La ciclabile delle sagre

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Napoli non ha una rete ciclabile.

Anni addietro fu inaugurata con tamburi e fanfare una striscia colorata che copre un solo quartiere accompagnata da un’altra striscia non colorata a costeggiare il lungomare.

Spacciata come la ciclabile più lunga d’Europa, fra gli scroscianti applausi persino delle associazioni di categoria che non si interrogarono sulla clamorosa balla (ma poi qualcuno ci ha costruito la propria carriera politica…), di fatto era ed è inutile per la mobilità ciclistica nella più grande metropoli del Mezzogiorno.

Un tratto in particolare, il più famoso, altro non è che una corsia di poche centinaia di metri, delimitata da un pericoloso cordolo a spigolo vivo in pietra lavica, indistinguibile dall’asfalto su cui poggia, che non collega niente e termina all’improvviso obbligando i ciclisti a pericolosi attraversamenti.

E’ la nota ciclabile del lungomare.

Che ho stigmatizzato dal primo momento, ne ho scritto a iosa, ho provato a coinvolgere i tanti amici che all’epoca sedevano in consiglio comunale e si fecero abbagliare da un sindaco con la bandana: insomma, fosse per me potrebbero pure eliminarla.

Eppure.

Eppure riconosco, ho dovuto riconoscere col tempo, il forte valore simbolico di questi metri dedicati alle bici che seguono la dolce curva del Golfo, col Vesuvio a fare la guardia, Castel dell’Ovo da un lato, la collina di Posillipo dall’altro e il cielo che si infoca al tramonto.

Non credo fosse nelle intenzioni di quel sindaco, per lui era solo propaganda, ma resta il fatto che quella ciclabile ha indotto moltissimi napoletani a inforcare una bici.

Per fare le vasche e ammirare il paesaggio, vero.

Ma tanti di loro, una volta (ri)scoperto il piacere di muoversi in bici hanno iniziato ad avventurarsi anche per altre vie della città, trasformando il pedalare nel loro sistema di spostamento quotidiano.

Il lungomare stesso è stato in questo formidabile volano, passeggiare potendo toccare Capri con un dito, perdersi con lo sguardo fino alla costiera sorrentina, godersi il pallido sole invernale col profumo del mare a tenerti compagnia è una fortuna a cui noi che qui viviamo non ci abitueremo mai.

Una bellezza continuamente violentata dal precedente sindaco, che mai ha esitato a occupare il lungomare, ciclabile compresa, sull’altare di feste e sagre, unico obiettivo tenacemente perseguito nelle sue consiliature.

Nuove elezioni, nuovo sindaco, stessa storia.

Proclami che mai più il lungomare sarebbe stato sfruttato per sagre e feste di paese, invece ci risiamo.

Proclami sulla necessità di incentivare la mobilità sostenibile e invece gli unici provvedimenti fino ad oggi deliberati sono tutti a favore del traffico automobilistico.

La ciclabile sul lungomare è del tutto inutile per la mobilità in senso tecnico.

Ma la ciclabile sul lungomare è un simbolo fortemente evocativo. Se la distruggi, la sacrifichi a ogni occasione, la privi di quel suo unico ma fondamentale merito: aver fatto scoprire ai napoletani la bici.

Buone pedalate

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