[Test] Luci Bontrager Ion Comp R/Flare R City

La prova su strada

Tempo di lettura: 9 minuti

La prova su strada

Recensire un set di luci è semplice: valuti l’autonomia, se illumina la strada e se, nel caso di luci diurne, sei visibile anche di giorno.

Questo quello che pensavo quando ho pianificato il test: una settimana e via, che ci vuole!

E in effetti non fossero state luci diurne una settimana sarebbe stata pure troppo, luci classiche basta assicurarsi che col buio vedi dove mettere le ruote, sei ragionevolmente visibile da una certa distanza e, nel caso di luci ricaricabili, quanto autonomia hanno e quanto tempo serve per la ricarica.

Con le luci diurne tutto si è complicato.

Innanzi tutto perché dovevo scoprire quanto fossi visibile e per farlo non potevo stare io sulla bici, altrimenti che verificavo?

E poi diurne si, ma in quali condizioni? Sole basso del primo mattino? Mezzodì? Crepuscolo? Sole frontale? Sole laterale?

Insomma, quante continue e mutevoli condizioni di luce diurna incontra un ciclista durante la sua uscita?

E le immagini? Infiniti provini, perché oltre una certa distanza la fotocamera non ce la fa a catturare la luminosità diurna, perfettamente visibile a occhio nudo. Come creare immagini a supporto dell’articolo?

Ma soprattutto, perché vado sempre a ficcarmi in questi pasticci? 

Conosco la risposta all’ultima domanda: per potervi fornire la migliore e completa informazione possibile. So bene che molti di voi selezionano le proprie scelte in base ai test pubblicati.

Questo mi carica di una forte responsabilità, perché se sbaglio io induco voi in errore. Non me lo perdonerei.

E quindi provo ogni volta e in ogni test a creare tutte le possibili situazioni tipo che potreste incontrare su strada, anche quelle che non sono tipiche del mio personale modo di vivere la bici. Per questo vi dico sempre che non è importante cosa faccio io in privato, diciamo così. I test sono, appunto, i test, non io che pedalo.

Prima verifica, la più importante: sei visibile di giorno?

Hai voglia!

La lucetta posteriore è incredibile.

L’accendi, la guardi e da vicino hai un lumino fioco fioco, roba che manco le anime del Purgatorio (questa, lo so, la capiranno appieno solo i partenopei) e ti chiedi chi accidenti ti vedrà mai.

Poi ti allontani e ti sembra più brillante. Mah, mi starò suggestionando, pensi.

Qualche altro passo indietro e no, non è suggestione, effettivamente si vede brillare. E tenete presente che oltre ad essere giorno, nella foto in basso ho acceso la lucetta a led del casco Met Mobilite, per permettervi di valutare la differente luminosità.

E così ti allontani sempre più: maggiore la distanza migliore la visibilità.

Magia? No, è la tecnologia messa a punto da Bontrager per questa luce diurna Flare R City.

Che significa la precisa progettazione della messa a fuoco del fascio luminoso. Senza addentrarmi in dettagli tecnici, anche perché la progettazione di luci non è certo il mio campo, semplifico: la parabola (e non credo nemmeno sia questo il termine corretto…) dirige e amplifica il fascio luminoso, così che la portata aumenti e ci si renda ben visibili a grande distanza e in piena luce.

Oltre una certa distanza non potevamo fotografare, così sono riscorso a questo piccolo escamotage inserendo il riquadro. Ad occhio nudo vi assicuro che è ben visibile anche a superiore lontananza.

Il sensore integrato regola la potenza, ovviamente questa sarà massima con la maggiore esposizione solare.

L’immagine pubblicata sopra è possibile scaricarla in formato originale a questo link. Non la pubblico qui perché è “pesante” e avrebbe rallentato troppo il caricamento dell’articolo. Lo stesso sarà possibile più in basso per le immagini della luce anteriore.

Al calare delle tenebre i lumen espressi calano drasticamente, secondo quanto leggo dalle specifiche, ma vi assicuro che la brillantezza resta ottima, anche a parecchie centinaia di metri di distanza.

Ma, e qui son poche le luci che non entrano in crisi, mi ha stupito l’efficacia del nostro piccolo cubetto Bontrager in una condizione notoriamente carogna: la strada illuminata dai lampioni.

Nel buio totale ogni luce si nota in lontananza, ma quando la strada è illuminata dai forti lampioni a luce fredda è come se le luci da bici non riuscissero a “penetrare”, a rendersi appieno visibili. Un poco come voler guardare il cielo stellato dal centro città, con l’inquinamento luminoso che impedisce di ammirare la brillantezza delle stelle.

I miei complimenti a chi ha progettato questa luce, capace di farsi notare con insistenza in qualunque condizione.

In questa immagine ho scelto di proporre in ambientazione diurna il confronto con i fari di una autovettura.

Se di notte, lampioni o meno, la luce fissa si esprime sempre al meglio, le migliori prestazioni con luce diurna le ho registrate sfruttando la funzione lampeggio.

Che non è un normale lampeggio ma anche qui c’è stato un preciso studio progettuale; e visto che per ogni soluzione tecnica c’è sempre un acronimo, quello del lampeggio messo a punto da Trek è: DLR.

Ossia Daytime Running Light.

Però gli acronimi non aiutano a comprendere il funzionamento, quindi mi aiuto con una immagine.

Il lampeggio DLR ha una sequenza quasi random, con l’alternarsi di flash più potenti e più deboli, con minore o maggiore intervallo. Uno schema c’è ma l’effetto finale assomiglia a quello di una casualità capace di risvegliare i sensi.

Un funzionamento psichedelico se vogliamo, ma capace di catturare l’occhio anche a forte distanza e soprattutto anche col sole.

Alcuni studi hanno dimostrato come l’utilizzo di questa tecnologia aumenti del 240% la capacità di essere visti rispetto a chi non usa luci; e fin qui mi sembra normale.

Importante invece notare che l’utilizzo di questa particolare modalità di lampeggio DLR sia il 140% più efficace di un lampeggio classico.

Verificata l’eccellente visibilità della luce posteriore Bontrager R City, dedichiamoci alla anteriore Ion Comp R.

Una luce diurna che serve a farsi vedere ma anche ad illuminare efficacemente la strada col buio.

Inizio da quest’ultima ambientazione.

Tre distinti livelli di luminosità a luce fissa: 700, 500 e 300 lumen.

Posso dire che in ambito urbano ed extraurbano usare la minore potenza è più che sufficiente per illuminare il percorso, con la garanzia di essere sempre ben visibili anche a distanza. Nella foto in basso è accesa al minimo.

La massima potenza, unita a un fascio luminoso molto ampio con un bel cono che permette di vedere anche ai ai lati, è troppa per l’uso urbano, spesso anche extraurbano se c’è una minima illuminazione stradale, eccellente nel buio pesto.

Mi sono fatto un giretto notturno nel bosco e ogni ostacolo era perfettamente visibile. 

A limitare l’uso in fuoristrada è la collocazione sul manubrio, che non permette di dirigere sempre il fascio luminoso dove interessa perché soggetto ai movimenti dello sterzo.

In questo caso mi sento di consigliare l’attacco optional al casco, perché così potremo illuminare lì dove dirige lo sguardo.

La potenza intermedia non ha una sua precisa chiamata in causa. Non sviluppa la straordinaria luminosità della regolazione a massima potenza, è fin troppo forte in uso urban/touring.

E siccome l’autonomia è ovviamente influenzata dalla luminosità utilizzata, ridurla senza ottenere effettivi benefici mi ha fatto quasi sempre usare solo le due luminosità estreme.

Con quella minore ampiamente sfruttabile in città.

Utilissima in ambientazione urbana ed extraurbana notturna, purché ci interessi solo essere visibili e non vedere la strada, la funzione lampeggio.

Pure lei con tecnologia DLR.

Anche qui diversi livelli di luminosità, a tutto vantaggio dell’autonomia.

La potenza minore è perfettamente visibile anche da lontano, anche con l’interferenza di altre sorgenti luminose e soprattutto lo sguardo è sempre catturato dal lampeggio che ormai per comodità definisco random.

Lo stesso schema della luce posteriore visto che ne condivide la tecnologia, con un continuo alternarsi di lampeggi più o meno forti e momenti di vuoto.

Di sera utilizzare il lampeggio a massima potenza è inutile, basta e avanza il minimo.

Ma quello che più preme verificare è la visibilità diurna: eccellente.

A luce fissa, anche se investita in pieno sole, la piccola Bontrager Ion Comp R si fa ammirare da notevoli distanze.

Ovviamente maggiori i lumen chiamati in causa, maggiore la distanza da cui è visibile.

Già alla minima potenza è visibile fino a circa 300 metri, di giorno, sia chiaro, e col sole.

Sfruttando tutti e 700 lumen si arriva a una visibilità diurna prossima al chilometro e mezzo.

Che salgono a due chilometri se attiviamo il lampeggio DLR a massima potenza, che corrispondono a 300 lumen. Segno che più che la potenza, la differenza la fa la particolare tecnologia di lampeggio Daytime Running Light.

E sempre col sole. Anche se investe direttamente il faretto, se cioè noi pedaliamo con il sole davanti a noi.

In questa situazione la luce fissa cala un poco nelle prestazioni, scendendo dal suo 1,5 km con sole laterale a circa 1 km o poco meno. Non è stato facilissimo misurare le distanze…

Sono distanze verificate a occhio nudo, con la macchina fotografica non ci è stato possibile; però riducendo la distanza, che resta comunque alta, si può apprezzare quanto brilli la piccola luce anteriore.

In questa sequenza fotografica possiamo verificare la luminosità.

Partiamo con la massima potenza, 700 lumen

L’immagine pubblicata sopra è possibile scaricarla in formato originale a questo link

A seguire media potenza, 500 lumen.

L’immagine pubblicata sopra è possibile scaricarla in formato originale a questo link

E a chiudere la minima potenza, 300 lumen.

L’immagine pubblicata sopra è possibile scaricarla in formato originale a questo link

Verificato anche qui come il suo essere luce anteriore diurna sia titolo pienamente meritato, passiamo all’autonomia di entrambe.

Che non è omogenea tra luce anteriore e posteriore, la prima fa valere la presenza della superiore batteria.

Ma siamo tranquillamente in un range che difficilmente ci lascia al buio.

Ho eseguito diverse prove, la difficoltà me l’ha data la verifica della luce posteriore perché è il sensore interno che gestisce in automatico la potenza. Significa che mentre la luce anteriore Bontrager Ion Comp R potevo testarla anche a casa, mentre facevo altro perché ero io tramite pulsante a decidere di volta in volta quanta potenza erogare, con la posteriore mi servivano sia l’esposizione diurna che notturna, per far lavorare il sensore.

Riassumo i risultati.

Luce anteriore Ion Comp R

Luce fissa a 700 lumen: 1 ora e 20 minuti

Luce fissa a 500 lumen: 3 ore e 10 minuti

Luce fissa a 300 lumen: un soffio sopra le 6 ore

Luce lampeggiante a 300 lumen: 9 ore e 20 minuti

Luce lampeggiante a 200 lumen: 15 ore

Luce posteriore Flare R City

Luce fissa diurna (35 lumen): 3 ore

Luce fissa notturna (2 lumen): 20 ore

Luce lampeggiante diurna (35 lumen): 8 ore

Luce lampeggiante notturna (35 lumen ma con meno “picchi” a massima potenza): 15 ore e 15 minuti.

Questi valori sono frutto della media di tre verifiche per ogni funzione; le verifiche con durata superiore a sei ore sono state svolte su più giorni fino allo spegnimento completo e/o palese riduzione del fascio luminoso.

Segnalo che le luci funzionano anche durante la carica. Ai fini pratici, significa poter contare sull’ausilio di una comune Power bank per accrescere l’autonomia. Vista la destinazione anche cittadina, è plausibile che noi lavoratori in bici ne abbiamo una in borsa. Per la posteriore nessun problema di accesso alla presa; e nemmeno per l’anteriore, non è ostruita una volta agganciata al manubrio.

I  tempi di ricarica li abbiamo già conosciuti nel paragrafo di presentazione, quindi possiamo andare alle conclusioni.

COMMENTS

  • <cite class="fn">morescopiero</cite>

    La scelta di alcuni marchi di utilizzare altro nome per i loro brand di prodotti diversi dal ciclo nasce dalla volontà di poterli montare anche su altre biciclette senza creare contraddizioni esplicite fra i marchi esposti. Altro esempio famoso è Cannondale ma anche Giant.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Piero, a questo ci arrivo persino io che proprio sveglio non sono…
      Però ci sono anche i casi inversi, per esempio Specialized che utilizza il proprio marchio per tutto. E a quanto hanno appurato i vari manager del marketing di aziende concorrenti, sembra una scelta vincente sul piano commerciale e in futuro si adegueranno.

      Fabio

  • <cite class="fn">marco soardi</cite>

    Forse mi sono perso il dettaglio,viene indicato il livello IP?
    Grazie mille come sempre per le recensioni.
    Marco

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Marco, era sfuggito pure a me e l’ho inserito il giorno dopo. Forse ti ha caricato la cache e non visualizzavi la modifica.
      Comunque è IPX4 / IP46 per anteriore e posteriore.

      Fabio

  • <cite class="fn">Guido</cite>

    Ciao Fabio,
    ho una domanda non strettamente inerente a questo test ma che non so dove porre altrimenti. Vorrei acquistare luci per la mia Triban RC 520 (avevo scritto per un consiglio anche sotto quel test) e mi piacerebbe trovarne un tipo che faciliti la riparazione. Per capirsi, non quei monoblocchi dove appena si guasta l’interruttore bisogna per forza buttare tutto. Hai suggerimenti, anche solo per iniziare la ricerca?
    Grazie e sempre complimenti per il tuo blog.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Guido, purtroppo non sono in grado di aiutarti. Non per cattiveria, ma esistono migliaia di luci, di tutti i prezzi e dalle prestazioni più varie. Per illuminare o solo per rendersi appena visibili. E solo quelle più costose sono “riparabili” ma nessuna con il fai da te, vanno inviate in assistenza. Quindi senza avere una idea delle necessità di illuminazione, budget, esigenze, anche solo indicare un modello in questo mare magnum del mercato mi è impossibile. Sorry.

      Fabio

      • <cite class="fn">Guido</cite>

        Grazie Fabio, le andrò a montare sulla bici che uso nel tempo libero, soprattutto in ciclabile e secondarie e durante il giorno con qualche rientro al crepuscolo nelle mezze stagioni. Mi orienterò su qualche marchio noto e non il primo prezzo. Buone pedalate e buon blog!

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