L’importante è poterlo raccontare
Ieri mattina un guidatore di SUV ha ben pensato di stendermi, preso dalla frenesia di raggiungere al più presto la spiaggia; o forse nella fretta di impedire alla moglie rimasta a casa di ringraziare l’idraulico. O chi per lui.
Ovviamente ha tirato dritto dopo lo strike.
Però sono uno che cerca sempre il buono nelle cose della vita, e se mi auguro il nostro guidatore abbia fatto tardi in qualunque accidente gli desse ansia, sono contento di star qui a potervelo raccontare.
La dinamica è stata piuttosto semplice: rotonda, molto traffico, io sul lato sinistro della corsia perché dovevo proseguire dritto, Suv che la prende a tutta, stringe la traiettoria, io mi rendo conto di cosa stia accadendo e freno deciso ma la fiancata posteriore mi prende uguale, finisco alla base della rotonda che, grazie all’imbecille che l’ha progettata, all’ufficio tecnico che l’ha approvata e al sindaco che l’ha voluta, è fatta con lastre di metallo e sono volato via. Una serie di sfortunati eventi ha fatto si che mi trovassi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Vale la pena ragionare coi “se”?
Se durante il percorso avessi rilanciato o rallentato l’andatura anche solo per dieci secondi, io e il delinquente non ci saremmo incontrati; se avessi scattato una foto in più o in meno, io e il delinquente non ci saremmo incontrati; se fossi uscito di casa un minuto prima o dopo, io e il delinquente non ci saremmo incontrati; se non fosse stata chiusa la strada che percorro sempre proprio per evitare quel tratto pericoloso, io e il delinquente non ci saremmo incontrati. E via così ipotizzando; che a nulla serve.
Serve invece ribadire la totale stupidità di chi ha progettato la rotonda in questione. Non solo una bici, ma qualunque veicolo a due ruote, potrebbe a causa di un errore proprio o altrui finire con le ruote sulla circonferenza esterna in lastre di metallo. Che asciutte sono saponette, figuriamoci bagnate. Se non avessi trovato questa balorda pavimentazione probabilmente sarei rimasto in piedi, perché a farmi volar via non è stato l’impatto: ma il fatto che urtandomi il Suv mi abbia fatto finire sulle lastre e la bici è partita via all’istante.
Non ho mollato il manubrio, nel momento esatto in cui ho sentito le ruote scivolare ho controsterzato riuscendo così a limitare l’impatto e sono atterrato sulla spalla; un buona craniata a terra ma la capoccia era protetta dal casco (grazie MET Manta…), abrasioni varie su tutto il fianco sinistro (l’unico vantaggio delle lastre in metallo è che ti grattugiano poco) e cosa più seccante un leggero stiramento al polpaccio sinistro. Danni alla bici non credo, sia perché alla fine io e lei siamo rimasti uniti (mai mollare la piega finché è possibile, la bici deve fare da timone nel governare la scivolata) e sia perché nei 15 km che mi separavano da casa l’ho usata e sembrava funzionasse tutto. La controllerò meglio nei prossimi giorni, ora non ne ho voglia.
Un applauso meritano il guidatore successivo al delinquente che ha avuto una prontezza di reazione eccezionale, perché durante la scivolata ho compiuto una rotazione di 180 gradi trovandomi con la testa sulla corsia ed è riuscito a sterzare con tempismo perfetto per evitarmi; e la signora che veniva ancora dopo che immediatamente ha frenato, bloccato il traffico e prontamente è scesa dall’auto per soccorrermi.
Alla fine pochi danni, tanto spavento e molta rabbia. Ma sono qui a raccontarlo, quindi va bene così.
Se alla lettura c’è qualche ciclista che pedala sulle strade pontine avrà riconosciuto la rotonda, quella a Nord di Terracina all’altezza del Mc Donald. Se alla lettura c’è qualche ciclista che pedala sulle strade pontine e non ha riconosciuto la rotonda, suggerisco allora di prestarvi molta attenzione, soprattutto nei fine settimana quando il traffico dei vacanzieri è più intenso. E comunque sempre meglio allungare e passare per Porto Badino, tenendosi poi interni e deviando sul lungomare di Terracina. Che ha una comoda ciclabile, troppo spesso scambiata per una pista da qualche esagitato, ma che io preferisco percorrere a passo molto lento. Di questi tempi il lungomare è piacevolmente frequentato: e io tra ammirare una bella bici o una graziosa signorina sapete bene cosa preferisco… 😀
Buone pedalate, col casco, sempre.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Cavoli, mi dispiace.
L’essenziale, come hai detto, è raccontarlo. E il tuo episodio dimostra, nel peggiore o migliore dei modi a seconda di come lo si guarda, l’essenzialità di un buon casco ben indossato e mantenuto al suo posto.
Ti auguro una pronta guarigione
Samuele
Ciao Fabio,
Purtroppo le auto che stringono la traiettoria sono uno dei pericoli maggiori, ed anche il più semplice da evitare con due dita di testa da parte dell’automobilista, che si possa incontrare a bordo di una bici.
Ora permettimi un paio di frasi fatte del tipo che mi dispiace e l’augurio di tornare in forma al più presto!
In gamba e buone pedalate!
Grande Fabio te la sei cavata… Sono felicissimo. Un mega in bocca al lupo di pronta guarigione
meno male che è finita bene
casco super testo ora 🙂
pollice verso contro gli automobilisti rincoglioniti……
secondo te maldestro o delinquente?
Anch’io ho avuto un incontro ravvicinato in una rotatoria con un automobile guidata sempre da un delinquente , scivolato a terra sotto la pioggia serale comprendo benissimo la rabbia. Non voglio nemmeno esprimermi nel giudizio su molti pirati della strada che pullulano nella nostra penisola . Ti auguro solo una pronta guarigione.
Siamo tutti d’accordo sull’ordine delle priorità: l’importante è che non sia successo nulla.
Resta il fatto che la considerazione di chi guida verso chi sulla strada è più “debole” ed esposto ai pericoli sia ancora tutta da costruire…
Mi dispiace per l’accaduto, ma sono contento che non ti sia fatto granché! Io ho sempre una fifa tremenda delle rotatorie, in quelle piccole me ne infischio del codice della strada e mi metto in mezzo per non farmi passare (così come se ci sono auto parcheggiate a fianco della strada), ma in quelle grandi l’unica è sperare che non arrivi qualcuno impegnato a fare la pole
Ringrazio tutti voi che sul blog e in privato mi avete espresso la vostra solidarietà e contattato per sincerarvi stessi bene.
Diciamo che me la cavo ma proprio in forma non sto. La botta è stata forte, nulla di rotto ma dal collo alla caviglia sinistra sono tutto un dolore, con lividi, escoriazioni e gonfiori vari.
Tornare in sella a breve è impossibile. Mi secca molto questa cosa, l’altra mattina ero uscito per la prima volta dopo tanti mesi senza notes con me, senza dovermi preoccupare di avere qualcosa da testare per il blog: una pedalata spensierata per il solo gusto di stare in sella. Avevo scelto apposta solo la direzione ma non l’itinerario. Volevo pedalare senza fretta risalendo la linea di costa, godendomi i colori e i profumi di una terra che negli anni ho imparato ad apprezzare se vista eliminando dallo sguardo le brutture messe in piedi dall’uomo.
Nei primi chilometri mi sentivo addirittura spaesato, avevo davvero perso la cognizione di cosa volesse dire andare in bici solo per pedalare, senza dovermi preoccupare di memorizzare le sensazioni di gomme, casco, abbigliamento e così via per poterle riportare qui sul blog.
Con buona probabilità agosto di fatto è saltato, prima di un paio di settimane non potrò tornare in sella e quando lo farò potrò al massimo concedermi qualche breve scampagnata, forse un paio d’ore in piano giusto per mantenere un minimo di tono.
Comunque poteva andar peggio, come ho titolato l’importante è poterlo raccontare. Però un poco gli zebedei vorticano…
Fabio
Leggo solo ora del tuo incidente. Per fortuna che è andata bene, le conseguenze come messo in luce da te potevano essere ben più nefaste. Abitando in zona di mare sono bene quanto in questo periodo il traffico sia un grosso problema che in comunione con l’arroganza e la maleducazione dell’automobilista moderno diventa un cocktail micidiale. Forza Fabio, si sente quanto sei ancora infuriato oltre che dolorante, ma fatti forza ti siamo vicini con tutto il nostro affetto.Un immenso abbraccio
Sono più dolorante di quanto immaginassi all’inizio; e di conseguenza molto più incazzato.
Ho appena provato a mettermi in sella alla London Road che ha un assetto più comodo ma non c’è verso. Non riesco a impugnare la piega né a stendere la gamba. E l’anca fa un male cane.
Volevo prendermi una pausa, ma dal blog e dai test non dall’andare in bici. Anzi, avevo in mente l’esatto contrario: qualche settimana a zonzo sui pedali come piace a me. Niente.
Fabio
Le conseguenze delle cadute si avvertono proprio due o tre giorni dopo il fatto. Devi avere pazienza, ti teniamo noi compagnia. Anche io mi ero riproposto di uscire di più ma una temperatura che nelle ventiquattro ore oscilla dai 37 ai 46 gradi non va molto in accordo col pedalare.Forza Fabio.
Ciao Giovanni, mentre scrivo il termometro segna 39 gradi; alle 19 e passa. Di solito gli altri anni a quest’ora mi godevo il fresco il giardino, un libro, una birra e un venticello piacevole. Sono settimane che aspetto…
Stamattina ho riprovato a salire in sella; ancora niente, la gamba sinistra è fuori uso. Il dolore aumenta e ormai è il momento di sottopormi ad ulteriori accertamenti, forse le conseguenze sono state più gravi di quanto avevo ottimisticamente sperato.
Fabio
Fabio, visto il permanere dei dolori credo che un controllo sai proprio il caso. magari è solo una forte contusione ma meglio verificare. Domenica mattina ho provato ad uscire in bicicletta sul presto, 05:45, alle 6:30 già non si respirava ed alle 07:30 sono dovuto rientrare poichè l’acqua delle borracce era a 30 gradi almeno, il casco mi arroventava la testa, nonostante l’acqua versata sopra ed il sole mi stava cucinando gli arti. Chi in questo momento è nel Salento credo potrà capire la sensazione.Sono passata attraverso campagne che sembravano il deserto del Sonora 🙂
Leggo ora. mi spaice molto per te e ti auguro una pronta guarigione!
Ciao Fabio, come stai? Ti sei ripreso?
Ciao Giovanni, grazie per l’interessamento. Va meglio, ho ancora qualche difficoltà in salita o con rapporti duri ma riesco a pedalare. Non come avrei voluto e come avevo pensato questo mese di pausa ma va bene così.
A settembre si tornerà a regime, soprattutto col blog. Mi prendo ancora questi ultimi giorni e poi tornerò a pubblicare.
Fabio
Felice di sapere che va meglio. Anche io avevo fatto conto di pedalare spensierato ma fra caldo, lombosciatalgia ect praticamente mi è saltato tutto. Pazienza 🙂 Un abbraccio