2023 è record di emissioni

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E’ record di emissioni di anidride carbonica per il 2023. Lo certifica l’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia appena pubblicato.

A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, ma è difficile, leggo che dal 2019 al 2023 la crescita dell’energia pulita è stata doppia rispetto a quella dei combustibili fossili.

Quindi una tendenza c’è ma insufficiente.

Il problema ha molte cause e vorrebbe molte soluzioni diverse, che però non si vedono all’orizzonte.

Inoltre quasi a cascata un problema ne genera un altro.

Infatti, per esempio, sempre nel corso del 2023 c’è stato un bassissimo apporto di energia idroelettrica (più pulita di quella derivante da combustibili fossili) a causa della siccità.

Una siccità dovuta anche al repentino cambiamento climatico, che vede con inusitata frequenza il succedersi di fenomeni estremi.

Un circolo vizioso.

Sempre a voler guardare il bicchiere mezzo pieno, leggo ancora che seppure in valori assoluti il 2023 ha superato il 2022, in realtà il tasso di crescita delle emissioni è stato più basso, grazie all’espansione di tecnologie come quella solare, eolica e alla diffusione dei veicoli elettrici.

Il dettaglio: “le emissioni sono aumentate di 410 milioni di tonnellate, ovvero dell’1,1%, nel 2023 – rispetto a un aumento di 490 milioni di tonnellate dell’anno precedente – portandole al livello record di 37,4 miliardi di tonnellate”, spiega la Iea. “Un’eccezionale carenza di energia idroelettrica dovuta a siccità estreme – in Cina, negli Stati Uniti e in molte altre economie – ha comportato oltre il 40% dell’aumento delle emissioni nel 2023, poiché i Paesi si sono rivolti in gran parte alle alternative ai combustibili fossili per colmare il divario. Se non fosse stato per la produzione di energia idroelettrica insolitamente bassa, le emissioni globali di CO2 derivanti dalla produzione di elettricità sarebbero diminuite lo scorso anno, riducendo significativamente l’aumento complessivo delle emissioni legate all’energia”.

Io ci provo a guardare questo bicchiere mezzo pieno ma in tutta onestà non mi viene proprio benissimo.

Da quando mesi fa decisi di affrontare in modo sistematico le tematiche ambientali, passando ore e ore a leggere e studiare rapporti, ricerche, pubblicazioni e qualunque fonte scientifica fossi in grado di decifrare ancora non mi sono imbattuto in una vera buona notizia.

Anzi, è un continuo di studi e ricerche che confermano il pessimo andamento globale, segno che fino ad oggi si è fatto poco o nulla, perso tempo e vanificato lo spirito della Cop di Parigi; del resto abbiamo visto come è andata a finire l’ultima Cop ospitata dai produttori di petrolio…

Come scrissi tempo fa siamo davanti a problemi per i quali non abbiamo ancora le conoscenze e le tecnologie per tentare soluzioni.

Ma questo non ci esime dal provare, cosa che invece manca.

Per timore di perdere consensi, perché l’unica certezza è che una svolta richiederà sacrifica per tutti, nessun governo nazionale ha in agenda la lotta per il clima, se non come vuota formula.

L’Unione Europea, rimasta l’unica a crederci, ha da poco abdicato in tanti settori sotto la spinta, a tratti anche violenta, di chi pretende di continuare a inquinare con la scusa della concorrenza sleale.

Siamo in una fase delicatissima dello scacchiere globale, dove si combattono guerre e ci si difende da ignobili aggressioni; ma siamo anche da tempo in una vera guerra ibrida combattuta con armi non convenzionali.

Dalla disinformazione propagandata sui social all’indebolimento delle economie dei singoli Stati sfruttando crisi sanitarie, energetiche e anche “ecologiche”. Già, perché se il Green Deal ha un costo, chi lo sostiene si indebolisce su altri fronti.

I soldi sono pochi e ancor meno quelli disposti a spenderli in politiche che rischiano di fargli perdere le elezioni, visto anche come una precisa fazione soffia sul fuoco delle proteste.

Sempre più appare pericoloso questo 2024, anno di scelte politiche che determineranno il nostro futuro. 

No, c’è poco da vedere il bicchiere mezzo pieno…

Buone pedalate

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