penso</cite>

    Fabio, grazie intanto per la celere risposta, mi permetto di disturbarti ancora…..
    ..avrei per le mani una coppia praticamente nuova di Panaracer Gravelking da 700×28 che un mio compagno di avventure vuole cambiare sulla sua gravel con la versione SK….
    … ho visto che hai in preparazione un test proprio di queste gomme, hai qualche anticipazione in merito ?
    o qualche considerazione in generale cmq,
    ..io della bici su cui devo cambiare le gomme (Cinelli GdS) attualmente ne faccio un uso … “universale” … ,bar, spesa, giretti in abiti civili, viaggetti di 1 o più gg,ecc….
    La misura massima che posso montare, con i parafanghi, è il 700×28 (attualmente monto delle Specialized Roubaix, ma sono ormai quasi alla frutta….)
    saluti e grazie, Salvatore

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Salvatore, al momento non ho risposte. Ho montato una Gravel king su un cerchio, fatte le foto di rito per la presentazione statica, smontate e riposto tutto. Finché non chiudo gli altri test in lavorazione non ho tempo per pedalarci. Per come stanno le cose, prima di maggio/inizi giugno dubito potrò essere online con la loro recensione. Sorry.

      Però visto l’uso io un pensierino a gomme 4s, per esempio le Michelin Power o le (strepitose, a breve la recensione online) Pirelli Pzero 4s, lo farei. Alla fine temono solo i grossi carichi, roba da viaggio con 40 kg di bagaglio. Ma tengono in ogni situazione, sono leggere, comode, scorrevoli. Costicchiano ma non è che i Pasela te li regalano. I 5/6000 km li fanno, sono un poco più delicati per la questione bucature ma non così tanto. E la bici diventa assai godibile, che male non fa…

      Fabio

  • <cite class="fn">Simone</cite>

    Ho una city bike Eusebi degli anni 90′..Vorrei sostituire i copertoni originali con dei protek urban 700 *40. La bici ha cerchi da 28 pollici e il canale 622 *17 din. Secondo voi quale larghezza massima posso montare su questo cerchio ??? Grazie per l’aiuto

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Simone, oltre al saggio suggerimento che ti ha dato Adriano (perché lo spazio disponibile è il primo elemento con cui fare i conti) aggiungo due ulteriori considerazioni. Primo; cerchio da 17 significa poter arrivare fino al 52. Però superare certe misure deforma troppo il profilo e io sui 17 raramente supero i 38 sulle bici che monto.
      Secondo; se usi i parafanghi devi fare i conti con lo spazio che serve a loro, quindi scendere di sezione in conseguenza.
      A questo punto, poiché non conosco la tua bici, non ti resta che valutare quanto spazio hai e se usi o meno parafanghi. Col canale da 17 puoi spingerti fino al 38 o 40 (max misura in gamma Protek Urban la seconda) e pedalare sereno.

      Fabio

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    La larghezza massima che passa nell’archetto dei freni e sotto la forcella.

  • <cite class="fn">Francesco</cite>

    Ciao,
    Volevo ringraziarti per le tue recensioni, sempre complete ma soprattutto oneste, in un periodo dove alcuni test su internet sembrano dei messaggi pubblicitari. Volevo chiederti: consiglieresti questi copertoni su una triban rc520 (acquistata anche grazie ai tuoi consigli)?
    Il mio uso é prettamente urbano (casa-lavoro e uscite domenicali) ma non mi dispiacerebbe anche un giro su sterrato battuti. Volevo acquistare le marathon ma la loro rigidità, già testata, mi ha un po’ fatto passare la voglia…

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Francesco, sono gomme da città. Quindi robuste, antiforatura, molta gomma ecc. Tradotto, pesano più di una gomma sport-touring.
      Con ruote che già non sono piume non è la scelta migliore.
      Dai una occhiata alle recensioni di gomme presenti sul blog, sono sicuro che troverai quella giusta

      Fabio

  • <cite class="fn">reggaeroland</cite>

    Salve, grazie per la recensione con spunti interessanti.

    Già usavo copertoni MIchelin da strada (Dynamic Sport, qualità/prezzo ottimi, sfruttati ormai al massimo), e dovendoli cambiare, mi stavo orientando sui Protek Urban 28, ma qua a Firenze sono introvabili (ogni venditore o biciclettaio mi vuole proporre solo quelli che dice lui), e anche online non riesco a reperirli.

    Chiedo a questo punto a chi capiti di leggere, e eventualmente anche all’autore: qualcuno mi riesce a segnalare un sito affidabile, che venda i copertoncini Protek Urban misura 28-622 , a prezzi intorno alla media di mercato ?

    Non voglio cedere e passare ai 37-622 (700×35), soprattutto dopo oltre 3 anni con copertoncino 700x25c con cui mi trovavo ottimamente (salvo qualche rischio ogni tanto, dato l’uso in città).

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Pietro, fatta rapida ricerca ed effettivamente non si trovano.
      E pensare che una coppia di 700×28 l’ho regalata un paio di mesi fa, mentre traslocavo officina e ho dato via parecchie cose.
      Comunque, visto che non sono pieghevoli, c’è rischio che di spedizione paghi più dei copertoncini (pacco grande); meglio se cerchi un rivenditore Michelin e ordini in negozio fisico.

      Fabio

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