#coronavirus: è il caos interpretativo
Il Ministero della Salute ribadisce oggi che l’attività sportiva in bici è consentita, a patto di rispettare le distanze.
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Aggiornamento h 18.40, a circa un’ora dalla pubblicazione
Lo dicevo che era meglio aspettare domani. Dopo nemmeno un’ora dalla pubblicazione sul sito del Ministero, arriva una ulteriore precisazione, che in un certo senso conferma quanto ho scritto alla fine, circa la visione che hanno i politici di cosa sia andare in bici. Ne avevo avuto sentore da fonti ministeriali da me interpellate, e infatti in coda a questo articolo mi ero dichiarato possibilista sul fatto che questa sarebbe potuta essere la linea. A distanza di poco dalla pubblicazione infatti è stato aggiunto il periodo che leggete sotto.
Il Ministero aggiunge che “Non è giustificato l’utilizzo del mezzo per diletto o per allenamento oltre i confini del proprio territorio di domicilio, abitazione o residenza.”
Questo ci riporta a quanto vado spiegando da giorni: una uscita in bici, così come la intendiamo noi ciclisti appassionati, una uscita che cioè si dispiega su molti chilometri e diverse ore, non è permessa.
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Nella stessa giornata ci sono Procure della Repubblica che decidono di applicare il sequestro preventivo delle bici di chi si trova a pedalare su strada, senza comprovato motivo: che, di fatto, include chi esce in bici, essendo i comprovati motivi elencati.
Molti Sindaci hanno già da giorni disposto la chiusura dei parchi, per evitare assembramenti dovuti a una interpretazione “larga” della deroga per sport e attività motoria.
Una Regione vieta espressamente l’attività sportiva, quindi anche le uscite in bici, su tutto il suo territorio e lo chiarisce con una nota esplicativa. Ha facoltà di farlo, ci sono materie di esclusiva compentenza regionale.
La protezione civile un giorno ribadisce che le uscite in bici (e ricordo che parlo di uscite in bici nella “nostra” accezione, quelle a cui siamo abituati noi: molti km e ore in sella, non il giretto del quartiere) non sono permesse, però decidono i Comuni, e comunque il Ministero vedesse lui, le Regioni possono decidere misure più restrittive, non so, fate voi, noi qui abbiamo altro per la testa e non fateci perdere tempo con le vostre bici.
Ricordo che una nota esplicativa di un Ministero non assume superiore importanza ed è “quella giusta” solo perché proviene, appunto, da un Ministero. E questa è solo una slide su un portale, per quanto ufficiale: ma per le note esplicative con valore ufficiale esistono precise norme che ne regolano modi e forma e questa non lo è, quindi, in questo caos, potremmo anche trovarci solo di fronte a un testo scritto da un funzionario zelante.
Insomma, la frase “lo dice il Governo” nel sistema giuridico italiano, che prevede autonomie e competenze speciche su date materie ripartite tra organi dello Stato non ha molto senso.
In questo momento di seria difficoltà la nota del Ministero è quantomeno inopportuna.
Spiazza centinaia di Enti locali che stanno applicando i decreti secondo lo spirito per cui sono emanati, esortando i cilcisti a evitare le uscite.
Spiazza le Forze dell’Ordine, tra quelle che hanno semplicemente invitato i ciclisti a rientrare e quelle che le denunce le hanno trasmesse.
Spiazza tutti gli operatori sanitari, che chiedono a gran voce misure stringenti per evitare non solo il contagio ma anche ogni possibile ricorso alle strutture ospedaliere, tutte impegnate nella lotta al virus. E che prima, è bene ricordarlo, non è che fossero vuote.
Vanifica in un colpo solo l’impegno profuso da tutte le strutture, dalla Federazione nazionale sino alla più piccola associazione sportiva, che in questi giorni esorta a non uscire in bici.
Impossibile tirare conclusioni, quello che viene detto oggi sarà modificato domani, rivisto dopodomani, modificato ancora dopo tre giorni e così via.
Ho fatto molte telefonate prima di pubblicare, per adesso nessuno sa esattamente cosa fare. Questa precisazione del Ministero, che sono certo entro sera sarà ampiamente ripresa su social e forum, ha colto un poco di sorpresa gli addetti ai lavori, soprattutto tra chi questi decreti è chiamato a far applicare.
La propensione al momento sembra essere quella di limitare l’uscita al proprio comune di residenza, salvando in un certo senso capra e cavoli. Non proprio in linea col principio degli spostamenti necessari, ma almeno si potrebbe evitare di perdere tempo a litigare coi ciclisti.
Fra due ore potrebbe già essere tutto diverso, quindi andiamoci cauti.
Il controsenso tra esortare a stare a casa e poi permettere di farsi 120km in bici (perché questo noi intendiamo per uscita sportiva, non il tour delle fontane del parco) è evidente per tutti gli operatori, da quelli sanitari a quelli del diritto.
E’ possibile quindi che alla fine sia tutto da ricondurre alla visione tipica del nostro ceto politico per cui l’attività sportiva in bici è fare le vasche sulla ciclabile di pochi metri, una passeggiata più veloce e null’altro.
Vedremo nelle prossime ore.
Nel frattempo non correte a prendere le bici; e ricordate che ieri ho impiegato 3 ore 3 per riuscire a contattare il 118. Per una situazione importante ma non tanto grave da richiedere massima urgenza, un codice giallo e non rosso per dirla in termini da triage. Ma questo il centralino non lo sa e l’attesa resta uguale.
Immaginate quindi un incidente in strada, dove i minuti fanno la differenza.
Ecco, credo che forse basterebbe questo a farci tenere la bici a riposo.
Comunque, io continuo a tenermi in contatto con fonti qualificate in attesa di eventuali aggiornamenti, perchè, pare, la precisazione odierna non sia proprio stata accolta con favore. Volevo aspettare domani per pubblicare(anche perché sapete di 17 non pubblico…), ma a quanto sembra sarebbe stato inutile. In caso di aggiornamenti, provvederò.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Ora ancor più di prima, #iorestoacasa
Si resta a casa, niente bicicletta.
Se si dovesse decidere di uscire da soli e se lo si decide in due milioni siamo punto a capo.
Aiutiamo indirettamente tutti quelli che in ospedale si sacrificano nel tremendo quotidiano.
ho appena trovato questo.
http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioNotizieNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4248
Rimaniamo a casa
ciao
Ciao Gustavo, è esattamente a questa comunicazione che faccio riferimento.
Fabio
Per cui i Milanesi residenti in città potranno fare il giro delle circonvallazioni interne ed esterne per 40 km e chi sta in paese il giro delle vie periferici per 8 km (magari ripetendole ogni ora pari per non essere meno allenati dei colleghi cittadini)
Si, purtroppo hai ragione
Fabio
Il testo dice che non sarebbe giustificato uno spostamento in bici oltre i confini del proprio territorio di residenza, domicilio o abitazione nel momento in cui quello spostamento sia fatto per diletto o allenamento. Questo alla fine vale anche per qualsiasi altro mezzo; ogni spostamento deve infatti avvenire per validi motivi che avvenga in auto, a piedi o in treno.
Ne deduco quindi che nel mio caso, per esempio, i 30 km che faccio in bici per andare a lavoro (per cui esco dal mio territorio di residenza) siano giustificati. Condivido quindi il testo, perché pone limitazioni ovvie per il periodo che stiamo vivendo per i motivi che già sappiamo e che quindi non starò ad elencare, ma dando la possibilità di continuare a usare la bici come valido mezzo di trasporto per gli spostamenti necessari.
Grazie comunque Fabio per gli aggiornamenti sul mondo del ciclismo ai tempi del covid-19, sei per me la principale fonte di informazione, fin da quando se ne capiva ben poco.
Ciao Luca, si, lo spostamento per ragioni di lavoro, con qualunque mezzo, non è mai stato messo in discussione.
Diciamo che con questa precisazione del ministero torniamo al punto di partenza, a quel primo articolo che ho pubblicato e non da tutti compreso, forse per via del fatto che davo per scontato che per uscita in bici intendessi un “lungo”, come lo definiamo tra noi. Non il giretto nel parco.
Fabio
Anche io mi muovo per 24 km con la bici per andare in ospedale a lavorare e faccio milano coast to coast tutti i giorni. Penso che le indicazioni siano e restino indirizzate ad evitare ulteriore disseminazione del sars-cov2 tra la popolazione e allo stesso tempo evitare incidenti stradali che ulteriormente metterebbero alla frusta il SSN. Ora più che mai ogni risorsa del nostro sistema ospedaliero deve essere inidirizzata ad evitare nuove morti derivanti dalle polmoniti devastanti associate al virus. Credetemi, mai avrei immaginato di vedere in 4 giorni montare sotto un pallone di un campo da tennis un centro ricoveri intensivi. E invece affacciandomi alla finestre del mio studio vedo operai lavorare alacremente, materiali, strumenti e attrezzature, tutto per attivare un “ospedale da campo” in una settimana. Devo dire che fa proprio impressione e restituisce la sensazione che stiamo in un periodo speciale in cui l’atteggiamento del singolo conta per la salute dei tanti.
Ciao e buona salute a tutti
Ciao Luca, fino a pochi giorni fa io ci scherzavo su…
Come me, in tanti e non per cattiveria ma per ignoranza: non abbiamo mai vissuto nulla di simile, ignoravamo, letteralmente, cosa significasse.
Inutile dire che l’esperienza cinese avrebbe dovuto metterci in guardia, un terremoto lontano è solo notizia sul giornale finchénon è casa tua che trema.
Faccio mio il pensiero di molti che leggono questo blog e ringrazio te e tutti gli altri lettori che in ogni veste e funzione sono in prima linea in questo momento.
Ognuno combatte con le armi che, io ho le parole; che a volte uccidono più della spada, a volte no.
Fabio
In poche parole: molte leggi poco Stato!
Ciao Presidè, in altro momento non avrei esitato a essere meno tenero col Governo, stavolta comprendo le oggettive difficoltà.
Nessuno ha una ricetta miracolosa o almeno certa, l’unica è provare a spiegare cosa significa cosa.
Fabio