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Surly Cross Check, presentazione

Per farmi perdonare la lunga attesa eccovi una rapida presentazione fotografica dell’ultima nata in microfficina.
Ci è voluto tempo a causa di alcune modifiche in corso d’opera e del ritardo nell’arrivo di alcuni componenti.
Poco testo, sarò didascalico. Per gli approfondimenti aspetteremo la pubblicazione della prova su strada, massimo entro due settimane.
Ecco la bici in configurazione finale o quasi; mancano pochi dettagli, un dente di cane, una borsa sottosella e poco altro.
La trasmissione vede una guarnitura Velo Orange Grand Cru Drillium, personalizzata da me smaltando sia i fori che le fresature di alleggerimento delle corone; una personalizzazione discreta, nella vista frontale nemmeno si nota, solo spostando lo sguardo lateralmente.
Cambio a gabbia lunga, supporta fino al 32, e deragliatore per doppia sono della giapponese SunXcd. Scelto in versione a fascetta, più pratico nel caso questi componenti dovessero traslocare su altro telaio.
Anche i comandi cambio sono della stessa casa, col destro provvisto di indicizzazione; sono pensati per uso sull’obliquo, ma ho adattato due supporti di altra casa e montati in posizione bar end. Il supporto destro ha richiesto un minuzioso lavoro di mola, la circonferenza della leva urtava sul supporto impedendo l’innesto del rapporto maggiore. Una riverniciata in tinta col telaio e la lucidatura a specchio della vite di aggancio hanno completato il lavoro.
Al telaio quindi ho applicato due registri a vite, anch’essi verniciati sempre da me in tinta.
Pacco pignoni di casa Shimano, scala 11-32; che insieme alla corona da 34 fornisce sufficiente agilità.
A proteggere il fodero basso dai colpi della catena un altro accessorio Velo Orange: un batticatena in cuoio.
Le leve freno le ho già presentate qui sul blog; la foratura si abbina perfettamente con quella delle corone. Non ho provveduto a smaltare i fori però, data la forma complessa ne sarebbe risultato un effetto troppo invasivo e non mi piaceva.
Leve che comandano un set di freni cantilever, anche qui Velo Orange.
All’anteriore un fermaguaina a sterzo, al posteriore l’originale Surly; per comodità ho eliminato le viti di fermo cavo ai ponticelli freno e assicurato le guaine tra loro con un doppio uncino.
Piega, attacco manubrio e reggisella sono le nuove versione Classic di casa Ritchey.
La sella è stata cambiata dopo un test su strada; la Brooks Team Pro inizialmente scelta da Antonello (a mia insaputa…) si è rivelata inadatta a causa della poca possibilità di arretrare sul carrello. Sostituita con la sorella B15, perfetta su questa bici.
Anche per il nastro manubrio abbiamo scelto la (ex) casa inglese; per la chiusura ho preferito la tecnica dell’incordatura, la spiegherò in futuro sul blog.
Ancora di Velo Orange le ruote, coi mozzi a flangia alta debitamente forati.
Parafanghi in alluminio martellato a fasciare le gomme.
Due portapacchi, uno al posteriore e l’altro all’anteriore; abbellito quest’ultimo dal Six Pack e da un apribottiglie artigianale fatto da me.
Portaborraccia in acciaio.
Oltre la personalizzazione della guarnitura e l’apribottiglie visto sopra, conosciamo già la lavorazione del tappo serie sterzo; ho dato una ripassata alla vernice aggiungendo limatura d’alluminio per donare risalto.
Anche il collarino reggisella è passato tra le mie mani, ho volutamente lasciato i bordi esterni non perfetti.
Tutte le brugole necessarie al collegamento degli accessori le ho incise con un doppio canale che poi ho smaltato, sempre in tinta col telaio. Non è sfuggita nemmeno la brugola del reggisella. I dadi ciechi con cui ho fissato i parafanghi giocano anch’essi sul tema lucido/nero che è quello di tutta la bici.
Bene, come promesso non mi sono dilungato in chiacchiere; era giusto mostrare questa bici, nata dalla comune passione mia e di Antonello. Ho avuto massima libertà e confesso di essermela presa tutta. Ma penso ne sia valsa la pena; anzi ne sono sicuro perché se aveste visto il sorriso di Antonello mentre la provava, seppure in versione “lavori in corso” beh che dire, per me è stata una gran soddisfazione.
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Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Bellissima! complimenti vivissimi
I complimenti li giro ad Antonello, come recita il tappo della serie sterzo la bici è sua. Io ci ho solo messo le mani. Solo? ehehehehehehehe
Fabio
Uno spettacolo. Chapeau!
Non ho parole, uno spettacolo!
Bella, bella bella!
Immagino già solo la pazienza nel lavorare (sicuramente a mano) le teste delle viti e verniciarne le gole e le scritte una ad una.
Ps. poi cifarei vedere come hai fatto, immagino? 😉
Comunque complimenti, anche al tuo amico per la scelta dll’allestimento; azzeccatissimo.
Daniele
No Daniele, tutte le operazioni non le mostrerò, c’è una difficoltà oggettiva nel creare immagini o video che io, tutto da solo, non posso affrontare. Forse la tecnica dell’incordatura, ma anche lì in autoscatto alla fine è venuto fuori poco di decente.
Fabio
A.F.RO.C.
Acronimo napoletano che esprima meraviglia e sorpresa
Eh già, noi partenopei col dono della sintesi 🙂
Mandami un messaggio venerdì, così sabato la vedi dal vivo. Se sei da queste parti sul presto, dalle 10 in poi vorrei uscire.
Fabio
Bella, molto bella. Coerente ed armonica.
Una Surly nobilitata dal montaggio Velo Orange e raffinata dalle tue personalizzazioni adorabili e maniacali.
Insomma la degna cugina di Elessar nonostante il telaio di serie.
Anche il tubo sterzo corto – come d’abitudine della casa e che non mi ha mai entusiasmato – risulta ben mitigato dall’allestimento tutto silver della zona sterzo.
Splendido il collarino reggisella, Ne ho uno uguale tutto nero, ora vado ad osservarlo da vicino per capire la tua modifica.
Unica pecca la mancanza dell’impianto d’illuminazione che – dopo la bici da città – quest’anno monterò anche su quella da viaggio.
Per me irrinunciabile, il vero lusso in bici strizzando un occhio alla sicurezza (in città acceso anche di giorno).
Inoltre ben si coniuga con lo spirito vagabondo di una bici di questo tipo.
Avere il Six Pack senza poter trincare al tramonto….
c.
Ciao Claudio, al collarino ho semplicemente rimosso la vernice nelle zone in rilievo dando poi il lucido e lasciando apposta meno rifinite le circonferenze inferiore e superiore.
Alle luci stiamo pensando, ho qui un impianto ma non ho capito se sarà quello che monteremo; vogliamo prima decidere la borsa sottosella, capire gli spazi disponibili e valutare quindi se creare dei supporti appositi o cercare spazio sulla bici. Però il telaio è compatto (tg 50) e la soluzione esteticamente più gradevole, ossia attaccarle ai parafanghi, non è praticabile perché questi sono troppo sottili e leggeri.
L’unica cosa che sarà cambiata a breve sono gli spessori; questi non li conoscevamo, in foto sembravano carini, dal vivo pessimi. Presi insieme ad altra roba per ammortizzare con la spedizione, ma si sono rivelati deludenti per qualità e finitura. Infine la forcella forse sarà ulteriormente accorciata, ma solo dopo che Antonello avrà girovagato per qualche tempo. Insomma, abbiamo queste ed altre cose ancora da fare, ma per ora volevamo mettere la bici in strada, gli ultimi dettagli li rifiniremo più in là.
Fabio
Tantissimi complimenti per il lavoro e soprattutto per la capacità (e pazienza) di riportare tutto sul blog con immagini e spiegazioni. E’ veramente utile! Grazie ancora!
P.S.Che marca/modello sono le leve freno? Non riesco a trovare l’articolo che ne parla.
Marco Z.
Eccolo qui
Leve freno TRP
Fabio
Fabio, per i pedali su quali avete optato? Sono flat o anche con attacco spd?
grazie e ….meraviglia!
Ciao Adriano, i pedali scelti sono i Crank Brothers Eggbeater 3 visto che quello lo standard che usa il proprietario anche sulle altre bici e non avrebbe avuto senso cambiare, dovendo poi acquistare altre scarpe o dovendo sostituire le tacchette a seconda della bici usata.
Li appena recensiti in questo articolo .
Fabio