Intervista ad Antonio Taverna

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Antonio Taverna è l’attuale titolare della ditta che con nome Vetta produce artigianalmente, e qui il prefisso arte assume la sua propria valenza, telai in acciaio e alluminio, su misura o con taglie prestabilite.

La qualità dei suoi lavori non ha bisogno certo dei miei elogi, ed è il padre del telaio della mia Elessar.

Mai nascosto che non è stato l’unico telaista che ho consultato prima di commissionare il lavoro. Ma non è stata solo la qualità a spingermi ad affidarmi a lui: è stata l’apertura mentale.

Si, perché, diciamolo pure, non sono stato un cliente semplice. Non per le scelte tecniche, proprio perché sono stato un seccatore.

Eppure mentre gli altri davanti alle mie richieste opponevano solo un rifiuto e l’aut-aut “si fa come dico io”, Taverna no. Mi ha bocciato le cose sbagliate spiegandomene il motivo, mi ha accontentato in tutto il resto perché “la bici deve essere come piace a lei”. Nessun preconcetto, nessun pregiudizio, solo il desiderio di trasformare quei tubi d’acciaio nella mia bici.

Naturale quindi che dovendo scegliere a chi rivolgere domande per una intervista che andrà ad arricchire il libro in lavorazione (non sarà l’unica intervista, lo schema è previsto per meccanici, biomeccanici, specialisti in medicina dello sport) ho immediatamente pensato a lui. Che ha sacrificato il tempo libero per rispondere a domande tutto sommato banali (le domande sono banali, non le risposte) con chiarezza e senza entrare in dettagli tecnici che avrebbero solo confuso la maggior parte di noi, persone che un telaio non lo hanno mai saldato. Di questo gli sono grato.

Col tempo, credo, se avesse saputo tutte le seccature che gli ho creato e gli sto creando, mi avrebbe evitato come cliente…

La mia bici non reca il nome del costruttore del telaio, l’ho battezzata in omaggio a uno dei miei scrittori preferiti; ma ne reca orgogliosa sul cannotto di sterzo lo stemma.

 

 

Intervista ad Antonio Taverna.

Perché lo sloping ha quasi del tutto soppiantato il telaio tradizionale?

Lo sloping è sicuramente una innovazione significativa e ormai non più sostituibile nella costruzione dei telai per biciclette.

Questa geometria, se realizzata su misura, garantisce la possibilità di ottenere la posizione ottimale di guida, fondamentale per preservare la salute fisica e anche il piacere della corsa. In secondo luogo lo sloping ha permesso anche la realizzazione di telai per persone molto basse, offrendo loro qualità tecnica e estetica.

Quali sono le differenza più importanti di cui tenere conto nella geometria di un telaio da donna?

Per noi non c’è differenza di metodo di progettazione per un telaio da donna o da uomo. Si prendono le misure e si progetta il mezzo cercando di assecondare al meglio le richieste e le necessità del cliente. Ovviamente la donna ha caratteristiche morfologiche diverse dall’uomo, di conseguenza posso tracciare una tendenza generale: le atlete amatoriali , non le professioniste, necessitano di una posizione più retta di pedalata e telai più corti.

Quale è il miglior materiale per un telaio?

Storicamente la bicicletta è nata in acciaio per motivazioni prettamente di carattere tecnico. Più di recente vari studi hanno permesso di aprire la gamma dei materiali da costruzione introducendo ad esempio l’alluminio. In epoca odierna è stato introdotto com’è noto anche il materiale composito carbonio. Posso quindi qui di seguito definire per quali caratteristiche sono apprezzati dai telaisti i materiali sopracitati:

ACCIAIO: è in assoluto il materiale più resistente all’affaticamento. Esso, se ben dimensionato e protetto dalla corrosione è dotato di una resistenza praticamente illimitata. Per le sue proprietà viene usato maggiormente nella costruzione di telai da corsa, turismo e mtb.

ALLUMINIO: costituisce la grande novità del secondo tempo. Esso avendo un peso specifico inferiore all’acciaio, garantisce una notevole leggerezza al mezzo. La costruzione di telai in alluminio richiede una progettazione del tutto diversa rispetto all’acciaio in quanto per motivi fisici non si possono utilizzare gli stessi spessori o diametri.

CARBONIO: è il materiale di moda ai nostri giorni, è un materiale composito. Il suo utilizzo nel mondo del ciclismo è seguito alle prove e ai test eseguiti dagli ingegneri aerospaziali nella progettazione di nuovi modelli di aerei. Tuttavia essendo un materiale di uso estremamente recente, non esiste ancora una statistica di durata ed efficienza nel tempo. E’ questo anche uno dei motivi per cui, sempre ritornando all’esempio precedente, si continuano a costruire aerei in alluminio e non in carbonio, sebbene quest’ultimo garantirebbe un notevole risparmio economico.

Meglio un telaio tig o saldobrasato?

Personalmente la saldatura a tig la considero ottimale per le leghe leggere (alluminio), mentre il saldo brasato per l’acciaio.

Per quanto riguarda l’acciaio, il giunto saldo brasato tribola a metà rispetto ad una saldatura a tig, perché il punto di fusione dell’acciaio è a circa 1600°C (a tig sarebbe uguale), mentre il materiale d’apporto della saldatura fonde a meno della metà di temperatura.

Cosa si intende quando i costruttori parlano di “geometrie rilassate”?

Per geometrie rilassate si intende telai caratterizzati da baricentro basso, interasse lungo, e angoli abbastanza ampi, compresi cioè tra i 72 e i 75 gradi.

Come prevenire la corrosione del telaio?

Per l’acciaio si utilizza il processo noto come cataforesi, non solo come protettivo, ma anche come aggrappante di supporto alla vernice. Per le leghe di alluminio esiste invece la cromatizzazione (bagno di acido cromico), che ha la funzione di aprire i pori e di inglobare le varie resine e vernici di fondo.

Rigidità e comodità, sono davvero inconciliabili le due esigenze? Come raggiungere il compromesso migliore?

Il compromesso migliore è quello di avere un telaio su misura, con taglie prese da un esperto che non si limita a rilevare dati, ma si interessa anche a caratteristiche soggettive del cliente come: l’uso che l’atleta intende fare del mezzo e l’età. Inoltre l’esperto deve essere in  grado di aiutarlo nella scelta dei componenti fondamentali cioè le ruote (copertoni), sella e manubrio. Purtroppo però i negozianti, per quanto estremamente professionali e abili, a causa di logiche esterne alla loro esperienza, devono sottostare alle taglie disponibili decise dai costruttori, non riuscendo spesse volte a soddisfare le esigenze fisiche del cliente.

Come si determina l’inclinazione del tubo piantone?

Sempre parlando di bici realizzate su misura, il tubo piantone è dipendente esclusivamente dalla lunghezza del femore del cliente.

Come si determina l’inclinazione del tubo sterzo?

L’inclinazione del tubo sterzo è in funzione della taglia (lunghezza del telaio) la quale dipende a sua volta dalla misura delle ruote, eventuali parafanghi, il numero di piedi dell’atleta e anche la lunghezza della pedivella.

Come influenza il carattere di una bici l’altezza movimento centrale?

Solitamente, il movimento centrale è posto ad un’altezza inferiore al perno dell’asse della ruota; questo vale per tutte le tipologie di bici ad esclusione ad esempio delle BMX, in cui avviene esattamente il contrario. La scelta dell’altezza del movimento centrale ha una motivazione di carattere fisico prettamente tecnico, più banalmente possiamo dire che essa dipende principalmente dal diametro delle ruote e una corretta posizione facilità la messa a terra del piede del ciclista e impedisce che il pedale tocchi la strada in curva.

Come influenza il carattere di una bici la lunghezza dei foderi bassi?

La lunghezza dipende dallo scopo della bicicletta. Essa aumenta se la bicicletta deve essere attrezzata, se si parla invece di biciclette da competizione si cerca di avvicinare il più possibile la ruota posteriore in modo tale da avere un telaio più corto e più raccolto e quindi meno flessibile e sollecitabile.

La lunghezza del tubo orizzontale: solo per “adeguare” il telaio alle misure del ciclista o influenza il comportamento dinamico?

Trovo che le due cose siano dipendenti. Infatti la lunghezza del tubo orizzontale viene scelta in base alle misure del ciclista, e di conseguenza una sua misura adeguata influenza il comportamento dinamico complessivo, migliorandolo di gran lunga e favorendo un maggiore rendimento nella prestazione.

Tandem: quali sono i punti critici del  telaio?

Il tandem deve sopportare il peso e le flessioni originate da due persone contemporaneamente, spesso caratterizzate da fisicità e abilità diverse. Il punto di maggiore criticità del telaio tandem è la zona dove viene applicato lo sforzo fisico, quindi, il movimento centrale, che deve essere surdimensionato. I diametri delle tubazioni devono essere sempre maggiori rispetto ad una bici normale, perché, essendo la struttura molto lunga, abbiamo bisogno di aumentarne la rigidità. Ciò di cui parlo può essere esemplificato considerando due ciclisti che non pedalano in modo sincrono e affiatato in cui si può chiaramente vedere il telaio flettere e oscillare. In base alla mia esperienza di telaista, il materiale più adatto per la costruzione del telaio tandem è la lega di alluminio, perché è leggera, resistente e mantiene un peso soddisfacente nonostante l’aumento dei diametri richiesto per aumentare la rigidità della struttura.

http://www.vetta.it/

 

COMMENTS

  • <cite class="fn">alfaluna</cite>

    Mi sovviene quando 5 anni fa partii di venerdì alle 17.30 ed arrivati a Padova alle 21.00 per farmi fare il telaio di Gitana.
    Che bei ricordi….

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