[Officina] Come smontare attacco manubrio ossidato
Lavorare su bici anziane sappiamo non è sempre semplice. Incuria o mancanza di tutte quelle piccole accortezze in fase di primo assemblaggio ed ecco che l’ossidazione avanza inesorabile, rovinando ma soprattutto “incollando” tra loro le parti in metallo.
Insieme ai pedali, l’attacco manubrio per forcelle filettate è il componente che più risente degli effetti nefasti dell’ossidazione.
Forzare nel modo sbagliato significa spesso rovinare la forcella o il telaio, senza peraltro venirne a capo.
Per i pedali abbiamo visto un semplice espediente per riuscire, da soli, a svitare anche quelli più tenaci; adesso vedremo come lavorare correttamente per sfilare l’attacco manubrio, senza far danni e riuscendo nell’impresa.
Ma prima è necessario capire come è fatto questo attacco manubrio, perché quando conosci i principi di funzionamento metà dell’opera è compiuta e sai come agire.
Lo abbiamo visto spesso su questo blog, ne ho parlato in diverse occasioni; negli articoli sulla manutenzione della serie sterzo, in quelli sulla sostituzione di un manubrio flat con la piega e altri ancora. Inutile ripetere concetti già esposti, una scorsa all’indice della categoria “Officina” e trovate tutto. Vediamo solo come è fatto e qual è il principio di funzionamento, ossia in che modo questo tipo di attacco diventa solidale alla forcella; e da questo è facile poi comprendere perché l’ossidazione rende quasi indissolubile il loro legame.
Ecco un tipico attacco manubrio da 1″ per forcelle filettate.
Osservandolo a “cuore aperto” vediamo come all’interno del piantone scorre una lunga vite che si innesta sull’expander
La forma più diffusa per l’expander è quella a fetta di salame come usa dirsi, ma ne abbiamo anche di troncoconici.
Il principio di funzionamento è uguale, quale sia la forma dell’expander: avvitando la lunga vite, l’expander verrà tirato su andando a battuta all’interno del tubo forcella, fermando così il sistema.
Questo tipo di attacco è utilizzabile solo su forcella filettate (che ricordo esiste nel doppio standard da 1″ e 1″ e 1/8 malgrado ciò che continuo a leggere sui vari forum…), chiamate così per via della filettatura su cui avvitare le calotte esterne della serie sterzo.
Per esigenze fotografiche ho preferito mostrare qui in basso una forcella nuda: ecco dove deve essere inserito l’attacco manubrio.
Il problema da risolvere, ora che sappiamo come agisce questo tipo di attacco manubrio, è dissaldarlo dal tubo forcella in cui è tenacemente inserito.
La prima cosa da fare è dare una bella irrorata con spray sbloccante. Poiché quasi tutte le forcella si presentano con la testa cava, come evidenziato dalle immagini in basso, la cosa migliore e capovolgere la bici e spruzzare dalla parte bassa, quella indicata dalla freccia.
Già dopo una mezz’ora è possibile provare a sfilare via l’attacco, perché lo sbloccante agisce rapidamente. Lasciarlo tutta la notte serve a nulla. Ma se vogliamo comunque procedere con cautela allora, trascorsa la mezz’ora, possiamo spruzzare dell’olio e lasciarlo, lui si, con calma tutta la notte. Io di solito uso quello per cambi auto, non molto fluido è vero ma composto anche da detergenti che aiutano contro l’ossidazione.
Se abbiamo optato anche per l’olio ricordiamo di chiudere con abbondante panno carta il foro del tubo forcella PRIMA di ruotare nuovamente la bici; e lasciare che per qualche minuto l’olio in eccesso coli via sul panno carta, per non ritrovarci tutta la ruota imbrattata d’olio.
Se la forcella non è del tipo cavo, l’unica è spruzzare lo sbloccante da sopra, dalla serie sterzo. In questo caso dovremo abbondare e attendere più tempo, per dare modo allo sbloccante di arrivare fino all’expander.
Adesso gli attrezzi: una chiave a brugola, un martello di gomma e, se non avete il martello in gomma, un pezzo di legno da almeno 1,5cm di spessore.
Come prima operazione allentiamo la brugola di tiraggio dell’expander.
ATTENZIONE: la dobbiamo solo allentare non sfilare del tutto, altrimenti non solo non tireremo via l’expander ma renderemo impossibile ogni tentativo di sfilare via l’attacco manubrio.
Allentiamo anche il controdado di fermo della serie sterzo; che sappiamo non agisce sull’attacco, ma guadagnare libertà di azione fa comodo.
Adesso col nostro bel martello in gomma (attrezzo che mai deve mancare in officina) daremo tanti piccoli colpi secchi, non come stessimo battendo un palo da infilare nel terreno ovvio, sulla testa dell’attacco manubrio.
Se non abbiamo a disposizione (male…) il martello in gomma allora è il caso di frapporre fra martello e testa dell’attacco un pezzo di legno. Se l’attacco è in alluminio lucidato è meglio usare il legno anche se abbiamo il martello in gomma; e magari pure un panno tra attacco e legno: con le parti lucidate la prudenza non è mai troppa…
A questo punto poniamoci davanti la bici, ruota anteriore bloccata dalle ginocchia (come quando vogliamo regolare l’attacco manubrio nella giusta posizione) e ruotiamo il manubrio a destra e sinistra. Se vediamo che non cede di un grado, allentiamo un altro poco la vite di tiraggio dell’expander, altri colpi di martello e via a riprovare.
Non è detto infatti che già il primo tentativo vada a buon fine, dipende da quanto abbiamo allentato la vite, quanto è ossidato, la forza dei colpi; ma sempre meglio agire per gradi, con cautela. Preferiamo sempre impiegarci un poco più di tempo piuttosto che rischiare danni.
Forse esistono anche altre procedure, francamente non mi sono mai posto il problema. Sono tanti anni che uso questa, non c’è stato attacco manubrio che non sia stato sconfitto né forcelle o telai che abbiano subito danni.
Superfluo ricordare che PRIMA di rimontare il tutto è bene spennellare l’attacco e l’expander di grasso; pensate che bello se l’avessero fatto già al primo montaggio…
Buone pedalate
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Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Caro Fabio, quest’articolo capita proprio al momento giusto.
Devo dire che dopo quello sui pedali un po’ ci speravo.
Grazie
Il merito non è tutto mio, l’idea me l’ha data il messaggio di Angelo nell’articolo su cosa serve per costruire una fixed; ho visto che non ero entrato ancora in dettaglio con un articolo dedicato a questa operazione, ho provveduto.
Meno male che ci siete voi che mi date spunti… 🙂
Fabio
Perdona il disturbo Fabio,
intanto grazie per questo preziosa guida.Io purtroppo in questo caso sono uno di quegli stolti che ha prima agito e poi pensato e che,coll’intento di alzare un po’ il manubrio, ha sfilato in toto dalla propria bici
( completamente assemblata e che uso quotidianamente per spostarmi)la vite di tiraggio dell’expander.Dunque ora ho sta bici(da corsa,una Gios di 25 anni fa)col manubrio che va per i fatti logicamente suoi e non c è verso di riavvitare sta brugola(penso sia normale che giri a vuoto nel tentativo di farle prendere il filo).C è qualcosa che posso fare con le mie mani per rimediare,o pensi sia meglio che queste le legassi dietro la schiena(magari a vita)?
Un grazie in anticipo
Lorenzo da Chiavari
Ciao Lorenzo, non essere così drastico con te stesso, tutti facciamo qualche errore; io ho solo il vantaggio che non li pubblico e così voi non lo sapete 😀
Non ho capito però se hai solo sfilato via la brugola ma l’attacco manubrio è ancora in sede o hai tolto pure lui e solo la “fetta di salame” è rimasta dentro.
Comunque, fai così: allenta la serie sterzo (sia dado superiore di fermo che calotta, se le sviti proprio è meglio – trovi òeistruzioni sempre nella sezione officina), sfila via tutto l’attacco, prendi solo la brugola e con lei dovresti riuscire ad agganciarti sulla fetta di salame rimasta dentro. Basta premerla fino in fondo, incontrerà la vite dei freni a fermarla e potrai fare pressione per avvitarci la brugola e tirarla fuori.
Non so in che condizioni sia la bici, dovrei vedere per capire; se è tutto bel tenuto e ingrassato di solito basta allentare la ss, sfilare ilmanubrio, capovolgere e la fetta di sale viene fuori.
Una volta recuperata, devi solo riassemblare l’atacco manubrio e inserire il tutto.
Se non hai attrezzi per allentare serie sterzo e/o hai difficoltà a regolarla dopo hai bisogno di un meccanico
Fammi sapere come è andata
Fabio
se e la brugola a non volersi svitare?
Sbloccante, qualche colpetto sulla testa della brugola, una chiave a T di buona qualità e svitare esercitando molta forza verso il basso, per tenere la chiave a brugola ben salda nell’ingaggio della vite che altrimenti si danneggerebbe.
Ovvio che se stiamo lavorando su vecchie bici di scarsa qualità significa che tutti i componenti sono di scarsa qualità. Significa che puoi usare tutti i trucchi e le accortezze che vuoi, ma se per esempio la vite è pessima di suo con l’ossidazione la sua testa (e quindi la sede di ingaggio per la chiave) sarà distrutta, poco da fare.
Dobbiamo sempre tener presente su che bici stiamo lavorando, per capire se i nostri sforzi valgono la pena e se abbiamo “materiale” decente su cui lavorare. Quando, per esempio, in estate mi chiedono di dare una sistemata a qualche bici, 9 volte su 10 si tratta di catorci comprati in qualche supermercato della zona e lasciati inverni interi in giardino sotto la pioggia. Non ci provo nemmeno a smontare, sia perché inutile e sia perché pericoloso. Talmente scarsa la qualità che se anche provassi ad agire su una qualunque vite mi si spaccherebbe tra le mani. Ma se anche mi applicassi, varrebbe poi la pena lavorare 4 o 5 h per una revisione totale (quando parlo di revisione mi riferisco a quella, per dirne una, fatta alla tricross di cui parlai qui sul blog) per una bici che già da nuova era pessima, e per quanto ti sbatti sempre una bici di cattiva qualità resta?
In definitiva quello che voglio dire, e ho sfruttato la tua risposta per ricavare lo spazio invece di modificare l’articolo, è che bisogna sempre valutare se ci troviamo davanti una bici meritevole dei nostri sforzi e delle nostre cure. Le bici non sono eterne, se poi sono di bassa qualità non vale nemmeno perderci tanto tempo. Perché se l’ossido ha fatto evidenti danni esterni, teniamo presente che quella è la punta dell’iceberg. Un telaio fortemente corroso è pericoloso da usare, inutile applicarsi a fare questo o quello: la bici è andata, stop.
Fabio
Ecco, ho letto tardi. Io ho svitato del tutto ed estratto la vite. Mo che si fa?
Sono riuscito ad estrarre l’attacco manubrio (con un colpetto di martellino) ma adesso che ho smontato e pulito tutta la bici, come fisso di nuovo l’attacco manubrio?
Ciao Fabrizio, intendi dire che l’expander lo hai lasciato nella forcella? Se si o riavviti e segui la procedura indicata o provi a picchettarlo da sotto, dal tubo forcella aperto sotto la testa.
Fabio
risolto da sotto con martellino, ferretto e colpetto. grazie
io ho il problema opposto invece…. la pipa non entra più di un tot e c’è ancora spazio sotto (non è arrivata alla vite del freno per intenderci). arriva giusta giusta al limite indicato sulla pipa (ma di altezza minima) e a me servirebbe un cm più bassa.
Ciao Roberto, scusa il ritardo ma per un problema tecnico ho visto il tuo scritto solo ora.
Alcuni attacchi manubri da 1″ hanno forma tale per cui la sezione aumenta appena raggiunto un certo limite; nel tuo caso perché parli di altezza minima? E’ il riferimento inferiore, superiore o l’unico presente? A seconda di questo c’è una risposta diversa. Se mi dici anche che attacco è potrò essere più preciso.
Fabio
Ciao, mi riferisco alla tacca che indica di quanto va inserita la pipa (minino per la sicurezza dello sterzo) io invece vorrei spingerla ancora più in basso (abbassare il manubrio) ma non ci entra più di cosi. l’attacco sembra essere dritto e non è di nessuna marca in particolare, inoltre ne ho provato anche un altro e sembra avere lo stesso prblema (possibile sia il tubo della bici che si rastrema?
Ciao Roberto, il tubo forcella ha diametro costante, non rastrema. A volte si ossida e questo ne varia il diametro interno ma che coincida esattamente col segno è una ben strana coincidenza. Hai misurato tutto l’attacco col calibro? Come dico spesso, io sono qui davanti a un monitor, senza vedere dal vivo è sempre difficile fare una diagnosi precisa
Fabio
Dovevo risolvere 2 problemi di una vecchia bici: un cuscinetto dello sterzo rotto e la forca storta.
Dopo aver provato più volte con svitol e poi anche con olio attraverso il foro della forcella, anche con molteplici mazzolate (da sopra e da sotto con un punteruolo) e torsioni del manubrio rispetto alla ruota ho ottenuto la sola frantumazione dell’espander e quindi ho deciso un soluzione efficace anche se drastica.
Col flessibile (o frullino che dir si voglia) ho tagliato la “pipa” lasciandone un moncone di circa cm. 1. Questo mi ha consentito di sfilare la forcella e quindi con lungo riscaldamento di circa 30′ (sulla cucina a gas) sono riuscito facilmente nel mio intento.
Per raddrizzare la forca ho fissato orizzontalmente ad una morsa la parte tubolare ruotandola fino a quando con una
livella ho disposto orizzontali le inserzione dei due bracci. Successivamente ho spostato la livella all’ altezza delle inserzioni della ruota (in questa posizione la livella era fuori bolla).
Con due regoli di legno a contrasto ho piegato i due bracci provando e riprovando fino a quando ho raggiunto la orizzontalità anche di questa linea.
Materiali occorrentI comprati in negozio: 1 cuscinetto euro 2 , un raccordo manubrio a pipa euro 5
Ora frenando il manubrio non oscilla più e la bici , anche senza mani, va dritta
Accidenti Fabio,ma tu sei un enciclopedico,meriti veramente una laurea ad honorem!Ieri,tra l’altro stavo leggendo un tuo articolo,non ricordo a proposito di che…ma ad un certo punto mi sono perso..il tuo interlocutore era ben preparato e la cosa che più mi ha stupìto è che siete fini ti a…formue matematiche..1+aB= 1/8..2…+ C2-X…..bla..bla…Che passione,ci vuole proprio tanta,tantissima predisposizione,io penso solo a lavare..lucidare e pedalare!Siete dei maghi!E tu in primis.Ascolta,stavo smanettando in rete a proposito di un rumorino che avverto sul mio Colnago Master,rifatto,nuovo di zecca,avrò fatto si e no 1500/2000 km.,sò pazz o no?Insomma,accade che quando tiro su strade asfaltate,o sormonto dossi,gobbe (NON BUCHE) filo liscio come l’olio,ma da un pò mi capita che se percorro un tratto sui “sanpietrini” come definiscono a Roma quei blocchetti di porfido,che abbiamo anche a napoli,vedi grosse “basole” nel centro storico,avverto un piccolo rumore…provo a trascrverlo…insomma..cop! cop!come se sbattesse qualcosa nel tubo sterzo,ovviamente,da 1 pollice,forcella precisa filettata.Ho fatto la consueta prova di stringere forte entrambi i freni e spingere forte in avanti la ruota anteriore,insomma,è tutto ben serrato e non si muove nulla.Pensavo..ma niente niente devo dare una bella “stretta” alla vite che serra l’expander?Si fosse un pò allentato?Ho provato anche a tirare forte le forcelle verso l’alto tenendo ben fermo il manubrio,ma niente.Un amico mi ha detto che 1. o sono da ingrassare i cuscinetti della serie sterzo in basso (strano,la bici nonha percorso nemmeno 2000 km.) o è proprio da serrare l’expander.Che ne dici?Proverò anche a dare una stretta senza esagerare alla serie sterzo.Che nedici,Prof?
Ciao Stefano, stabilire a distanza la causa di un rumore è praticamente impossibile. Da quello che mi racconti possiamo escludere SS ed expander, avresti gioco altrimenti e non ne hai rilevato.
Con maggiore probabilità la successione rapida dei colpi provoca lo scuotimento di qualche cavo/guaina.
Fabio
Buonasera, sono un assiduo utilizzatore delle guide del tuo blog ma stavolta non sono riuscito a risolvere il problema che affligge la mia povera (in tutti i sensi) bici da corsa.
Devo smontare la pipa di una Cannondale r400 dei primi duemila, una delle ultime bici da corsa con la serie sterzo filettata…bene, non c’è verso di schiodarla.
Dapprima ho utilizzato il metodo classico (via la vite e colpetto di martello per far scendere l’expander) ma niente. Ho quindi irrogato di svitol e…nulla. Ho provato il metodo descritto in questo articolo ma non si mossa di un mm.
Preso dalla disperazione ho girato la bici e, tramite una grossa rondella di acciaio di una volta, ho provato a estrarre l’expander utilizzando la vite come estrattore ma niente nemmeno stavolta, la rondella ha preso la forma della forcella e poi non c’è stato più verso di avvitare.
Che posso provare? Devo assolutamente sostituire la serie sterzo perché il controdado si è spezzato.
Ciao Gabriele, per avere un quadro preciso su come agire dovrei avere la bici qui. Non potendo, l’unica per me è dare qualche ipotesi di lavoro.
SE hai dato qualche colpetto senza prima usare uno sbloccante (che “scioglie” parte dell’ossidazione) potresti aver peggiorato una situazione già di suo pessima, a quanto mi dici.
Io ti consiglio per ora di pazientare, olio con buona detergenza o altro sbloccante, colpetti e via, anche più volte nell’arco della giornata.
Perché altrimenti si deve andare di strategia “distruttiva” e sarebbe un peccato.
Ossia rimuovere vite expander e attacco manubrio, allargare foro filettato expander con punta da 10 o 12, barra filettata, varie rondelle sopra e sotto, due dadi e costruire così un estrattore. Rondelle superiori più grandi del tubo forcella, quelle inferiori più piccole. Più di una perché cedono prima loro, serve irrobustire diciamo così.
Extrema ratio e potenzialmente pericoloso, quindi io ti consiglio di continuare con la procedura classica che con me non ha mai fallito.
Fabio
Ciao Fabio,
sono un neofita nel restauro/sistemazione di bici ma in garage ho una vecchia mtb anni 90 che vorrei trasformare con manubrio da gravel e qualche altro ritocchino. La forcella filettata é da 28,6mm con un attacco ad L fisso. Vorrei sostituire tale attacco con un adattatore “dritto” sul quale poi innestare una pipa di adeguata lunghezza e infine il nuovo manubrio.Sto facendo qualche ricerca qui su internet e trovo parecchi adattatore da 25,4 da innestare sulla forcella per poi passare a 28,6 per il fissaggio della pipa. Quello che fa al caso mio invece sarebbe un adattatore tutto di diametro 28,6, non riesco quindi a capire se non esiste o se posso comunque utilizzare per il mio scopo un adattatore con il doppio diametro 25,4/28;6.
Accetto qualsiasi tipo di suggerimento, anzi sarebbe enormemente gradito.
Grazie per l’attenzione.
Luca
Ciao Luca, tutti gli adattatori sono per trasformare una forcella filettata da 1″.
Se, come nel tuo caso, si parte già da una forcella da 1″ e 1/8, c’è nulla.
Le forcelle filettate da 1″ e 1/8 sono rare, molti credono che nemmeno esistono. Sta di fatto che la loro scarsa diffusione non ha mai invogliato qualcuno a inventarsi un adattatore. E purtroppo non hai spazio nemmeno per serrare quello esterno.
L’unica via è cambiare forcella.
Oppure lavorare su quella che hai, cercando una pipa manubrio della corretta misura. Difficile trovarne, sempre per il discorso standard poco diffuso, ma non impossibile.
In negozio si, spulciando nell’usato qualcosa salta fuori.
Fabio
Ciao,
grazie per la tempestiva risposta, purtroppo la bici ha l’attacco con pipa fissa quindi è saldata all’attacco proprio come quelle delle immagini riportate nel tuo articolo.
Quindi mi suggerisci una forcella nuova direttamente con tubo da 1e1/8” sul quale poi fissare una pipa della lunghezza desiderata e il nuovo manubrio giusto!?
Per l’acquisto di una forcella hai qualche suggerimento da darmi!? Perché sto guardando qualcosa ma mi preoccupa il cannotto che fuoriesce dal tubo del telaio che non sia troppo lungo…si può tagliare e diminuire!?
Grazie mille
Luca
Ciao Luca, per questo la si chiama “pipa”, è un sol pezzo.
Si, forse la soluzione più pratica (ma non economica) è cambiare la forcella.
Che poi andrà tagliata a misura (c’è un articolo che lo spiega nella sezione officina, oltre a tanti che parlano della zona sterzo).
Se mi permetti un consiglio, benché su questo blog siano decine e decine gli articoli che spiegano in dettaglio molte procedure, la cosa migliore per te potrebbe essere affidarsi a un meccanico. Servono attrezzi specifici, serve saper scegliere la giusta serie sterzo e così via. Dalle tue parole immagino tu non abbia giè accumulato buona esperienza, un acquisto sbagliato in questo caso è rischio concreto. E valuta anche i costi complessivi.
Pubblicai molti articoli sulla conversione in simil gravel, ma li scrissi quando le gravel come le conosciamo oggi non esistevano e io le costruivo già da moltissimi anni.
Ora come ora, con l’ampia scelta che c’è sul mercato e l’usato che si affaccia, è una conversione che sconsiglio.
Fabio
purtroppo ho danneggiato la vite esagonale dell’attacco manubrio!
ciao, forse ho letto male io, ma per lo sblocco di solito una volta smollata la vite di un paio di giri, si dovrebbe battere su di essa e non sulla pipa, in un secondo tempo se evidentemente questo non basta allora si batte sulla pipa, o sbaglio?
Ciao Marco, battere direttamente sulle viti non è quasi mai scelta saggia; in questo caso la zona da picchettare è quella intorno la vite, come si vede nella foto.
fabio
Grazie per l’articolo, mi è bastato un solo colpo. Pensare che sembrava cementato.
Meglio così!
Fabio
Buongiorno, Innanzitutto la ringrazio per aver messo a disposizione la sua conoscenza in questo ambito.
Io ho una bianchi degli anni 70-80, che monta un pacco pignone da 6v: Io sarei intenzionato a cambiare pignone con 11 o 12 velocità ma ho letto in giro che prima di cambiare trasmissione bisogna verificare che il telaio della bici sia predisposto ad accogliere pacchi cosi grandi. In effetti, anche se ragiono con logica, se tra il cerchione posteriore e il braccio posteriore non c’è abbastanza spazio per accogliere in un pacco da 11v non posso metterlo:
Quindi la mia domanda è: qual’è la misura precisa per vedere se il pacco scelto può entrare nella bici?
Grazie in anticipo
Ciao Alberto, anche se siamo fuori tema rispetto all’articolo non ci formalizziamo troppo. Nel caso di bici freni a cerchio come la tua la distanza tra i forcellini deve essere 130mm per poter accogliere le 11v, che richiedono ovviamente anche una ruota con corpetto ruota libera apposita (la tua non può). Non so che bici sia la tua ma al 99% ha 124 0 126 mm di distanza.
E’ una modifica fattibile con appositi attrezzi maneggiati da telaista esperto, sconsiglio il fai da te soprattutto se si ha poca familiarità con la meccanica.
Mia considerazione, per quello che vale.
Se la bici è di rilievo storico, meglio lasciarla originale; se di poco valore, la spesa non vale la pena. Ma chi sono io per dirvi di non giocare con le bici?
Fabio