Gearoop Trasformers Mount

Le conclusioni

Tempo di lettura: 4 minuti

Le conclusioni

Un articolo dedicato a un accessorio così semplice e forse secondario, vale la pena scriverlo? Si, altrimenti non sarei qui a battere sulla tastiera.

Il telefono, che è riduttivo chiamare così perché ormai sembra che telefonare sia una sua funzione residuale, ci accompagna volenti o nolenti (nel mio caso poco volente e molto nolente) in ogni momento della giornata. Pure quando siamo in sella.

Tantissime le app dedicate ai pedalatori, dai navigatori a quelle dedicate al fitness; a cui aggiungere i programmi che lavorano con altri dispositivi, per esempio lo SmartHalo che ho recensito qualche settimana fa e col quale, anche se non indispensabile, può essere comodo far lavorare a vista il nostro smartphone.

Supporti universali in giro non mancano: mancano o sono rari quelli graziosi, efficaci e funzionali. Si passa dalla semplice molla in silicone che costa quanto un caffè ai divanetti imbottiti che avvolgono il dispositivo. E se i primi hanno il vantaggio della semplicità anche se poi tutti i colpi e le vibrazioni passano direttamente dalla bici al telefono senza soluzione di continuità; e se i secondi proteggono da urti e colpi, la prima soluzione è troppo minimalista per risultare efficace e la secondo troppo ingombrante per incontrare i miei gusti.

Cosi arriviamo al nostro Trasformers Mount, un supporto interpretato con la fantasia che mai manca alla Gearoop, ditemi voi chi avrebbe pensato a un cavalletto da pedale, e con la precisione delle sue lavorazioni che ho già apprezzato in passato.

Presenta un solo limite, se così vogliamo chiamarlo: la piastra che collega supporto e smartphone è bene applicarla su una cover e non sul telefono. Ma considerando i pochi spiccioli del costo di una seconda copertura per il nostro apparecchio è in fin dei conti spesa trascurabile.

Per il resto solo pregi, a patto sia ciò che cerchiamo. Il suo sistema di fissaggio impedisce l’inclinazione del telefono, quindi chi ne ha bisogno dovrà guardare le versioni a collarino proposte dalla factory di Taiwan. Le trovate tutte sul sito ufficiale, nelle varie configurazioni. Su alcune si può collegare di tutto e tutto insieme.

Su una bici sportiva, con attacco manubrio montato in negativo, abbiamo comunque l’angolazione giusta perché la visibilità dello schermo sia sempre perfetta. Me ne sono accorto sui rulli, dove la posizione in sella praticamente resta uguale dall’inizio alla fine; e in strada, dove alternando le varie prese sulla piega non ho mai avuto difficoltà a leggere lo schermo. Solo i caratteri troppo piccoli, ma non è colpa del Trasformers Mount ma della mia miopia. E vabbè.

Nei normali percorsi su asfalto non arrivano vibrazioni tali da compromettere la leggibilità; sul pavé più martoriato e in fuoristrada la rapida successione delle irregolarità determina qualche vibrazione ma nulla che renda difficile consultare con una sola occhiata il navigatore, anche tenendo la mappa su uno zoom minimo.

Sulle prime mi sono mosso con prudenza perché non volevo scoprire troppo tardi se la tenuta del biadesivo 3M che collega piastra a cover nel mio caso fosse tenace a sufficienza da non farmi partire per la tangente il telefono.

Non l’ho perso, non si è staccato e non si è mosso di una virgola nei miei continui attacca e stacca dal supporto in plastica per testarne la tenuta. Per amor di completezza ricordo che ho usato una cover in silicone morbido. Il biadesivo, come sempre deve essere fatto in questi casi, l’ho applicato dopo aver sgrassato la superfice di contatto e senza mai toccare la parte adesiva con le dita.

Lo standard del supporto a baionetta è Garmin; si può usare un Sigma originale ma non un Polar originale. Altri non so, non ho provato. Impossibile prevedere come optional tutti i possibili attacchi, però magari almeno la scelta tra i più diffusi potrebbe essere una idea per chi non volesse ricorrere, collegando un ciclocomputer, al connubio biadesivo e cover.

Fissarlo alla bici è lavoro di un attimo, la brugola in dotazione è della giusta lunghezza e di ottima qualità. Le molteplici possibilità di regolazione sia di avanzamento che rotazione del supporto da fissare all’attacco rendono semplice trovare la collocazione ottimale, senza conflitti con altri dispositivi o contatti indesiderati del telefono con la piega. Però prima di applicare la piastra col biadesivo è bene prendere le misure, fare un piccolo test di montaggio diciamo così. Perché in caso di errore staccare e riattaccare il biadesivo oltre che complicato lo renderebbe debole nella tenuta. Perdersi il telefono per strada non è simpatico e, come legge di Murphy vuole, possiamo star sicuri che malgrado non ci sia anima viva in giro da ore un Tir passerà unico e solitario proprio nel momento esatto in cui il nostro telefono cade, polverizzandolo.

Il vero problema di questo come di altri simpatici prodotti Gearoop è la reperibilità. E’ necessario andare sul famoso sito di aste e acquistare direttamente da Taiwan. Peccato, una maggiore diffusione in Europa sarebbe assai gradita, ma so che alla Gearoop ci stanno lavorando. Il fatto è che producono conto terzi per alcuni marchi nostrani e quindi sorgono poi i soliti problemi di licenze commerciali.

Comunque a un prezzo medio poco superiore ai 15 euro spedizione inclusa è possibile farsi recapitare a casa questo minuscolo e leggero supporto. In alternativa un messaggio sulla pagina Facebook della azienda aiuterà chi interessato a sapere come procurarselo. Lui o altri accessori, per esempio i graziosi e minuscoli campanelli o i nuovi tappi manubrio in alluminio, che vedremo prossimamente.

Vi lascio con alcuni link.

Questo il sito ufficiale Gearoop

E poi i prodotti della azienda di Taiwan già recensiti su questo blog; abbiamo il portapacchi Luggage 2.0, il simpatico cavalletto da pedale, il portaborraccia da sella, gli eleganti cable-end e una selezione di luci a led varie, da quelle da QR a quelle da manubrio.

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">Valentino</cite>

    Ciao Fabio,

    solo una piccola annotazione. Ho usato un sistema simile ma autocostruito. Alla fine anche nel mio caso il supporto era fissato su di una cover in silicone in cui inserivo lo smartphone. Non so se le cover siamo tutte uguali, il sistema ha funzionato per qualche uscita, anche in MTB su itinerari decisamente scassati. Poi, un bel giorno, su una comune strada non particolarmente disastrata, il mio smartphone ha pensato bene di uscire dalla custodia e sfracellarsi al suolo. Solo per dire di valutare bene la forma della custodia !

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Valentino, grazie per questo tuo suggerimento. Si, effettivamente bisogna prestare attenzione alla scelta della cover, deve essere una che fasci bene il telefono. E aggiungo meglio non sia nera o comunque scura, perché sotto il sole si scalda più facilmente dilatandosi e quindi perdendo mordente.
      Però alla fine qui la recensione è per il trasformer, quindi non potrei attribuire a lui problemi non suoi. Ma bene hai fatto a raccontarci la tua esperienza, ogni valutazione figlia di una “prova sul campo” è sempre graditissima su questo blog.

      Fabio

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