Zona 30: Salvini emana la sua direttiva per bloccarle

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Ieri il MIT, di cui il Senatore Salvini è titolare, ha inviato all’Anci la direttiva per limitare, regolamentare dice, le Zone 30, rendendole di fatto impossibili.

Con involontaria ironia la nota di accompagnamento informa che la Direttiva è figlia del buon senso.

Malgrado ampia letteratura scientifica abbia dimostrato come le Zone 30 riducono mortalità, incidentalità, smog e fluidifichino il traffico, il ministro sceglie di sostenere la propria battaglia propagandistica in nome del canto degli uccellini.

Si, c’è un suo video sul punto, lo trovate in rete, mi rifiuto di pubblicare il link.

Perché la Direttiva rende impossibili le Zone 30?

Leggiamo.

Le condizioni per le zone 30

«La ponderazione dei limiti di velocità – si legge nella direttiva – deve essere valutata non solo rispetto all’innalzamento del limite massimo di velocità da 50km/h a 70km/h, ma anche rispetto all’introduzione di limiti massimi inferiori a 50 km/h».

Ed ecco le principali condizioni per l’abbassamento del limite massimo: assenza di marciapiedi e movimento pedonale intenso; anormali restringimenti delle sezioni stradali; pendenze elevate; andamenti planimetrici tortuosi tipici di nuclei storici e vecchi centri abitati; frequenza di ingressi e uscite carrabili da fabbriche, stabilimenti, asili, scuole, parchi di gioco e simili; pavimentazioni sdrucciolevoli o curve in vario modo pericolose (date anche dalle condizioni metereologiche avverse). «Nell’eventuale perimetro che circoscrive tutte le zone a velocità limitata contigue deve essere mantenuta una rete di strade con limite a 50 km/h tale da garantire i collegamenti tra punti estremi di detto perimetro», si specifica nella direttiva.

Ma il bello viene adesso.

Quando si può derogare sotto i 50 km orari

«I provvedimenti adottati dagli enti proprietari delle strade – si legge nelle indicazioni del Mit  – devono essere informati, a pena di illegittimità degli stessi, ad un approccio capillare, consistente nell’introduzione di deroghe rispetto al limite generale dei 50 km/h solo per aree delimitate, perché solo tale approccio consente di fornire adeguate motivazioni in ordine alle ragioni che giustificano il ricorso ad una diversa regolazione del traffico, a tutela di primarie esigenze della collettività». «Analogamente, si giustificano anche deroghe al predetto limite generale dei 50 km/h temporalmente delimitate, ad esempio in ragione dell’esigenza di imporre limiti diversi da quelli previsti dal legislatore in presenza di afflussi turistici nei periodi di alta stagionalità, ovvero in coincidenza con flussi straordinari di traffico», conclude la direttiva.

Ho evidenziato a pena di illegittimità perché, come si legge sopra, manca del tutto un qualsivoglia parametro certo. Che significa tortuoso, anormale restringimento, pendenze elevate (e se ho la gamba?) e così via? Nulla di nulla.

Ecco quindi che mancando parametri si apre la strada all’arbitrio: con un tratto di penna e senza alcuna valida e reale motivazione, il ministro può annullare le Zone 30.

In spregio alla sicurezza, al buon senso da lui evocato, alla scienza.

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">Pietro Di Nocera</cite>

    Ma un infartuccio di quelli tosti no e ‘ ?
    Vai Salvini sei ………….il solito !

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Pietro, ti conosco come persona aperta e disponibile e comprendo che il tuo intervento non è “letterale” perché, malgrado tutto, augurare questo non ci pone mai dalla parte della ragione.

      Fabio

  • <cite class="fn">Piero</cite>

    Un ignorante e incompetente che il popolo italiano ha elevato a governare.

  • <cite class="fn">Giuseppe</cite>

    Praticamente sta introducendo le “strade 30” invece delle zone 30.
    Come dire che si deve verificare strada per strada mettendo i limiti a 30 alternati ai 50 orari in base ai dettami della direttiva del MIT.
    Pienamente in regola in teoria, il caos in strada.

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