Manutenzione mozzi Shimano RS770- R9170

La manutenzione del mozzo anteriore

Tempo di lettura: 5 minuti

La manutenzione del mozzo anteriore 

Parto proprio dall’inizio, dalla ruota così come l’abbiamo appena sfilata dalla forcella.

Quindi per prima cosa dobbiamo rimuovere il disco; che ha attacco Centerlock, quindi ci servono l’estrattore (identico a quello della ghiera pignoni nel nostro caso, a quello delle calotte movimento in altri) e una chiave per armarlo.

Procediamo

Ora che il mozzo è libero, possiamo dedicarci a lui.

Dobbiamo avere disponibili due chiavi per coni in misura 17 e 20, grasso specifico, un pennellino o una spatola per appicarlo (vabbè, pure con le dita, però fatemi fare le cose in maniera professionale…), una pinzetta e, se l’abbiamo, fa comodo la bacinella magnetica per riporre le parti via via smontate. Uno sgrassatore domestico poco aggressivo (ph basso) può servire per la pulizia, ma se svolgiamo la manutenzione regolarmente non serve, un panno carta è sufficiente.

Ruotiamo il mozzo sul lato destro, quello opposto alle sede del disco freno. Qui abbiamo due ingaggi, corrispondono al dado di tenuta e al cono flangiato.

Il primo vuole chiave da 17, il secondo da 22.

Quindi occupiamo l’ingaggio posteriore (il cono) con la chiave da 22 e quello anteriore con quella da 17 e svitiamo.

Proseguiamo svitando a mano, rimuovendo prima il dado di tenuta.

Mettiamolo da parte.

E poi il cono flangiato, sempre a mano visto che ormai è libero.

Mettiamo da parte anche lui.

ATTENZIONE: se osservate l’esploso, che vi propongo parzialmente qui sotto, noterete che il cono flangiato è diviso. Nella realtà è pezzo unico, non dovete dividerlo.

Abbiamo così liberato l’asse, che possiamo sfilare con facilità da sinistra, cioè dovrà abbandonare il mozzo dal lato freno a disco.

Sull’asse riconosciamo l’altro cono, solidale a questo.

Anche lui nella nostra bacinella.

Ecco i cuscinetti, protetti da un parapolvere

Importante: il parapolvere ha verso di montaggio. Il bordino rialzato deve guardare l’esterno.

Sfiliamo i due parapolvere (uno identico è pure sull’altro lato, inutile fare doppia foto). Un aiuto ce lo può dare il comune phon domestico; una leggera scaldata favorisce l’estrazione.

Comunque sbagliare verso di montaggio del parapolvere è impossibile, il lato interno ha anima in metallo.

Ora anche i cuscinetti sono liberi, possiamo estrarli. A mano.

Come si è visto sono del tipo ingabbiato, quindi nessun pericolo di sferette impazzite saltellanti in officina. Poniamoli nella nostra bacinella, se necessario li puliamo. Uno sgrassante poco acido è sufficiente, nessuna strana alchimia pliiiis, che rovinerebbe la gabbia e il trattamento superficiale dei cuscinetti.

Puliamo con cura le sedi all’interno del mozzo, se è una operazione che facciamo di frequente basta del panno carta, senza sgrassante. Qui le ruote sono nuove, un migliaio di chilometri scarsi, basta rimuovere il grosso.

E diamo una passata di grasso specifico, qui sotto più del necessario ma non è mai facile farlo risaltare in foto.  

Io uso da sempre per questi (ed altri) mozzi il grasso Shimano Dura Ace, anche se nel nostro caso la casa indica il Premium. 

Vero che il grasso Dura Ace ha un prezzo al chilo assolutamente spropositato; vero però che un barattolino da 50g costa poco e dura una vita. Vale l’investimento.

Inseriamo i cuscinetti puliti (o nuovi se abbiamo necessità di sostituirli) e ingrassiamo nuovamente.

Copriamoli di grasso.

Poi è il turno del parapolvere, dove è fondamentale rispettare il verso di montaggio (bordino a guardare l’esterno) e non piegarli. Inserirli a mano va benissimo, se non vi sentite sicuri usate una bussola a misura, è semplice.

Stesse identiche operazioni vanno eseguite anche sull’altro lato, la procedura è uguale.

Quindi dopo aver rimosso parapolvere e cuscinetti anche a sinistra, pulito e reingrassato, possiamo procedere al rimontaggio. 

Adesso non resta che rimontare.

Prima l’asse, inseriamo da sinistra. Diamo un velo di grasso sulla pista del cono.

Inseriamo l’asse da sinistra, cioè lato disco. Lo stesso lato da cui l’abbiamo estratto.

Grazie alla nostra generosità col grasso, un poco è stato catturato dall’asse, che così beneficerà di una filettatura ben protetta.

Avvitiamo il cono. A mano, rigorosamente a mano.

Arrivati a battuta andrà regolato, deve girare libero ma senza giochi e non deve assolutamente grattare.

Montiamo prima il dado di chiusura lasciandogli ampio gioco, fa comodo averlo lì mentre eseguiamo la regolazione, aiuta a non perderla.

Ora la fase più importante: la regolazione del gioco.

In teoria è semplicissima, nei fatti pure; però servono pratica e sensibilità. Tutte e due si acquisiscono con l’esercizio.

L’asse a sinistra, lo abbiamo visto in qualche immagine, ha un ingaggio, per chiave da 17.

A che serve se una volta rimossi dado e cono lo possiamo sfilare agevolmente? Serve alla regolazione.

Che io di solito eseguo a mano, mi trovo meglio; però mi sono accorto che in foto si capiva nulla, quindi ho usato due chiavi per coni.

Una da 17 (a sinistra del mozzo), l’altra da 22 (a destra del mozzo).

Dobbiamo semplicemente avvitare, non stringere. E fermarci quando l’asse non avrà alcun gioco ma sia al contempo libero di ruotare, senza grattare. Se è un pelo frenato non preoccupatevi, è il grasso nuovo (e abbondante): l’importante è che non gratti, non dovete avvertire ruvidità mentre lo ruotate a mano.

Mio consiglio, fedele all’idea che se siete qui a cercare informazioni è perché non l’avete mai fatto.

Arrivati quasi a battuta, stringete di massimo un quarto di giro alla volta; posate le chiavi e ruotate l’asse a mano, sia per valutare la forza (allena la sensibilità) che se vi sia gioco (basta afferrarlo da ambo i lati e scuotere).

Arrivateci per gradi, senza fretta. E quando vi sembrerà che tutto sia perfetto, svitate e rifate tutta l’operazione.

Dopo tre volte vi sarete impratichiti a sufficienza per capire la regolazione giusta. Non si può descrivere più di quanto fatto, i mozzi vanno “sentiti” sotto le mani.

Bene, eseguita la regolazione spostiamoci a destra, teniamo fermo il cono con la chiave da 22 mentre con quella da 17 serriamo il dado di fermo.

Trucchetto; succede spesso che nel serrare il dado di fermo il cono si allenti un poco. Perché in realtà ruota l’asse, che ha il suo cono dall’altro lato; che oppone resistenza e quindi si allenta dal lato nostro. 

Un buon sistema, anche qui vale la pratica, si impara con l’esercizio, è stringere il cono che dovrà essere bloccato dal dado (nel nostro caso quindi quello destro, ma il principio vale per qualunque mozzo a coni e sfere) poco più del necessario. Stringendo il dado di fermo quel piccolo allentamento che spesso avviene sarà sfruttato per avere la regolazione perfetta.

Non è regola valida in assoluto, nel senso che non è detto l’asse ruoti sempre, allentando. Se però dovesse accadere, ora sapete come rimediare senza impazzire 😀

Tutto chiuso, finito.

Anzi no, c’è da rimettere il disco; vabbè, sapete come si fa.

Ripeto solo una cosa.

Se il mozzo gira fluido ma vi sembra un poco frenato rispetto a prima della manutenzione (frenato, no che gratta) significa che c’è troppo grasso. Che, sembrerà strano, ha una sua adesività.

Nessun problema, se è poco più del necessario le cose si assesteranno con l’uso. Altrimenti meglio aprire e toglierne un poco ma di solito non è necessario. Avreste dovuto metterci tutto il barattolo, non credo uno lo faccia.

A quest’altro link  potete scaricare l’esploso della ruota anteriore.

Ora dedichiamoci all’altro mozzo.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Niccolò</cite>

    Ciao Fabio. Sì anch’io ho sempre avuto mozzi shimano a coni e sfere. Però nonostante la manutenzione continua non durano, dopo 20.000 km le piste si rovinano ed una volta all’anno dovevo cambiare mozzi e riraggiare le ruote. Mozzi shimano xt, quindi buoni. Da un anno son passato ai novatec a cuscinetti sigillati e cambio solo i cuscinetti. Questo sulla Surly straggler. Sulle bici da corsa monto degli shimano 600 e degli ultegra di fine anni ’90; avranno decine di migliaia di km ma mai nessun problema.Possibile che i mozzi di ora siano così fragili?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Niccolò, sulla durata di questi, come dei 770, non posso pronunciarmi. Ruote test, le uso il tempo necessario (tra gli 800 e i 1300 km, dipende, ma questo è il range per una prova su strada) e poi le tolgo di mezzo.
      Dall’ultima volta che ho usato per me, cioè ruote mie, un set a coni sfere Shimano (le DA c24 10v) son passati anni, non avevo il blog e pedalavo per gusto mio e basta e ci feci oltre 25.000 km senza un problema. Revisione prima di vendere la bici, erano perfetti.
      Non ho più tempo, sempre perché lo uso tutto per gestire questa pubblicazione, nemmeno per fare officina; ogni tanto per qualche amico e sia quando l’officina era molto attiva che ora, mozzi rovinati non me ne capitano. Uno solo, bici comprata usata e molto trascurata dal precedente proprietario, mozzo 9v con corpetto usurato ma piste ancora buone.
      Quindi non ho casistitica per potermi esprimere con cognizione di causa.

      Fabio

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