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Quick release antifurto
I ladri sono sempre un passo avanti le guardie; e pure ai sistemi antifurto. Debellare il fenomeno è impossibile, però possiamo almeno rendergli la vita più dura. Perché nessun antifurto è inviolabile e, avendo tempo, occasione e risorse, persino Fort Knox potrebbe essere depredato.
Quando lasciamo la nostra bici incustodita la certezza di ritrovarla non c’è. Valgono le solite regole: legarla bene con antifurti meccanici di ottima qualità (che spesso valgono più della bici…), ovviamente assicurarla a una cancellata o un palo molto alto e scegliere sempre zone molto trafficate e frequentate. Perché tutto ciò che possono garantire gli antifurto non è l’inviolabilità ma solo un tempo maggiore quanto migliore la loro qualità per essere scassinati. E si spera che o il troppo tempo richiesto faccia desistere oppure che in quel tempo il ladro venga scoperto.
Oggi vedremo un comodo accessorio per rendere più ardua la vita a chi vuole rubarci ruote e sella; la prossima volta un paio di antifurti meccanici per la bici.
Già, ruote e sella perché, per praticità, sono collegate al telaio mediante gli sganci rapidi, detti quick release (QR); una levetta da aprire, due giri al dado e sfiliamo subito sia le ruote che il reggisella, con la sella attaccata. Ovvio che la soluzione dei QR è di indubbia praticità quando foriamo o dobbiamo velocemente regolare l’altezza sella; ovvio però che un malintenzionato impiega pochi secondi a lasciarci al palo una bici senza ruote e senza sella.
In molti sopperiscono sostituendo i perni cavi delle ruote con altri pieni, da chiudere con due bulloni; e applicare un bullone anche al collarino reggisella. Una soluzione a basso costo ma anche a bassa efficacia e non sempre praticabile. Finché abbiamo bici da uno a sette velocità la sostituzione è agevole; da otto velocità a salire non è facile trovare il ricambio. Inoltre non tutti i collarini reggisella si prestano ad accogliere un bullone.
Eppure una soluzione abbastanza economica ed efficace esiste, seppure per motivi a me ignoti poco conosciuta al grande pubblico. Forse perché è un accessorio destinato essenzialmente a ciclisti urbani che poco si interessano a tutti gli aspetti tecnici della bici e pensano solo a goderne le virtù. Beati loro…
La soluzione, dicevo, sono gli sganci rapidi antifurto, del tutto simili a normali QR ma senza la levetta. Sono venduti in confezioni da tre pezzi, per coprire le ruote e il collarino reggisella.
Prima di scegliere il modello è bene sincerarsi di due misure: se il quick posteriore è adatto sia a spaziatura da 130 (stradale) che 135 (mtb) e quale range di larghezza copre il quick per il reggisella. In quest’ultimo caso un set che abbia la vite da 60mm copre fino ai reggisella da 34,9. Non ritenete la lunghezza spropositata, bisogna considerare gli ingombri del dado di fermo e del cappuccio copri vite.
Vite, anzi viti perché è la loro peculiarità, che hanno la testa di forma pentagonale, anche piuttosto irregolare.
E’ questo l’uovo di Colombo: nessun attrezzo normalmente in commercio consente di ingaggiare la testa della vite. Solo una chiave specifica, ovviamente fornita con gli sganci, che ha appunto l’ingaggio pentagonale.
All’interno della testa della vite è presente un piccolo foro filettato.
E sulla chiave troviamo una piccola vite.
La funzione è permettere il perfetto accoppiamento tra chiave e vite, in modo da poter applicare la giusta forza senza che la chiave scappi dalla testa.
Una soluzione intelligente, però attenzione perché è facile perdere la vite.
Inoltre la chiave fornita è quasi sempre una sola; dobbiamo portarla con noi altrimenti se buchiamo è un bel problema e prestare attenzione a dove la conserviamo. Se la smarriamo possiamo richiedere un duplicato fornendo il codice impresso (che ovviamente avremo annotato, vero?) altrimenti l’unica è toglierli col flessibile. Rischioso.
Il loro montaggio è semplicissimo, anche se qualche accortezza è necessaria.
Diamo sempre un velo di grasso alla superfice esterna della testa della vite. Duplice scopo: evitare l’ossidazione che la salderebbe all’interno della sua copertura e favorire la rotazione di tutta la vite se qualcuno tentasse di svitare con una pinza il dado opposto.
Un velo di grasso su tutto il perno, filettatura inclusa: ma questo vale anche per i QR normali.
Attenzione nell’inserimento: le molle troncoconiche, una per lato, devono avere sempre la base maggiore rivolta verso l’esterno, a battuta con dado e pomello.
Nel caso di bici con freni a disco è molto più comodo montare il QR anteriore con la testa sul lato opposto a dove c’è la pinza freno: più spazio per manovrare la chiave.
Perché non è appunto una levetta come i QR tradizionali: dobbiamo avvitare a mano usando la chiavetta sua, come una normale chiave inglese.
Al posteriore non abbiamo molta scelta: o il cambio o la pinza freno. Meglio lato pinza freno.
Due parole invece sul QR del reggisella, perché qui un poco di attenzione ci vuole. Non tutti i collarini reggisella infatti possono ospitare questo QR antifurto.
Se abbiamo un reggisella integrato, presente per esempio su tantissimi telai in acciaio, nessun problema: togliamo il suo bullone e montiamo il nostro QR.
Alcuni telai in acciaio e tutti quelli in alluminio e carbonio hanno invece il collarino separato. Ma oltre che per diametro i collarini si differenziano anche per foggia e alcuni non sono adatti. Per esempio questo che vediamo in basso, caratterizzato da un lato chiuso che ospita la bussola dove chiude la brugola.
Nemmeno tutti i collarini che ospitano un QR tradizionale sono adatti. Molti infatti hanno la sede per la leva concava, sagomata per accogliere lo sgancio. Incompatibile con il sistema dei nostri QR antifurto.
Ci serve un collarino reggisella che abbia le parti a battuta piatte; anche se è un modello per QR tradizionale. Anzi, meglio se lo è.
Come possiamo vedere su questo che ho montato io, una volta rimosso il QR tradizionale appare il profilo piatto e con buona superficie, altrimenti il dado avrebbe faticato a entrare, per questo suggerisco di scegliere una versione per QR tradizionale. Importante scegliere quello con diametro giusto per la nostra bici.
Un ultimo consiglio prima di chiudere; mai capito perché in tanti sfilano via il reggisella e poi perdono le ore a ritrovare la millimetrica altezza della sella. Basta semplicemente dare due giri di nastro sul reggisella prima di smontarlo, fissando così l’altezza.
Togliamo il vecchio collarino, velo di grasso come abbiamo fatto per quelli delle ruote, rimontiamo e serriamo.
L’unico limite di questa soluzione, riferita al solo reggisella, è l’impossibilità di collegare la chiave specifica a una chiave dinamometrica. Bisognerà fidarsi della propria esperienza, ricordando che quando si stringe su materiali delicati meglio sempre peccare per difetto.
La prossima volta toccherà a due sistemi antifurto meccanici.
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Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Di molto buone esistono della Pitlock e la chiave è personalizzata…purtroppo costano un occhio, ma io le ho prese e si vede la differenza rispetto a quelle “normali”…