Gearoop Trasformers Mount

Come è fatto

Tempo di lettura: 4 minuti

Come è fatto

La versione che mi è stata inviata prevede solo l’attacco per ciclocomputer e smartphone, con in più una comoda fascia elastica per poter sfruttare il disco di aggancio da solo, senza il Trasformers per capirci.

Vediamo in dettaglio. Il supporto è in alluminio ricavato dal pieno; qui abbiamo la versione blu ma esiste anche rossa, rosa e nera.

La struttura principale è assicurata al supporto di fissaggio tramite un piolo tenuto in sede da due piccole brugole. Può scorrere per tutta la sua lunghezza, così è sempre possibile trovare la regolazione giusta. E può essere ruotato.

L’importante è far si che ambedue le piccole brugole di fermo possano lavorare, altrimenti vibra e si corre il rischio di perderlo.

Il supporto di fissaggio è sagomato per potersi facilmente collegare a qualunque frontalino dell’attacco manubrio; di serie c’è la brugola M5 più lunga, da usare in sostituzione dell’originale.

E’ possibile applicare un ulteriore sostegno per la action cam o un faretto, sfruttando i due fori filettati e il supporto in alluminio creato da Gearoop e che ha lo standard universale GoPro.

Fornito in dotazione un disco (in plastica) con attacco a baionetta capace di accogliere i ciclocomputer con standard Garmin. Non accetta i Polar più recenti.

Capovolgendolo vediamo che è sagomato per poter essere montato da solo sulla piega o sull’attacco manubrio grazie all’elastico in dotazione.

Elastico di lunghezza sufficiente ad abbracciare anche attacchi manubrio più corposi, come il Redshift ShockStop che vediamo in basso.

Completa la dotazione una piastra in alluminio che da un lato è lavorata per accoppiarsi al supporto in plastica e dall’altro presenta uno strato di biadesivo molto tenace: è un supporto universale per smartphone o ciclocomputer che non è possibile collegare direttamente all’innesto a baionetta. Vedremo meglio più avanti.

Il supporto in alluminio è semplicissimo da usare: sopra abbiamo visto che ai lati sono presenti due piccoli bracci tenuti in sede da una coppia di brugole. E’ sufficiente allentarli, applicare il disco in plastica e poi stringere.

Io ho aggiunto uno spessore in neoprene per smorzare le vibrazioni (alla fine non l’ho usato solo sui rulli e le strade qui sono micidiali) e compensare un minimo gioco che si è presentato. Un lavoro fatto in fretta, appena ho tempo ne taglio uno più preciso.

Chi vuole può collegare direttamente il ciclocomputer, se ha attacco compatibile.

Altrimenti si ricorre alla piastra in alluminio dotata di biadesivo che, come si vede, può essere fissata sia in orizzontale che in verticale.

Per fissare lo smartphone è invece sempre necessario ricorrere al supporto. Non è una buona idea fissarlo direttamente al telefono. La soluzione migliore (valida anche per i ciclocomputer) è rendere solidali il supporto biadesivo con una cover, meglio ancora se di quelle in silicone. Come ho fatto io, usandone una ovviamente a tema 😀

Vero, significa dotarsi di una ulteriore cover perché poi in tasca è scomodo avere la piastra fissata. Il vantaggio di questo sistema rispetto a una struttura più tradizionale, di quelle che accolgono tutto lo smartphone fissandolo tra le loro morse? Anzitutto estetico, quei cosi plasticosi li trovo orribili. Il peso, qui abbiamo pochissimi grammi.

Lo svantaggio? Cambiando telefono risulta complicato ma non impossibile recuperare il supporto in alluminio rimasto a far compagnia alla vecchia cover. Con un poco di pazienza è possibile alla fine rimuoverlo e applicare un nuovo strato di nastro biadesivo. Non so se Gearoop fornisce il solo supporto nuovo, cosa che sarebbe una buona idea per poter sfruttare lo stesso Trasformers Mount con il dispositivo che in quel momento ci è più utile.

Una volta fissato al frontalino dell’attacco manubrio, grazie alla lunga brugola che sostituisce l’originale, possiamo decidere la regolazione a noi più congeniale.

Questo sistema di attacco mi piace più dei collarini, anche perché non ho mai amato la piega affollata. Di contro non permette la rotazione per poter mantenere lo schermo con il miglior angolo di visuale. Ed è giusto così, a catalogo ci sono le versioni a collarino. Questo che stiamo vedendo fa del minimalismo e del peso ridotto all’osso i suoi punti di forza, è orientato a bici sportive e con assetto da corsa l’inclinazione è quella corretta.

Nella immagine in basso è montato sulla Rose X-lite Team e si nota come la poszione sia perfetta per la visibilità in sella.

E’ un supporto, quindi non c’è stata una vera e propria prova su strada, solo un paio di uscite con tanto pavé e qualche sentiero per scoprire la tenacia del sistema di aggancio e se le vibrazioni che arrivano al manubrio avrebbero reso difficile la visione dello schermo. Quindi mi è sembrato inutile dedicare un paragrafo alla prova su strada come sto facendo ultimamente nei test, preferendo accorpare le mie valutazioni alle conclusioni.

Voltiamo pagina e andiamo appunto alle conclusioni.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Valentino</cite>

    Ciao Fabio,

    solo una piccola annotazione. Ho usato un sistema simile ma autocostruito. Alla fine anche nel mio caso il supporto era fissato su di una cover in silicone in cui inserivo lo smartphone. Non so se le cover siamo tutte uguali, il sistema ha funzionato per qualche uscita, anche in MTB su itinerari decisamente scassati. Poi, un bel giorno, su una comune strada non particolarmente disastrata, il mio smartphone ha pensato bene di uscire dalla custodia e sfracellarsi al suolo. Solo per dire di valutare bene la forma della custodia !

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Valentino, grazie per questo tuo suggerimento. Si, effettivamente bisogna prestare attenzione alla scelta della cover, deve essere una che fasci bene il telefono. E aggiungo meglio non sia nera o comunque scura, perché sotto il sole si scalda più facilmente dilatandosi e quindi perdendo mordente.
      Però alla fine qui la recensione è per il trasformer, quindi non potrei attribuire a lui problemi non suoi. Ma bene hai fatto a raccontarci la tua esperienza, ogni valutazione figlia di una “prova sul campo” è sempre graditissima su questo blog.

      Fabio

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