[Tecnica] Attrezzare l’officina, l’ultima puntata

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E’ online l’ultimo video dedicato alla creazione della propria ciclofficina.

Nel corso dell’estate ho pubblicato le precedenti puntate, dividendo per zona di lavoro della propria bici.

Non ne ho dato contezza sul blog, non ho “lanciato” i video anche qui, solo il primo.

E adesso l’ultimo, dedicato agli utensili che definisco generici. Ossia non creati appositamente per la bicicletta come può essere una chiave calotta movimento: ma senza i quali è impossibile lavorare.

Serve avere chiavi a brugola, poligonali, giraviti. E altro, nel caso si decida per lavori più particolari, per esempio il taglio del tubo forcella.

Come per le precedenti puntate nemmeno stavolta vedremo gli attrezzi in azione, c’è già tanta letteratura tra blog e canale YouTube, come usarli è ampiamente spiegato.

Poi non è che serve mostrare un martello in gomma come funziona, credo.

Se per gli utensili specifici da bici vale la regola che si studia prima la propria bici, i suoi standard, il suo montaggio e solo dopo si decide l’acquisto anche in base ai lavori che intendiamo svolgere (inutile per esempio prendere una pressa serie sterzo se non la monteremo mai), con gli attrezzi generici il discorso è diverso.

Un set di chiavi a brugola e poligonali, pinze, giraviti e così via serve sempre, anche per altri lavori non ciclistici.

Avere più utensili con identica funzione ma foggia differente è comodo all’atto pratico.

Penso alle poligonali a cui affiancare quelle a bussola, vuoi perché capita di non poter usare le prime o viceversa per una questione di spazi, vuoi per la comodità del cricchetto reversibile.

Ma può far comodo anche investire in attrezzi particolari, che useremo tre volte ma quelle tre volte ci hanno salvato il lavoro.

Per esempio le punte per rimuovere viti dalla testa danneggiata.

O i maschi per filettare, sempre ottimi per “ripulire” una filettatura danneggiata, rimuovere la vernice in eccesso (per esempio dal forcellino del cambio nei telai in acciaio) ma anche per provare a recuperare una pedivella.

Prestando attenzione al fatto che i maschi per i pedali sono due, uno per destra e l’altro per sinistra, sempre. E che esistono in doppia misura.

Insomma, non è che uno deve occupare casa con gli attrezzi, ma tanti si rivelano indispensabili sempre, altri solo in determinate occasioni che però, quando capitano, trasformano la nostra frustrazione nella soddisfazione di avercela fatta.

Ho tenuto fuori gli elettroutensili, tipo avvitatori per capirci.

Su una bici non servono, anzi spesso si rischia di far danni perché le coppie gestite non sono sempre precise e sovente anche sballata la taratura dell’attrezzo.

Ora avete una buona panoramica con queste sei puntate, non resta che trovare spazio e voglia di sporcarsi le mani di grasso.

Solita raccomandazione che non tutti i video sono “lanciati” anche qui sul blog, quindi la cosa migliore, se volete essere aggiornati sulle loro pubblicazioni, è iscriversi al canale You Tube del blog.

Raccomandazione che assume maggior valore proprio con questa “miniserie”, che non è stata presentata tutta sul blog e la trovate nella playlist Officina del canale.

Comunque, vi lascio qui la sesta e ultima puntata.

 

Buone pedalate


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