Intervista a Claudia Ronchetti

Tempo di lettura: 3 minuti

Questo blog è un viaggio. Fatto di parole in un mondo che si muove sui pedali ma pur sempre un viaggio. Senza una meta ché il viaggio non ne ha. Ci si sposta tra i luoghi e le persone, assaporando ogni immagine, ogni incontro, ogni emozione. Un viaggio non ha durata, non lo possiamo costringere in tabelle chilometriche o dividerlo con le lancette di un orologio. La distanza è quella giusta e il tempo quello che serve.

Un viaggio è un continuo incontro e io sono fortunato: vago con questo mio blog nella bisaccia e conosco tante persone straordinarie. Il bambino che viaggiava col naso appiccicato al finestrino, ammirando luccicanti biciclette che si stagliavano nette contro i campi di lavanda, non sapeva che un giorno avrebbe conosciuto chi da bambina si era innamorata della bici allo stesso modo. Io mi sognavo chino sulla piega a rincorrere il vento, Claudia si sognava abbracciata alla piega senza porre limiti all’orizzonte. A modo nostro non abbiamo dimenticato quei sogni ed ora siamo qui; ignari fino a qualche anno fa della reciproca esistenza ci siamo incontrati in un luogo privo di materia. Claudia, generosa, mi ha riconosciuto meriti che non ho. Io, ingeneroso, la ripago invidiandola. Ogni sua impresa è merito suo, di questa donna caparbia come sa essere solo la gente di montagna; eppure mentre quei pedali girano a percorrere le strade del mondo mi piace pensare che una piccola parte di me sia con lei. E così viaggio anche io.

Era da parecchio tempo che volevo parlarvi di Claudia. Anche se ammetto che aver intervistato il mio mito Moser è stato uno dei momenti più emozionanti che ho vissuto non mi è mai interessato dare la parola ai “ricchi e famosi”. Non lo facevo quando scrivevo per lavoro, a maggior ragione non lo faccio ora. Ogni persona ha una storia, anzi ogni persona è una storia che merita di essere raccontata. E in ogni storia c’è qualcosa da imparare.

Claudia ha iniziato a viaggiare in bici in età adulta, senza tanti fronzoli e senza tutte quelle fisime che incontro spesso nel mio personale viaggio tra i messaggi che ricevo. Nessun patema sulla bici, sui materiali, le geometrie, gli accessori inutilmente indispensabili. Concreta, rapida nelle scelte, istintiva e con un solo obiettivo: salire in sella e partire. Tutto il resto verrà di conseguenza. Quanto avremmo da imparare noi che calcoliamo rapporti, studiamo pesi, dibattiamo di scorrevolezza dei mozzi o delle coperture, di forcelle rigide o ammortizzate, materiali dei telai e ogni altra possibile opzione presente sul mercato. Non che Claudia pedali su un cancello, anzi. La sua Free Soul è una gran bella bici, è la sua compagna e giustamente Claudia le tributa gli onori che merita. E come in ogni coppia ognuno accetta l’altro coi pregi e i suoi difetti, senza chiedere nulla in cambio: solo il piacere di stare insieme.

Tu Claudia mi hai ringraziato spesso e lo hai voluto fare anche in questa intervista; di solito taglio sempre le parti che parlano di me, stavolta non l’ho fatto perché so che ti sarebbe dispiaciuto. Ma in realtà ho imparato più io da te che il contrario. Quindi sono io che ti ringrazio, dal cuore.

Basta con le mie chiacchiere, ora tocca a te.

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6951-claudia-ronchetti-01Chi sei Claudia?

Sono uno spirito libero, amo l’aria! Fin da piccola i miei genitori hanno voluto che facessi sport ed ho praticato nuoto agonistico fino alla maggiore età. Ad 8 anni mio papà mi regalò una bici da corsa, per sfinimento dietro mia insistenza; ma i miei genitori non me la fecero utilizzare perche la consideravano pericolosa. Ho sempre ammirato durante le vacanze in famiglia i viaggiatori con la bici e mi dicevo….un giorno vorrò provare anche io a fare una vacanza cosi. Dopo una grande delusione all’età di 33 anni ed un periodo buio della mia vita, una sera mi tornò in mente la sensazione piacevole che provai anni prima salendo in sella e cosi iniziai a pedalare. Prima in Italia poi in Francia ed in Svizzera poi nel resto d’ Europa e ora in tutto il mondo.

 

Come nascono i tuoi viaggi?

6952-claudia-ronchetti-02La passione è nata da una delusione, l’ispirazione dalla sensazione che mi trasmette la bicicletta. Io sono innamorata di lei, ha un’anima, è viva, è la mia migliore amica. Mi regala emozioni uniche. Non mi piace progettare troppo un viaggio, amo improvvisare per non perdere il senso dell’avventura. Poche notti fa non riuscivo a dormire e mi sono detta: “sforzati, pensa a qualcosa di bello”. Ho visualizzato il deserto di Atacama e da qui è partito il mio nuovo progetto che partirà il 25 novembre.

 

6953-claudia-ronchetti-03Il viaggio che ti è rimasto nel cuore? 

Sono incapace di classificare e non posso fare delle preferenze, non ne ho! Nel mio cuore c’è spazio per tutto.

Perché da sola?

Perché improvviso, vivo la mia solitudine, la difficoltà; ogni giorno una conquista, cavarsela da soli è una grande soddisfazione. Non voglio compromessi in un viaggio, voglio vivere tutto: intensamente, in libertà. E poi non sono mai da sola c’è sempre lei con me, la mia bici.

 

Quando hai iniziato a viaggiare sui pedali?6954-claudia-ronchetti-04

Nel 2011, inanellando da allora Sardegna, Corsica, Italia, Francia Capo Nord e USA.

L’Italia ha iniziato ad andarti stretta e hai fatto il grande salto. I momenti più belli?

I momenti più belli sono le persone che incontri. Ogni sorriso, ogni parola, tutto assume un significato diverso. Il momento più bello è stato la costruzione della mia “Free Soul” che grazie al tuo aiuto mi ha cambiato la vita.

 

6955-claudia-ronchetti-05Troppo generosa, ma ti ringrazio. E i momenti in cui hai pensato chi me lo ha fatto fare?

Mai pensato. Certo, ci sono tante difficolta in un viaggio in solitaria: dormire nelle foreste, mangiare quando riesci ecc ecc…come del resto nella vita di tutti i giorni. Beh, forse tranne dormire nelle foreste 😀

 

L’anno dopo il viaggio a Capo Nord hai alzato il tiro con la Transamerica trail. Un sogno che coltivavi da tempo o hai deciso di impulso?

Impulso, ho agito di impulso. Incontrai qualche mese prima un amante di viaggi e mi chiese se avessi mai pensato di partire per attraversare un continente. Il giorno dopo decisi che lo avrei fatto.

 

Anche qui ti chiedo: momenti belli e brutti?6956-claudia-ronchetti-06

Il momento piu emozionante è l’arrivo in aeroporto dove ti ritrovi con questo cartone e devi montare la bici, poi sali in sella e sai che dovrai pedalare per un lungo periodo. Il bello è il nulla, il vero silenzio e l’accoglienza delle persone. Il brutto c’è stato: in Kentucky ho rischiato un rapimento ma è finita bene. Però non mi piace parlare di questo altrimenti tutti ricordano solo questa piccola parentesi e non gli altri emozionanti 7.000 km di viaggio.

 

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E’ stato difficile trovare aiuti e sponsor?

È la cosa più difficile ed impegnativa ma obbligatoria se non hai disponibilità economiche. Senza la loro collaborazione sarebbe stato impossibile. Ringrazio Gold plast, Noene, Ottica Villabuona, Maxim Chiasso, Lugano Corona Club, Why not cafè, Pelusciamo, Fase4, e Sg.

 

 

Il prossimo viaggio?6958-claudia-ronchetti-08

Il Sud America tra un paio di mesi, il mio regalo di 40 anni (lo ha scritto lei, io non mi sarei permesso di chiedere l’età a una fanciulla…N.d.R). Partirò da Lima in Perù per proseguire verso Bolivia, Cile, Argentina, Patagonia, Ushuaia. Un viaggio di 4 mesi, ho mollato gli ormeggi. Tutto in altitudine, con una preparazione molto scarsa ed ancora alla ricerca di sponsor.

 

6959-claudia-ronchetti-09In bocca al lupo, il blog è a tua disposizione se serve e ospiterà con piacere tue notizie. Proseguiamo con le domande. La tua non è una bici di grande produzione ma un prodotto artigianale. Come è nata questa bici?

Questa bici è nata grazie a te, ai tuoi suggerimenti ed al tuo buon gusto che si avvicina molto al mio. Desideravo una bici mia, che sentissi mia. È fondamentale per me, sarà lei a condurmi per mano nelle mie avventure. Creare un affiatamento, conoscerla sia nei pregi che nei difetti ed averne fiducia. Mi prenderete per pazza ma per me lei è questo (tranquilla Claudia, io non ti prenderò per pazza: ti capisco. Ecco, ora siamo in due i fuori di testa…N.d.R.). Le scelte tecniche sono state pratiche senza rinunciare alla bellezza. Tutto deve essere il meno complicato possibile. Soltanto una cosa cambierei, non perché non funziona ma perché all’estero non è cosi diffuso: Campagnolo. E’ terribilmente bello e vintage ma Shimano lo si trova ovunque. Questo è un piccolo neo ma del resto anche noi non siamo mica perfetti. Lei ha un’anima, lei è la mia bici e non una bici, lei non ha prezzo. È come quando trovi il compagno della tua vita e sai che sarà lui (almeno cosi dicono): ecco, io so che è lei.

 

Cosa significa per te viaggiare?6960-claudia-ronchetti-10

Viaggiare è libertà, apertura mentale, conoscenza, avventura. Il viaggio per me è ripartire da zero, attraversare un mondo nuovo dove non conosci nessuno e costruire quel momento della tua vita. Sei talmente lontana che i brutti pensieri non te li puoi permettere, devi educarti ad essere positiva, sforzarti di sorridere e farlo diventare uno stile di vita, devi essere forte e determinata. Il viaggio in bici ti cambia, ti dona, ti lascia emozioni e sensazioni uniche, ti crea dipendenza, ti arricchisce. Conoscere altre realtà e renderti conto che il mondo e le persone sono belle, sono positive, accoglienti e generose. La realtà che viviamo noi è una realtà inquinata, negativa, le tv ed i giornali ci pilotano, ci creano cattiva dipendenza e perdiamo il senso della vita.

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Claudia ha risposto di getto, d’impulso, in modo istintivo. Da vecchio scribacchino me ne accorgo.

Proprio per questo le sue risposte sono naturali, ti emozionano. Per me è stato un piacere leggerle, spero anche per voi.

Claudia ha un suo sito che si chiama Bicipassione, dove è possibile trovare informazioni sui suoi progetti futuri e resoconti dei viaggi passati.

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COMMENTS

  • <cite class="fn">Lorenzo</cite>

    Brava Claudia…..in sella con passione 🙂
    io sono onesto non ho il coraggio di mollare gli ormeggi e leggere di chi lo fa mi fa sognare un poco anche a me

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